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ancora sulla parcella del legale che sembra troppo

Circa un anno fa dietro consiglio del mio sindacato mi sono rivolta ad un avvocato. Ho chiesto subito i costi e mi è stata mandata una mail nella quale mi si diceva che l’onorario era di Euro 2.200,00 oltre spese vive (fotocopie, telefonate) più IVA e CPA. Ho deciso di fare una transazione con il mio datore di lavoro ed il mio avvocato, a mia insaputa, ha concordato che le spese sarebbero state esclusivamente a mio carico ed ho firmato un foglio, davanti al datore di lavoro, relativo a questo mio onere, foglio del quale non ho alcuna copia. Nel richiedere la parcella il mio avvocato mi ha presentato un conto di Euro 25.000,00 più IVA e CPA a fronte di un rimborso netto da parte del datore di Euro 246.000,00 mettendomi per iscritto che mi faceva un favore ad applicarmi il 10% (MAI PATTUITO) sulla somma che mi era stata erogata senza tenere conto del lordo per dimostrarmi la sua amicizia. A fronte della richiesta del suo onorario ho confermato che avrei pagato solo dopo aver preso visione della fantomatica lettera nella quale lei asserisce sia indicata tale percentuale. Ora volevo chiederle, in una transazione un cliente deve pagare la percentuale sul netto o sul lordo? Ad oggi, non ho ricevuto dal mio avvocato alcun documento chiarificatore che giustifichi tale parcella, devo mandarle una raccomandata richiedendo quanto sopra descritto ed il dettaglio delle spese vive?

Rispondo schematicamente per punti.

La mail che ti è stata mandata all’inizio della pratica bisognerebbe vederla, per capire se era solamente l’indicazione di una anticipazione per il procedimento o se invece era la proposta di una tariffa per l’intero procedimento, allo stato non si può concluderne molto. In ogni caso, quand’anche fosse stata una proposta, avreste poi dovuto sottoscriverla, anche a mente dell’art. 2233, comma 3°, cod. civ., e quindi potrebbe comunque non avere alcun valore.

Quando si fa una transazione, quasi sempre ognuno si paga le proprie spese legali, quindi sotto questo profilo penso che al tuo avvocato non sia muovibile alcun rimprovero.

Di questa transazione che ti riguarda, tu hai assolutamente diritto ad avere una copia, quindi puoi chiederla al tuo legale e lui te la deve fare, se non lo fa spontaneamente puoi chiedergliela con una raccomandata a/r, insieme a tutti i documenti della posizione.

La determinazione del compenso dell’avvocato in base ad una percentuale del ricavato, quindi con il sistema della quota lite, deve essere pattuita per iscritto. Se, nel tuo caso, questa pattuizione scritta manca, nè ci sono altri contratti sulle tariffe applicabili, si applica la tariffa di “default”, che è il vecchio sistema tradizionale delle tariffe, su cui trovi molti maggiori dettagli in questo nostro precedente post e in quelli in esso richiamati, anche sulle modalità con cui puoi controllare la tariffazione che è stata applicata.

Se, dunque, si applica la determinazione del compenso a “tariffa”, hai diritto di ottenere dal tuo legale la nota spese, cioè l’indicazione analitica delle attività svolte e del compenso maturato per ciascuna di esse, che poi potrai controllare o far controllare nei modi indicati nel post sopra richiamato.

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Di Tiziano Solignani

L'uomo che sussurrava ai cavilli... Cassazionista, iscritto all'ordine di Modena dal 1997. Mediatore familiare. Counselor. Autore, tra l'altro, di «Guida alla separazione e al divorzio», «Come dirsi addio», «9 storie mai raccontate», «Io non avrò mai paura di te». Se volete migliorare le vostre vite, seguitelo su facebook, twitter e nei suoi gruppi. Se volete acquistare un'ora (o più) della sua attenzione sui vostri problemi, potete farlo da qui.

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