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diritto

10 cose sui danni e problemi nelle locazioni.

1) Il primo modo di difendersi dalle situazioni in cui il tuo inquilino danneggia il tuo appartamento o crea altri problemi é la prevenzione: stipula una polizza di tutela legale per la proprietà con UCA, Arag o Das.

2) Se il tuo inquilino ti ha lasciato la casa danneggiata, puoi soddisfarti innanzitutto sul deposito cauzionale versato all’inizio del contratto.

3) Se il deposito non fosse sufficiente, e/o ci fossero altri problemi come canoni impagati, preavviso non dato, ecc., bisogna inviare all’ex inquilino una diffida tramite un avvocato richiedendogli di pagare il dovuto.

4) Se l’inquilino non paga, bisogna valutare la sua solvenza e cioè vedere se vale la pena fargli causa, se, dunque, possiede beni o sostanza aggredibili, altrimenti fargli causa, anche vincendola, é inutile.

5) In casi di particolare gravità, si può valutare anche una denuncia penale, con particolare accuratezza e prudenza, comunque scrivendola molto bene.

6) Se l’ex inquilino é solvente, ma non paga il dovuto, si può procedere con una causa, che ha di solito le forme meno lente del ricorso ex art. 447 bis cod. proc. civ..

7) Prima di procedere con la causa chiedi un preventivo scritto al tuo avvocato, tenendo presente che non è garantito in assoluto che tu vada a recuperare quello che intanto anticipi, anche in caso di vittoria della causa.

8) Per questo genere di cause, solitamente offro una tariffazione con struttura a flat: il cliente paga un tot ogni anno e i singoli appuntamenti a metà prezzo, oltre le spese documentate; altri studi possono regolarsi diversamente.

9) Un altro buon sistema di prevenzione, accanto alla polizza di tutela legale, é quello di farsi assistere da un avvocato per la redazione del contratto, anziché usare il solito modulo – non é nemmeno così costoso, in genere, come si pensa e tutto sommato é preferibile.

10) Al posto del deposito cauzionale, sempre al momento della stipula del contratto, si può chiedere al conduttore di depositare una fideiussione bancaria o assicurativa come garanzia, che si solito é più tutelante della cauzione.

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trattare i problemi legali

10 domande del razzo dei clienti agli avvocati.

Tutte tratte da storie vere.

1) «Ci sono novità?» É una domanda inutile, quando ce ne sono ti avverto io, eventualmente tramite il mio ufficio, é anche mio interesse, perché poi probabilmente dovremo fare un appuntamento a pagamento, quindi puoi stare tranquillo che di ogni novità vieni puntualmente avvisato. PS devo dire che a me capita molto raramente di ricevere una domanda del genere, l’ho inclusa solo perché a molti altri colleghi invece capita.

2) «Come andrà a finire la mia causa?» Non sono io che decido, non lo posso sapere. Considera che se ritenessi la tua causa priva di adeguate basi legali mi sarei rifiutato di farla, mentre se ho accettato di patrocinarla la vedo come una causa quantomeno con delle possibilità di accoglimento.

3) «Posso pagare a rate?» Fai attenzione, non è una domanda sbagliata per me, ma per te. Se non riesci a pagare un’annualità per intero, allora non dovresti fare una causa, dalla quale potresti uscire con l’obbligo di pagare 10/15.000 euro se dovesse andar male, come a volte capita anche avendo ragione. Se non hai capacità economica, o una polizza di tutela legale, devi stare lontano dal sistema giudiziario perché potrebbe tritarti come un hamburger.

4) «Posso portarti il testimone così gli diciamo cosa deve dire?» Per evidenti motivi, non posso parlare coi testimoni. Una testimonianza, inoltre, non è un esame, per il quale occorre andare preparati, basta dire solo la verità, per quello che si è in grado di ricordare.

5) «Puoi chiamarmi il giorno prima dell’appuntamento così me lo ricordi?» Non sono il tuo segretario, per il motivo di base per cui se lo facessi ti costerei un po’ troppo, ma soprattutto: dove razzo pensi di andare nel gestire una causa se non sei in grado nemmeno di ricordarti gli appuntamenti o gestire un’agenda? Riconsidera le tue priorità e il tuo rapporto con le realtà.

6) «Posso avere il tuo cellulare?» Se é per scopare, possiamo farlo qui e adesso. Se é per lavoro, no: sono sempre in appuntamento con altre persone e non posso essere interrotto da chiamate sul cellulare. In ogni caso: no. A meno che tu per cellulare non intenda proprio il mio apparecchio, in quel caso te lo do volentieri insieme a tutte le chiamate cui rispondere e al lavoro che c’è da fare.

7) «Puoi venire tu da me a vedere i miei documenti che sono tutti su un tavolo?» No. Ti costerebbe troppo, ma soprattutto una vertenza legale richiede necessariamente un minimo di capacità di maneggiare cose del genere: se non sei in grado riconsidera priorità, obiettivi e convienza.

8) «Puoi accompagnarmi alla riunione di condominio?» Una volta una persona mi ha dato 700€ per farlo: a metà riunione se avessi potuto restituirglieli e andarmene l’avrei fatto e io sono uno che ha sviluppato una notevole capacità di sopportazione. Non ti dico di no, comunque; se ne può parlare, con questa consapevolezza, e valutare caso per caso.

9) «Secondo te la mia ex moglie / marito lo paga il suo avvocato?» Non ho alcun modo di saperlo e non me ne frega assolutamente nulla.

10) «Secondo te il suo avvocato lo sa come stanno davvero le cose?» Ma cosa ce ne dovrebbe fregare?

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riflessioni

10 cose sulla condanna alle spese legali.

1) Quando si perde, in tutto o in parte, una causa il giudice ti può condannare a rimborsare le spese legali dell’altra parte.

2) La sentenza é di solito provvisoriamente esecutiva, questo significa che puoi anche impugnarla, ma intanto devi eseguirla, cioè pagare le spese legali.

3) Se non paghi le spese legali al tuo avversario, lui può agire esecutivamente nei tuoi confronti, facendoti un pignoramento.

4) Il pignoramento deve sempre essere preceduto dalla notifica di un atto, chiamato di precetto, ricevuto il quale hai dieci giorni di tempo per pagare.

5) É comunque meglio pagare prima di aver ricevuto il precetto, perché il precetto comporta spese ulteriori.

6) Di solito il tuo avvocato, quando sei condannato alle spese legali, chiede al legale avversario i conteggi del dovuto, in modo da pagare prima di ricevere il precetto e avere ulteriori spese.

7) Per il pagamento delle spese legali avversarie non è previsto nessun termine: devono essere pagate subito, salvo solo il precetto.

8) A volte si può trattare sulla condanna alle spese legali ad esempio con un accordo che prevede la rinuncia di controparte alle spese legali contro la tua rinuncia, ad esempio, a impugnare.

9) Le spese legali di solito comprendono anche le spese di
registrazione della sentenza o del provvedimento finale: é una tassa da versare allo Stato e, a seconda del valore della causa, può essere anche alta.

10) L’unico modo per non pagare le spese di soccombenza é avere una polizza di tutela legale adeguatamente e tempestivamente attivata.

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diritto

12 cose sulla polizza di tutela legale.

1) É una forma di assicurazione che ti paga le spese sia legali che tecniche in caso di insorgenza di una vertenza imprevista.

2) Esiste sia per gli individui, che per le famiglie e le aziende.

3) Copre tutte le materie e le situazioni che non sono espressamente escluse.

4) Tra le esclusioni la materia successoria, separazioni e divorzi (anche se alcune forme invece sono ricomprese), le donazioni e altre materie da verificare prima di sottoscrivere la polizza.

5) É una forma di assicurazione molto diffusa all’estero e molto poco conosciuta in Italia.

6) Chi ha questo tipo di assicurazione di solito può scegliersi liberamente l’avvocato.

7) La compagnia paga le spese sia per il lavoro stragiudiziale che per quello giudiziale: in caso di esito negativo della causa, paga anche le eventuali spese di soccombenza.

8) Oltre all’avvocato, paga anche il CTU e i CTP di cui l’assicurato dovesse aver bisogno in corso di causa o anche prima della stessa.

9) Il costo é estremamente contenuto rispetto al valore che si riceve, il preventivo va chiesto al proprio agente sul territorio.

10) Ci sono tre principali compagnie specializzate in tutela legale: UCA, Arag e Das; sono compagnie che fanno solo tutela legale – consiglio di usare queste e non altre compagnie generaliste.

11) Da più di vent’anni predico a tutti di munirsi di e tenersi sempre negli anni una polizza di tutela legale: quando viene da me un cliente che ne ha una che si può usare per il suo caso, posso seguirlo in maniera molto più efficace; io lavoro molto meglio e lui non spende un centesimo.

12) Puoi sapere di più sulla tutela legale leggendo i vecchi post del blog all’indirizzo blog.solignani.it e ascoltando la puntata dedicata al tema di radio solignani podcast.

Appena possibile, acquista una polizza di tutela legale e mantienila sempre senza disdirla mai.

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riflessioni

15 cose sul divorzio.

1) É il secondo passaggio necessario, dopo la separazione, per sciogliere un matrimonio in Italia, dove non esiste il divorzio diretto.

2) Può essere chiesto dopo sei mesi, se la separazione é stata consensuale, o dopo un anno, se giudiziale – originariamente il termine era di cinque anni, poi sceso a tre, poi ai termini attuali con la legge sul divorziobreve.

3) Nella pratica, quasi nessuno chiede il divorzio appena scadono i sei mesi, di solito i coniugi aspettano un anno o due.

4) Se aspettare qualche anno può andar bene, é consigliabile non andare oltre i due o tre dal primo termine utile, anche perché ci potrebbero essere conseguenze legali negative se non si fa il divorzio.

5) Se uno dei due coniugi separati, ad esempio, muore prima di fare il divorzio, l’altro coniuge, quello rimasto in vita, ne diventa erede.

6) Il divorzio può essere realizzato consensualmente, tramite un accordo in house, quando i coniugi concordano sulle condizioni, oppure giudizialmente, quando è impossibile raggiungere un accordo ed é necessario far decidere ad un giudice.

7) Il divorzio tramite accordo delle parti é molto più veloce e meno costoso di quello giudiziale, per cui vale sempre la pena fare qualche tentativo – oltre alle trattative tra avvocati può essere utile qualche seduta di mediazionefamiliare.

8) In generale, é molto più facile che una coppia litighi in sede di separazione che in fase di divorzio, dove abbastanza spesso si fa la fotocopia, con piccoli aggiustamenti, di quello che si era fatto al momento della separazione.

9) Il divorzio con accordi in house può essere tariffato a corpo per l’intero lavoro, mentre un divorzio giudiziale viene tariffato flat o a forfait ma su base annuale: si paga un tot per ogni anno di durata della causa.

10) La fase delle trattative, quella fase preliminare in cui le parti si confrontano, con l’aiuto di uno o più avvocati, per vedere se possibile raggiungere un accordo sulle condizioni, viene di solito tariffata su base oraria.

11) Al momento attuale, presso il mio studio un divorzio in house costa 1.500€ per tutto il lavoro (somma che i coniugi possono dividersi tra loro), un giudiziale 1800€ per ogni anno e ogni ora di trattazione 100€ – oltre accessori di legge e cioè IVA e cassa avvocati; la convenienza del divorzio in house é evidente.

12) Il divorzio in house si può fare anche in videoconferenza, se ad esempio uno o entrambi i coniugi risiedono all’estero – ne ho già fatti diversi e sono stati tutti autorizzati o muniti di nulla osta dalla Procura.

13) Se uno dei due coniugi risiede all’estero, ma non si può fare il divorzio in house perché non si accorda sulle condizioni ed é necessario procedere con un divorzio giudiziale, é sufficiente fare la notifica all’estero.

14) Se uno dei coniugi é irreperibile, il divorzio si può fare ugualmente con la notifica ex art. 143 cod. proc. civ, ma prima di poter procedere in questo senso è tassativamente necessario fare tutte le ricerche possibili per trovarne la residenza, anche tramite l’impiego di un’agenzia investigativa, altrimenti la notifica é nulla e potrebbe mandare tutto in vacca anche dopo anni o decenni.

15) Fatta la separazione, i coniugi possono riconciliarsi con una semplice pratica all’ufficio di stato civile, senza bisogno di avvocato; dopo il divorzio, non c’è più possibilità di riconciliarsi, per cui quei coniugi che ricominciano a stare insieme possono solo o risposarsi o costituire una famiglia di fatto, con o senza un accordo di convivenza.

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riflessioni

16 cose sulle spese legali.

1) Le spese comprendono il compenso del tuo avvocato ma anche, se perdi la causa, quella del legale avversario.

2) Il tuo avvocato può farti un preventivo per il suo compenso, ma non può prevedere se e quanto il €giudice potrebbe condannarti a rimborsare al tuo avversario.

3) Dopo il primo grado di giudizio potrebbero esserci altri gradi come l’appello e il ricorso in Cassazione e dunque nuove spese.

4) In caso di impugnazione, il giudice del grado successivo può cambiare la ripartizione delle spese anche per le fasi precedenti.

5) Se vinci e il giudice stabilisce che il tuo avversario ti rimborsi le spese, la misura potrebbe essere diversa da quella che hai pagato tu.

6) Potresti anche non riuscire a incassare le spese che il tuo avversario é stato condannato a rimborsarti, ad esempio se é insolvente.

7) Se anche il tuo avversario é stato condannato a rimborsarti, intanto il compenso del tuo avvocato lo devi pagare tu.

8) Se hai un reddito basso puoi chiedere il patrocinio a spese dello Stato, ma poi dovrai scegliere il tuo avvocato in un apposito elenco.

9) Un buon metodo per non pagare spese legali o costi di assistenza professionale é stipulare e mantenere una polizza di tutelalegale.

10) Potresti trovarti a sostenere spese vive molto importanti, come, in alcuni casi, il contributo unificato o il compenso del CTU .

11) Il tuo avvocato é obbligato a farti un preventivo per iscritto per quanto riguarda i suoi compensi.

12) Nel suo preventivo scritto, il tuo avvocato deve, per legge e per obbligo deontologico, indicare la sua compagnia di assicurazione.

13) Per controllare che la «parcella» di un avvocato sia corretta puoi prendere un altro avvocato, ma devi valutare che ne valga la pena perché bisogna studiare l’intero fascicolo e tutto il lavoro fatto per fare questo controllo.

14) Quando si raggiunge un accordo con gli avversari le spese sono sempre compensate, cioè ognuno si paga il suo avvocato.

15) Anche quando vinci una causa il giudice può stabilire che le spese siano compensate: ognuno si paga il suo avvocato.

16) La valutazione sui costi e sulle spese é una delle valutazioni fondamentali da fare prima di aprire una vertenza o una causa di qualsiasi natura – purtroppo non tutte le voci sono prevedibili e predeterminabili.

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diritto

Pagate le spese legali: e la quietanza?

in una causa civile, il Giudice mi ha condannato a rimborsare le spese legali (+ iva e cpa) sostenute da controparte.
Ho provveduto al pagamento di quanto stabilito dal Giudice.
Non ho mai avuto una ricevuta a “quietanza” di quanto pagato a controparte
ho richiesto all’avvocato di controparte la copia delle parcelle da lui emesse e da me rimborsate ma non mi ha mai risposto.
cosa posso fare per chiudere la questione?

Secondo l’art. 1199 del codice civile, «il creditore che riceve il pagamento deve, a richiesta e a spese del debitore, rilasciare quietanza».

Quindi, ottenere la quietanza è un «diritto» del debitore che adempie alla propria obbligazione.

Non so in che forma tu abbia provveduto a richiederla, se solo oralmente, di persona o al telefono, è il caso di provvedere invece per iscritto, preferibilmente tramite pec.

La richiesta di parcelle del legale, invece, non è una richiesta accoglibile perché la liquidazione delle spese non è avvenuta in base alle stesse, ma su quanto provveduto, in materia, nella sentenza. In ogni caso, queste note spese dovrebbero essere state depositate in giudizio e trovarsi, in copia, nel fascicolo d’ufficio del procedimento, da cui potresti, se proprio ne volessi una copia, estrarle.

La cosa si potrebbe approfondire ulteriormente e si potrebbe anche pensare ad una diffida tramite avvocato per la richiesta di quietanza, ma onestamente per me butta via dei soldi.

Iscriviti al blog e a radio Solignani per non perdere consigli fondamentali quotidiani per le tue strategie di vita, che non trovi da nessun’altra parte.

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diritto

Spese legali: facciamo chiarezza!

Note dell’episodio.

Stai iniziando una causa e pensi che tutto quello che stai spendendo per farla alla fine, riconosciuta la tua giusta ragione, ti verrà rimborsato?
Bravo scemo.

Non funziona affatto così.

Ascolta la preziosa puntata di oggi di radio Solignani, l’unica radio che ti dice le importanti verità che nessun altro ti dice!

Riferimenti.

Di seguito, alcuni precedenti post del blog, o puntate del podcast, menzionati durante l’episodio o comunque aventi ad oggetto tematiche collegate a quelle trattate in questa puntata, che ti consiglio di consultare.

blog.solignani.it/2010/01/25/se-si-vince-la-causa-ma-controparte-non-paga-le-spese-legali/ Se vinco la causa ma controparte non paga le spese legali …

blog.solignani.it/2007/05/25/ho-perso-una-causa-e-mi-trovo-da-pagare-una-barca-di-soldi/ Ho perso una causa e mi trovo da pagare una barca di soldi.

blog.solignani.it/2017/01/20/spese-dellappello-chi-le-paga-se-controparte-e-insolvente/ Spese dell’appello: chi le paga se controparte è insolvente …
blog.solignani.it/sistemi-tariffari/tutela-giudiziaria/ La tutela legale: una polizza da avere. | Tiziano Solignani

blog.solignani.it/2013/11/02/se-non-ho-soldi-per-pagare-le-spese-legali-come-posso-fare/ Se non ho soldi per pagare le spese legali come posso fare …

blog.solignani.it/2016/06/14/soccombenza-e-spese-legali-si-puo-avere-anche-in-divorzio-giudiziale/ Soccombenza e spese legali: si può avere anche in divorzio …

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diritto

Sei mesi per licenziamento: quale il regime fiscale?

licenziata dopo 30 anni con una mail. Ho fatto causa. Primo grado perso e vinto. La ditta condannata a reintegrarmi entro 3 giorni oppure a risarcire con 6 mesi di stipendio. Ovviamente non mi hanno ripresa e ho dovuto pignorarli per avere i 6 mesi. Hanno effettuato in Aprile 2018 un bonifico di circa 14.000€ con indicato: pagamento per sentenza X. Non ho ricevuto nessun dettaglio cartaceo. Ho chiesto al mio avvocato cosa fare di queste somme? se e come dichiararle? preciso che sono sempre disoccupata e senza reddito, e il licenziamento risale a 3 anni fa. Nel 2019 come mi devo comportare? faccio denuncia dei redditi? devo pagarci delle tasse? se si a quanto ammontano? come faccio il calcolo? La ditta non avrebbe dovuto inviarmi i conteggi? o versare una Ritenuta Acconto? vi prego aiutatemi… il mio avvocato diceva che i soldi erano netti non da dichiarare, ma mi sono documentata e temo non sia cosi.

Mi dispiace per la tua vicenda.

Come dico sempre, la materia fiscale e previdenziale non è quella che gli avvocati conoscono meglio, per giuste ragioni su cui non mette conto dilungarsi in questa occasione.

Su aspetti del genere, meglio sentire un commercialista o un consulente del lavoro.

In generale, credo che la somma che ti è stata liquidata non corrisponda e non possa essere considerata retribuzione, ma un risarcimento del danno che ti è stato cagionato con il licenziamento.

Se così fosse, ed è una cosa da verificare anche leggendo bene la sentenza, il regime fiscale e previdenziale sarebbe completamente diverso da quello cui sono assoggettate le somme corrispondenti a retribuzione.

Se credi, lo possiamo approfondire, tramite un’apposita consulenza, ma io ti consiglierei di investire prima i tuoi soldi nel parere di un bravo consulente del lavoro, che potrebbe magari sentirsi a riguardo con il legale che ti ha seguito per la causa di lavoro.

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diritto

Per andare dove dobbiamo andare, dove dobbiamo andare?

Nel 2012 durante i lavori di completamento della mia prima casa ho allontanato il costruttore perché non ero soddisfatto della sua prestazione .ho offerto a lui una cifra di 10 mila euro per il lavoro svolto e mi ha citato in giudizio per pagare una cifra di 24mila euro . Dopo 6 anni di perizie e processi il giudice ha stabilito che l’importo residuo era di euro 800mila euroe il mio avvocato ha fatto a modo suo stabilendo un piano di pagamento che non posso onorare. Il tutto mi è costato 17mila euro a fronte di un debito di 800mila euro posso pretendere il risarcimento delle spese legali sostenute che mi hanno dato ragione? Non vorrei fare causa ma usare questa possibilità per chiudere la faccenda io non ti do nulla tu non midai nulla.

Il quesito non è molto chiaro, per usare un eufemismo: come si può passare da una situazione in cui si è in ballo tra una somma di 10.000 euro, da un lato, e 24.000 euro, dall’altro, ad una in cui il valore in questione è 800.000?

Inoltre, la perizia e il processo dovrebbero essere stati, rispettivamente, una e uno soli, per lo meno in sei anni.

Per quanto riguarda il piano di pagamento, immagino, in generale, che il tuo avvocato abbia provato a renderti più agevole un pagamento importante. Forse c’è stato un difetto di comunicazione tra voi, se ti ha elaborato un piano che non è per te sostenibile?

Non capisco, infine, perché tu sostenga che ti abbiano dato ragione e a che cosa, a riguardo, esattamente tu ti riferisca.

Mi sembra che nella vicenda in questione ci sia una grande confusione. Ti suggerirei di prenotare una consulenza per poter parlare con un avvocato o di persona o quantomeno al telefono in modo da chiarire meglio qual è la situazione e che cosa è consigliabile fare.

Ti raccomando, con l’occasione, di iscriverti alla newsletter del blog, o, se non ti piace la mail, al gruppo Telegram, in modo da non perderti importanti e utili aggiornamenti quotidiani.