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Figlio che si fa male all’asilo: che fare?

Buonasera possibile su informazioni per favore mio figlio caduto all’asilo Poi è aperta sopra l’occhio un po’ sono andata al Pronto Soccorso e sono fatto la colla per chiudere la bocca e voler sapere posso prendere la separazione o no

La domanda non è chiara, se intendi dire se puoi richiedere il risarcimento del danno la risposta è probabilmente positiva, anche se bisognerebbe capire meglio come sono avvenuti i fatti.

Di solito, ci sono due polizze assicurative attivabili, una della scuola e e una volontaria che le scuole fanno sottoscrivere ai genitori per avere una tutela in più.

Il primo passo, comunque, è far valutare il danno subito da tuo figlio da un medico legale, che potrà apprezzarlo solo una volta che sarà intervenuta la guarigione: solo in quel momento, infatti, si potrà vedere cosa residua e che cosa no.

Intanto, si può fare la lettera di richiesta danni, anche per conoscere le generalità della o delle compagnie assicurative e iniziare la trattativa con le stesse.

Se vuoi procedere con la richiesta danni, chiama lo studio al numero 059 761926 e concorda il tuo primo appuntamento, che ovviamente potrà essere anche in videochiamata se vivi e lavori lontano dalla nostra sede; oppure acquista direttamente da qui, in questo caso sarà il mio ufficio a contattarti per concordare giorno ed ora dell’appuntamento.

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Cicatrice e bocca che non si apre bene: danno lieve?

Ho avuto un incidente con la bici e adesso è rimasta una cicatrice tra il mento e la guancia di 6 cm. L’ assicurazione mi ha detto che si tratta di un danno estetico lieve, ma che significa ? la cicatrice si vede bene e inoltre non posso aprire la bocca ma solo 1. 5 cm , comunque devo ancora fare gli accertamenti per l’ apertura della bocca. Ma che significa danno lieve , io ho interpretato che non mi è successo nulla e così ?

Non mi sembra affatto lieve, né dal punto di vista estetico, né da quello funzionale, se come riferisci puoi aprire la bocca solo così leggermente.

Ad ogni modo, quello che devi fare è nominare un tuo medico legale di fiducia, è assolutamente inammissibile fare riferimento solamente a quello nominato dalla compagnia di assicurazione, che è in palese conflitto con il tuo interesse ad un risarcimento maggiore – e qui potrei raccontarti dozzine di storie dell’orrore prese dalla mia pratica reale.

Il tuo medico legale di fiducia, da te pagato, potrà farti una valutazione oggettiva e appunto più degna di fiducia di quella che potresti mai ricavare dalla compagnia di assicurazione.

Naturalmente, per un danno del genere, che non mi sembra affatto lieve come dicevo, ti consiglierei anche di nominare un avvocato, perchè la valutazione medico legale è solo il primo aspetto, il primo passo, poi ce ne sono molti altri che è bene siano seguiti da un professionista legalmente competente.

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Quando il compenso richiesto sembra troppo.

nel 2005/06 mi sono rivolto a uno studio infortunistico per un ricorso al giudice di Pace, nel 2008 è arrivato l’assegno di 6600 € e tra avvocato, studio infortunistico e dottore mi sono stati presi 5000€ di spese e senza darmi copia del contratto e in più dandomi una fattura intestata all’avvocato invece che a me.
Mi sembra una spesa un po’ eccessiva, lei che ne dice?

È un tema di cui abbiamo parlato tante volte: per controllare la correttezza del compenso richiesto da un avvocato, o da un’azienda, bisogna vedere in concreto il lavoro che è stato fatto in relazione al caso in cui è stato prodigato.

Per fare questo controllo, peraltro, bisogna fare un altro piccolo investimento, perché anche questo è un lavoro che richiede alcune ore, essendo necessario ricostruire quello che è stato fatto di solito in alcuni anni, tant’è vero che il nostro studio ha un prodotto apposito per questo tipo di situazioni, che puoi vedere in questa scheda.

Ovviamente, puoi spendere altri soldi solo per veder confermata la correttezza del «conto» che ti è già stato presentato, naturalmente anche in questo caso potrebbe valerne la pena perché anche la serenità di sapere di non essere vittima di un’ingiustizia potrebbe giustificare la spesa.

Valuta tu cosa può essere più opportuno fare.

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Intervento con rene danneggiato: c’è responsabilità?

Ho subito un intervento di neovescica con asportazione della prostata nel dicembre 2014, nel corso del quale ho perso l’uso di un rene, perché ne è stato strappato l’uretera nel togliere il catetere. È stato intentata un’ulteriore operazione per recuperarlo, ma non è riuscita, perché il medico non ha più ritrovato l’uretera. La mia domanda: ci sono gli estremi per la richiesta di un risarcimento?

Mi dispiace per la tua vicenda.

Quanto al tuo legittimo quesito, purtroppo è una cosa cui io, come avvocato, non posso essere in grado di rispondere.

Il caso deve essere esaminato da un medico legale.

Costui è un medico specializzato appunto in valutazioni forensi che ha il compito di dire se questo tipo di “complicanza” – diciamo così per capirci – è normale e tutto sommato accettabile, cioè in altri termini è un rischio difficilmente eliminabile di questo tipo di interventi, o è invece dovuta a responsabilità dei sanitari che hanno praticato l’intervento, tanto che, se fossero stati prudenti, esperti e diligenti, si potrebbe dire che questo danno non si sarebbe verificato.

Può darsi benissimo che questa responsabilità ci sia, insomma, ma va accertato in concreto da un medico legale.

Per fare questo accertamento, è sufficiente intanto acquisire una consulenza medico legale da un tuo professionista di fiducia, non è necessario adire il tribunale, cosa che potrai fare in seguito, solo a condizione che il tuo medico legale di fiducia ti abbia confermato che si cono buone basi legali per sostenere la responsabilità.

Questo tipo di azione solitamente si fa con il ricorso per CTU preventiva.

Se vuoi approfondire ulteriormente, o comunque intanto inviare comunque la richiesta danni, valuta l’acquisto di una consulenza.

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Naso spaccato a seguito di aggressione: che cosa fare?

20 giorni fa mio fratello è stato aggredito da un conoscente che gli ha lanciato un bicchiere sul volto fratturando e sfregiando il setto nasale. Dopo il trasporto in ospedale, gli è stata fatta una prognosi superiore ai 30 giorni.
Due giorni fa dopo varie visite, ha subito l’intervento per la ricostruzione del setto.
Ora sono scaduti i giorni. E il medico di base non sa come far proseguire la malattia, essendo mio fratello lavoratore autonomo. Ovviamente in queste condizioni non può lavorare e non potrà farlo per altri 20 giorni almeno. Oltre ai dolori ai giramenti di testa e alla vista offuscata.
Come si procede in questo caso? Il medico ci ha scritto un foglio bianco intestato da portare ai carabinieri. Ma è sufficiente? Bisogna chiedere all’INPS, all’INAIL?
Vorremmo che sia fatto tutto a dovere per proseguire poi con la denuncia penale, in modo da avere tutto certificato per un risarcimento dei danni subiti sul lavoro (ore perse, ecc.)

Questa cosa del foglio in bianco non esiste e non ha alcun senso.

Il fatto di cui è rimasto vittima tuo fratello ha rilevanza sia civile che penale. Da questi punti di vista, le cose che contano sono gli accertamenti che si potranno fare, una volta che sarà intervenuta la guarigione, sul danno subito e i postumi permanenti.

Dal punto di vista burocratico, non so dirti con precisione come deve essere gestita la malattia. Sotto tale profilo, conviene sentire dal commercialista o consulente del lavoro che segue tuo fratello, oppure dalla relativa eventuale associazione di categoria – il termine «lavoratore autonomo» è davvero troppo generico e copre una serie vastissima di mestieri, imprese, professioni.

Quello che dovete fare è, comunque, incaricare subito un avvocato, quindi la vostra prossima mossa è quella di mettervi alla ricerca di un legale che possa seguire il caso. Il legale, poi, una volta incaricato dovrà subito mettervi in contatto con un medico legale per avere le indicazioni più opportune sulla gestione della situazione. Dovrà inoltre mandare la prima richiesta danni al responsabile o diffida. Infine, bisognerà valutare, insieme a tuo fratello, per la presentazione di una denuncia querela.

Se volete un preventivo da parte del nostro studio, potete chiedercelo compilando l’apposita voce nel menu principale del blog. Ti raccomando, con l’occasione, di iscriverti alla newsletter del blog, o, se non ti piace la mail, al gruppo Telegram, in modo da non perderti importanti e utili aggiornamenti quotidiani.

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Bimba che si fa male alla scuola materna: che fare?

mia figlia al giardino di scuola materna cade e dal PS esce con la diagnosi flc frontale in trauma cranico minore non commotivo, suturata con 4 punti. L’ora d’infortunio risale alle dalle 15:00 alle 15:30 di pomeriggio quando il resto della classe dormiva. Per non disturbare , il gruppetto di bimbi che non dormono sono portati nel giardino. Non sono sicuro che sono stati sorvegliati.Vorrei un Suo gentile parere, per quanto riguarda l’infortunio e relativo risarcimento, cosa possiamo aspettare e a quanto potrebbe ammontare questo risarcimento?
Possiamo fare la leva sul fatto che sia successo in giardino e che magari a quella ora la bimba doveva essere alla classe invece di stare al giardino?

La valutazione del danno può farla solo un medico legale e solo quando sarà intervenuta la completa guarigione, anche se vi consiglio di fare vedere subito la bambina e seguire le sue (del medico legale) indicazioni per poter disporre di prove e documenti sicuramente più ricchi di quanto si avrebbe senza la sua assistenza.

Per il resto, non occorrono direi leve di nessun tipo, la bambina era affidata alla scuola, sotto la custodia degli insegnanti, questo determina pressoché automaticamente la loro responsabilità, tant’è vero che tutte le scuole sono più o meno adeguatamente assicurate per eventi del genere.

La circostanza della presenza in giardino piuttosto che altrove potrebbe al massimo assumere natura di aggravante, ma credo che alla fine sostanzialmente la situazione cambi davvero poco.

Le prime cose da fare per trattare una situazione di questo genere sono le seguenti:

  • Scegliere un bravo avvocato per fare subito la richiesta danni tramite diffida e scegliere insieme un medico legale;
  • Portare la bambina e/o la documentazione dal medico legale per una prima valutazione.

Fate attenzione perché, se non avete una polizza di tutela legale, tutte le spese legali e di assistenza medico legale le dovete anticipare voi, senza alcuna garanzia che poi vi vengano rimborsate.

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In bocca al lupo.

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Diagnosi errata ma causa persa: si può ricorrere in Cassazione?

volevo sapere se era possibile ricorrere in cassazione dopo aver fatto una causa in primo giudizio positiva e in appello negativa per errata diagnosi mi il mio medico curante mi aveva diagnosticato una sciatalgia rivelatasi poi un ernia discale con conseguente sindrome della cauda equina permanente che significa avermi rovinato la vita cioe io faccio 4 autocateterismi al giorno ho l intestino paralizzato e una paralisi parziale dal ginocchio in su ..i miei avvocati non hanno presentato le prove come dovevano e io vorrei sapere se si puo ricorrere in cassazione se poi vuole delle delucidazioni piu precise le spieghero meglio per favore mi aiuti a capire se posso fare ancora qualcosa grazie infinite sono disperata e arrabboata con la giustizia con i miei avvocati e con il mio medico curante e l asl della mia zone io vorrei solo giustizia

Mi dispiace per la tua vicenda e per la tua situazione.

A livello giudiziario, per vedere se possibile fare ricorso in cassazione, che non è un terzo grado di giudizio, ma una fase di legittimità, cioè relativa ad un controllo specifico su alcuni aspetti del processo per lo più riguardanti l’applicazione del diritto, bisogna necessariamente studiare i due fascicoli dei procedimenti di primo grado ed appello e le due sentenze relative.

È fondamentale inoltre, nelle cause di responsabilità medica o malpractice, la relazione del consulente medico legale che, immagino, sia stata formata ed acquisita nel corso del giudizio di primo grado, specialmente in un caso come il tuo in cui il problema è derivato, a quanto pare di capire, da una diagnosi errata.

C’è poi un altro aspetto cui accenni, che va accuratamente verificato, e cioè la mancata presentazione di prove da parte dei tuoi avvocati. Se questo fosse fondato, allora purtroppo il ricorso per cassazione servirebbe a ben poco. Infatti, coi gradi di giudizio successivi al primo non si possono sanare eventuali errori commessi dai difensori in quelli precedenti e, man mano che si procede, il caso viene deciso «a fascicolo chiuso», specialmente in cassazione dove è impensabile che vengano acquisite nuove prove (ed è difficilissimo anche in appello). Se, dunque, questo fosse il caso, l’unica azione che rimarrebbe possibile sarebbe quella per negligenza professionale nei confronti dei tuoi difensori, anche questa, naturalmente, da valutare bene.

Anche per approfondire e capire questo ultimo aspetto, comunque, è necessario studiare i due fascicoli, compresa la CTU medica, e le due sentenze.

Se vuoi farci fare questo lavoro, il prodotto da acquistare è questo, la consulenza per eventuale impugnazione. È un po’ più costoso della consulenza di base, perché per studiare tutte queste cose occorrono alcune ore di lavoro. Tieni anche presente che, nel caso, dovrai fornirci la documentazione, se riesci seguendo queste indicazioni, che ci velocizzerebbero il lavoro, altrimenti spedendoci delle copie cartacee.

Il costo, poi, del ricorso in cassazione, che potrai valutare di fare una volta che ti avremo eventualmente detto che ce ne sono i presupposti, è sempre tariffato flat e lo puoi trovare in questa scheda prodotto.

Ti raccomando, anche, di leggere le due schede di approfondimento sulla malpractice e sul ricorso in Cassazione, oltre che di iscriverti alla newsletter del blog o al gruppo Telegram per non perdere interessanti e utili post come questo.

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Diagnosi errata: posso chiedere i danni?

>Sono una lavoratrice e ho subito un infortunio sul lavoro. INAIL mi ha avvertita che il 25 gennaio 2017 mi chiude l’infortunio iniziato il 16 settembre 2016 e che riconoscerà per il danno rimasto. Io chiedo gentilmente se posso fare una diffida contro il pronto soccorso /ospedale di Reggio Emilia dove mi sono presentata all’inizio dell’infortunio perché il radiologo ed il neurochirurgo che mi hanno visitata mi hanno diagnosticato “una ferita leggera superficiale causata per schiacciamento” mentre io avevo una brutta frattura al pollice della mano destra visibile chiaramente nell’immagine che mi hanno fatto. All’interno dell’mio infortunio ho anche 2 referti medici dell’ospedale di Modena che confermano la complicazione della frattura e l’infezione dovuta al trattamento inadeguato ricevuto all’inizio del infortunio.

Una diffida si può sempre fare, anche a livello «esplorativo», ma nel tuo caso bisognerebbe verificare, meglio se anticipatamente, se esistono i presupposti per la responsabilità dei medici per quella che sembra una diagnosi sbagliata.

In prima battuta, questa valutazione può essere fatta da un medico legale, di cui ti consiglierei di acquisire una consulenza, dopo aver fatto visionare al medesimo l’intera documentazione del caso.

Dopo questi primi, importanti aspetti, bisogna poi valutare ulteriormente qual è il danno che hai effettivamente riportato, a causa del ritardo diagnostico, che indichi in una complicazione e in un’infezione, circostanze entrambe le quali devono essere considerate nella loro effettiva gravità.

Anche su questa ulteriore valutazione può essere utile la consulenza del medico legale, che, essendo una figura a metà, diciamo, tra un medico e un avvocato, può fare considerazioni ipotetiche su quello che sarebbe successo o meno in caso di diagnosi corretta e determinare quanto è il danno che hai subito e se è ingiusto o meno.

Per il resto, ti rimando alla lettura della nostra scheda sulla responsabilità medica.

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Ernia al disco e lavoro pesante: spetta un risarcimento?

10 giorni fa ho avuto un incidente sul lavoro mentre scaricavo merce pesante mi sono bloccato con la schiena in modo grave ed effettuando la risonanza magnetica mi hanno diagnosticato 4 ernie al disco ovviamente conseguenze del lavoro pesante che faccio da 5 anni. Il dottore mi ha dato per il momento 1 mese di malattia che prorogherá man mano per altri 3 – 4 mesi e mi ha sconsigliato vivamente di poter continuare con il mio lavoro attuale.Ora le chiedo se è possibile avere un risarcimento dall’azienda o dall’assicurazione di quest’ultima visto che le ernie sono una ovvia conseguenza del lavoro pesante che ho svolto e che non potrò più fare alcuni tipi di lavoro e mi troverò di qui a poco disoccupato con moglie e figli.

Bisogna vedere se c’è il nesso causale tra la patologia che interessa la tua schiena e le mansioni che hai svolto per questo tempo, nonché l’incidente o episodio che ti ha visto protagonista ultimamente.

Questa relazione di causalità tra i tuoi problemi e il lavoro svolto non può essere ritenuta «ovvia» sulla base di una semplice lettura di una risonanza magnetica che, come tale, può solo mostrare le problematiche che ci sono, mentre il collegamento con le mansioni svolte, sia pure probabile, al momento è stato da te solamente presunto, quando invece va comprovato in modo molto più puntuale.

La dimostrazione che le tue problematiche sono correlate alle mansioni svolte la può fare, come sempre accade nel caso di danno a persona, solo un medico legale.

Prima di rivolgerti ad un avvocato, quindi, o – meglio – parallalemente ad esso, devi acquisire una consulenza medico legale per accertare con la massima precisione possibile l’origine delle tue lesioni.

Il prossimo passo che devi fare dunque è scegliere un bravo avvocato e un bravo medico legale, dove per bravo si intende che devi scegliere persone degne di fiducia, effettivamente intenzionate ad aiutare i propri assistiti, come spiego in altri post sulla scelta dei professionisti che puoi trovare facendo una ricerca nell’archivio del blog.