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Moderare i commenti nei blog multiautore WordPress: come fare.

Oggi voglio insegnarti come si fa, in un blog multiautore WordPress come questo, a consentire ad altri utenti di moderare i commenti.

I commenti sono molto importanti a livello SEO, perché iniettano nuovo contenuto in una pagina, e google se ne accorge facendola salire di grado, indicizzando comunque anche il nuovo contenuto.

Inoltre sono importantissimi a livello di interazione con gli utenti, perché creano spesso un legame con i gestori del blog e un senso di comunità con tutti gli altri utenti dello stesso.

Purtroppo, i commenti spesso sono tantissimi e non è facile rispondere, in modo un minimo decente, a tutti. Questo è vero specialmente in un blog giuridico, dove i lettori magari affidano ad un commento storie complesse e molto lunghe, difficili da definire con poche righe di risposta – tanto è vero che spesso prendiamo un commento e lo rendiamo oggetto di un post apposito, con adeguata risposta da parte nostra, per la sua complessità, ma anche per l’interesse generale, dal momento che i post del giorno vengono fatti circolare tramite la newsletter, il gruppo Telegram e i social (a proposito, se non sei ancora iscritto, fallo al più presto per non perdere contenuti interessanti ed utili tutti i giorni).

Una ulteriore soluzione è ovviamente quella di consentire ad altri utenti di moderare i commenti e darvi risposta.

Per fare questo, devi lavorare con un po’ di plugin, anche perché le soluzioni semplici purtroppo non funzionano, come da me sperimentato.

Devo premettere che gli altri autori che scrivono sul mio blog hanno il ruolo e i permessi di «collaboratore», per molteplici ragioni legate alla possibilità di un intervento editoriale da parte mia su alcuni aspetti più che altro stilistici e alla gestione del flusso editoriale da parte di un plugin che «pesca» tra gli articoli in attesa di revisione o pending review.

Gli stessi miei colleghi preferiscono che il blog funzioni in questo modo, preferiscono cioè di solito non avere permessi di pubblicazione diretta, anche considerando che questo blog non funziona come gli altri che «buttan fuori» in qualsiasi momento nuovi articoli, ma c’è un flusso editoriale preciso che vede pubblicato un solo articolo al giorno, dal lunedì al venerdì, cosa che è essenziale per le persone per poter seguire come si deve un blog, senza essere costantemente sopraffatti da nuovo materiale e trovandosi nell’impossibilità di decidere, alla fine, cosa leggere.

Gli utenti, dunque, con ruolo di «collaboratore» non hanno i diritti di modificare i commenti.

Per dargli questo permesso, bisogna installare prima un plugin che consenta di assegnare più ruoli ad un medesimo utente, cosa che di default WordPress non consente, poi un ulteriore plugin che crea un nuovo ruolo, quello di moderator, che comprende il permesso di amministrare i commenti.

I plugin appena citati sono i seguenti:

In teoria, Members dovrebbe essere sufficiente. Con Members, si può definire un nuovo ruolo, cui attribuire la possibilità di moderare i commenti. Purtroppo, se provi a fare questo, vedi che non funziona. Non si sa il perché.

Quindi Members lo installi solo per consentire ad un utente WordPress di avere più ruoli, cosa di default possibile, poi installi anche Moderator role.

A questo punto, prendi l’utente cui vuoi assegnare il permesso di moderare i commenti e gli aggiungi anche il nuovo ruolo «moderator», rendendolo quindi un utente con il duplice ruolo di «Collaboratore», che gli consente di continuare a mandare post in revisione, e di «Moderator», che gli consente di moderare e rispondere ai commenti.

Ovviamente, se vuoi puoi anche creare un utente con la sola possibilità di moderare i commenti, ma non è il nostro caso, dove tutti gli utenti sono anche «autori» di post.

Ecco fatto.

Ti raccomando di nuovo, con l’occasione, di iscriverti alla newsletter del blog, o, se non ti piace la mail, al gruppo Telegram, in modo da non perderti importanti e utili aggiornamenti quotidiani.

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diritto

Acqua pagata due volte: si chiedere il rimborso?

Mi sono accorto che nel momento in cui azionavo la chiave di arresto, causa assenza dall’abitazione, il mio vicino non aveva più l’acqua. In pratica – cosa verificata anche dal mio idraulico di fiducia – è successo, e me ne sono accorto solo dopo dieci anni . subito dopo il contatore esistono due condutture: una che va alla mia abitazione ed un’altra che va a finire nel magazzino del mio vicino. Non so chi ha fatto l’impianto e chi ha successivamente ha installato il contatore del mio vicino, ma immagino sia stata la società Gori che gestisce l’acqua in Campania.
Di conseguenza siamo in due a pagare: prima il sottoscritto e poi il mio vicino che è regolarmente fornito di contatore. La società Gori – opportunamente sollecitata – alla quale è stato richiesto un rimborso delle somme impropriamente incamerate per dieci anni, si è limitata a mettere il contatore solo sulla mia diramazione e a restituirmi una somma irrisoria (circa 100 euro).
Posso chiedere un risarcimento danni?

Più che un risarcimento danni, mi pare che si tratti di un pagamento di indebito.

Il primo passo è ovviamente conteggiare, bollette alla mano, quanto è stato debitamente percepito in più, per avere appunto una quantificazione del vostro credito. Questa operazione si può far fare ad un perito, se del caso.

In secondo luogo, bisogna valutare a nome di chi fare la richiesta, ovviamente se fosse possibile sarebbe bene che entrambi richiedeste la restituzione perché l’indebito si configura, a mio giudizio, volta per volta in capo a chi ha pagato per secondo, con possibile rischio di confusione nella gestione dell’iniziativa giudiziaria.

Una volta organizzato tutto questo, si potrebbe chiedere la restituzione all’azienda fornitrice, dapprima tramite una diffida stragiudiziale contenente anche l’invito alla negoziazione assistita, considerato che la somma da richiedere immagino sia inferiore ai 50.000€, dopodiché, a seconda di quello che sarà stato il riscontro ottenuto, anche in giudizio, auspicabilmente nella forma del ricorso ex art. 702 bis cod. proc. civ. direi.

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diritto

Che fare se mi arrivano bollette acqua troppo alte per una perdita dell’impianto della casa in locazione?

2 bollette :una di 889euro periodo dicembre 2013 aprile 2014 e l altra 1400 euro periodo dicembre luglio 2014.
non sono il proprietario bensì l affittuario e le bollette sono intestate a me. Ho sollecitato verbalmente il proprietario affinchè controllasse eventuale perdita occulta in casa ma dopo mesi di continuo sollecito, il tecnico idraulico è arrivato solo a luglio constatando l effettiva perdita occulta NON RICONOSCIUTA DALL ASA SECONDO art 7.9 carta dei servizi idrici.
l asa ora sollecita il pagamento pena chiusura il contatore.Ho una bimba piccola ed ho chiesto al proprietario di dividere le bollette ma invano è stato il mio tentativo.
Ora mi chiedo come faccio a pagare 2000 euro di acqua circa da me non consumata più 600 euro di affitto? Sono tutti di mia competenza.

Il primo errore è stato, credo, sollecitare il proprietario solo verbalmente, sarebbe stato assai preferibile farlo per iscritto, anche con una tua lettera, senza far per il momento intervenire un avvocato.

Quando al tecnico, non ho capito se è un idraulico di fiducia del proprietario o un tecnico mandato dalla società fornitrice e quindi, ed in ogni caso, che valore abbia questo «accertamento» della perdita.

Perdita che in ogni caso è corretto non sia posta a carico dell’azienda fornitrice, perché compete al detentore dell’impianto privato mantenerlo in buono stato d’uso mentre il fornitore non può essere ritenuto responsabile di dispersioni verificatesi a valle della fornitura stessa.

Vediamo di tradurre tutto ciò in qualche indicazione pratica.

La prima cosa da dire è che in queste situazioni bisogna mettere le cose per iscritto, perché purtroppo ci potrebbe essere bisogno, un domani, di poter dimostrare che i problemi sono stati denunciati in un certa data ed in un certo modo.

Quanto al modo di procedere, per accertare la causa della perdita, in caso di contestazioni da parte del proprietario, l’unica sarebbe una consulenza tecnica preventiva ex art 696 bis cpc, sulla quale ti invito a leggere la relativa scheda, ma, se non hai una assicurazione di tutela legale, la cosa potrebbe essere eccessivamente dispendiosa per te.

Alla fine, l’unica cosa da fare nell’immediato è far scrivere la solita diffida da un avvocato al proprietario, sostenendo le tue ragioni e chiedendo il risarcimento del danno.

Tieni presente che, ovviamente, in caso di mancato pagamento delle bollette, il fornitore non vorrà sentire ragioni e potrà legalmente procedere nei tuoi confronti per il totale, restando poi a tuo carico farti indennizzare dal proprietario.