Abbiamo visto negli scorsi interventi che gli utenti, i clienti, possono andare anche in mediazione senza essere accompagnati da alcun legale, ma che noi sconsigliamo, per vari motivi, questa eventualità. In questo nuovo intervento, vogliamo approfondire ulteriormente la materia e indicare, schematicamente, le possibili soluzioni a disposizione per il cliente che deve affrontare la fase di mediazione. Da questo punto di vista, ci possono essere grossomodo quattro eventualità:
- il cliente va in mediazione da solo per tutte le sue fasi compresa quella della formalizzazione dell’accordo;
- il cliente va in mediazione da solo durante il corso del procedimento ma chiede assistenza e consulenza al legale al momento in cui si è raggiunto un accordo
- il cliente si fa seguire dal legale con un impegno minimo o ordinario
- il cliente si fa seguire dal legale incaricandolo di fare tutto ciò che è possibile per raggiungere effettivamente un accordo
La prima scelta rimane a nostro giudizio la più sconsigliabile di tutto. Se non viene raggiunto un accordo, probabilmente all’utente ne deriva poco danno (anche se con un legale avrebbe avuto sicuramente molte più possibile di definire bonariamente la vertenza). Se, invece, viene raggiunto un accordo e questo viene formalizzato male, sia per i contenuti che per le forme, l’utente può avere anche un danno. Ricordiamoci che il mediatore non è necessariamente un giurista, quindi un accordo potrebbe essere formalizzato da un gruppo di persone nessuna delle quali ha adeguata preparazione giuridica.
Quindi una prima possibilità, per quegli utenti che hanno la necessità a tutti i costi di risparmiare, può essere quella di andare in mediazione da soli, ma poi far controllare all’avvocato, incaricandolo di una apposita consulenza sul punto, la bozza dell’accordo che si sarebbe raggiunto in mediazione. In questo modo, spendendo tutto sommato abbastanza poco, l’utente godrebbe di un controllo efficace e quanto mai opportuno sugli accordi raggiunti.
Le ulteriori due possibilità si differenziano per il tipo e l’intensità dell’impegno richiesto all’avvocato e quindi per il compenso che l’utente dovrà pagare al suo legale. Nel primo caso, con un impegno minimo, o ordinario, o comunque non particolarmente intenso, è chiaro che il compenso sarà minore. L’utente avrà sicuramente più possibilità di trovare un accordo, perchè un legale, se è bravo e ha doti naturali di mediatore, ha comunque molte più chances di favorire un accordo rispetto al cliente finale, anche con un impegno sulla materia tutto sommato normale. Il secondo caso è quello che l’utente sceglierà se ritiene che effettivamente ci siano buone possibilità di definire la cosa in mediazione, oppure se gli conviene giocarsi bene questa carta perchè in un successivo giudizio potrebbe non andare così tanto bene per lui: in questo caso, chiede al suo legale di impegnarsi al massimo, di spendere molte ore di lavoro per seguire la fase di mediazione e cercare di ottenerne il più possibile. È chiaro che, aumentando il lavoro, bisognerà pagare di più il legale per lo stesso.
Il consiglio, comunque, è quello di valutare da caso a caso, in base alla situazione e alle circostanze, contemperando le esigenze di risparmio, da un lato, e dall’altro quelle di procedere nella gestione del problema con una adeguata assistenza legale. Per quanto riguarda il nostro studio, sapete che, per una politica di massima chiarezza nei costi, è sempre possibile richiederci un preventivo per ciascun tipo di lavoro che l’utente vuole proporci.
2 risposte su “come gli utenti possono avvalersi di un legale in mediazione”
Per me, andare in mediazione senza l'assistenza di un legale è una follia.
Lo penso anche io, ma giustamente l'utente deve avere la possibilità di valutare, considerato che la scelta del legislatore è stata questa… Forse sarebbe stato meglio distinguere due classi di controversie, quelle di minor valore senza obbligo di assistenza e viceversa. Staremo a vedere.
–?cordialmente,
tiziano solignani, da ? Mac
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