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Furto in negozio sistemato con i proprietari: vale la pena il 335?

DOMANDA – lavoravo in un negozio di abbigliamento, sono una persona per bene , ho sempre lavorato e studiato, non ho nessun tipo di precedenti penali. Qualche mese ho fa ho fatto una cosa orrenda, ho cercato di rubare un vestito per il valore di 20€ in questo negozio e mi hanno beccato, nella borsa non avevo nulla ma nel negozio c’era il vestito senza taccheggio e io ho confessato, prima di aprire la borsa ho fatto arrivare la guardia che ha cercato di mediare la cosa e alla fine ho pagato per ciò che stavo tentando di rubare. La commessa mi ha detto che non mi avrebbe denunciato e mi ha detto di non rifarlo, ma non so se sia vero, avendo lavorato li avranno i miei documenti, secondo lei in questo caso ha senso fare il 335?

— RISPOSTA – La valutazione circa l’opportunità di fare la richiesta del 335 non è tanto una cosa che posso fare io come avvocato, quanto te come «cliente».

Se riesci a vivere serena e a fidarti di quello che ti hanno detto, in questo caso la commessa, non vale la pena aprire una richiesta del genere che, per quanto di poco conto, ha sempre un costo sia in denaro che in tempo da versare.

Se, viceversa, preferisci vedere nero su bianco che non c’è niente, o comunque sapere che cosa c’è, il 335 è meglio farlo.

Male, naturalmente, non fa di certo, anzi a volte si possono scoprire altre cose che una persona non sapeva di avere e che quindi c’erano. Ovviamente non è una buona notizia, la buona notizia però è sapere che c’è un procedimento a tuo carico, cosa che ti offre molto più tempo per preparare la tua difesa.

Le uniche controindicazioni a fare il 335 sono i soldi che si spendono, in realtà non molti, ma ognuno è giusto che valuti da sé se e come vuole spendere i propri denari.

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Ricorso per ATP: si può restare contumaci o senza un avvocato?

DOMANDA – nel procedimento Accertamento tecnico preventivo 696 BIS c.p.c. la parte resistente si deve costituire tramite avvocato? entro quale termine? inoltre deve necessariamente costituirsi tramite comparsa di costituzione anche se è intenzionata a conciliare?

— RISPOSTA – La parte resistente, in un procedimento di ATP o accertamento tecnico preventivo, può scegliere di costituirsi o non costituirsi.

Se non si costituisce, viene dichiarata contumace e il processo va avanti ugualmente, appunto in sua contumacia.

Se si costituisce, lo deve fare obbligatoriamente tramite un avvocato, trattandosi di un procedimento per cui è prevista la difesa tecnica obbligatoria. Chi, insomma, riceve la notifica di un ricorso per ATP con pedissequo provvedimento di fissazione di udienza non può presentarsi da solo all’udienza pretendendo di essere ascoltato dal giudice, che può anche farlo tacere o mandarlo fuori, ma deve per forza prendere un avvocato.

Se non si costituisce nel termine previsto, il «resistente» può sempre farlo in seguito, ma se nel frattempo ha perso dei diritti, come quello di difendersi da determinate osservazioni e circostanze, non li recupera e non può certo pretendere che il procedimento venga fatto ripartire dall’inizio solo perché è finalmente «arrivato lui».

Naturalmente a tutto ciò fa eccezione l’ipotesi in cui la notifica non fosse valida: in questo caso, la persona rimasta incolpevolmente fuori dal processo ha tutto il diritto di parteciparvi e con i diritti che le sarebbero spettati sin dall’inizio.

Il termine per la costituzione in giudizio del resistente lo fissa il giudice nel provvedimento, stilato subito dopo il ricorso, con cui fissa la prima udienza di trattazione del procedimento.

La morale della favola, comunque, è questa: quando ricevi la notifica di un ricorso per ATP, la devi portare o mandare immediatamente al tuo avvocato di fiducia, in modo da preparare insieme e nei termini previsti la miglior strategia difensiva a riguardo.

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avvocato risponde

Furto in negozio e pena detentiva: è probabile?

Ho rubato una collana da esposizione in un negozio gucci nell’aeroporto di Milano, non c’erano precauzioni anti taccheggio, com’è tipico negli aeroporti. Il valore della collana dovrebbe ammontare a 590€ stando al sito gucci. Identificata, due settimane dopo, una volta atterrata nuovamente a Milano, la polizia mi aspettava proprio fuori dall’aereo. Si tratta di un “furto con aggravanti perseguibili d’ufficio”. Non ho precedenti penali, ho collaborato con calma ammettendo il furto (“impulsivo, pentita subito”) e consegnando la collana alla polizia, che l’ha riportata al negozio – e il poliziotto, mentre lasciavo il suo ufficio, ha detto che avrebbe suggerito al querelante di ritirare la denuncia, anche se so che non aiuterebbe molto. In base a queste informazioni, direbbe che il carcere per me è probabile? Quale potrebbe essere la pena nel migliore e nel peggiore dei casi?

La probabilità del carcere dipende per lo più dalla presenza o dall’assenza di precedenti, di cui non fai menzione.

Se non me parli perché non ne hai, credo che difficilmente per un gesto del genere potrebbe essere applicata una pena detentiva.

Quanto alla pena, non ha senso parlarne in astratto, ci sono troppe variabili, a partire dalle circostanze del reato, la cui contestazione può variare durante le indagini e in seguito per tutto l’arco del procedimento.

Anche il consiglio che ti è stato impartito dalle autorità sembra avere poco costrutto, se è vero che ti è stato contestato un reato perseguibile d’ufficio, rispetto al quale la remissione della querela non ha rilevanza.

Insomma, bisogna approfondire la situazione, per cui l’unica cosa sensata che puoi fare è rivolgerti ad un avvocato per definire la strategia difensiva migliore.

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Studente sorpreso a fumare in bagno: quale strategia difensiva?

sono uno studente di quinta liceo(maggiorenne)e volevo chiederle consigli su come affrontare l’incontro col preside previsto per questo mercoledì,inerente al seguente fatto: durante la ricreazione sono stato scoperto da una professoressa nel momento in cui stavo espirando fumo dalla bocca, all’interno nei bagni(nei quali erano presenti circa 6 persone di fianco a me anch’essi maggiorenni, con cui parlavo);di fatto lei ha visto solo il fumo fuoriuscire. la professoressa non è mai entrata all’interno del bagno ma è rimasta alla porta di ingresso,chiedendomi di seguirla e mi ha portato in vicepresidenza.All’arrivo del vicepreside ha raccontato di avermi visto fumare,io ho ribattuto negando e dicendo di non avere alcuna sigaretta addosso(infatti l’ho passata di nascosto ad un mio amico mentre ci dirigevamo dal vicepreside).Non è stato fatto alcun verbale ma richiesto solo il nome e cognome.non ha alcuna prova contro me, è la sua parola contro la mia, consigli sul dibattito?

Ti serve una intera strategia difensiva, quindi in teoria bisognerebbe parlarne in diretta, mentre quello che ti posso dire qui è molto meno efficace.

Provo comunque a darti qualche indicazione.

Non so se continuare a negare possa essere una adeguata strategia difensiva, se venisse aperta una indagine formale e gli amici che erano con te, almeno uno di essi, testimoniasse che in effetti stavi fumando non solo la tua difesa crollerebbe completamente, ma anche le tue speranze di ricevere un trattamento sanzionatorio di favore.

La verità è che la cosa migliore sarebbe incaricare un avvocato di intervenire e provare a parlare, in modo estremamente gentile e diplomatico, sia con l’insegnante che eventualmente con gli altri soggetti interessati dal potenziale procedimento.

Naturalmente incaricare un legale è piuttosto costoso, quindi devi valutare quanto sei disposto ad investire a riguardo, soprattutto con riguardo ad eventuali altre sanzioni disciplinari che ti sono state inflitte e che, insieme a quella che ti potrebbe essere inflitta in questa situazione, potrebbero rendere la tua situazione più grave.

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Sono indagato: meglio aspettare o prendere subito un legale?

sono stato ingiustamente denunciato con gli articoli 337 e 589 CP dalla polizia di frontiera navale, mi hanno rilasciato il foglio di inizio indagine e domicilio, 589 cp è omicidio colposo cosa assurda inventata da questi agenti in borghese gasati a 3000, mi consiglia di avviare subito una difesa o attendere l’atto di notifica del tribunale quando e se arriverà?

È assolutamente preferibile andare subito, senza aspettare, da un avvocato per fare le cose utili alla tua difesa e per approntare nel modo migliore la tua strategia difensiva.

Aspettare la fissazione dell’udienza preliminare o un altro adempimento da parte delle autorità, per contro, non ti darebbe alcun vantaggio: in quel momento dovresti fare le stesse cose che avresti potuto fare prima, con la sola differenza di disporre di meno tempo e di poter così lavorare necessariamente peggio, perché quando il tempo a disposizione è minore non si può certo lavorare meglio.

Nel processo penale attuale, inoltre, al difensore sono concessi alcuni poteri di formazione delle prove, come le indagini difensive, che devono essere tuttavia esercitati prima possibile, sia per essere più efficaci sia per non incorrere in decadenza dall’esercitarli.

In conclusione, è di tutta convenienza per te andare immediatamente ad incaricare un avvocato per la tua migliore difesa.

Se hai bisogno di assistenza professionale, chiama il numero 059 761826 e prenota il tuo primo appuntamento.

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Denuncia querela: possono farmela se è infondata?

sono stata querelata dalla mia ex nuora per il reato di cui all’art. 612 c.p. con l’accusa di averla minacciata di un male ingiusto contattando al telefono il padre della medesima, alla cui telefonata rispondeva il fratello, dicendole ” sbrigati a venire a riprenderti tua figlia prima che finisce male ..se ne deve andare perchè altrimenti la riempiamo di botte”.
Ma io ho parlato veramente col padre in modo civile, senza minacce, pregandolo di incontrarci per cercare di capire e calmare la figlia, invece si è messo in mezzo il fratello sostenendo di aver risposto lui alla telefonata e riferendo alle autorità le minacce suddette per potermi denunciare.
A seguito di ciò Le pongo due domande:
1) Perchè il suo legale ha presentato una DENUNCIA-QUERELA nei miei confronti.
2) I fatti si sono svolti il 24-8-2016 e la denuncia è stata presentata il 24-11-2016. Ma non è fuori dai termini di un giorno?

Non bisogna confondere la possibilità di presentare una denuncia querela con il fondamento della stessa, che sono due cose completamente diverse.

Ognuno di noi può denunciare all’Autorità i fatti che ritiene penalmente rilevanti, indicando i responsabili.

Sarà poi l’Autorità stessa, dapprima tramite la Procura e in seguito, qualora l’accusa venisse portata avanti, la magistratura, a valutare il fondamento della querela presentata.

La querela può essere ritenuta così infondata da determinare una responsabilità per chi l’ha presentata per il reato, abbastanza grave, ad esempio di calunnia.

Al momento, è impossibile prevedere quale potrà essere l’esito del procedimento penale che è divenuto pendente a seguito del deposito di questa querela. L’unica cosa sicura è che devi incaricare un legale di definire una apposita ed adeguata strategia difensiva.

Ti conviene farlo prima possibile. Se vuoi un preventivo da parte del nostro studio, puoi compilare il modulo apposito che trovi nel menu del blog.

Per quanto riguarda i termini di presentazione della querela, credo che sia tempestiva perché i tre mesi si computano non come «90 giorni» ma secondo il calendario comune, quindi andava rispettata la data del 24 «tre mesi dopo».