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Casa coniugale e Bed & Breakfast: si può fare?

Sono divorziata con due figli in affido condiviso ma assegnati a me nella casa coniugale di mia proprietà a 50%. Vorrei sapere se posso adibirla a b&b?

Il caso sarebbe stato da descrivere molto più approfonditamente, così non si riescono a capire bene quali sarebbero le circostanze, quale sarebbe il progetto di preciso.

In generale, si può dire che l’assegnazione della casa familiare, che determina la compressione dei diritti degli altri proprietari, in questo caso il tuo ex marito, titolare di una quota del 50% della casa, ha la funzione di garantire ai figli di continuare a vivere nello stesso ambiente, considerandosi ciò come corrispondente all’interesse dei minori.

Ora, se la casa viene adibita completamente ad un altro utilizzo, tanto che i minori non possono più abitarla, o possono continuare a farlo solo in un parte molto ristretta della stessa, e con una notevole compromissione delle loro facoltà di godimento della casa medesima, non credo proprio che l’operazione possa mai essere considerata legittima.

Anche perché si utilizza un bene di cui si gode la metà sostanzialmente in comodato gratuito imposto da un giudice per motivi di tutela dei minori per esercitare un’attività economica.

Se questa fosse la situazione, credo che il tuo progetto potrebbe essere portato avanti solo raggiungendo un accordo con il tuo ex marito, proprietario dell’altra quota della casa.

Se invece la situazione fosse diversa, occorrerebbe analizzarla comunque più approfonditamente per vedere la compatibilità del tuo progetto con l’assetto familiare disposto dal giudice, o raggiunto tramite accordo in sede consensuale.

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Inquilino fa contestazioni pretestuose: che fare?

volevo un chiarimento in data 01/11/2015 ho fatto un contratto di locazione di 4 anni , appartamento ristrutturato completamente con rimozione di intonaci vecchi ,travertino nuovi , serramenti nuovi interni, pitture antimuffa e traspirante, impianti sanitari e tutto ciò che ne segue ,pavimenti isolati , ammobiliato e tondeggiante. Dopo un hanno è mezzo che vi è inquilino mi arriva una lettera raccomandata dove lui avvisa che appena trova un altro posto libera appartamento per vizi e richiesta di diminuzione affitto. Io ho chiamato il mio architetto per un sopralluogo è ha trovato tutto apposto ,abbiamo inviato foto e lettera all’inquilino che in data 30 aprile di liberare appartamento come da lui richiesto in contratto di soli 2 mesi . Se passata tale data e lui non esce quali sono i miei obblighi verso inquilino? In più lui chiede a me di fare il capotto , non penso che sia lui a decidere su il mio immobile. In più asciuga biancheria in casa, notare che ha la lavanderia

È impossibile dare una risposta che abbia un minimo di senso in una situazione come questa senza esaminare i documenti principali che ne sono relativi e cioè almeno il contratto di locazione che avete sottoscritto e le due lettere che vi siete già scambiati.

Al di là della pretestuosità delle lamentele del conduttore, per lo scioglimento di un rapporto di locazione devono sussistere adeguati presupposti, previsti in modo diverso per l’inquilino conduttore e per la proprietà.

Certamente, visto che i rapporti si sono ormai deteriorati, la cosa migliore sarebbe a questo punto un accordo che preveda la cessazione del contratto in una data appunto da individuare di comune accordo per muto dissenso.

Probabilmente ti conviene incaricare un avvocato di trattare con l’inquilino per arrivare a definire una data per il rilascio e lo scioglimento del contratto. Ti sconsiglio invece assolutamente di condurre queste trattative da sola, senza l’aiuto di un professionista legale.

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Come posso uscire da una convivenza con una bambina?

sono una ragazza di ventun anni con una bambina di 2. Da quando abbiamo scoperto di essere incinta io e il mio ragazzo siamo andati a vivere insieme. Il problema è che, io con una bambina sono stata “costretta” a maturare e crescere, mettendo solo lei al primo posto, per il bene di mia figlia. Lui invece no. Oltre fare sempre problemi per soldi lui è convinto che fare il marito o il PADRE significhi solo ed esclusivamente lavorare. Ora, io cercavo qualcuno a cui chiedere cosa poter fare. Io sto cercando una comunità per ragazze madriperché alle spalle non mi ritrovo nessuno(anche se la mia intenzione era quella di stabilizzare mia figlia all asilo e trovando lavoro avere la pazienza di raccogliere qualcosa di soldi lavorando e andare via)perché la situazione non vapiù per niente. Come posso togliermi, insieme alla bambina, dallo stato di famiglia? Come dovrei muovermi? Devo parlare con qualche assistente sociale?

Per trovare una sistemazione, devi rivolgerti agli assistenti sociali esponendo la tua situazione e le tue difficoltà.

Per gestire la situazione di tua figlia e con il padre della stessa, devi presentare un ricorso per affido, che può essere anche congiunto e che potete anche «finanziare» con il ricorso al patrocinio a spese dello Stato, alla scheda sul quale ti rimando comunque per maggiori approfondimenti.

Per lo stato di famiglia, è ovvio che prima di cambiarlo devi regolamentare l’affido in tribunale e vedere dove ognuno di voi andrà ad abitare dopo la crisi familiare.

Prima di fare tutte queste cose, ti suggerisco però di fare un ciclo di sedute di mediazione familiare con il padre di tua figlia, può essere che riprendendo a comunicare alcuni problemi possano essere risolti, cosa che ti sarà utile sia in caso di eventuale riconciliazione sia all’opposto nel caso in cui decidiate di andare ognuno per la propria strada.