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comunicazioni

Dovresti scrivere un librooooooo!

Oggi ti parlo di un mio nuovo progetto, in realtà attivo già da alcune settimane: storie mai raccontate.

É un blog di racconti.

Ci pubblico solo un post a settimana, con un nuovo racconto, tutti i venerdì alle 17.

Perché leggere narrativa invece di guardare, che so, una serie su netflix?

Ci sono anche, ogni tanto, serie tv belle e significative, ma é nelle storie «inventate» della letteratura che c’è da sempre la vera anima dell’uomo.

Inoltre il gesto di chi si raccoglie per leggere una storia che gli piace costituisce una forma di meditazione informale che fa bene in sé allo spirito di chi legge. Hai mai sollevato il volto da un testo in cui eri caduto assorto, ritrovandoti lo spirito rigenerato,
energizzato, più centrato e sereno?

Detto questo, perché leggere i miei racconti e non, ad esempio, quelli di un altro?

Questa risposta, naturalmente, voglio lasciarla a te. Anche la letteratura, in fondo, é questione di risonanza: ci sono testi bellissimi che con te possono non risuonare e viceversa.

Quello che ti chiedo è di provarli, valutare e poi magari lasciarmi un tuo commento, opinione, impressione; continuare, se ti saranno piaciuti o ci avrai trovato quel qualcosa per cui valga la pena ritornare…

Non lo so neanche io cosa ho messo nei miei racconti, sicuramente tanto di me stesso, ma anche della mia esperienza in questo mondo con cui mi trovo sempre più in distonia e che fatico ogni giorno di più a riconoscere – un argomento di cui parlavo spesso con una cara amica, Francesca, amante dei libri come me, che quest’ultima estate ha purtroppo inteso portare alle estreme conseguenze tale disagio togliendosi la vita.

Nelle mie storie parlo forse dei problemi dell’uomo contemporaneo perché in fondo, se non altro fattualmente, pure io sono uno di loro, anche se il mio cuore magari é in altre epoche, e perché mi relaziono continuamente con gli uomini di oggi, i loro problemi, le loro ferite e i loro peccati, da cui tornano ogni sera.

Collegati al blog, vai in fondo e inserisci la tua mail. Poi vai a controllare la tua posta: ci sarà un messaggio cui dare conferma per completare l’iscrizione al blog, come questo.

Da iscritto, riceverai un solo racconto alla settimana, ogni venerdì.

Storie mai raccontate é un blog di racconti puro: solo storie e niente altro. É una promessa.

Ora vai, che si è fatto tardi.

Ci vediamo lungo la strada.

—> http://storiemairaccontate.it/

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counseling cultura libri

101 storie zen: libro molto piccolo, molto profondo.

Il libro.

Questo è un libricino davvero molto bello, che dovrebbero o potrebbero leggere tutti per la sua rapidità e facilità di lettura, da un lato, e per il contenuto profondo, in contrapposizione, dall’altro. Personalmente, lo uso molto spesso con le persone che seguo nel counseling, lo considero anche un vero e proprio strumento di lavoro.

Le 101 storie zen contenute in questa raccolta sono, infatti, molto brevi, molte non superano addirittura la mezza pagina, ma lasciano ampio spazio per la riflessione, in linea con la consuetudini delle tradizioni sapienziali orientali, che, a differenza di quella cristiana, sono fatte più di silenzio che di parole.

Questo è un libro infatti dove il lettore trascorre più tempo a riflettere, con il libro abbassato in mano, su quello che ha appena letto, che a leggere direttamente.

È stupefacente come storie così brevi possano contenere contenuti così ampi e profondi, spunti che a volte ti fanno riflettere per anche lungo tempo.

101 storie zen

Sotto questo riguardo, sembra di leggere le scritture cristiane: contenuti condensatissimi, che accedono prospettive e punti di vista che non sapevi nemmeno di avere, ma che senti ti arricchiscono moltissimo.

Un libro da leggere, dunque, molto lentamente, come piace a me, e, per questo godibilissimo, oltre che utilissimo.

Le storie.

Le storie sono piene di paradossi, apparenti, o reali, controsensi, come nella migliore tradizione zen dei koan, che poi sono metafore curiose che, alla fine, sono il mezzo migliore per parlare al nostro cervello emotivo.

Riporto qui di seguito la storia n. 35, che poi riprenderò nel post, che sto concependo proprio in questo periodo, in seguito alle numerose richieste ricevute, sulla mindfulness. Una storia, come si vede, di pochissime righe, ma che contiene concetti importantissimi come quelli del pilota automatico, della consapevolezza, della necessità di «vegliare sempre» – un vero e proprio mantra di Gesù! -, che ti fanno capire con pochissime parole uno degli aspetti fondamentali dello zen.

35. Lo Zen di ogni istante.

Gli studenti di Zen stanno coi loro maestri almeno dieci anni prima di presumere di poter insegnare a loro volta. Nan ricevette la visita di tenno, che dopo aver fatto il consueto tirocinio era diventato insegnante. Era un giorno piovoso, perciò tenno portava zoccoli di legno e aveva con sé l’ombrello. Dopo aver salutato, Nan-in disse: «Immagino che tu abbia lasciato gli zoccoli nell’anticamera. Vorrei sapere se hai messo l’ombrello alla destra o alla sinistra degli zoccoli.
Tenno, sconcertato, non seppe rispondere subito. Si rese conto che non sapeva portare con sé il suo Zen in ogni istante. Diventò allievo di Nan-in e studiò ancora sei anni per perfezionare il suo Zen di ogni istante.

Poi c’è, sempre ad esempio, la storia numero 1, della tazza di tè, di cui parlo in questo altro post, e che ritengo fondamentale per qualsiasi percorso di cura e guarigione personale.

Come procurarselo.

Purtroppo, il libro non esiste in formato ebook, ma solo in cartaceo.

Si può acquistare per pochi euro qui.

Non perdertelo, anche se hai poco tempo per leggere puoi fare una storia o due al giorno in pochi minuti, ti arricchirà tantissimo. Per me è un must-have.

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benessere cultura diritto

Figli: non smettere mai di parlarci. 

Parlate con i vostri figli, qualsiasi cosa diciate loro, anche boiate o cose completamente di fantasia, ma parlate spesso, più volte al giorno, con loro. Se vi fanno domande, anche assurde, non vi lasciate scappare l’occasione. 

Frank McCourt aveva un padre piuttosto disfunzionale: alcolista, si beveva tutti i soldi al pub, non sempre era a casa. 

Eppure parlava tutti i giorni col figlio, che ascoltava a bocca aperta le storie tradizionali irlandesi che uscivano mezze sbiascicate dalla bocca di quel padre sempre alticcio. 

È stato grazie a quel padre, dal quale oggi sarebbe stato tolto a cura dei servizi sociali, che McCourt è diventato uno scrittore e ha composto il capolavoro «Le ceneri di Angela». 

Quando parlate ai vostri figli, che sia per spiegare una cosa, raccontare una storia, condividere una fantasia, infilare qualche parola leggera, gli date un nutrimento sottile e prezioso, la vostra attenzione, che per loro è fondamentale, molto più della scuola, delle attività e degli altri modi che hanno di trascorrere la giornata. 

Ricordate: il tempo di qualità è una grossa cazzata, è la loser medal, il contentino dei genitori purtroppo separati. 

La realtà è che invece i nostri figli hanno bisogno, al l’esatto opposto, di tutto il tempo e tutta l’attenzione (non vale sedersi insieme sul divano tu col cellulare e lui con l’iPad!) che siamo in grado di dar loro, e più gliene daremo e meglio sarà. 

È solo nutrendoli tutti i giorni con la nostra attenzione e le nostre parole di rassicurazione per le cose belle che avranno fatto che gli faremo capire e sentire che sono amati, che gli daremo dei punti di riferimento che sono indispensabili perché noi genitori si sia poi in grado di dar loro quei limiti e quelle regole che sono per i figli necessari come il cibo e l’acqua. 

Un genitore non deve mai contrattare con un figlio, deve semplicemente dirgli quel che deve, può o non può fare. Il genitore che negozia è quello che lo ha lasciato tutto il pomeriggio davanti alla TV. 

Il genitore che invece è stato con lui due ore a parlare e raccontare non ha bisogno di implorare niente, gli basta dire quel che deve fare e il figlio lo seguirà perché tramite la affabulazione avrà sentito il suo amore, la sua presenza e la sua autorevolezza insieme. 

Einstein diceva che se volete figli intelligenti dovete raccontare loro delle storie, se li volete più intelligenti dovete narrar loro ancora più storie. 

Oggigiorno è facilissimo rompere il filo dell’affabulazione tra i genitori e i figli, immersi in potenti strumenti di distrazione di massa (distrarsi non è sempre positivo, anche questo va capito!). 

Io invece vi dico di custodirlo come il tesoro prezioso che è, di curare che non si interrompa come qualsiasi altra fornitura da cui dipendano le vostre vite. 

Evviva noi.

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news

fiction, stavolta

È uscito il mio ultimo libro, «9 storie mai raccontate», un libro di fiabe, per bambini e adulti, niente roba giuridica stavolta…

Il costo è di 1,99€, ma c’è una buona notizia: si può, per il momento, avere completamente gratis (c’è solo da perdere 5 minuti per seguire la procedura), grazie ad una promozione in corso su Ultimabooks e presso altre librerie on line come BookRepublic.

Su Ultimabooks, infatti, se vi registrate come nuovi utenti vi regalano 3€ di credito, come da schermata sovrastante.

Il libro è in formato ebook ma senza DRM, quindi, se preferite leggere su carta, dopo averlo acquistato e scaricato lo potete tranquillamente stampare (non sono nemmeno molte pagine).

Vi chiedo solo la cortesia di non condividere le copie che acquistate, se possibile nemmeno in famiglia (salvo i bimbi naturalmente): fate acquistare ad ognuno la sua copia con il suo watermark, in questo modo incrementeranno le vendite (a proposito, il libro è già tra i bestseller, insieme a nomi prestigiosi con i quali veramente non mi sento degno di stare) e sarà rispettato il diritto d’autore.

Insomma, se vi piace il modo in cui scrivo, o il mio punto di vista sulle cose, che avete visto tante volte in questo blog esistente oramai da molti anni, scaricate il mio libro. E poi magari ne parleremo insieme, sarà un piacere.