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consigli, ma solo di domande. É come se io mi limitassi a darti delle
scatole, che poi sei tu a riempire.
Uno dei temi fondamentali della vita di tutti noi, uno dei problemi
che mi vengono portati più spesso a studio, é quello di riuscire a
trovare il proprio «vero talento», quello per cui ognuno di noi é
stato in qualche modo chiamato.
Sette domande per trovare la tua chiamata più autentica.
Non smettere mai di fare il bene, soprattutto non smettere mai di mostrare la bellezza, a mettergliela sotto al naso, a tutte le persone che ami
Poter soffrire a volte è un lusso che non ti puoi nemmeno concedere.
«Dopo ogni tempesta il sole sorriderà, per ogni problema c’è una soluzione, e il dovere inalienabile dell’anima è di essere di buon umore.» (William R. Alger)
La persona centrata ha degli amici veri, con cui ha un collegamento empatico, esercita l’ascolto e si mette in gioco, aprendosi anche alla possibilità di sofferenza, sulla base della fiducia.
Al posto di veri amici, il narcisista ha invece un pubblico generico e indistinto, che cerca di nutrire in qualche maniera in modo da ottenerne adorazione, sempre rigorosamente a debita distanza e a condizione di non stabilire mai, con nessuno dei suoi membri, un rapporto di tipo umano.
«Quello che devi comprendere è che oggi, nella Silicon Valley, ci sono migliaia di ingegneri, pagati a peso d’oro, che lavorano giorno e notte con un unico obiettivo in mente: tenerti incollato al tuo smartphone e ai loro servizi . Il “ time spent on platform ” o “tempo trascorso sulla piattaforma” è l’unica vera metrica che governa le decisioni dei giganti tech.»
Andrea Giuliodori – Riconquista il tuo tempo
Quando hai appena ricevuto un dolore, una coltellata al cuore, la tua anima soffre e diventi immediatamente più egoico.
Il dolore e la sofferenza ti fanno cadere a terra, nel regno del Mondo e, sì certamente, anche del suo principe, il diavolo, rappresentato nell’allegoria degli arcani dalla lama numero 15.
É il regno delle ombre, che non sono però fuori da noi, ma, tutto all’opposto, dentro di noi: sono i famosi «lati oscuri», oggi sotto attacco da parte del pensiero unico e del politicamente corretto, ma veri e propri doni di Dio.
In quel momento cominci a odiare, a progettare sconnessioni, a pensare a modalità di relazione con gli altri basate sul tuo disinteresse, a smettere di vivere perché «di sofferenza e dolore ne ho avuto abbastanza», a fare proiezioni come «le persone sono tutte cattive»…
In quei momenti, puoi fare scelte sbagliate, come quella, classica, di mettere il tuo cuore dentro ad una gabbia, o di indurirlo come una pietra, per scongiurare altra sofferenza, che, però, fa parte della vita, come ci insegnano tutte le gradi tradizioni sapienziali, tra cui sicuramente il cristianesimo, dove si ringrazia Dio persino per la morte, e il buddismo, dove la prima delle quattro nobili verità è che la vita è dura e contiene la sofferenza, con la conseguenza che chi rifiuta il dolore rifiuta la vita e finisce per non vivere e continuare ad esistere come uno «sconnesso», termine che potremmo considerare un buon sinonimo di narcisista, che é talmente scollegato dagli altri da guardarli soffrire senza accorgersene.
Non prendere mai decisioni quando il dolore ti ha schiacciato a terra, non rimpiangere la sofferenza, non detestare i tuoi lati oscuri.
La sofferenza viene per creare una versione ogni giorno migliore di te, i tuoi lati oscuri, compresa la capacità di odiare, la violenza, ti servono per proteggere tutto quello che ami e sono un dono di cui puoi essere grato a Dio.
Fai attenzione però a quello che ti racconti mentre sei a terra intento a rimetterti in piedi.
Non prendere nessuna scelta finché non sarai di nuovo riuscito a dispiegare di nuovo le vele della tua anima.
Fai che l’unica tua scelta in quei momenti sia chinarti sulla tua anima dolente e aiutarla con amore a rimettersi in piedi.
«Chi semina nelle lacrime mieterà nella gioia.» (Salmo 126, 5)
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Un narcisista é solo una persona con una grande ferita, che, anziché usarla per diventare più umano, empatico e in grado di capire gli altri, ha deciso, tutto all’opposto, di blindarsi il cuore,
ingabbiarselo, finendo solo per diventare più insensibile, isolato e, in fondo, smarrito e monadico.
Tu sei le tue scelte.
Spetta a te decidere cosa fare col dolore e la sofferenza che ti manda la vita.
Puoi usarli come carburante per la tua evoluzione e la tua crescita personale, oppure, al contrario, per smettere di vivere davvero, sul falso presupposto, sull’inganno diabolico, che così smetterai di soffrire…
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«Mai si è troppo giovani o troppo vecchi per la conoscenza della felicità. A qualsiasi età è bello occuparsi del benessere dell’animo nostro.» (Epicuro, Lettera a Meneceo, IV-III sec. a.c.)