Da vedere. Condivido al 100%
Tag: dio

Il famoso dialogo é solo un metodo, esattamente come la celebre
scienza: non é una cosa che risolve tutte le situazioni.
A volte, può persino essere il metodo meno indicato, o addirittura sbagliato.
Per rendertene conto, prova a dialogare con un idiota su un problema
che ti sta particolarmente a cuore.
Anche chi, come me, crede tantissimo nell’ascolto, é costretto ad
ammettere che in diverse situazioni ed ipotesi della vita il dialogo
non solo non serve a nulla, ma può rappresentare una perdita di tempo
o addirittura un danno.
A volte, insomma, é utile lavorare in gruppo, altre volte fai
semplicemente il doppio o il triplo di fatica perché devi spiegare a
dei coglioni i motivi per cui é meglio fare come dici tu; quindi non è
il metodo del lavorare in gruppo in sé ad essere buono, ma dipende
dalla qualità delle teste di quelli che sono dentro al gruppo.
Analogamente il dialogo può essere il metodo più o meno utile a
seconda della situazione e della persona con cui lo devi instaurare.
Se in quella persona non riesci più a vedere alcun valore,
difficilmente può essere un metodo utile.
Quella nel dialogo come strumento per affrontare e risolvere tutti i
conflitti é l’ennesima fede petalosa dell’uomo contemporaneo che,
stimandosi ormai – non siamo mica più nel medioevo! – troppo
intelligente per credere in Dio, finisce per sparpagliare la sua
fiducia in migliaia di piccole improbabili e ritrite cazzatine, in cui
continua a credere nonostante che la realtà si incarichi pressoché
quotidianamente di smontarle.
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«Quando la Chiesa si oppone ai veri poteri e peccati di quest’epoca, quando essa denuncia la distruzione del matrimonio, la distruzione della famiglia, l’uccisione dei bambini non ancora nati, le deformazioni della fede: allora le si contrappone subito un Gesù che sarebbe stato solo misericordioso, sarebbe stato sempre
comprensivo e non avrebbe mai fatto male a nessuno. E viene formulata la massima: non si può essere cristiani a spese dell’essere uomini; e per essere uomini si intende poi ciò che pare e piace a ciascuno. Esser cristiani è un optional gradito, ma non deve costare nulla».
(Joseph Ratzinger, Collaboratori della verità, 1994)

«Il Signore … esaudirà i desideri del tuo cuore» (Salmi 37:4)
É molto vero ed è un grande pericolo nel momento in cui i desideri
sono quelli del nostro cuore e non del suo…
Desiderare é un’arma potentissima che finiamo regolarmente per
rivolgere contro di noi.
Il vero corso di cui avremmo bisogno tutti é quello per saper usare
con accortezza ed oculatezza i desideri.
«Il desiderio é la via della vita» (Jung)
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«Vegliate e pregate in ogni momento.»
La mindfulness da sola, nonostante tutto l’impegno profuso nel laicizzarla il più possibile, non é sufficiente: serve anche la preghiera, la connessione col trascendente o con, per chi crede, il Padre.
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«I tarocchi sono arte e conoscenza dell’animo umano, non del futuro, che lasciamo a Dio, mentre lo ringraziamo per il libero arbitrio, straordinario dono che nessuna costellazione e nessun arcano può offuscare»
Chiuditi nel cesso? Anche no!

Lo scopo principale del mio lavoro come counselor, ma anche come avvocato, e del mio essere padre, amico, fratello, figlio di Dio é quello di aiutare gli altri e, in particolare, di fare in modo che non abbiano paura, o ne abbiano il meno possibile.
Che abbiano il coraggio, la prontezza, la determinazione e,
soprattutto, il gusto di vivere la vita in tutte le sue sfumature tra il dolce e l’amaro.
Oggi, che la vigliaccheria é diventata per molti una vera e propria virtù civile, tanto che ognuno di noi viene esortato letteralmente ad avere paura, perché questo servirebbe, in teoria, a proteggere i più deboli, fare questo lavoro è diventato più difficile.
Quando dico alcune fondamentali verità, tra cui il fatto che non esiste nessuna pandemia, non manca mai qualcuno che mi contesta – é incredibile – la mia libertà, il mio coraggio e la mia voglia di darne agli altri.
Queste persone, schiave per vocazione, si sono bevute completamente la narrativa del mainstream e sono sinceramente convinte che se non avremo tutti paura, se non correremo tutti a nasconderci sotto al letto, se – alla fine – non smetteremo di vivere, rinunciandoci una volta per sempre, si produrranno le più gravi sventure.
Provo una profonda compassione per la pochezza di queste persone che, al di là della inverosimiglianza, ormai conclamata, della narrativa mainstream, non riescono a capire che morire non è una tragedia, ma l’esito finale e naturale cui sono dirette tutte le nostre vite, mentre la vera tragedia è non vivere.
Il sanitariamente corretto funziona esattamente come il politicamente corretto, di cui rappresenta la versione 2.0, quella migliorata e più potente.
Praticamente loro non ti tolgono, formalmente, né la libertà né la vita, ma fanno in modo che, se le eserciti, se provi ad essere libero, a vivere, nelle cose più semplici, come andare a prenderti un caffè con un amico, o – non sia mai – a farti una scopata con una che sta in un comune limitrofo o – orrore – dopo le 22, tutti ti biasimano perché sei considerato uno che attenta alla salute pubblica.
Fai attenzione, non sono dieci coglioni che siedono a Roma, non eletti da nessuno, a sostenere questo regime.
Questo regime fasciosanitario si regge, come tutti i regimi
dittatoriali, sui delatori.
Questi sono persone che vedono un gruppo di ragazzi che giocano a calcio in un parco e chiamano i carabinieri perché sono intimamente convinti che se non lo facessero l’intera popolazione morirebbe e si sentono anche persone eticamente migliori per questo, persone che fanno il loro dovere, che fanno rispettare le leggi…
«Chiuditi nel cesso» degli 883 dovrebbe essere l’inno nazionale di questo regime fasciosanitario che vuole tutti chiusi in casa, terrorizzati, impauriti, senza un lavoro vero, tanto c’è la carità di Stato (il merdosissimo, ignobile e devastante reddito di
cittadinanza), pronti a denunciare il loro vicino perché per farsi una scopata si attarda dopo le dieci di sera o i bambini che scendono in cortile a giocare a pallone perché è un assembramento…
La libertà e il coraggio sono fuori moda, sono oggi oggetto di biasimo, ma proprio per questo c’è ancora più bisogno che in passato di parlarne.
Nella costituzione, e nelle Scritture, ci sono parole bellissime sulla dignità dell’uomo, sulla sua evoluzione personale e sociale, sul coraggio e sull’appartenenza: é da quelle parole che possiamo ripartire, per ambire, ad esempio, ad un lavoro, che ti dà dignità, e non a un reddito di cittadinanza, che te la toglie.
Il lavoro è difficile e verrà sempre aggravato dalla massa di inconsapevoli che remerà sempre contro ogni evoluzione, anche la propria, rendendo tutto sempre più difficile, ma questa è la storia dell’umanità, dove ogni progresso vero é sempre stato raggiunto dai «piccoli eserciti» e non dalle masse.
Ma ce la faremo perché la vita vince sempre, la luce trionfa sempre sulle tenebre.
Non avere mai paura.
«Non te l’ho io comandato? Sii forte e coraggioso; non ti spaventare e non ti sgomentare, perché il Signore, il tuo Dio, sarà con te dovunque andrai». (Giosuè 1:9)
[? kondeeveedee se non hai paura ?!]

Chi vuole uomini e donne diversi da come sono stati creati e sono in realtà odia gli uomini e le donne.
Con il pretesto ipocrita e falsissimo di crearne una versione migliore – il celebre «uomo nuovo», pallino di ogni dittatore e di ogni totalitarismo, di qualsiasi colore, da Hitler a Mao – in realtà vuole solo distruggerlo e portarlo alla morte o alla non vita.
Alcuni si scandalizzano perché nel 2021 parlo di Satana, ma in realtà il vero scandalo sarebbe non parlarne, egli è una costante niente affatto trascurabile nella storia dell’uomo.
Chi è che non è, fa parte della morte, invidia l’uomo creato da Dio – colui che è, cioè la vita, contrapposta alla morte, a ciò che non è – e ha come unico scopo distruggere, rovinare e compromettere l’uomo stesso se non Satana?
Egli agisce tramite i figli delle tenebre, i suoi accoliti tra gli uomini, ma la sua mano é assolutamente chiara.
Vuoi essere figlio della luce, del Padre, di colui che è, o vuoi essere figlio delle tenebre, di Satana, colui che non è?
Per poterlo scegliere, devi prima di tutto affinare la tua capacità di comprensione della realtà, le menzogne di Satana sono disseminate, ben camuffate, dappertutto; spesso ti vengono dispensate persino dalle persone che ti vogliono bene e ti sono più vicine.
Una cosa che puoi ricordare é che Satana detesta ogni cosa che é bella, armoniosa, salubre, energetica, perché segno e attualità della mano divina. La bellezza è segno di Dio e viceversa.
Veglia e prega in ogni momento.
«molti spettatori hanno chiesto che il musical sulla storia d’amore tra Sandy e Danny non venga mai più mostrato in tv»

Donne che cantano, saltano e ballano nella mia cara Argentina per festeggiare l’approvazione della legge che consente l’aborto.
Ora, si può anche essere d’accordo, malgrado tante cose,
sull’opportunità di una legge che consenta l’aborto, per evitare mali peggiori, sempre a condizione che tale percorso sia circondato da una cultura di vita e sia soprattutto consapevole e non utilizzato come mezzo di contraccezione a posteriori.
Non si può tuttavia, in nessun caso, festeggiare e accogliere una legge che consente, di fatto, alle mamme di sopprimere i loro piccoli mentre stanno ancora nel loro ventre.
Mi dispiace, ma questo può accadere solo in una cultura di morte.
Solo in una cultura di morte si può festeggiare un evento come questo.
Senza alcun giudizio, ma con tutta la compassione possibile, quelle donne che festeggiano cantando e ballando come se fosse nato un figlio o un figlio facesse la cresima sono nelle mani di Satana dalla testa ai piedi.
Questo va detto e testimoniato molto chiaramente, specialmente di fronte alle nuove generazioni, in modo che non confondano la felicità di plastica con la vera felicità, quella dell’anima, di Colui che è, nella cultura della vita, in contrapposizione alla prima, quella di colui che non è e appartiene alla morte.
Testimonia sempre la tua fede e le tue idee.
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«Ho un terribile bisogno della religione.
Allora esco di notte per dipingere le stelle» (Vincent van Gogh, Lettere al fratello Theo, 1888)