1) Di solito é meno preparato, cosa che nella pratica legale si traduce quasi sempre in un vantaggio perché lo fa propendere per una definizione amichevole della vertenza il prima possibile, in modo da poter tornare velocemente a dedicarsi a ciò che gli preme davvero.
2) A differenza delle donne, non ama i conflitti, che non lo fanno «sentire vivo», ma che sono un fastidio cui é piacevole porre rimedio appena possibile: anche questo é un vantaggio.
3) Se un concetto richiede quattro parole per essere illustrato, ne utilizza di solito quattro e non ottomiladuecentocinquantasette.
4) Gli avvocati maschi di solito sono molto più pigri delle donne, questo significa tuttavia che tendono a ingegnarsi molto di più per trovare soluzioni intelligenti e poco faticose per i problemi che sono loro affidati.
5) Un avvocato maschio non dipende dal giudizio altrui, che é invece il principale difetto tradizionale delle donne: questo conferisce alcuni vantaggi, e magari anche qualche ruvidità, nei tuoi confronti come cliente.
6) I legali maschi tendono a vedere tutto intero lo spettro di sfumature che presenta ogni singolo caso o situazione, mentre le avvocatesse tendono a ragionare in maniera più binaria di ragione / torto, specialmente dopo che hanno «approfondito» le questioni sottostanti oppure – e questa spesso é una tragedia – trovato la sentenza di Cassazione che agognavano.
7) Un avvocato maschio é estremamente più disordinato nel management, ma finisce per compensare questa pecca con un’ottima padronanza degli strumenti informatici, che, attraverso gli strumenti dell’OCR e della ricerca per stringa ad esempio, consentono a chiunque oggigiorno di ritrovare velocemente il documento che serve.
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Sono tornato attivo ieri su quel social dopo sei giorni di sospensione per motivi demenziali, un mio post assolutamente innocente é stato considerato incitamento all’odio dall’algoritmo.
In passato ho già subito provvedimenti del tutto senza senso del genere, stavolta tuttavia ho deciso di aprire una vertenza nei confronti di Facebook Ireland, società responsabile della piattaforma per il nostro paese.
Siamo arrivati su queste piattaforme social un po’ tutti per gioco, in seguito tuttavia hanno assunto importanza notevole per noi e per tutti i soggetti che sono in relazione con noi, sia per motivi personali che professionali, comportando un canale di occasioni di lavoro di rilievo specialmente per noi professionisti e autonomi.
La cosa davvero inammissibile é rimanere vittima di interventi di moderazione di questo genere senza la possibilità di richiede l’intervento di un umano: non esiste alcuna possibilità di ricorso.
Così l’utente, la sua vita di relazione e quella professionale vengono lasciate completamente in balia di macchine stupide programmate da umani ancora più cretini.
Come ho spiegato nei giorni scorsi sul blog, non è affatto impossibile mettere il sale sulla coda a facebook. Le cose sono cambiate e ci sono già le prime sentenze, i primi provvedimenti favorevoli agli utenti.
Per questi motivi ho deciso, in collaborazione con il mio collega Michele Peri, di aprire una vertenza, vedremo come andrà e se andrà come spero potrà essere qualcosa che apre più di una speranza per tutti coloro che sono danneggiati dagli abusi dell’algoritmo di facebook e altri reti sociali.
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1) É una forma di assicurazione che ti paga le spese sia legali che tecniche in caso di insorgenza di una vertenza imprevista.
2) Esiste sia per gli individui, che per le famiglie e le aziende.
3) Copre tutte le materie e le situazioni che non sono espressamente escluse.
4) Tra le esclusioni la materia successoria, separazioni e divorzi (anche se alcune forme invece sono ricomprese), le donazioni e altre materie da verificare prima di sottoscrivere la polizza.
5) É una forma di assicurazione molto diffusa all’estero e molto poco conosciuta in Italia.
6) Chi ha questo tipo di assicurazione di solito può scegliersi liberamente l’avvocato.
7) La compagnia paga le spese sia per il lavoro stragiudiziale che per quello giudiziale: in caso di esito negativo della causa, paga anche le eventuali spese di soccombenza.
8) Oltre all’avvocato, paga anche il CTU e i CTP di cui l’assicurato dovesse aver bisogno in corso di causa o anche prima della stessa.
9) Il costo é estremamente contenuto rispetto al valore che si riceve, il preventivo va chiesto al proprio agente sul territorio.
10) Ci sono tre principali compagnie specializzate in tutela legale: UCA, Arag e Das; sono compagnie che fanno solo tutela legale – consiglio di usare queste e non altre compagnie generaliste.
11) Da più di vent’anni predico a tutti di munirsi di e tenersi sempre negli anni una polizza di tutela legale: quando viene da me un cliente che ne ha una che si può usare per il suo caso, posso seguirlo in maniera molto più efficace; io lavoro molto meglio e lui non spende un centesimo.
12) Puoi sapere di più sulla tutela legale leggendo i vecchi post del blog all’indirizzo blog.solignani.it e ascoltando la puntata dedicata al tema di radio solignani podcast.
Appena possibile, acquista una polizza di tutela legale e mantienila sempre senza disdirla mai.
1) C’è una norma applicabile ad ogni situazione, la legge é un catalogo di soluzioni, basta solo sfogliarlo e trovare quella giusta. In realtà non è così, la legge prevede, spesso in maniera peraltro incompleta, non chiara, se non addirittura maldestra, un numero limitato di casi, per affrontare una situazione occorre lavorare di interpretazione e tutto diventa molto meno tassativo di quello che si pensa.
2) Un avvocato conosce tutte le leggi, sentenze e c.. No, un avvocato nella migliore delle ipotesi conosce meno del 5% del diritto, la sua professionalità consiste nel sapere sempre dove andare a cercare quello che non sa e che gli serve per il caso in questione.
3) Meglio prendere un avvocato specializzato nel mio problema. Una cosa senza alcun senso: il cliente non sa nemmeno, da un lato, a quale ramo del diritto sarebbe attinente il suo problema e, dall’altro, le specializzazioni per gli avvocati non esistono. Bisogna solo cercare un avvocato che non abbia la testa piena di segatura, e che sia un minimo corretto, mentre se non è competente sarà lui a dirtelo e a muoversi in modo che il tuo caso sia seguito in modo efficiente e funzionale, andando ad associare al fascicolo i colleghi che dispongono delle competenze necessarie. Con il mio ormai famoso hashtag, insomma, megliochiamaretiz
4) É giusto coltivare questa vertenza per una questione di principio! É una delle motivazioni meno indicate per decidere di investire su una situazione di conflitto di natura legale. Per evidenti motivi e per il fatto che il sistema giudiziario non distribuisce giustizia, ma applica la legge, una cosa che non così di rado é diversa.
5) Gli avvocati sono dei privilegiati. No, gli avvocati si alzano tutte le mattine per andare a lavorare come tutti gli altri e pagano le stesse tasse degli altri – anzi probabilmente anche di più. Possono stare in giudizio, a differenza degli altri, solo ed esclusivamente per motivi di competenza tecnica. Anche a me piacerebbe pulirmi la caldaia da solo ogni anno, ma devo farlo fare, per legge, a un tecnico che dispone della competenza relativa: é la stessa cosa.
6) Sono un cliente e come tale ho sempre ragione. No, il cliente degli avvocati é l’unico cliente che non ha sempre ragione. In una vertenza tra due persone, é evidente che una ha ragione e l’altra no, quando sono invece clienti di avvocati entrambe.
7) Se vinco le spese le paga chi perde. Forse… Intanto le devi comunque anticipare tu, poi devi a) vincere b) ottenere una condanna alle spese c) riuscire a recuperarle. Inoltre la misura in cui le recuperi potrebbe essere minore rispetto a quello che hai pagato.
8) Non serve scrivere alla controparte tanto é un idiota / pensa solo ai soldi / é un delinquente. Prima di iniziare qualsiasi vertenza, salvo casi molto particolari, bisogna sempre scrivere alla controparte dichiarando le proprie richieste, non foss’altro che per fare vedere al giudice, cui eventualmente si finisce davanti in seguito, che non si è dei cani. Inoltre molto spesso a una diffida seguono risultati inaspettati.
9) Un avvocato deve rispondere sempre al telefono quando lo chiamo. Un avvocato sempre disponibile a prendere le telefonate sarebbe uno che non fa un razzo tutto il giorno e un legale del genere non sarebbe affatto desiderabile. O, in alternativa, uno che interrompe un appuntamento, magari molto delicato, per rispondere in continuazione al telefono: questo sarebbe ancora peggio. Un bravo avvocato lavora tutto il giorno su cose estremamente importanti e delicate e non può essere interrotto.
10) Devo raccontare la mia storia da principio. No, all’esatto contrario devi iniziare proprio dalla fine, altrimenti il tuo avvocato ti ascolta per un’ora senza capire quel che stai dicendo. Guarda il video di approfondimento che trovi sul canale YouTube degli avvocatidalvoltoumano.
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1) C’è quando il livello di servizio che il cliente trova sul posto é nettamente differente rispetto a quanto promesso o inesistente.
2) Gli esempi sono i più svariati: immobili sporchi o infestati da insetti, mancanza parziale o totale di acqua corrente, elettricità, trasporti e navette e così via.
3) Un caso particolare é il fenomeno dell’overbooking: le società di trasporti vendono più biglietti di quanto siano i posti disponibili, col risultato che alcuni clienti rimangono a piedi.
4) In tutti questi casi c’è innanzitutto un inadempimento da parte del soggetto che ha promesso i servizi di viaggio, con tutti i diritti conseguenti in capo al cliente.
5) Siccome, però, la vacanza «serve» alle persone per recuperare le proprie energie, viene riconosciuto anche un danno ulteriore di tipo esistenziale, che va oltre il mero risarcimento dell’inadempimento.
6) Chi perde una vacanza, infatti, quasi mai riesce a recuperarla in altro modo, essendo troppo tardi per prenotare di nuovo o per mancanza, in attesa di rimborso, della disponibilità economica.
7) Addirittura non così poche persone contraggono un finanziamento personale per poter andare in ferie.
8) Il primo passo per chiedere il risarcimento da vacanza rovinata é fare scrivere una diffida da un bravo avvocato di fiducia.
9) Il compenso per l’invio della diffida, se non hai una polizza di tutela legale, é a tuo carico; se «vinci» la vertenza potrà esserti rimborsato dal responsabile del danno, ma non è garantito o garantibile.
10) In ogni caso, é meglio far spedire la diffida prima possibile, per non incorrere in eventuali decadenze: se riesci, anche quando sei ancora in viaggio, oppure appena ritorni. Decidi subito se vuoi coltivare la vertenza o meno.
11) Spesso le società responsabili delle vacanze rovinate offrono dei buoni sconto per l’acquisto di ulteriori pacchetti viaggio a mo’ di risarcimento: non sei tenuto ad accettarlo e di solito é sconsigliabile farlo.
12) Ti puoi tutelare contro queste evenienze sin da ora in due modi: a) stipula una polizza di tutela legale; b) iscriviti e resta iscritto al blog degli avvocati dal volto umano, per ricevere gratuitamente contenuti come questo che ti danno indicazioni su come affrontare le varie situazioni legali.
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1) Le spese comprendono il compenso del tuo avvocato ma anche, se perdi la causa, quella del legale avversario.
2) Il tuo avvocato può farti un preventivo per il suo compenso, ma non può prevedere se e quanto il €giudice potrebbe condannarti a rimborsare al tuo avversario.
3) Dopo il primo grado di giudizio potrebbero esserci altri gradi come l’appello e il ricorso in Cassazione e dunque nuove spese.
4) In caso di impugnazione, il giudice del grado successivo può cambiare la ripartizione delle spese anche per le fasi precedenti.
5) Se vinci e il giudice stabilisce che il tuo avversario ti rimborsi le spese, la misura potrebbe essere diversa da quella che hai pagato tu.
6) Potresti anche non riuscire a incassare le spese che il tuo avversario é stato condannato a rimborsarti, ad esempio se é insolvente.
7) Se anche il tuo avversario é stato condannato a rimborsarti, intanto il compenso del tuo avvocato lo devi pagare tu.
8) Se hai un reddito basso puoi chiedere il patrocinio a spese dello Stato, ma poi dovrai scegliere il tuo avvocato in un apposito elenco.
9) Un buon metodo per non pagare spese legali o costi di assistenza professionale é stipulare e mantenere una polizza di tutelalegale.
10) Potresti trovarti a sostenere spese vive molto importanti, come, in alcuni casi, il contributo unificato o il compenso del CTU .
11) Il tuo avvocato é obbligato a farti un preventivo per iscritto per quanto riguarda i suoi compensi.
12) Nel suo preventivo scritto, il tuo avvocato deve, per legge e per obbligo deontologico, indicare la sua compagnia di assicurazione.
13) Per controllare che la «parcella» di un avvocato sia corretta puoi prendere un altro avvocato, ma devi valutare che ne valga la pena perché bisogna studiare l’intero fascicolo e tutto il lavoro fatto per fare questo controllo.
14) Quando si raggiunge un accordo con gli avversari le spese sono sempre compensate, cioè ognuno si paga il suo avvocato.
15) Anche quando vinci una causa il giudice può stabilire che le spese siano compensate: ognuno si paga il suo avvocato.
16) La valutazione sui costi e sulle spese é una delle valutazioni fondamentali da fare prima di aprire una vertenza o una causa di qualsiasi natura – purtroppo non tutte le voci sono prevedibili e predeterminabili.
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Ho disdetto per fine ottobre un negozio in affitto a Prato e fatto ritirare la merce da amico ma gli arredi erano rimasti con accordo con proprietario che avrei provveduto più avanti allo sgombero, visto la lontananza e i miei impegni, previo essere avvisato di nuovo affitto. Il negozio invece è stato venduto, senza darmene avviso, ad una persona che, contattata da me dopo insistenze sull’ex proprietario dice di averlo comprato proprio xké arredato coi mie arredi e luci. Ora per farmi andare a ritirarli vuole € 300 in contanti per il disturbo di aprirmi il negozio ancora vuoto. Il vecchio proprietario si defila e ambedue mi sfidano a far loro causa, pur avendo tentato una transazione per un minimo risarcimento. Nel frattempo i miei arredi e luci sono lì. Come devo fare per recuperarli o poter chiedere un risarcimento ad ambedue? Devo andare a denunciare alle Autorità la richiesta soldi in contanti per farmi entrare in negozio dal nuovo proprietario e il “furto” dei miei arredi e luci?
Se non hai ancora richiesto la restituzione dei tuoi beni per iscritto, circostanziando la situazione, con una diffida tramite avvocato stai, dal punto di vista giudiziario, parlando del nulla più assoluto, considerando che tutto si è svolto, sino ad ora, solo verbalmente tra voi.
Quindi il primo passo, anche per fare poi una eventuale denuncia querela, è sempre quello di far inviare, da un bravo avvocato, una diffida in cui chiedi la restituzione dei tuoi arredi, illegittimamente trattenuti, richiamando, se del caso, gli accordi intervenuti tra voi e anche la discutibile circostanza della pretesa di 300€ per aprire il negozio, su cui devi fare ogni riserva.
Una volta fatto questo, dovrai valutare se e come coltivare la vertenza in base al modo in cui le controparti – la diffida va spedita sia al vecchio proprietario che al nuovo – reagiranno.
Purtroppo, se non disponi di una polizza di tutela legale, le spese di assistenza legale dovrai anticiparle tu, senza nessuna garanzia di poterle poi recuperare in seguito.
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Dopo la ristrutturazione della ns. casa a schiera il vicino ci ha citati dall’avvocato perché secondo lui non avevamo rispettato le distanze. In quella sede ho scoperto che il vicino e l’avvocato sono in possesso del nostro progetto bozza che abbiamo usato solamente per chiedere dei preventivi a diverse ditte di costruzione e quindi un progetto non ufficiale. La sorella del vicino lavora in una di queste ditte ed io presumo che è stata lei a portare il progetto a suo fratello. La ditta può passare ad una terza persona dei dati personali? Il progetto contiene il mio nome, cognome, indirizzo, codice fiscale, ecc. Come posso tutelarmi? E’ una violazione della Privacy? La ditta, non avendo ricevuto l’incarico, non dovrebbe cancellare i miei dati personali?
Molto probabilmente è una violazione delle disposizioni in materia di trattamento dei dati personali.
Faccio però queste osservazioni.
Innanzitutto, se ho ben capito, avete già una causa civile di cui occuparvi, che vi porterà via soldi, energia, tempo. Dovete quindi valutare se volete allargare il fronte ad altre questioni collaterali, e non risolutive rispetto a quella più importante oggetto di causa, che parimenti richiedono, per essere adeguatamente coltivate, soldi, energia e tempo.
Supponendo per un attimo che si decida di «allargare il fronte» anche alla tutela della privacy, non sarebbe così immediato dimostrare chi ha commesso la violazione, dal momento che il progetto in questione, per tua stessa ammissione, ha circolato ed è stato mostrato a diverse aziende a scopo di raccolta del preventivo. Si può forse presumere che la parente della vostra controparte sia l’autrice della violazione, ma per andare da un sospetto, per quanto possa sembrare corposo, ad una dimostrazione vera e propria ce ne corre.
Tutto sommato, la mia impressione è che, coltivando questa vertenza di privacy, in cui pur i vostri diritti sono stati violati, finireste per disperdere le preziose risorse di cui disponete per affrontare la questione principale, risorse che, è bene non dimenticarlo, sono limitate, per poi magari finire per incartarvi e, dopo aver speso parte di queste risorse, non riuscire nemmeno ad ottenere un risultato.
Anche ipotizzando un ricorso, infatti, all’autorità garante per la privacy, che è una iniziativa tutto sommato meno costosa di una causa civile, il tema della prova della violazione e del responsabile della stessa rimane con tutta la sua importanza.
A livello strategico, per quanto possa non essere giusto, il mio consiglio probabilmente sarebbe più quello di concentrarvi sulla causa in materia di violazione delle distanze dai confini.
Se credete, si può approfondire maggiormente, sia per l’una che per l’altra questione; nel caso, potete richiederci un preventivo compilando il modulo che si trova nel menu principale del blog. Ti raccomando, con l’occasione, di iscriverti alla newsletter del blog, o, se non ti piace la mail, al gruppo Telegram, in modo da non perderti importanti e utili aggiornamenti quotidiani.
Nel condominio di cui sono proprietaria di un appartamento ho il problema che nella cantina i fluidi vengono buttati fuori dalla pompa sommersa creando un vero e proprio mare di liquami. Come posso fare per chiedere i danni, visto che la mia cantina è sempre esposta a questo tipo di evento?
Il primo passo per trattare un problema di questo tipo è sempre l’invio e il confezionamento di una diffida tramite un avvocato di fiducia.
In questo caso, l’invio deve avvenire nei confronti del condominio, dal momento che – immagino – la pompa sia di proprietà condominiale.
Nel caso in cui, poi, l’invio della diffida non sia sufficiente per risolvere la vertenza, bisognerà valutare un ricorso ex art. 696 bis cpc per CTU preventiva, o almeno questo è il metodo migliore di solito a mio giudizio.
Sia sulla diffida che sulla CTU preventiva abbiamo apposite schede di approfondimento che ti invito a leggere con attenzione.
Se vuoi vedere la nostra offerta per l’invio di una diffida, puoi consultare questa pagina Se vuoi, invece, un preventivo per il ricorso ex art. 696 bis, puoi chiedercelo compilando l’apposita voce nel menu principale del blog. Ti raccomando, con l’occasione, di iscriverti alla newsletter del blog, o, se non ti piace la mail, al gruppo Telegram, in modo da non perderti importanti e utili aggiornamenti quotidiani.
Espongo il mio problema. La rete di recinzione che divide la mia proprietà da quella dei miei vicini non è posta sul reale confine catastale ma 10mt. più dentro rispetto allo stesso, in difetto rispetto alla mia proprietà. Ho intentato una causa di rivendicazione di questo terreno perché ho costruito la mia abitazione su l’attuale confine, in difetto rispetto alle norme del mio comune che prevedono una distanza minima di mt.5. Il mio vicino dichiara di aver sanato la sua invasione per effetto di usucapione e minaccia di chiedere l’abbattimento della mia abitazione. Ora io le chiedo in caso io perda la causa davvero il mio vicino non solo diventerà proprietario del mio terreno ma può anche chiedere la demolizione di casa mia?
È una situazione che richiede un approfondimento molto, ma molto maggiore.
Mi limito a qualche breve cenno, restando inteso che conviene che tu chieda delucidazioni al legale che ti sta seguendo la posizione e che conosce il caso meglio di chiunque altro.
L’usucapione è un istituto basato sul possesso, che è una situazione di fatto, cioè un potere esercitato, anche a prescindere da qualsiasi legittimazione giuridica, su una cosa. In altri termini, un utilizzo, un uso puro e semplice.
Nelle cause in cui si verte, a titolo principale o in via di eccezione, di usucapione, dunque la prova dei fatti riguarda semplicemente l’avvenuto uso di un bene.
La prova pressoché esclusivamente utilizzata per dimostrare gli usi pregressi è quella testimoniale, questo fa sì che una vertenza in cui è coinvolto l’usucapione possa finire davvero in qualsiasi modo, perché nessuno sa cosa esattamente possano venire a dire i testimoni e come ciò che hanno riferito possa venire interpretato dal giudice.
Il secondo grosso problema di questa situazione è che sulle questioni civili si innestano quelle urbanistiche, rispetto alle quali non si può dire nulla di particolareggiato, dal momento che gli strumenti urbanistici variano a seconda della zona in cui ci si trova, anche all’interno dello stesso territorio comunale a volte.
Non so se tu abbia già instaurato la causa di rivendicazione della fetta di terreno in contestazione, ovviamente qualora tu non lo avessi già fatto sarebbe bene fare un adeguato approfondimento di tutti questi aspetti, ed altri (questi sono solo quelli principali e più problematici), che riguardano la situazione.
L’unica cosa che, in generale, si può aggiungere è che anche in situazioni come queste sicuramente una soluzione di tipo amichevole, basata sul raggiungimento di un accordo con il tuo vicino, potrebbe essere tutto sommato quella ideale. Quindi valuta anche di investire su una trattativa col tuo vicino.
Se vuoi approfondire maggiormente, tramite un secondo parere rispetto a quello del legale che ti sta già seguendo, puoi valutare di acquistare una consulenza. Ti raccomando, con l’occasione, di iscriverti alla newsletter del blog, o, se non ti piace la mail, al gruppo Telegram, in modo da non perderti importanti e utili aggiornamenti quotidiani, che possono evitarti di cadere in situazioni difficili.