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trattare i problemi legali

Il miglior avvocato lo può solo creare il cliente.

Il «miglior avvocato», l’ho detto tante volte, é una figura che non esiste in rerum natura.

Se proprio uno volesse a tutti i costi identificarne uno che almeno ci assomiglia, ebbene allora il miglior avvocato sarebbe quello che assiste un cliente centrato, consapevole, in grado di capire con precisione quale può essere il suo contributo alla trattazione del suo stesso caso, di mettere in fila i fatti che lo compongono e di esporli ordinatamente e di fornire le celebri «prove» necessarie ed opportune, così finendo per collaborare in modo estremamente funzionale col suo legale di fiducia.

Questo è l’unico modo in cui si può creare qualcosa che assomigli alla figura di «miglior avvocato».

Pensare, al contrario, che il miglior avvocato ce lo si possa procurare a suon di quattrini é solo la solita superbia materialistica che avvelena la nostra epoca.

Chi ne è affetto, ritiene, di solito poco consapevolmente, di essere esonerato dall’onere di evolvere e comprendere appieno le cose, potendo sopperire a tutto ciò col denaro di cui dispone.

É un errore grave e tragico, che non si compie solo in relazione alla scelta dell’avvocato, ma che si verifica un po’ in tutti i settori, oggi, col dilagare del benessere.

Rappresenta il puntuale verificarsi di una delle tante leggi dell’anima enunciate da Cristo, quella per cui la ricchezza non è certo un male in sé, ma – lungi dall’esonerare dall’onere, gravante su ogni essere umano per tutto il corso della sua vita, di evolvere – tutto al contrario gli impone di raggiungere un livello evolutivo ancora maggiore, necessario per la gestione della ricchezza di cui dispone, altrimenti tale ricchezza, anziché beneficiarlo, lo corromperà.

Questo vale per tutte le forme di ricchezza, non solo il denaro, ma anche la bellezza, l’intelligenza e così via: tutti i talenti che riceviamo in dono richiedono, per evitare che finiscano per
danneggiarci, che ci sia il raggiungimento di un livello evolutivo superiore che ci consenta di gestirli.

Molti non accettano questa legge dell’anima e finiscono per dilapidare il denaro, dilapidare la bellezza con, ad esempio, i disturbi del comportamento alimentare, dilapidare l’intelligenza non coltivandola o dandosi alle sostanze voluttuarie per tenerla perennemente annebbiata.

Nota bene che questo è quello che fa non una parte della popolazione, ma la maggior parte…

Torniamo ai problemi legali.

L’esercizio che ti suggerisco é quello di pensare per una settimana che il problema legale che devi affrontare non sia colpa degli altri che sono cattivi, ma sia solo colpa tua: chiederti cosa hai sbagliato, come puoi rimediare e, soprattutto, come puoi evolvere per evitare di sbagliare di nuovo in futuro.

Solo se farai questo, in modo genuino e autentico, troverai il celebre «miglior avvocato». Mettendoti davvero in discussione, lo farai comparire come il genio dopo aver strofinato la lampada.

Tutto il resto sono menzogne della modernità.

Rock n’ roll baby.


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Guarda questo

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pillole

Da vedere. Condivido al 100% …

Da vedere. Condivido al 100%

Estratto della conferenza tenuta da Gianfranco Amato il 9 luglio 2021 a Riccione dal titolo "Dittatura del Pensiero Unico e fede cristiana".
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pillole

Ti impediscono di vivere per paura di morire …

Ti impediscono di vivere per paura di morire così poi, quando sarai irrimediabilmente depresso, potranno chiudere il cerchio concedendoti umanamente l’eutanasia ?

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libri

Si vive una volta sola: poco più di un cinepanettone.

Ieri sera ho visto l’ultimo di Carlo Verdone, «Si vive una volta
sola», che, come sempre, aspettavo da tempo.

Sono molto affezionato a Verdone, sia come regista, che come attore,
spesso mi basta guardare le sue espressioni per ridere o riflettere.

Purtroppo quest’ultimo lavoro, ostacolato peraltro nella sua uscita
dal covid, conferma il trend discendente del suo cinema, che
credo ormai si possa dire essere arrivato, proprio con quest’opera, al
format del cinepanettone.

Fa strano vedere come si muove oggi un autore che in passato era stato
capace di capolavori come «Compagni di scuola», una pellicola che ho
visto decine di volte, di cui si è da poco celebrato il trentennale,
che ha cambiato persino il linguaggio italiano inserendovi diverse
espressioni idiomatiche, come accaduto in passato per altri capolavori
sia dello stesso Verdone sia di altri, dove c’era un lavoro specifico
sul linguaggio, come Brancaleone.

C’è da dire che la responsabilità di questo livellamento verso il
basso non è solo degli autori, ma, almeno questa è la mia impressione,
della società in generale, che è diventata più cupa, politicamente
corretta, irrigidita e sempre meno disposta a farsi una risata di
gusto.

Non va dimenticato che film come «Un sacco bello» e «Bianco, Rosso e
Verdone», che restano enormi capolavori, sono stati concepiti, girati
e visti in un mondo completamente diverso da quello di oggi, per
sincerarsene basta riguardarli per l’ennesima volta.

In quei primi film, i protagonisti spendevano l’estate girando a piedi
per le strade di Roma, nelle ultime opere invece visitano posti da
sogno, fermandovisi a soggiornare, a bordo di grandi SUV,
perfettamente in linea con molti cinepanettoni del passato che, guarda
caso, si chiamavano «Natale a Montecarlo» e «Natale a Cortina».

Del film di Natale ci sono tutti gli ingredienti:
– gli amici che si fanno gli scherzi a vicenda, virando in qualche
caso, ma ancor più penosamente, verso «Amici miei» (ma il plagio
stesso fa parte di questo genus cinematografico);
– i culi, mostrati sempre con un pretesto o con altro;
– i luoghi di vacanza;
– uno che impara di essere cornuto;
– incontri sessuali equivoci;
– trama estremamente prevedibile, piuttosto banalotta e scontata.

Manca solo il portiere d’albergo gay, insomma.

Alla fine il film l’ho guardato volentieri, anche se non lo rivedrei,
perché Carlo é sempre Carlo, mi e ci ha regalato tante di quelle
emozioni dolce e amare che lo poss(Ian)o guardare volentieri anche
quando fa cose meno riuscite come questa.

Vorrei pensare che é lui a non averne più voglia, di fare bei film in
cui si ride di gusto, magari é diventato vecchio, si é stancato, come
accade a tanti, ma la mia poco piacevole – ma, temo, fondata – idea è
che sia il mondo intorno a lui, a tutti noi, ad essere cambiato e ad
aver reso più difficile fare quelle commedie meravigliose che noi
Italiani sapevamo fare così bene solo qualche decennio fa.

Nanni Moretti gridava che ci meritavamo Alberto Sordi, forse questa
società di adesso si merita il Verdone piuttosto annacquato di oggi.

Conclusioni

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counseling

Catcalling e altre campagne demenziali.

La modernità ha infilato numerosi e grossi pali nel culo a tutte le donne, ma in compenso generosamente le «tutela» se un muratore fischia per la strada, se qualcuno le chiama con un termine non declinato al femminile o se per caso vogliono fare l’astronauta.

Forse per le donne che vivono sulla terra sarebbero però molto più importanti altre cose, opportunità e flessibilità sul lavoro, possibilità, per chi lo preferisce, di non andarci proprio al lavoro e dedicarsi alla cura dei figli tramite il sostegno alla maternità, dalla quale molte donne non desiderano affatto liberarsi, come lo Stato troppe volte tende a dare per scontato.

catcalling

Ci sono pur sempre molte donne cui non frega un gigantesco cazzo di andare in orbita (né che ci vada una donna), a loro interessa molto di più essere a casa tutti i giorni alle quattro a dare la merenda ai loro figli e, nonostante i media e il pensiero unico demenziale la pensino all’opposto, é anche su queste persone comuni che si regge l’intera società, non su le donne che il Partito della Demenza nomina, per mero merito inguinal-genitale, a cariche ininfluenti, che finiscono su tutti i giornali ma che di fatto producono – e sono – il nulla.

Che non sia il caso di smettere di lasciar definire la progettualità contemporanea della condizione femminile a donne come Aurora Ramazzotti e Asia Argento, che non sembrano essere il buon esempio di niente?

Che non sia il caso di capire che con le demenziali campagne del catcalling, del cognome materno (che poi è sempre quello del nonno), del nome del lavoro declinato (storpiando la lingua più bella del mondo) al femminile e simili vi stanno solo prendendo per il culo, mentre con l’altra mano vi tolgono quello che sarebbe davvero fondamentale per voi?

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pillole

Oggi sia il presidente USA che il papa si dic …

Oggi sia il presidente USA che il papa si dichiarano cattolici, senza che nessuno dei due in realtà lo sia

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counseling

Satana: odia gli uomini, le donne, la bellezza.

Chi vuole uomini e donne diversi da come sono stati creati e sono in realtà odia gli uomini e le donne.

uomo alienatoCon il pretesto ipocrita e falsissimo di crearne una versione migliore – il celebre «uomo nuovo», pallino di ogni dittatore e di ogni totalitarismo, di qualsiasi colore, da Hitler a Mao – in realtà vuole solo distruggerlo e portarlo alla morte o alla non vita.

Alcuni si scandalizzano perché nel 2021 parlo di Satana, ma in realtà il vero scandalo sarebbe non parlarne, egli è una costante niente affatto trascurabile nella storia dell’uomo.

Chi è che non è, fa parte della morte, invidia l’uomo creato da Dio – colui che è, cioè la vita, contrapposta alla morte, a ciò che non è – e ha come unico scopo distruggere, rovinare e compromettere l’uomo stesso se non Satana?

Egli agisce tramite i figli delle tenebre, i suoi accoliti tra gli uomini, ma la sua mano é assolutamente chiara.

Vuoi essere figlio della luce, del Padre, di colui che è, o vuoi essere figlio delle tenebre, di Satana, colui che non è?

Per poterlo scegliere, devi prima di tutto affinare la tua capacità di comprensione della realtà, le menzogne di Satana sono disseminate, ben camuffate, dappertutto; spesso ti vengono dispensate persino dalle persone che ti vogliono bene e ti sono più vicine.

Una cosa che puoi ricordare é che Satana detesta ogni cosa che é bella, armoniosa, salubre, energetica, perché segno e attualità della mano divina. La bellezza è segno di Dio e viceversa.

Veglia e prega in ogni momento.

«molti spettatori hanno chiesto che il musical sulla storia d’amore tra Sandy e Danny non venga mai più mostrato in tv»

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pillole

«Succede a Certaldo, in provincia di Firenze, …

«Succede a Certaldo, in provincia di Firenze, dove il primo cittadino Giacomo Cucini ha fatto la sconcertante scoperta lavando un paio di pantaloni. Mentre li stava rivoltando per metterli in lavatrice ha notato che l’etichetta su cui erano riportate le istruzioni per il lavaggio recitava: «Give it to your woman», ovvero «Dalli alla tua donna» perché li lavi.»

"Dalli da lavare alla tua donna". Un sindaco toscano denuncia l'etichetta "sessista" dentro un paio di jeans. Il Primato Nazionale
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counseling

Aborto: solo una cultura di morte lo festeggia.

Donne che cantano, saltano e ballano nella mia cara Argentina per festeggiare l’approvazione della legge che consente l’aborto.

Ora, si può anche essere d’accordo, malgrado tante cose,
sull’opportunità di una legge che consenta l’aborto, per evitare mali peggiori, sempre a condizione che tale percorso sia circondato da una cultura di vita e sia soprattutto consapevole e non utilizzato come mezzo di contraccezione a posteriori.

Non si può tuttavia, in nessun caso, festeggiare e accogliere una legge che consente, di fatto, alle mamme di sopprimere i loro piccoli mentre stanno ancora nel loro ventre.

Mi dispiace, ma questo può accadere solo in una cultura di morte.

Solo in una cultura di morte si può festeggiare un evento come questo.

Senza alcun giudizio, ma con tutta la compassione possibile, quelle donne che festeggiano cantando e ballando come se fosse nato un figlio o un figlio facesse la cresima sono nelle mani di Satana dalla testa ai piedi.

Questo va detto e testimoniato molto chiaramente, specialmente di fronte alle nuove generazioni, in modo che non confondano la felicità di plastica con la vera felicità, quella dell’anima, di Colui che è, nella cultura della vita, in contrapposizione alla prima, quella di colui che non è e appartiene alla morte.

Testimonia sempre la tua fede e le tue idee.

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Risponderò «awoman!» tutte le volte che una d …

Risponderò «awoman!» tutte le volte che una donna dirà una cazzata