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diritto

Facciamo il gioco di non capire?

Nella pratica legale, ci sono delle vertenze dove tra il proprio cliente, la controparte e il legale di controparte si instaura una gara informale a chi capisce meno la situazione, a chi riesce a comportarsi in maniera più inopportuna e a chi riesce a sfornare le idee più stupide, sia di metodo che di sostanza.

In quei casi, ovviamente, chi riesce ad avere una visione più lucida deve armarsi di molta pazienza, che é una delle qualità più importanti in un avvocato, all’esatto contrario di quanto ritengono i mitizzatori della nefastissima figura dell'”avvocato con le palle”.

Non è raro in queste ipotesi, dove, proprio per le maggiori difficoltà di trattazione, c’è maggiore sofferenza, che il proprio cliente venga a chiedere due cose.

La prima è ovviamente uno sconto sul compenso professionale richiesto, visto che ormai lui, poverino, sta “spendendo molto” e la cosa non sembra avviarsi verso una risoluzione, almeno in tempi brevi.

La seconda é la richiesta di “velocizzare” la trattazione della vertenza perché lui, il cliente, non ne può più o, magari, in fondo si tratterebbe di una cosa abbastanza semplice.

Queste due richieste, quando vengono manifestate, testimoniano sempre immancabilmente la distanza abissale che a volte c’è tra chi è il protagonista di un conflitto legale, da un lato, e la realtà, dall’altro – distanza che, si noti, é per certo una delle concause del problema legale che si è venuto a determinare.

In questi casi, l’avvocato non deve gettare la spugna, ma continuare a svolgere il suo lavoro di rimettere il proprio cliente contro la realtà finché magari non riesce ad assorbirne un poco, esattamente come fa il prozac con i neuroni e la serotonina.

L’avvocato deve dunque pazientemente spiegare che non può fare nessuno sconto, ma, dei due, considerata la pesantezza della situazione e la difficoltà del lavoro, dovrebbe semmai, tutto al contrario, chiedere dei soldi in più.

Poi deve dire che lui non lavora in una situazione che rientra interamente nella sua sfera di dominio e quindi non può garantire date di consegna del lavoro come può fare ad esempio un progettista, perché ciò dipende anche da quello che faranno o opineranno altre persone dotate di libero arbitrio.

Se poi ci riesce, l’avvocato può provare anche a dire al proprio cliente che, per lui stesso, sarebbe più utile, anziché lambiccarsi con queste idee senza senso, dedicarsi a ciò che davvero potrebbe giovargli, come la raccolta dei documenti e degli altri elementi che servono effettivamente per la conduzione della vertenza.

Il dolore degli assistiti va sempre accolto ed ascoltato, questo è fuori discussione, ma non va mai e poi mai assecondato; anche questo è fondamentale ed è il frutto più fecondo della posizione di alterità dell’avvocato, che gli consente di mantenere una quantomai necessaria visione lucida pur in mezzo a tanta evidente sofferenza.

Come ammonivano, con infinita saggezza, gli antichi: nemo iudex in re sua.

Che poi è il fondamento della necessità di relazionarsi con un avvocato tutte le volte in cui hai un problema legale.

In tutto questo, non mi stancherò mai di ripetere che la crisi della giustizia é la crisi del ceto forense e che la crisi del ceto forense non è economica o di altro tipo, come si vaneggia più volte al giorno da anni, ma quasi esclusivamente cognitiva.

Le vertenze legali non si risolvono perché troppi avvocati ormai non capiscono più niente e così finiscono per non svolgere in modo funzionale il loro lavoro.

Se un assistito, infatti, ha diritto di non capire nulla, specialmente quando é nella sofferenza, il senso della professione di avvocato é solo quello della presenza di un professionista in grado di guardare la situazione del cliente con lucidità e con tutta una serie di qualità dell’essere che sono la compassione, l’ascolto, non solo del proprio cliente, ma anche di tutti gli altri, la diplomazia, la già citata pazienza e così via.

Quando questo viene a mancare e tu ti ritrovi sempre più spesso a leggere lettere e atti in cui é evidente che l’avvocato non ha messo nulla di proprio, ma si è limitato come un cronista malcapitato a raccogliere il maldestro e spesso bacatissimo punto di vista del cliente, allora capisci che ci sono davvero pochi margini di manovra.

Queste sono le realtà con cui i non moltissimi avvocati rimasti con un po’ di sale in zucca devono spesso avere a che fare, la riforma Cartabia da questo punto di vista é il nulla al quadrato, é pura inconsistenza, puro vapore, puro niente.

Ci vediamo lungo la strada.

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diritto

I giga non finiscono mai.

In questi giorni, sto avendo un problema tecnico amministrativo con tim, che non mi sta facendo accedere alla rete nonostante io abbia un contratto con giga illimitati.

Ho già chiamato il servizio clienti e parlato con due addetti che capiscono tutto e mi danno ragione su tutto – ho rinnovato l’offerta per i giga illimitati a giugno – ma il problema non si risolve.

Per questo, é importante per chi come me lavora anche in
villeggiatura, con la ormai nota formula “aperto per ferie”, avere sempre e comunque una soluzione di backup.

Nel mio caso, la soluzione tampone è quella di avere un cellulare dual SIM, con una seconda SIM Iliad con 30 giga a disposizione (che diventeranno 150 a inizio mese prossimo), che é appunto ciò che sto utilizzando in questo momento per collegarmi e fare quel paio di appuntamenti che faccio ogni giorno.

Naturalmente, se anche questo non dovesse essere sufficiente, ci sarebbe sempre la possibilità di utilizzare i giga di un familiare tramite hotspot e, se anche quest’altro sistema non fosse praticabile, di accedere al WiFi di un punto pubblico con un minimo di efficienza – non sono sufficienti, ad esempio, i collegamenti offerti dagli stabilimenti balneari che non offrono banda adeguata per riunioni zoom e cose del genere.

Per chi offre servizi professionali, non è consentito utilizzare scuse, bisogna sempre trovare delle soluzioni.

Peraltro, se sei orientato alle soluzioni, esse vengono fuori come da sole, mentre se ti concentri solo sui problemi tendi a vederle sempre meno.

Per essere orientato verso le soluzioni, la cosa assolutamente indispensabile é amare, almeno un minimo, il tuo lavoro.

Rock n’ roll.

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trattare i problemi legali

Il miglior avvocato lo può solo creare il cliente.

Il «miglior avvocato», l’ho detto tante volte, é una figura che non esiste in rerum natura.

Se proprio uno volesse a tutti i costi identificarne uno che almeno ci assomiglia, ebbene allora il miglior avvocato sarebbe quello che assiste un cliente centrato, consapevole, in grado di capire con precisione quale può essere il suo contributo alla trattazione del suo stesso caso, di mettere in fila i fatti che lo compongono e di esporli ordinatamente e di fornire le celebri «prove» necessarie ed opportune, così finendo per collaborare in modo estremamente funzionale col suo legale di fiducia.

Questo è l’unico modo in cui si può creare qualcosa che assomigli alla figura di «miglior avvocato».

Pensare, al contrario, che il miglior avvocato ce lo si possa procurare a suon di quattrini é solo la solita superbia materialistica che avvelena la nostra epoca.

Chi ne è affetto, ritiene, di solito poco consapevolmente, di essere esonerato dall’onere di evolvere e comprendere appieno le cose, potendo sopperire a tutto ciò col denaro di cui dispone.

É un errore grave e tragico, che non si compie solo in relazione alla scelta dell’avvocato, ma che si verifica un po’ in tutti i settori, oggi, col dilagare del benessere.

Rappresenta il puntuale verificarsi di una delle tante leggi dell’anima enunciate da Cristo, quella per cui la ricchezza non è certo un male in sé, ma – lungi dall’esonerare dall’onere, gravante su ogni essere umano per tutto il corso della sua vita, di evolvere – tutto al contrario gli impone di raggiungere un livello evolutivo ancora maggiore, necessario per la gestione della ricchezza di cui dispone, altrimenti tale ricchezza, anziché beneficiarlo, lo corromperà.

Questo vale per tutte le forme di ricchezza, non solo il denaro, ma anche la bellezza, l’intelligenza e così via: tutti i talenti che riceviamo in dono richiedono, per evitare che finiscano per
danneggiarci, che ci sia il raggiungimento di un livello evolutivo superiore che ci consenta di gestirli.

Molti non accettano questa legge dell’anima e finiscono per dilapidare il denaro, dilapidare la bellezza con, ad esempio, i disturbi del comportamento alimentare, dilapidare l’intelligenza non coltivandola o dandosi alle sostanze voluttuarie per tenerla perennemente annebbiata.

Nota bene che questo è quello che fa non una parte della popolazione, ma la maggior parte…

Torniamo ai problemi legali.

L’esercizio che ti suggerisco é quello di pensare per una settimana che il problema legale che devi affrontare non sia colpa degli altri che sono cattivi, ma sia solo colpa tua: chiederti cosa hai sbagliato, come puoi rimediare e, soprattutto, come puoi evolvere per evitare di sbagliare di nuovo in futuro.

Solo se farai questo, in modo genuino e autentico, troverai il celebre «miglior avvocato». Mettendoti davvero in discussione, lo farai comparire come il genio dopo aver strofinato la lampada.

Tutto il resto sono menzogne della modernità.

Rock n’ roll baby.


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Guarda questo

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trattare i problemi legali

Le informazioni si chiedono ai vigili urbani e ai passanti, non agli avvocati.

Agli avvocati, se mi dai retta, puoi solo chiedere ascolto, tempo e attenzione.

Se tu ti accosti ad un avvocato per chiedergli una informazione, non hai capito niente né di come funziona un avvocato, né di come funziona il tipo di conoscenza di cui disponi e il problema che devi trattare.

Nei problemi legali, le informazioni non servono quasi mai a niente.

Ti faccio un esempio, un paragone.

Ti ammali di qualcosa: hai mal di gola, mal di testa, mal di stomaco.

Vai dal dottore per «chiedergli informazioni»?

Cioè entri dentro al suo ambulatorio e ti metti a discutere con lui di sintomi, possibili significati dei medesimi, potenziali farmaci applicabili, studi sperimentali, contenuti di PubMed, come se foste ad un convegno medico, solo che a te cola in continuazione il naso e ti tieni i pantaloni in mano perché ogni dieci minuti devi scappare nel suo bagno?

Oppure gli dici i tuoi problemi e gli chiedi di darti una cura e farti una ricetta?

Se stai male e hai un problema di salute, le informazioni non ti servono a niente: ti serve una cura, una ricetta, di andare in farmacia e di iniziare a prendere la benedetta medicina e metterti a letto.

Tutto il resto è curiosità, con la quale non solo non risolvi niente, ma perdi e fai perdere tempo, anche tempo che hai già pagato proprio tu stesso, spesso caramente.

Il tuo compito, nel lavoro di trattazione dei problemi legali, inizia e finisce con la descrizione dei sintomi e cioè del tuo problema.

Non è un compito da poco e infatti nel 90% dei casi, per descrivere un problema che, in mano ad una persona centrata e in grado di formulare ed esprimere i propri pensieri correttamente, richiederebbe pochi minuti, non di rado ce ne vogliono 30, 40 o anche di più.

La realtà è che vorresti andare alla ricerca di informazioni giuridiche, ma non sei spesso neanche in grado di raccontare un fatto dall’inizio alla fine, in maniera ordinata, mettendo in fila le cose, distinguendo ciò che rileva da ciò che non ha nessuna importanza.

Vorresti conoscere cosa dice la Cassazione sul tuo problema, ma la verità ancora è che non sei neanche in grado di parlare ed esprimerti in modo corretto, tanto che bisogna mettersi lì con tanta pazienza e cavarti le cose una dopo l’altra, in ordine ovviamente sempre sparso, per poi rimettere, di nuovo pazientemente, tutto in ordine.

Se io ti dicessi cosa dice la Cassazione sul tuo problema, cosa per la quale comunque dovrei prima capire il tuo problema stesso, ciò che, come ti sto spiegando, richiederebbe almeno 20/30 minuti a causa dei tuoi limiti linguistici, non te ne faresti comunque nulla, perché, mancando di una preparazione sistematica giuridica, quell’informazione che io ti avrei dato non saresti neanche lontanamente in grado di leggerla.

Non sono, dunque, gli avvocati che vogliono approfittarsi di te, é solo che le cose non funzionano, non possono funzionare mai, come vorresti tu.

Come si fa a poter pensare anche solo alla lontana che un problema legale possa essere affrontato «chiedendo informazioni», così come si fa per la strada quando guidando si accosta, si abbassa il finestrino e si chiede a un malcapitato dov’è via del Merlo?

Se hai un problema legale, devi rassegnarti a relazionarti con un avvocato, non ci sono altre strade.

Prima lo capisci, prima puoi dedicarti alla cosa davvero importante, cioè sceglierne uno onesto, preparato, bravo e funzionale.

Il tempo che trascorri su google a cercare informazioni convertilo nella ricerca di un avvocato oppure vedilo da quel punto di vista; poi, appena avrai trovato una persona che ti ispira, prendi
appuntamento e vacci a parlare, di persona o tramite videocall.

Non dire mai che hai bisogno «solo 5 minuti» perché quella è una autentica dichiarazione di disabilità, prendi coscienza della realtà, della situazione e di come funziona la trattazione sia dei problemi legali che più in generale di tutti gli incidenti della vita.

Rock n’ roll!

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riflessioni

Ma gli avvocati ci sono o ci fanno?

Se quello che faccio per te come avvocato nella conduzione della tua pratica, cercando di risolvere il tuo problema legale, ti sembra stupido, non ti preoccupare: ci sono molteplici ragioni per cui ciò può accadere.

Leggi con attenzione e interiorizza il post di oggi, ti potrà essere molto utile nella trattazione dei problemi legali e nel lavoro che farai con un avvocato.

Una fa capo al fatto che, mentre tu conosci molto bene il tuo problema e io necessariamente meno di te, sempre io mi occupo però di problemi legali da trent’anni; dall’esperienza accumulata trattando i problemi degli altri, oltre che continuando a studiare, ho tratto una professionalità via via maggiore e una specie di intuito, che Peter Parker potrebbe chiamare «senso di avvocato», su come é più opportuno trattare i problemi legali.

Tu, dunque, non hai la mia esperienza, ma conosci benissimo il tuo problema. Io non conosco il tuo problema bene come te, ma ho l’esperienza.

É solo dall’incontro tra le nostre rispettive capacità che nasce il modo migliore di trattare il problema che ti affligge.

A questo riguardo, quello che devi sapere tu é che la tua conoscenza é molto limitata e circoscritta e non va al di là del tuo problema, quando invece oltre ad esso c’è un intero mondo da conoscere, perché quel mondo é rilevante per il tuo problema.

Può darsi che la cosa che ti propongo di fare e che a te sembra stupida sia suggerita, opportunamente, dalla mia esperienza.

Un’altra ipotesi in cui quello che ti propongo di fare ti può sembrare inutile o ozioso é quella in cui l’ipotesi operativa é quella di instaurare una trattativa, anche minima, con le altre parti interessate o le controparti.

Anche qui il problema é che tu hai come orizzonte solo il tuo problema e i suoi protagonisti, mentre io penso sempre a quello che può venire dopo e, ad esempio, posso ipotizzare di scrivere lettere o fare altre iniziative non solo per la controparte, ma anche per il magistrato che si occuperà della materia una volta che le cose, sfortunatamente, dovessero andare male.

Un errore che non devi mai fare é pretendere di tenere tutto sotto controllo, perché ti mancano gli strumenti cognitivi ed esperienziali per farlo, a meno che tu non sia un avvocato con almeno vent’anni di esperienza.

Non potrai mai avere tutto chiaro, ci saranno sempre degli aspetti poco comprensibili in cui potrai solo scegliere di fidarti di me.

Per questo il rapporto fiduciario é fondamentale nella relazione tra cliente ed avvocato.

Sulla base di questo, poi le cose funzionano molto meglio se ognuno dispone della consapevolezza del tipo e dei limiti del contributo che può fornire alla strategia di trattazione della pratica.

Il tuo contributo é fornirmi la descrizione migliore del tuo problema e, se del caso, le «celebri» prove a sostegno della narrazione del medesimo.

Il mio é quello di partire da lì e fare tutto il resto.

Se si rimane in questa semplicità, le chances di risolvere i problemi legali diventano estremamente più alte.

Rock n’ roll!


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diritto

8 cose sull’usucapione.

1) L’usucapione è un istituto giuridico che consente a una persona di acquisire la proprietà di un bene immobile (ad esempio, un terreno o un edificio) o di un diritto reale su di esso (ad esempio, il diritto di passaggio) in seguito a un possesso continuato e pacifico per un determinato periodo di tempo.

2) L’usucapione può avvenire sia a titolo originario (cioè, quando una persona diventa proprietaria di un bene che non apparteneva a nessuno) che a titolo derivativo (cioè, quando una persona diventa proprietaria di un bene che apparteneva già a qualcun altro).

3) In Italia, il periodo di possesso necessario per l’usucapione varia a seconda del tipo di bene o diritto in questione.

4) Per l’usucapione, il possesso deve essere continuato (cioè, senza interruzioni significative), pacifico (cioè, senza la resistenza o il dissenso del proprietario o di altre persone) e in buona fede (cioè, senza l’intenzione di appropriarsi il bene o il diritto in modo illecito).

5) L’usucapione può essere interrotta, cioè può interrompersi se il possessore cessa di avere il possesso del bene o del diritto per un determinato periodo di tempo. In questo caso, il periodo di possesso necessario per l’usucapione deve essere ricominciato da zero.

6) L’usucapione può essere opposta dal proprietario o da altre persone che hanno un interesse legittimo nel bene o nel diritto, ad esempio gli eredi del proprietario o il titolare di un diritto di superficie.

7) L’usucapione può essere fatta valere anche nei confronti di soggetti pubblici, come lo Stato o le amministrazioni locali

8) L’usucapione può essere dichiarata dal giudice su istanza del possessore o può essere riconosciuta dal proprietario mediante un atto pubblico (ad esempio, una vendita).

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diritto

11 cose sull’alterità degli avvocati .

1) L’alterità é quella condizione per cui un avvocato, rispetto al problema legale che ti interessa, é scollegato e interessato solo di riflesso.

2) Mettiamo che tu vada da un avvocato per un recupero credito: i soldi in ballo sono tuoi, non dell’avvocato, che dunque rispetto agli stessi é in una posizione di alterità, e può venir interessato dall’esito della pratica solo in parte e spesso in maniera indiretta.

3) Se vuoi puoi chiamare l’alterità dell’avvocato anche come distacco, impermeabilità, indipendenza rispetto al problema legale che tu, come cliente, hai.

4) L’alterità dell’avvocato, nonostante qualcuno a volte pensi diversamente, é una qualità positiva: é estremamente utile che il tuo problema sia trattato da una persona che rispetto allo stesso presenta un maggior distacco del tuo.

5) I nostri antichi padri lo avevano capito e codificato molto chiaramente, coniando l’adagio «nemo judex in re sua», che significa che nessuno può valutare lucidamente una situazione in cui é coinvolto direttamente (letteralmente: nessuno é buon giudice della sua cosa).

6) A volte percepisci il distacco dell’avvocato come menefreghismo, pensi che un legale non potrà mai seguirti efficacemente se non prova esattamente le tue stesse emozioni, per le quali dovrebbe anzi essere disposto a litigare con i suoi colleghi avvocati, ma non preoccuparti: se pensi questo, è solo perché non hai capito niente.

7) Per dirla con le parole del dr. House: preferisci un dottore che ti tenga la mano mentre stai morendo o uno che ti ignori mentre però ti salva la vita?

8) Quando si ha un problema legale si soffre e quando si soffre si perde lucidità, ma quanto più riuscirai a capire queste cose, tante più saranno le possibilità che avrai di risolvere il tuo problema.

9) C’è anche un ulteriore aspetto molto importante dell’alterità, che fa capo al fatto che se hai un problema legale molto facilmente lo hai letteralmente attirato nella tua vita per il modo in cui hai vissuto sino ad ora: per questo ti serve dunque il punto di vista diverso di un’altra persona, cioè in questo caso il tuo avvocato – e magari anche un counselor per fare un percorso che ti porti ad un livello evolutivo più alto.

10) Alterità non significa invece che il tuo avvocato se ne possa sbattere di te: il tuo avvocato deve prestarti ascolto e stabilire una connessione con te, senza però che tu pretenda che lui la pensi o la veda esattamente come te, perché qualsiasi divergenza a riguardo é proprio quella risorsa che occorre per iniziare a trattare il problema.

11) La vita é l’arte dell’incontro e l’incontro che devi curare con la miglior arte possibile quando hai un problema legale é quello tra te e il tuo avvocato: da esso, grazie soprattutto all’approccio fresco garantito dall’alterità dell’avvocato, scaturiranno quelle energie che c’è bisogno di mettere in moto per occuparsi della situazione.

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10 cose sulla impugnazione delle delibere condominiali.

1) Puoi impugnare, innanzitutto, solo se sei stato assente o contrario: ovviamente, se hai votato a favore non puoi più farlo, anche se ci hai ripensato.

2) Il termine per impugnare é di 30 giorni dalla deliberazione, se eri presente, o dalla comunicazione della stessa, se assente.

3) Se però la delibera anziché annullabile é nulla o addirittura inesistente, l’impugnazione é sempre possibile, anche oltre il termine di 30 giorni.

4) Concettualmente, una delibera é nulla o inesistente, piuttosto che annullabile, quando presenta una magagna molto più grossa del solito.

5) Siccome non puoi sapere in anticipo se il giudice valuterà la delibera che intendi impugnare come nulla o inesistente piuttosto che annullabile, ti conviene per prudenza rispettare sempre il termine di 30 giorni.

6) Se il termine, viceversa, é già scaduto, impugna solo se hai ragionevoli possibilità che la tua delibera sia ritenuta nulla o inesistente: sarà fondamentale il tuo avvocato per aiutarti a capire questo.

7) In materia di condominio, é prevista la mediazione obbligatoria, per cui prima di impugnare in tribunale devi proporre l’istanza di mediazione.

8) La presentazione dell’istanza di mediazione interrompe il termine per impugnare, che ricomincia a decorrere per l’intero al termine della procedura di mediazione.

9) Un preventivo valido per tutte le ipotesi in cui si impegna una decisione assembleare condominiale é impossibile da formulare perché gli oggetti possono essere i più disparati: va fatto caso per caso.

10) Se sei vittima di una decisione condominiale che non condividi, prendi appuntamento immediatamente con un avvocato, perché il termine é molto breve, specialmente considerando il lavoro che c’è da fare, quasi sempre importante e non trascurabile.

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8 modi di ottimizzare una consulenza legale.

1) Un cliente acquista, a prezzo quasi mai modico, una consulenza da un avvocato, corrispondente ad un’ora di tempo, poi buona parte del tempo va purtroppo sprecata in attività poco utili.

2) Quando si decide di fare un investimento, piccolo o grande, meglio cercare di farlo fruttare al meglio, eliminando o riducendo al massimo le perdite di tempo.

3) Un primo spreco di tempo, riguardo al quale non c’è molto da fare, consiste nel parlare di fatti, circostanze ed elementi che non hanno rilevanza per il lavoro che c’è da fare; qui non c’è granchè da fare perché un cliente difficilmente può sapere cosa é rilevante o no e quindi, per prudenza, largheggia nella descrizione del fatto, lasciando poi all’avvocato la scrematura.

4) Un’altra perdita di tempo si ha quando ci si deve mettere a recuperare o sistemare documenti che sono magari in una mail del cellulare, su supporto cartaceo in mezzo a mille altri fogli e così via. Se prepari, metti in ordine e denomini correttamente i documenti prima, guadagni molto tempo prezioso.

5) Altro tempo si perde a cercare di capire il problema e la situazione di fatto sottostante: puoi migliorare cercando di esporre subito il problema per cui chiedi un aiuto ed esponendo i fatti in modo chiaro, semplice, ordinato, consequenziale, senza saltare di palo in frasca e rimanendo ben focalizzato sull’oggetto.

6) Altri sprechi di tempo spesso vengono da resistenze e timori a passare alla fasedelfare, cioè al momento di iniziare a scrivere una lettera con cui iniziare a trattare il problema; purtroppo o per fortuna, la fase del fare é necessaria, anzi meglio passarci il prima possibile.

7) Altre corrosioni del tuo investimento in consulenza legale si hanno quando è necessario spiegarti che no, la soluzione che hai intravisto su google o che ti ha suggerito tuocuggino purtroppo non sono modi idonei di trattare il problema.

8) Non c’è alcun fastidio da parte mia quando si divaga, tu puoi parlarmi di quello che vuoi e farmi le domande che preferisci: questi sono solo alcuni consigli per chi vuole ottimizzare il tempo che ha acquistato con me, ma io lavoro volentieri con tutti comunque, quindi si tratta di indicazioni del tutto facoltative, definite ed elencate solo nel tuo interesse, che deciderai di usare a tua esclusiva discrezione.

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diritto

12 cose sulla alienazione genitoriale.

1) Si ha quando un genitore mette i figli contro l’altro genitore, manipolando i figli e denigrando l’altro genitore.

2) É conosciuta anche con l’acronimo di PAS, che sta per parental alienation syndrome.

3) Alcuni professionisti e studiosi negano l’esistenza di situazioni di alienazione genitoriale, ma chi si occupa di famiglia sa che in realtà, se magari di una vera e propria «sindrome» forse non si può parlare, fenomeni di questo genere, in varia misura, esistono e sono reali in diverse situazioni di famiglie disgregate.

4) Una cosa importante da capire é che chi pratica l’alienazione genitoriale non danneggia tanto l’altro genitore, quanto i figli stessi, che, resi oggetto di un tentativo di manipolazione tra due affetti importanti, entrano immediatamente in una situazione di forte stress, che non di rado li porta a sviluppare disturbi ulteriori, tra cui quelli del comportamento alimentare, l’autolesionismo ed altri.

5) Un genitore, comunque, non ha mai bisogno di denigrare l’altro genitore, anche quando lo dovesse ritenere educativo: se intende insegnare ai figli a «non comportarsi come la mamma / papà», é sufficiente focalizzare l’indicazione solo sul comportamento, senza mai sconfinare nell’identità.

6) Sì può dire ad esempio una cosa del genere: «sai che per me la mamma é una bravissima persona, però quella decisione che ha preso, quel comportamento che ha mantenuto non li condivido, li trovo molto sbagliati e voglio che tu lo sappia perché è importante che tu non commetta errori analoghi in futuro».

7) Nessuno vuole essere figlio di un idiota, specialmente chi purtroppo lo é davvero, quindi ogni genitore deve sempre tenere fuori i figli dai propri giudizi sull’altro genitore.

8) Quando una coppia genitoriale si disgrega, oggigiorno si tende a porre l’accento su amenità come «l’amore che finisce» e altre vacuità del genere, più interessante è tuttavia focalizzare come nelle separazioni si verifichi quasi sempre uno scollamento di uno dei due partner rispetto ai valori di coppia sino al momento prima condivisi.

9) Le crisi di coppia, quindi, spesso sono vissute come mancanza di lealtà da parte di chi viene lasciato, ma anche come cambio di personalità o identità rispetto ad alcune convinzioni che prima erano o quantomeno si ritenevano comuni – per questo, la tentazione di nutrire e manifestare biasimo nei confronti dell’altra persona é non di rado presente.

10) Nel momento in cui un genitore si accorge che l’altro genitore sta tentando di manipolare gravemente i figli e metterli contro di lui, può reagire in vari modi, a seconda della situazione in cui si trova, anche a livello giudiziario, la famiglia, ma l’importante è che agisca immediatamente, senza rimandare di un solo giorno.

11) Di nuovo: contrastare l’alienazione genitoriale non serve a tutelare il genitore, ma i figli che, sotto la pressione della manipolazione altrui e dello stress della situazione conseguente, possono diventare nevrotici o persino psicotici, cosa particolarmente grave e dannosa quando sono in tenera età.

12) Se ti accorgi, o anche solo sospetti, che l’altro genitore stia tentando di manipolare i tuoi figli cercando di metterli contro di te, incarica immediatamente un avvocato e valuta insieme a lui le iniziative più utili da adottare a seconda della situazione in cui ti trovi.

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