Ho avuto un processo civile con sentenza di primo grado a mio sfavore, ricorso in appello della controparte, sempre a mio sfavore. Sentenza esecutiva e pignoramento del quinto per rifondare la cifra. Da 5 anni pago. Non c’è possibilità di riaprire il caso?
Sarebbe bello eh?
Dopo un processo di primo grado perso, un appello ugualmente perso e 5 anni di rate pagate, arriva finalmente un avvocato con le palle che «rovescia il tavolo» e costringe la tua controparte non solo a darti ragione ma anche a restituirti tutto, magari anche senza rate.
Purtroppo, non è una cosa che possa succedere facilmente, almeno in questo universo, se si eccettuano, magari, i telefilm americani ovviamente.
Per impugnare le sentenze, sono previsti dei termini che, ovviamente, sono tassative, perché i provvedimenti giurisdizionali dopo un po’ devono diventare definitivi, altrimenti non servirebbero a niente, se ognuno li potesse rimettere in discussione all’infinito.
Se, dall’appello, sono passati già cinque anni, questi termini sono sicuramente scaduti.
Un mezzo di impugnazione che si può esperire anche dopo il passaggio in giudicato di una sentenza, quindi una volta scaduti i termini, nel tuo caso, per il ricorso in cassazione, è la revocazione delle sentenze, di cui abbiamo già parlato in questo precedente post.
I casi in cui si può fare la revocazione sono definiti dall’art. 395 del codice di procedura civile, secondo cui le sentenze possono essere impugnate per revocazione:
«1) se sono l’effetto del dolo di una delle parti in danno dell’altra;
2) se si è giudicato in base a prove riconosciute o comunque dichiarate false dopo la sentenza oppure che la parte soccombente ignorava essere state riconosciute o dichiarate tali prima della sentenza;
3) se dopo la sentenza sono stati trovati uno o più documenti decisivi che la parte non aveva potuto produrre in giudizio per causa di forza maggiore o per fatto dell’avversario;
4) se la sentenza è l’effetto di un errore di fatto risultante dagli atti o documenti della causa. Vi è questo errore quando la decisione è fondata sulla supposizione di un fatto la cui verità è incontrastabilmente esclusa, oppure quando è supposta l’inesistenza di un fatto la cui verità è positivamente stabilita, e tanto nell’uno quanto nell’altro caso se il fatto non costituì un punto controverso sul quale la sentenza ebbe a pronunciare;
5) se la sentenza è contraria ad altra precedente avente fra le parti autorità di cosa giudicata, purché non abbia pronunciato sulla relativa eccezione [un esempio meraviglioso dell’applicazione di questa ipotesi in questo post];
6) se la sentenza è effetto del dolo del giudice, accertato con sentenza passata in giudicato».
Si tratta di ipotesi estremamente rare, ma se credi puoi far valutare il tuo caso da un avvocato per vedere se rientra in una di queste situazioni – per me facilmente butti via altri soldi, ma è una valutazione che devi fare tu.
4 risposte su “Dopo cinque anni che ho perso un appello posso far riaprire il caso?”
buonasera, in un giudizio civile per le distanze il mio vicino mi cita con un azione possessoria, in primo grado abbiamo parzialmente ragione, secondo grado totalmente ragione, il mio vicino fa ricorso in cassazione la quale rimanda in corte di appello e quest’ultima ci da totalmente torto….questa sentenza passa ingiudicata perche il mio avvocato si dimentica di fare ricorso….ed ora il mio vicino ha messo in esecuzione una sentenza del tutto sbagliata perhe’ va oltre a quella che la cassazione gli dice. cosa posso fare??? ho ristrutturato una casa esistente dal 1956 sopraelevando una cubatura di 30mq in piu rispetto al vecchio fabbricato…..ora il giudice mi ordina di abbattere tutto il fabbricato invece di farmi abbattere la parte eccedente…..cosa posso fare????
La sentenza ormai è definitiva, puoi valutare un’azione di responsabilità nei confronti del tuo avvocato e, forse, un ricorso alla CEDU.
Buon giorno,Avvocato,2 anni fa è morta mia madre 88 anni. Nel sistemare i suoi documenti ho trovato,che gli veniva ritirato 1/5 della sua pensione, (225 euro) perchè aveva fatto una fidijussione al nipote per un importo di 65.000 euro,ed inoltre a venduto la sua quota di casa (1/3) sempre a lui ed a un fratello.Mi chiedo come è possibile che la banca abbia accettato una firma di una ultra ottantenne ,tra laltro,era analfabeta e aveva problemi di testa aveva l’accompagno riconosciuto dal INPS? Grazie.P.S tra l’altro io che sono l’erede non sono stato informato di nulla, nemmeno dal notaio.
Puoi valutare di impugnare per incapacità naturale ma la cosa va approfondita molto bene esaminando la documentazione disponibile.