oggetto: macbook air 13 pollici retina colore oro rosa – rose gold (bellissimo), late 2018, 256 SSD; altri dati di questo modello di mac si possono leggere nella scheda su everymac, clicca qui
accessori inclusi: tutti gli accessori originali, ovviamente, quindi l’alimentatore ovviamente. Il mac è stato da me dotato sin dall’inizio di una cover trasparente e di una protezione per la tastiera in silicone, che cedo insieme al mac stesso. Dovrei avere anche la scatola, ma per sicurezza dovrei cercarla.
motivi della vendita: il mac è perfetto (è stato sempre in casa dentro ad una cover, non è mai caduto, non ha graffi o altri difetti), lo vendo solo perché ho preso un nuovo macbook air con il chip silicon M1
data di acquisto: dicembre 2018
particolarità e particolari vantaggi dell’oggetto:
non è stato upgradato a Catalina, al momento gira su Mojave, lo ritengo un pregio importante;
è stato installato bootcamp, quindi c’è anche windows, scegli tu all’avvio se vuoi usare mac os o windows, se vuoi cambiare basta riavviare. È un vantaggio non da poco!
mi metto a disposizione per farti un’ora di coaching / assistenza per configurarlo e/o imparare ad usarlo (specialmente se vieni da windows) al momento della consegna
se ci conosciamo te lo lascio volentieri da provare per un po’ poi lo paghi solo se decidi di tenerlo
è la versione con l’SSD più grande da 256
è ancora disponibile la confezione originale? sì, dovrebbe, anche se devo cercarla
garanzia? il macbook è stato preso su Amazon a dicembre 2018, c’è ancora un mese, sostanzialmente niente di rilevante, anche se Amazon spesso fa fede in caso di difetti gravi anche dopo il termine
condizioni: il mac è perfetto, guscio, schermo, batteria è pressochè pari al nuovo
luogo in cui si trova: Vignola di Modena
consegna: posso spedire, anche se preferirei consegnare a mano per tua tutela così lo vedi prima
possibilità di consegna a mano: certo
data di consegna / spedizione / disponibilità: disponibilità immediata
possibilità di prova prima dell’acquisto: se ci conosciamo e sei in zona, ve lo posso dare anche tranquillamente da provare per un po’; ovviamente l’oggetto può essere visionato prima dell’acquisto presso lo studio
possibilità di fatturazione: no
Somma che vorrei realizzare. *
1.000€ (mille) Se ci conosciamo ci possiamo accordare anche per un pagamento dilazionato senza problemi. Pagato a suo tempo circa 1.400€
Contatti. *
Gli interessati possono contattarmi, anche solo per eventuali domande, tramite il solito modulo di contatto, oppure lasciarmi un commento qui sotto.
Un sistema operativo che non ti consente di scegliere le applicazioni di default é inaccettabile, soprattutto per chi deve lavorarci. Inaccettabile, niente di meno apple ios android
Ma gli aggiornamenti di sistema Apple che adesso ci mettono una eternità a completarsi… Restituitemi i miei Mac, che già la voglia di lavorare non è al top.
Ho un nuovo Mac. Siccome è un MacBook da 12 l’ho chiamato mac-checucciolo. Un nuovo Mac che entra in famiglia è come un figlio. Tu che non hai mac non puoi capire. apple
In questo post, applicabile ai sistemi desktop Apple, ti insegno a configurare le macchine su cui lavori in modo da avere la stessa «scrivania» qualunque macchina tu vada ad utilizzare, se ad esempio il mac che hai in studio / lavoro o quello di casa o altri ancora, come nel mio caso in cui ad esempio solo a casa ho tre mac.
Si tratta del famoso roaming user, che rappresenta una indubbia comodità. Ad esempio, puoi tenere sulla tua scrivania i collegamenti alle cartelle delle pratiche su cui stai lavorando al momento, o quelle per cui sono previsti atti in scadenza, insomma tutto quello che richiede la tua attenzione, con la possibilità di riprendere a lavorarci sopra facendoci semplicemente clic.
Personalmente, in questo periodo, ad esempio sto tenendo sulla scrivania dei miei mac il collegamento alla cartella in cui sono contenuti tutti i miei progetti Scrivener, che sono altrettanti libri che sto scrivendo e che pubblicherò nei prossimi mesi.
Le tecnologie da utilizzare.
Per raggiungere questa configurazione di lavoro, le tecnologie occorrenti sono le seguenti:
un fornitore di cloud computing, come Dropbox, per la sincronizzazione effettiva dei files di lavoro sulle diverse macchine;
i link simbolici, che nel mio caso preferisco utilizzare da Terminale, senza crearli come alias dall’interfaccia grafica, e la possibilità di far puntare un link simbolico ad un percorso che contiene un altro link simbolico;
la sincronizzazione, prevista da mamma Apple, di tutto quello che si trova sulla Scrivania dei Mac – ed eventualmente altro – tramite iCloud, che finalmente ha iniziato, dopo anni, a funzionare un po’ decentemente.
Combinando queste tre tecnologie, ottieni una situazione in cui apri uno qualsiasi dei tuoi mac e sulla scrivania hai dappertutto le stesse cose, pronte per essere attenzionate o lavorate. Se aggiungi il collegamento ad una cartella sul mac di lavoro, lo vedrai anche su quello di casa. Quando eliminerai quello stesso collegamento, perché ad esempio non devi lavorarci più, verrà eliminato da tutte le scrivanie di tutte le tue macchine.
Comodo, no? In questo modo, hai una «scrivania distribuita» che è sempre allineata con quello che stai facendo in quel momento e che puoi usare anche come promemoria per attenzionare determinati file perché, ad esempio, sono in scadenza.
Perché usare dei link e non mettere direttamente i files di lavoro?
È preferibile non spostare mai i files di lavoro veri e propri sulla scrivania, ma solo creare dei collegamenti, i link simbolici appunto, agli stessi, per tanti motivi. Ad esempio, se stai lavorando un documento che si trova all’interno di una cartella a sua volta trovantesi «dentro Dropbox», non devi spostare questo documento fuori da Dropbox. Lo lasci dentro Drobox, dove hai una sincronizzazione di alta qualità, la possibilità comunque di raggiungere il file, in caso di bisogno, tramite la versione web e il controllo delle revisioni, mentre sulla scrivania crei un collegamento a quel file.
Immagine di essere un bibliotecario che deve lavorare su dei libri. Sulla tua scrivania non metti il libro su cui devi lavorare, ma metti un «foglietto» con scritto il nome del libro e il posto in cui lo puoi trovare (scaffale 3, lettera F). Il libro viene conservato dove è più al sicuro, più protetto, dove è accessibile anche agli altri utenti, tu hai una «scorciatoia» per accedervi tutte le volte in cui ne hai bisogno.
I collegamenti simbolici funzionano proprio così, sono files speciali che contengono informazioni per trovare altri file, che poi alla fine vengono aperti direttamente, nel senso che il sistema operativo funziona in modo tale che, cliccando su un collegamento, si apre direttamente il file cui il collegamento «punta» o è destinato.
Immagina di lavorare su un documento insieme ad un collega di lavoro, che lo tiene anche lui nel suo Dropbox. Se tu prendi il documento e lo porti sulla tua scrivania, il tuo collega non lo vede più. Ancora peggio, potrebbe vedere una sua copia, così entrambi continuereste a modificare due copie diverse dello stesso documento, finendo per combinare un gran casino quando ci sarà poi da chiudere e completare il documento.
C’è, insomma, più di un motivo per cui i documenti veri e propri devono stare in un posto e sulle scrivanie si possono mettere solo dei collegamenti agli stessi.
Creare la configurazione.
Vediamo adesso come creare questo sistema.
Il primo passo è attivare la sincronizzazione tramite iCloud. Per fare questo – il riferimento che utilizzo è una macchina con Catalina, su altre versioni potrebbe variare – bisogna aprire le Preferenze di Sistema. In alto a destra si trova la sezione «ID Apple». Cliccando sull’icona relativa, si accede alle impostazioni di iCloud. Quella in cui entrare è iCloud Drive, la prima in alto. Clicca su «Opzioni» a destra della stessa e attiva (mettendo il relativo segno di spunta) la voce «Cartelle Documenti e Scrivania». Non si può sincronizzare solo la cartella della scrivania, bisogna includere anche la cartella documenti. Poco male, è un servizio in più.
Una volta attivata questa opzione, tutti i files che verranno inseriti, o cancellati, sula scrivania o tra i documenti della macchina su cui è stata attivata e sulle altre verranno tenuti allineati, quindi aggiunti o eliminati o cambiati.
A questo punto, è sufficiente creare un link simbolico alla cartella che, ad esempio, vogliamo tenere sulla scrivania di tutti i nostri mac, restando inteso che il procedimento di cui poco prima, di attivazione della sincronizzazione iCloud, va ripetuto in tutti i mac in cui vogliamo avere la stessa scrivania.
Per creare un link simbolico, aprire il terminale e poi inserire un comando come questo. Nell’esempio, sto creando un link simbolico alla cartella «scrivener-progetti» contenuta in Dropbox appunto sulla scrivania – in modo da poter aprire la cartella e, subito dopo, il progetto di libro su cui voglio lavorare, sostanzialmente scrivendone una parte.
La cosa bella dei link simbolici è che funzionano anche se il percorso è fatto da altri link simbolici. Nel nostro esempio, la cartella Dropbox, presente nel percorso cui si «punta», in realtà non esiste, è un link simbolico alla vera cartella di dropbox, che si trova, nel mac in cui sto creando il link, in un disco esterno, che quindi ha tutto un’altro percorso.
Però è fondamentale che il percorso inserito in un mac sia uguale per tutti i mac, a prescindere da dove si trova effettivamente la cartella di dropbox in ognuno di essi.
Per questo motivo, si crea un link simbolico sopra un altro link simbolico, dopodiché la cartella dropbox può essere messa dove si vuole. Pertanto, riassumendo se la cartella di dropbox si trova su un disco esterno si crea un link simbolico, nella cartella home dell’utente, chiamato «Dropbox» e puntante al disco esterno. Dopodiché si fa il secondo link simbolico per collegare la cartella interna a dropbox che si vuole alla scrivania. In questo modo il link simbolico sulla scrivania funzionerà su tutti i mac a prescindere dalla collocazione fisica del file.
Conclusioni.
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Ne ho realizzato uno, funziona solo se hai mac – se usi ancora un pc, il mio consiglio, come noto, è quello di smettere di lavorare e fare domanda di reddito di cittadinanza – e se installi un’utility che si chiama Hazel, che personalmente adoro e uso anche per molte altre applicazioni di automazione – probabilmente te ne parlerò ancora in altri post.
Le mail devono essere in formato nativo EML. Personalmente utilizzo Apple mail, ma credo che questa automazione funzioni anche con altri client di posta, considerato che il formato mail dovrebbe seguire degli standard, ovviamente a condizione che consentano di esportare in formato nativo – Thunderbird ad esempio lo fa, tant’è vero che lo uso quando devo fare una esportazione di «massa» per scopi di archiviazione della pec, come spiego meglio in questo post, anche se con un plugin apposito.
Hazel funziona con questa logica: tu definisci delle regole da applicare a cartelle di files quando avviene un certo evento. Ad esempio, puoi stabilire una regola per cui ogni volta che un file viene ad esistere dentro ad una cartella, su quel file vengono eseguite delle operazioni.
La regola che ho fatto io funziona esattamente in questo modo: ogni volta che un file con estensione .eml viene a trovarsi sulla scrivania, tipicamente a seguito di trascinamento (drag and drop), Hazel lo prende, va a recuperare, nel corpo del messaggio, la data dello stesso e la mail del mittente, poi usa quei dati per ridenominare il file della mail, che, a questo punto, può essere spostato nella pratica relativa già denominato secondo le mie convenzioni, che mi consentono di tenere tutto in ordine.
Se hai mac, e sei disposto a procurarti una copia di Hazel, puoi usare, ed eventualmente modificare, questa regola scaricandola da qui.
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La mia esperienza di storico utente iOS ed Apple con Android e le cose che il robottino fa decisamente molto meglio di iPhone e iPad.