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Finita la convivenza si possono chiedere i soldi indietro?

la mia ex-convivente mi ha cacciato di casa al termine di una furibonda lite, con contorno di minacce, offese ed insulti. Ora, arriva la mia nota dolente che mi ritrovo con debiti di circa 30mila euro,perché in un’anno e mezzo ho mantenuto lei e il figlio 21enne fancazzista. I debiti in ogni caso non riesco a pagarli,una denuncia ai cc nn credo che servirebbe lei che ne pensa?

I pagamenti di somme di denaro che un convivente fa all’altro in costanza di convivenza sono considerati dai giudici, come abbiamo richiamato dozzine di volte nel blog, adempimenti di obbligazioni naturali: cose che non si è tenuti a dare, ma che se si danno poi non si possono più chiedere indietro.

La ragione di questa soluzione è evidente: se ogni volta che una famiglia va in crisi ai singoli membri fosse consentito chiedere indietro tutto quello che ha dato all’altro finché la famiglia c’è stata si avrebbero i tribunali strapieni solo di cause di questo genere.

Cause, che, peraltro, non sarebbero nemmeno giuste: se decidi di elargire qualcosa, non puoi cambiare idea nel momento in cui la famiglia di disgrega, che è un rischio purtroppo oggigiorno sempre presente e di cui non si può non tener conto.

Per quanto riguarda la denuncia ai carabinieri, non credo che in una materia del genere ci sia nulla di loro competenza, trattandosi di problematiche civilistiche.

Se non avete affidi da regolamentare, perché non ci sono figli tra di voi, non mi pare, peraltro, che ci siano questioni utilmente coltivabili, anche se naturalmente per poterlo dire con maggior sicurezza bisognerebbe esaminare in dettaglio la situazione.

Ti suggerisco di fare una ricerca nel blog con i termini «obbligazioni naturali» per approfondire un po’ questo importante concetto, se credi.

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Che faccio se il mio ex mi chiede indietro metà di un finanziamento?

nel 2011 io e il mio ex abbiamo chiesto in prestito di 15000 euro per l acquisto di un macchinario per il mio ex con 9000 euro il mio ex mi ha fatto un bonifico su mio conto corrente per estinguere un debito Ke io avevo già richiesto . IRestanti 6000 euro servivano per il suo acquisto .io all epoca ho firmato come garante impegnandoci come Co debitori al saldo della somma sopra richiesta! io e il mio ex convivevamo e come funziona spesso per queste cose io pagavo tutte le nostre spese personali e lui così riusciva a pagare la rata del finanziamento! la mia quota è stata pagata ma ora lui, dopo due anni mi ha chiesto un rimborso dal suo avvocato anche se le rate del finanziamento ormai sono state pagate e sono concluse! Ma può avvalersi a finanziamento concluso anche se io su contratto avevo solo la 2 firma?

La prima cosa sarebbe ovviamente esaminare il contratto di finanziamento o mutuo per vedere se tu eri configurata nello stesso come co-mutuatario, in quanto tale condebitore, oppure se eri solo garante.

Questa è una valutazione di tipo tecnico che ti può fare solo un avvocato, esaminando con attenzione il documento e considerando tutte le circostanze del caso concreto.

Qualora tu figurassi come condebitrice, diventerebbe difficile per te opporre alla richiesta attuale di rimborso da parte del tuo ex il fatto di aver corrisposto le spese correnti, perché in caso di convivenza questi fatti sono quasi sempre considerati adempimenti di obbligazioni naturali, cioè obblighi che la persona non è tenuta giuridicamente ad adempiere ma che, se adempie, non può più chiedere indietro.

Delle obbligazioni naturali, che sono un istituto abbastanza importante in diritto di famiglia, abbiamo parlato molte volte nel blog, per cui ti invito a fare una ricerca sul tema, e ho parlato anche nel mio libro «Guida alla separazione e al divorzio».

La ragion d’essere di questa figura giuridica risiede proprio nel fatto che sarebbe assurdo consentire, tutte le volte che finisce una relazione, ad ognuno dei partner di chiedere indietro all’altro tutto quanto dato finché si faceva famiglia, perché in questo modo si avrebbero migliaia di cause inutili e impossibili da decidere, basandosi su conteggi dare e avere dispersi per molti anni e centinaia di documenti.

Il messaggio da portare a casa per te è duplice:

  • ti serve un avvocato, non risparmiare su quello, chiaramente chiedi sempre prima un preventivo, e cerca di sceglierne uno bravo, ma intanto una consulenza di base acquistala, ti può essere molto utile;

  • la soluzione migliore probabilmente come sempre alla fine si rivelerà essere quella negoziale.

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Posso chiedere indietro il mantenimento che ho prestato ai miei fratelli quando erano piccoli?

Mio padre si scappo di casa quando io avevo circa 14, il ché mi fece iniziare a lavorare per mantenere casa, madre e fratelli tutti minori, in seguito dopo 3 anni mia madre ebbe un periodo lavorativo di qualche anno, ma principalmente ho sempre mantenuto tutti io.
La mia domanda:
adesso che i miei fratelli sono maggiorenni e chi con un lavoro e regolare e chi no, posso io chiedere legalmente a loro che mi venga ridato quello che ai tempi ho dato a loro o una parte di ciò, legalmente? , visto che comunque siamo in una situazione burrascosa e io ai tempi comunque ero minorenne per parte del mantenimento, hanno obblighi loro nei miei confronti sia che lavo o che non lavoro? Esite qualcosa del genere.

Per me non puoi chiedere indietro quello che a suo tempo tu hai dato loro come mantenimento, perché probabilmente, essendo voi ai tempi una famiglia, si tratta di obbligazioni naturali, cioè obblighi che una persona non è tenuto ad adempiere ma di cui, una volta che vi dà corso, non può più chiedere la ripetizione.

Inoltre, andrebbero valutati anche i profili relativi alla prescrizione del diritto.

Piuttosto, se ti trovi in stato di bisogno, puoi far riferimento alla solidarietà familiare, la stessa in base alla quale a suo tempo ti sei sentito tenuto a provvedere a tutta la famiglia, in base alle disposizioni sugli alimenti di cui agli artt. 433 ss. cod. civ.

Però queste disposizioni nei riguardi dei fratelli hanno una applicazione limitata al minimo necessario.

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Come posso recuperare soldi che avevo prestato al mio ex convivente?

Fino a pochi mesi fa convivevo con un uomo di anni 54. A roma, Lui mi ha lasciato, io gli avevo prestato dei soldi e adesso lui non me li vuole dare. Mi dice sempre che non ha lavoro e rimanda. io sono disperata non so piu cosa fare. (ho un lavoro di 400 euro al mese ) e quei soldi mi servono Posso fargli un denuncia? Ho tanti sms sul telefonino inerenti ai soldi

Una denuncia secondo me non gliela puoi fare, perché non c’è nessun reato, ma semplicemente un inadempimento, che è un fatto avente rilievo solo civilistico e non anche penale.

Per aver rilevanza anche in sede penale, bisognerebbe che si fosse trattato di una truffa, cioè che lui ti avesse convinto con appositi «artifici o raggiri» o che lui fosse partito sin dall’inizio già con l’intenzione di non restituirti i soldi e quindi sostanzialmente di «scroccarteli» – quest’ultimo sarebbe il caso dell’insolvenza fraudolenta.

Il primo caso non mi pare che ricorra, il secondo è meno lontano, ma mi sembra difficile comunque da sostenere e soprattutto provare. Direi che la realtà sia che tra voi c’è stato un normale contratto di mutuo.

Anche nel versante civile, comunque, la situazione non è priva di ostacoli.

Innanzitutto ti manca una vera e propria prova scritta, un contratto firmato, cosa che tra conviventi è anche abbastanza naturale non fare, ma con questa ultima considerazione, purtroppo, non si rimedia completamente alla lacuna. Hai degli SMS, che però bisognerebbe vedere che cosa dicono, e che comunque bisognerebbe anche trascrivere per poter presentare ad un giudice.

Un secondo possibile fattore di complicazione deriva dal fatto che molto spesso le dazioni di denaro tra conviventi sono considerati adempimenti di obbligazioni naturali, in virtù proprio del contesto familiare, cioè soldi che una parte dà all’altra per la vita in comune, senza nessun obbligo da un lato ma senza poterli poi chiedere indietro in seguito.

La dazione a titolo di prestito e non invece come adempimento di obbligazione naturale potrebbe essere dimostrata, se idoneo, dal contenuto degli SMS di cui sopra.

L’approccio «avvocatesco» classico sarebbe far trascrivere da un tecnico quegli SMS per tentare poi di depositare un ricorso per decreto ingiuntivo, insieme eventualmente ad altra documentazione «a corredo», come ad esempio uno stato di famiglia se mai l’avete avuto insieme o qualsiasi altro documento che possa avvalorare la tua ricostruzione.

Però si tratta di una cosa piuttosto costosa, comunque, alla fine, e di cui non è assolutamente chiara la riuscita, sia sotto il profilo dell’ottenimento del decreto (potresti trovare un giudice che ritiene la prova insufficiente) sia sotto il profilo, successivo, dell’effettivo incasso.

Sotto quest’ultimo aspetto, peraltro, ti consiglio di leggere con attenzione la nostra scheda sul recupero crediti.

Un approccio alternativo a tutto quanto sopra, visto che il problema si radica in una situazione familiare, anche se oramai esaurita, potrebbe essere invitarlo ad una serie di mediazione in cui cercare di ottenere col dialogo assistito appunto da un terzo imparziale quello che non si è riuscito sinora.

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Posso chiedere indietro quello che ho pagato al mio convivente prima della rottura?

convivo da 13 anni ma oramai non esiste + una situazione sentimentale ma anzi una situazione di “degrado” cioè di maltrattamenti psicologici nei miei confronti e quant’altro (non mi dilungo avrei bisogno di 100.000 caratteri); lui dorme in un’altra camera da mesi in casa di mia totale proprietà dove lui accampa dei diritti dicendo che porterà via ciò’ che è suo, ma le fatture (abitazione di tre anni) sono tutte intestate a mee gli esborsi risultano dal mio conto corrente bancario a me intestato, le bollette assicurazioni tasse rifiuti insomma tutto di tutto pagato da me.
Negli anni lui mi ha bonificato cifra mensile equivalente ad un quarto di ciò’ che mettevo io; in più ha effettuato bonifici sempre a me specificando la causale di: restituzione prestito. Ha qualche diritto facendomi azione legale. Preciso anche che sono mesi che dico sarebbe il caso di separaci ma lui non se ne va.

Credo che dovresti valutare gli aspetti personali separatamente da quelli patrimoniali.

Per quanto riguarda i primi, la vostra è una situazione di convivenza, la casa è tua, quindi puoi mandarlo fuori in qualsiasi momento tu lo decida. Prima di fare una vera e propria causa di «sfratto», ovviamente io manderei la diffida tramite un avvocato per cercare di avere un approccio morbido alla questione che oltre che più consono ad una persona con cui hai comunque condiviso una parte di vita è anche per te più conveniente.

Circa gli aspetti patrimoniali, la situazione andrebbe analizzata più in dettaglio, in generale però tieni presente che le obbligazioni tra conviventi sono considerate dai giudici obbligazioni naturali, cioè obblighi cui non sei tenuto ad adempiere ma che, se adempi, non puoi più ripetere cioè chiedere indietro.

La ragione di ciò è abbastanza ovvia: se si ammettesse che, ogni volta che finisce una convivenza, ognuna delle due parti potesse chiedere indietro quello che ha dato all’altra, i tribunali sarebbero intasati da centinaia di migliaia di cause; soprattutto, si tratterebbe di cause prive del minimo senso, perché finché si fa famiglia le elargizioni patrimoniali, le cose che una persona fa per l’altra, devono essere considerate fatte in considerazione del vincolo familiare, senza che poi un domani uno possa cambiare idea e chiedere indietro.

Il mio consiglio finale sarebbe quello di rivolgerti ad un avvocato per mandargli una diffida a lasciare la casa, in cui desideri rimanere, con tutto il diritto, tu. Parallelamente a questo, si possono fare alcune sedute di mediazione familiare, che non fanno mai male.