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Posso prestabilire le condizioni di affido in caso di eventuale separazione?

convivo da 10 anni e abbiamo deciso di avere un figlio ma vorremmo sottoscrivere un documento che specifichi che in caso di separazione il minore sia affidato in egual modo ad entrambi i genitori e che i genitori non possono trasferisi in altra città allontandando il minore dal genitore. è una cosa che si può fare? a chi ci dobbiamo rivolgere? è costoso un documento simile?

Non si può fare nel modo più assoluto. Il fatto è che la materia è indisponibile, cioè è una cosa su cui i privati non possono disporre per contratto, ma dove la valutazione è riservata per legge ad un’autorità superiore, che nella pratica è il giudice, a tutela del minore.

Voi adesso infatti potreste fare questa scrittura, ma niente assicura che questo che prevedereste ora sarebbe quello che sarebbe più conforme all’interesse del minore un domani. Ipotizziamo infatti che voi tra qualche anno vi separate e per te l’unica possibilità di conseguire un reddito adeguato per te e per sostenere vostro figlio sia proprio trasferirsi; l’altro genitore potrebbe opporsi semplicemente facendo valere la scrittura, ma la cosa sarebbe totalmente priva di senso.

In altri paesi questi accordi possono fare, si chiamano contratti prematrimoniali o accordi di convivenza, in Italia ancora non si può ma io credo che sia preferibile, per una volta, la nostra soluzione.

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sono incinta e il padre di mio figlio non si capisce che cosa voglia fare

A maggio nascerà mio figlio. Il padre è straniero UE, non sposati, dopo 2 anni, abbiamo convissuto a casa mia x 4 mesi, lui non ha un lavoro da 2 anni all’inizio della gravidanza lui mi dice che non ne vuole sapere più niente ne del bambino ne di me. Per 2 mesi mi insulta in tutti i modi, io rischio di perdere il bambino, poi mi faccio coraggio e chiedo aiuto ad uno psicologo. Lo allontano,lui torna nel suo paese. Ora sono al 5 mese e vuole tornare con me. Io non mi fido più di lui, ho paura che mi assilli (come in effetti sta facendo ora, telefonando, venendo a casa mia, oggi mi dice che a maggio lui vuole venire ad abitare di nuovo con me e che le cose d’ora in poi andranno come vuole lui), non voglio che lui lo riconosca, anche se vorrei che se nel tempo si dimostrerà cambiato, responsabile e stabile, il bambino conosca suo padre. Ora ho paura che si cominci con cause ecc e che questo faccia solo stare male il bambino. Cosa devo fare per tutelare il bambino, come posso agire nel suo bene?

La situazione è molto incerta e fluida, per cui la cosa migliore, al momento, è fare un ciclo di sedute di mediazione familiare, che ti consentiranno anche di vedere quale sarà la risposta del padre alla tua richiesta di impegnarsi un minimo per la famiglia.

Per quanto riguarda, più in generale, il rapporto con te e con tuo figlio, un conto è essere coppia, un conto è essere genitori: potete smettere di essere coppia, o rifiutarvi di ricominciare a farlo, in qualsiasi momento uno dei due, anche da solo, lo decida, mentre oramai non potete più smettere di essere genitori, per almeno altri 25 anni, un periodo molto lungo della vita.

Essere genitori significa necessariamente collaborare e aver a che fare l’uno con l’altro in modo continuativo, ragione per cui devi purtroppo abbandonare l’idea di non aver più a che fare con questa persona, con la quale dovrai invece aver a che fare su questioni importanti e ancora per molto tempo in quanto padre di tuo figlio.

Per questi motivi, ti consiglierei di iniziare appena possibile un ciclo di sedute di mediazione, dopodichè potrai valutare le mosse più opportune anche a livello più propriamente giuridico.

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La nuova legge contro la pedofilia

E’ ormai noto che in Italia è finalmente entrata in vigore la legge contro la pedofilia. Efficace dal 4 agosto scorso, la nuova legge da più punti di vista prende in considerazione Internet, tristemente nota, spesso grazie ad alcuni media non molto preparati in materia, come vero e proprio “covo” di pedofili. Già da oggi, sono puniti come gravi reati i fatti di coloro che con qualsiasi mezzo, “anche per via telematica”, distribuiscono materiale pornografico ottenuto tramite lo sfruttamento sessuale dei minori o adescano gli stessi oppure consapevolmente cedono, anche gratuitamente, materiale pornografico di questo tipo, ovvero se lo procurano. Questi comportamenti, che sino ad ora hanno fatto parte delle attività che quotidianamente, e sotto gli occhi di tutti, si svolgevano su Internet, sono ora colpiti anche se commessi all’estero, a condizione che il colpevole sia un cittadino italiano oppure anche se colpevole è uno straniero ma il reato è stato commesso in danno di un cittadino italiano.
La nuova legge non si limita a prevedere varie figure di reato, ma predispone una serie di strumenti operativi concreti, con speciale riguardo proprio ad Internet. E’ stato previsto infatti che sia “l’organo del Ministero dell’interno per la sicurezza e la regolarità dei servizi di telecomunicazione” a svolgere le attività occorrenti per il contrasto dei delitti di pedofilia commessi mediante mezzi telematici.
Più in particolare, è stato disposto che, a questo scopo, “il personale addetto può utilizzare indicazioni di copertura, anche per attivare siti nelle reti, realizzare o gestire aree di comunicazione o scambio su reti o sistemi telematici, ovvero per partecipare ad esse”.
Con questa disposizione, insomma, la legge conferisce la facoltà alla Polizia, o agli altri corpi dipendenti dal Ministero dell’interno, di creare siti o newsgroup o addirittura mailing list fasulle o “di copertura”, con lo scopo di individuare e far venire allo scoperto i pedofili che usano Internet. In altri termini, se in futuro dovesse capitare ad un navigatore, magari solo incuriosito o interessato a studiare il fenomeno dal punto di vista psichiatrico o sociologico, di entrare in un sito “pedofilo”, ebbene quello potrebbe essere una semplice copertura della Polizia, un finto sito di cartapesta creato come specchietto per le allodole.
Il fine da cui muove la legge, che cerca di debellare il vergognoso crimine a danno dei minori, è sicuramente apprezzabile ed certo i mezzi previsti possono essere anche molto efficaci, però il fatto di sapere che un sito o un newsgroup incontrati su Internet, considerata da anni il regno del libero scambio delle informazioni, possono essere “finti” e servire per operazioni di polizia fa, almeno per un attimo, rabbrividire. Inoltre sarà comunque opportuno che gli inquirenti adoperino ogni cautela nell’utilizzare questi strumenti di indagine: pensiamo anche solo al fatto che, oggigiorno, chiunque può mandare un messaggio di posta elettronica a nome di un altro oppure utilizzare un anonymous remailer.
Speriamo, poi, che l’idea non piaccia a qualcun altro, magari interessato a sapere sempre chi pensa che cosa: potremmo veder nascere tanti altri specchietti per le allodole utili per capire i nostri gusti, le nostre propensioni, le nostre idee e la nostra personalità.