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come passare dalla separazione al divorzio

Sono separata consensualmente da 4 anni. Ho un bimbo di 8 anni affidato a me. Percepisco un assegno per il bambino di 300 euro, più il 50% delle spese scolastiche, mediche, sportive e straordinarie. La questione è questa: 1) gli ho detto che volevo procedere con il divorzio e gli ho suggerito di prendere un solo avvocato per risparmiare sulle spese. Risparmio la reazione avuta da lui e nonostante siano passati tre mesi alla mia domanda se aveva deciso ha sempre risposto “non ho avuto tempo d’informarmi”; 2) l’importo che mi da dal novembre del 2004 non è mai stato rivalutato (colpa mia non ho mai avanzato pretese) e mi viene dato non tutti i mesi ma quando si ricorda (magari 600 dopo tre mesi e così via); 3) non ha mai contribuito a nessun’altra spesa solo il 50% delle spese scolatiche (solo la mensa) e anche qui bontà mia non gli ho mai chiesto nulla; 4) le ferie che ho sempre fatto fare al bambino le ho sempre pagate io (anche qui non ho mai chiesto nulla nonostante lui non l’abbia mai portato da nessuna parte) sentendomi dire che faccio la vita da signora; 5) ho sottoposto il bambino a tre visite oculistiche specialistiche (senza chiedere il suo permesso) spendendo in tutto 180,00 sentendomi poi dire, sette mesi dopo, quando gli ho ri-ri-richiesto di pagarle, che sono spese inutili (il bambino porta gli occhiali per una leggera miopia) 6) lui ha diritto di vederlo due sere a settimana dalle 19 alle 21 e un weekend alterno dalle 17 del sabato alle 17 della domenica: per tutti questi anni ho messo a disposizione la mia casa (della quale pago il mutuo di 580 euro l’anno ed acquistata da me prima del matrimonio) perciò che non portasse fuori un bimbo piccolo, preparandogli anche la cena e accettando senza dir nulla che venisse tranquillamente alle 20 20,30 (prima c’era l’aperitivo al bar). Non ha mai chiesto (grazie a Dio) di tenerlo con sè nei week end e non ho mai detto nulla per non forzare un rapporto inesistente con il figlio che già sta mal volentieri con lui, e per altre ragionevoli paure mie (due volte sequestro della patente per abuso di alcool più altri problemi con vizi diversi); 7) appena separati è uscito dalla società (non ricordo se prima o dopo l’udienza) nella quale era, per farsi assumere come dipendente (e ovviamente mantenere un reddito basso); Detto questo chiedevo: – se non accetta il divorzio consensuale come funziona quello giudiziale? (ho sentito dire che potrebbe continuare a non presentarsi alle udienze per quanto vuole) – nell’ipotesi che il divorzio non sia consensuale può chiedere che mi vengano addebitate le spese anche del suo avvocato?  – Quali sono le ipotesi nelle quali gli si può restringere la possibilità di tenere con sè il figlio? (temo più che altro i tragitti in macchina) Ecco questa è un pò la mia situazione 🙁 non ho rinvedicazioni economiche anche se so di averne diritto, oltre che bisogno (assicuro che è dura). Però ho tante perplessità e molte paure.

Rispondo in ordine sparso ai vari spunti che, esplicitamente o implicitamente, sollevi con la tua lettera.

Per quanto riguarda il divorzio, ti conviene procedere subito con quello giudiziale senza perdere altro tempo. Se il tuo ex marito si darà poi finalmente una svegliata, potrete ad ogni udienza trasformarlo in divorzio congiunto e mandarlo subito in decisione, altrimenti ti sarai comunque messa avanti con la faccenda. Se aspetti lui, può darsi che tra un paio d’anni ti senti di nuovo rispondere che non ha avuto tempo di informarsi, mentre il divorzio è bene farlo subito, appena maturano i presupposti per la separazione. Il divorzio giudiziale, se lui non si costituisce, sarà contumaciale e, per questo, durerà molto meno. Se lui invece si costituisce non sarà contumaciale e la sua durata dipende sostanzialmente da quello che chiederà presentandosi in giudizio. In ogni caso, assai difficilmente tu potrai venire condannata alle spese anche del suo avvocato, perchè potrai agevolmente dimostrare che la necessità di procedere giudizialmente per il divorzio, e la mancata accettazione di condizioni comuni, sono dovute a colpa sua e non tua.

La rivalutazione secondo ISTAT dell’importo dovuto per il mantenimento è automatica, nel caso di assegni alimentari. Non è come per le locazioni, che va richiesta, ma si verifica ex lege. Quindi era lui tenuto a darti la somma rivalutata, senza poter aspettare che fossi tu a chiedergliela. Adesso, potresti rivalutare la somma ex post e chiedergli gli arretrati. Il pagamento, poi, trattandosi di un assegno alimentare deve essere puntuale tutti i mesi, ma io su questo, se paga trimestralmente, non farei questioni.

Le spese straordinarie, invece, deve pagartele. Sul regime delle stesse, cioè se devono essere tutte previamente concordate o se sei tu che puoi deciderle in base alle esigenze del bambino e poi lui comunque è obbligato a rimborsartele, bisognerebbe vedere il titolo, cioè il provvedimento di separazione, che cosa dice. Comunque io non sarei tanto lassista su questi punti, perchè, specialmente con un assegno di mantenimento così basso, se non ti fai pagare le spese straordinarie, rischi di vanificare il mantenimento stesso. Mettiamo che tuo figlio abbia bisogno di una serie di incontri dal dentista che costano 1200€, che cosa fai rimani sostanzialmente senza mantenimento per due mesi, corrispondenti a 600€ che sono la parte che è carico del padre? Inoltre se non sei puntuale su queste cose rischi di ingenerare cattive abitudini nel padre: piuttosto di chiedergli le cose 100 volte per poi sentirti dare una cattiva risposta, chiedigliele una volta sola e poi parti con raccomandata e subito a ruota iniziativa giudiziaria. Per non stressarti troppo nel seguire queste cose, puoi anche fare una richiesta ogni trimestre. Se il tuo timore è quello di spendere troppo di legale, puoi trovarne uno con il quale fare un accordo a forfait di gestione della separazione, cioè con una somma fissa di importo ragionevole ti può fare tutte le raccomandate di cui tu debba aver bisogno nell’arco dell’anno.

Per quanto riguarda i tragitti in macchina, finchè non gli levano definitivamente la patente non c’è molto da fare. In sede di divorzio, o di ricorso per modifica delle condizioni, si potrebbe chiedere l’inserimento di un patto apposito, che però sarebbe del tutto pleonastico (“non guidare in stato di ebbrezza o abuso da sostanze stupefacenti con un minore in auto”) e di difficile “controllabilità” quanto al rispetto effettivo.

La tua lettera tradisce, nel complesso, una personalità molto sensibile. Tieni presente che non tutti i problemi relativi alla crisi di una famiglia e alla gestione di un bambino nato in essa sono risolvibili, ma è necessario comunque prenderne atto e vivere serenamente, avendo la forza di accettare le cose contro cui non si può far niente e di cambiare, invece, tutte le altre; cercati un legale che possa darti sicurezza, in cui tu possa avere veramente fiducia, perchè per te è molto importante avere una guida vera e umana, oltre che tecnica.

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Di Tiziano Solignani

L'uomo che sussurrava ai cavilli... Cassazionista, iscritto all'ordine di Modena dal 1997. Mediatore familiare. Counselor. Autore, tra l'altro, di «Guida alla separazione e al divorzio», «Come dirsi addio», «9 storie mai raccontate», «Io non avrò mai paura di te». Se volete migliorare le vostre vite, seguitelo su facebook, twitter e nei suoi gruppi. Se volete acquistare un'ora (o più) della sua attenzione sui vostri problemi, potete farlo da qui.

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