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Quando sei talmente distrutto da aver bisogno …

/nQuando sei talmente distrutto da aver bisogno di qualcuno che ti prenda su col cucchiaino, la fortuna più grande che puoi avere é che non ci sia nessuno

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«Nei periodi difficili, vai avanti a piccoli …

/n«Nei periodi difficili, vai avanti a piccoli passi. Fai ciò che devi fare, ma poco alla volta. Non pensare al futuro, nemmeno a quello che potrebbe accadere domani. Lava i piatti. Togli la polvere. Scrivi una lettera. Fai una minestra.
Vedi?
Stai andando avanti passo dopo passo. Fai un passo e fermati. Riposati. Fatti i complimenti. Fai un altro passo. Poi un altro. Non te ne accorgerai, ma i tuoi passi diventeranno sempre più grandi. E verrà il tempo in cui potrai pensare al futuro senza piangere.»

(Elena Mikhalkova, “La stanza delle chiavi antiche”)

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«L’uccello lotta per uscire dall’uovo. L’uovo …

/n«L’uccello lotta per uscire dall’uovo.
L’uovo è il mondo. Chi vuol nascere deve distruggere un mondo.»

(Hermann Hesse)

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/nHai telegram?

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counseling, libri, fede, ascolto, meditazione, emozioni | strategie di crescita e di vita
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È la tua evoluzione che fa la differenza su tutto.

Te la faccio breve.

«I figli non imparano da quello che gli dici di fare ma dal tuo esempioh!!!1!»

Quindi se porti fuori la spazzatura bestemmiando e lamentandoti del governo i tuoi figli imparano a fare la raccolta differenziata?

I figli non imparano né da quello che dici, né dagli esempi.

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Apprendono, come tutti e come sempre, per risonanza.

Se le tue vibrazioni sono basse ed egoiche, questo è quello che assorbiranno i tuoi figli.

Non si scappa da questo, non c’è niente da fare.

Puoi cercare di dare l’esempio che vuoi, loro sentiranno sempre che quello che stai facendo è solo il teatrino di un nevrotico.

Alla fine, il dilemma dell’educazione dei figli è lo stesso, identico, della seduzione: se vuoi attrarre, convincere, persuadere non ci sono strategie diverse dall’essere!

Ecco perché la cura del sé, la crescita personale, lo sviluppo della tua forza spirituale e fisica al massimo grado sono necessarie e non fungibili, non sostituibili con null’altro.

È inutile voler crescere i figli come cristiani se non sei genuinamente un cristiano in tutti i momenti della tua vita, in tutte le cose che fai quando loro ci sono e anche quando non ci sono.

Così come è inutile voler attrarre un uomo o una donna se non sei quella persona oggettivamente dotata delle qualità, dell’evoluzione e dello sviluppo necessari per farla felice.

Oggi si sopravvaluta in maniera incredibilmente esagerata la modalità del fare, quando invece la modalità di gran lunga più importante è quella dell’essere.

Un altro frutto marcio, ovviamente, della mentalizzazione: è la mente che ti dice in continuazione «fai questo» o «fai quello», mentre il cuore sa benissimo che non c’è proprio niente da «fare», ma è molto più importante essere.

È la modalità di ragionare, te lo dico ancora una volta, dello schiavo e non dell’uomo libero.

Oggi sei convinto di essere libero solo perché lavori ad una scrivania, ma io ti dico che gli schiavi che costruivano le piramidi erano molto più liberi di te, perché almeno potevano pensare a quello che pareva loro, la loro mente era libera e leggera, mentre tu vivi ossessionato dalle cose da fare e dalle scadenze e sei immerso nella pesantezza.

La tua mente non è libera. Poi, per giunta, quando hai finito il tuo prezioso lavoro intellettuale, devi andare persino ad allenarti, per stancare il corpo, altrimenti non stai bene…

Se vuoi essere libero, essere utile a te stesso e agli altri, se vuoi educare, come è tuo dovere dharmico, i tuoi figli, se vuoi rendere felici le persone che ti sono accanto, non c’è altra strada che quella della tua evoluzione personale, per arrivare ad amare davvero la vita, accogliendo tutto quello che ti assegna, problemi compresi.

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Veri uomini, vere donne: torniamo a noi stessi.

Una delle cose meno comprensibili delle donne è la smaccata tendenza a obbedire alle regole, sentendosi in colpa ogni volta che non lo fanno, fossero anche banali convenzioni sociali, quando io, se una cosa non la condivido e non la ritengo sensata, non ho alcun problema a violarla senza un nemmeno remoto senso di colpa.

Una delle cose che limita a tutt’oggi ancora molto le donne è la dipendenza dal giudizio altrui, cosa che in noi maschi si presenta esattamente rovesciata, in forma di indipendenza da tale giudizio.

È per questo che il potere conduce ormai da decenni una guerra ai maschi, dal primo di essi, il Padre, a tutti gli altri, e persino al maschile, che può essere presente – o anche no – a prescindere dal sesso. Di «character assassination» ha parlato, a riguardo, persino Claudio Risé.

Volendo far confluire tutte le persone verso una identità sessuale neutra – che in fondo non rappresenta più una identità, ma, all’esatto contrario – di quella identità rappresenta la perdita, il potere vuole ottenere un popolo di persone docili e confuse, come tali bravi consumatori e fedeli elettori.

Ecco perché oggi c’è più che mai bisogno sia del maschile in generale che di noi maschi in particolare perché è con le nostre gambe che può viaggiare il maschile, per quanto una donna possa svilupparlo non potrà mai essere come quello di un maschio. Io stesso ho sviluppato molto il femminile per il mio lavoro di counselor, ma resto sempre un maschio (almeno dall’ultima volta che ho controllato ?).

Il maschilismo, come la femminilità, non sono mai tossici, l’unica cosa tossica, demenziale e criminale è il femminismo.

Il maschilismo in cui credo io è quello degli uomini che cercano di sviluppare quanto più possibile la loro forza fisica e spirituale, per poi metterla a disposizione e a servizio degli esseri più belli e preziosi: le donne.

Oggi il maschilismo è quanto di più necessario.

Viva le differenze con cui siamo stati creati e di cui siamo grati al Padre: sii un vero uomo, sii una vera donna.

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«Qui fodit foveam incidet in eam» (Ecclesias …

«Qui fodit foveam incidet in eam»

(Ecclesiaste, 10-8)

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Diventa ogni giorno più forte: serve per amare.

Oggi il peggiore degli equivoci è che la forza serva per far male, o infliggere violenza, quando, all’esatto opposto, la forza, nel corpo e nello spirito, è quanto di più necessario ci sia per poter amare davvero.

Perché amare significa innanzitutto proteggere, ma soprattutto perché per continuare ad amare anche nel dolore, da cui prima o poi veniamo attinti, magari proprio dalla stessa persona che stiamo cercando di amare, l’anima deve essere la più grande possibile e deve sempre restare in alto.

Diventa ogni giorno più forte, diventa ogni giorno una versione migliore di te stesso.

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Quoziente emotivo: qual è il tuo?

«Gli esperti … hanno definito un «quoziente emotivo» (QE) per misurare l’intelligenza emotiva in base a quattro funzioni essenziali:

1) l’attitudine a identificare il proprio stato emotivo e quello degli altri;

2) l’attitudine a conoscere il naturale sviluppo delle emozioni (paura e collera hanno evoluzioni temporali diverse, come il pedone e il cavallo si muovono sulla scacchiera seguendo regole diverse);

3) l’attitudine a ragionare sulle proprie emozioni e su quelle altrui;

4) l’attitudine a gestire le proprie emozioni e quelle di chi ci circonda.

Questi quattro elementi costituiscono le fondamenta dell’autocontrollo e del successo sociale, sono alla base della conoscenza di sé, della compassione, della cooperazione e della risoluzione dei conflitti. Tutto questo sembra ovvio, e ognuno è convinto di eccellere in tutti e quattro i campi. Ma non è affatto così.»

David Servan-Schreiber – Guarire

Il quoziente emotivo, a quanto pare, è dunque molto più funzionale di quello intellettivo, il celebre QI, che consiste nell’attitudine a risolvere problemi logici ed astratti.

Ci sono, dunque, diverse forme di intelligenza, quella emotiva è però più importante di quella meramente intellettiva: garantisce molto di più il successo nella vita e, soprattutto, il proprio benessere spirituale e la propria centratura.

Quale tipo di intelligenza sviluppa tuttavia la scuola? Quella meno utile, la intellettiva, per creare una generazione di schiavi insoddisfatti e non di uomini liberi e felici. Un popolo di mentalizzati, come in effetti siamo, in uno stato di nevrosi permanente.

Al momento, lo sviluppo e l’educazione delle e alle qualità dell’essere viene lasciato alle famiglie (dove però siedono quasi sempre adulti inconsapevoli e disorientati), per i giovani, e al lavoro di crescita personale che ognuno decide di fare su se stesso, per gli adulti.

Ricordati. Lo sviluppo della tua forza, della tua resilienza, passa per la tua crescita personale.

La crescita passa dal lavoro sul corpo e dallo sviluppo delle qualità dell’essere.

Vai in palestra, leggi i grandi capolavori della letteratura mondiale, e russa in particolare, medita, inizia un percorso di counseling.

Prenditi cura della tua anima, è il solo modo in cui potrai essere felice e aiutare gli altri ad esserlo.

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Buona domenica delle palme di «quarantesima».

Ti auguro di riuscire ad accogliere Gesù con almeno 1/4 dell’entusiasmo con cui accogli la coop o l’esselunga che ti porta la spesa a casa.

Anche Gesù si è trovato nel deserto, e non per sfortuna o per caso, ma per mano dello Spirito, come nel deserto ci troviamo anche tutti noi oggi, probabilmente di nuovo per mano dello Spirito…

Al diavolo che lo tentava col cibo, Gesù rispose che «non di solo pane vive l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio».

Queste sono le mie riflessioni per questa particolare domenica delle palme, in cui non possiamo andare in Chiesa e non possiamo avere l’ulivo benedetto, non possiamo stare con i nostri amici, i nostri cari, ma dobbiamo restare nel nostro deserto.

In questo deserto, però, ci ha portato lo Spirito e lo ha fatto per un motivo preciso: perché ormai ci serviva un cuore nuovo.

Allora chiediamo di averlo al più presto.

Benedetto colui che viene nel nome del Signore.

E buona domenica delle palme di «quarantesima».