Categorie
diritto

8 modi di ottimizzare una consulenza legale.

1) Un cliente acquista, a prezzo quasi mai modico, una consulenza da un avvocato, corrispondente ad un’ora di tempo, poi buona parte del tempo va purtroppo sprecata in attività poco utili.

2) Quando si decide di fare un investimento, piccolo o grande, meglio cercare di farlo fruttare al meglio, eliminando o riducendo al massimo le perdite di tempo.

3) Un primo spreco di tempo, riguardo al quale non c’è molto da fare, consiste nel parlare di fatti, circostanze ed elementi che non hanno rilevanza per il lavoro che c’è da fare; qui non c’è granchè da fare perché un cliente difficilmente può sapere cosa é rilevante o no e quindi, per prudenza, largheggia nella descrizione del fatto, lasciando poi all’avvocato la scrematura.

4) Un’altra perdita di tempo si ha quando ci si deve mettere a recuperare o sistemare documenti che sono magari in una mail del cellulare, su supporto cartaceo in mezzo a mille altri fogli e così via. Se prepari, metti in ordine e denomini correttamente i documenti prima, guadagni molto tempo prezioso.

5) Altro tempo si perde a cercare di capire il problema e la situazione di fatto sottostante: puoi migliorare cercando di esporre subito il problema per cui chiedi un aiuto ed esponendo i fatti in modo chiaro, semplice, ordinato, consequenziale, senza saltare di palo in frasca e rimanendo ben focalizzato sull’oggetto.

6) Altri sprechi di tempo spesso vengono da resistenze e timori a passare alla fasedelfare, cioè al momento di iniziare a scrivere una lettera con cui iniziare a trattare il problema; purtroppo o per fortuna, la fase del fare é necessaria, anzi meglio passarci il prima possibile.

7) Altre corrosioni del tuo investimento in consulenza legale si hanno quando è necessario spiegarti che no, la soluzione che hai intravisto su google o che ti ha suggerito tuocuggino purtroppo non sono modi idonei di trattare il problema.

8) Non c’è alcun fastidio da parte mia quando si divaga, tu puoi parlarmi di quello che vuoi e farmi le domande che preferisci: questi sono solo alcuni consigli per chi vuole ottimizzare il tempo che ha acquistato con me, ma io lavoro volentieri con tutti comunque, quindi si tratta di indicazioni del tutto facoltative, definite ed elencate solo nel tuo interesse, che deciderai di usare a tua esclusiva discrezione.

Categorie
diritto

Non è chiaro chi ha accettato l’eredità anche dopo 481 cod. civ.: cosa fare?

Note dell’episodio.

Parliamo di eredità, successioni e situazioni in cui non è chiaro chi sia coerede insieme a te e, più in generale, di cosa fare quando non si è in grado di esporre con sufficiente chiarezza una situazione: in questi casi, infatti, conviene prenotare un appuntamento, di persona o tramite telefono o videocall, ma sempre in diretta, con un professionista.

Di seguito la domanda della nostra lettrice:

«Su art 481c.c. per resistenza a procedere a dichiarazione di successione entro l’anno obbligatorio della mia aggressiva coerede, non presente nemmeno in udienza né rappresentante, a sentenza scaduta l’ho registrata nei 30gg successivi come in obbligo presso Catasto e MCTC, i quali non avevano notizie di lei divenendo proprietaria dell’eredità materna. Dopo un anno dalla scadenza sentenza una legale nominata da lei dice che l’atto esiste presso la cancelleria del tribunale di competenza compilato l’ultimo giorno concessole dal giudice e quella sarebbe responsabile di averla posta in file sbagliato. La mia coerede non ha comunque comunicata copia a nessuno entro i termini pur nei suoi interessi, io non sono colpevole, né i miei legali. Catasto ed MCTC ad ora non hanno apportate modifiche, da me, inoltre, pagate. SONO TRASCORSI TRE ANNI DALLA SCADENZA SENTENZA e una sua legale ora vuole colpirmi, senza parlarmi e sapere, colpevolizzandomi senza prove. Cosa fare? Utile a molti credo.Grazie»

Cane increduloRiferimenti.

Conclusioni.

  • Iscriviti al blog, al podcast e al canale youtube per ricevere gratuitamente tutti i futuri aggiornamenti.

  • Iscriviti ai canali di tuo interesse per ricevere gratuitamente tutti i futuri video.

  • Se ti serve assistenza professionale, chiama il numero 059761926 e prenota un appuntamento oppure acquista direttamente da qui

  • Se vuoi lasciarmi una recensione sul podcast, clicca [qui](

Categorie
comunicazioni

Consulenza: come funziona l’acquisto.

Quando ti serve assistenza professionale.

In questo blog, e in tutte le risorse collegate, come le communities, trovi un sacco di risorse gratuite.

Ma ci sono situazioni in cui é necessario passare ad un’assistenza di tipo professionale, perché ad esempio:

  • occorre un maggior livello di approfondimento;
  • servono informazioni completamente affidabili;
  • hai ricevuto una lettera o, addirittura, un atto giudiziario e a quel punto non puoi più temporeggiare: devi rispondere con un avvocato.

In questi casi, di solito si parte con una prima ora di consulenza, dopo la quale si vede eventualmente cos’altro c’è da fare e si programma il lavoro.

Come avviene l’acquisto.

L’acquisto di questa prima ora di consulenza può avvenire in due modi:

  • chiamando lo studio al n. 059 761926 e parlando con la mia assistente, oppure
  • facendo l’ordine direttamente on line, da questa pagina

Non fa molta differenza, alla fine, quindi scegli tu come vuoi contattare lo studio.

Se chiami lo studio, la mia assistente ti darà un appuntamento, di persona o a video, e ti spiegherà come pagare.

Chi viene di persona, ovviamente può pagare quando viene, con i mezzi soliti, compreso il contante.

Chi sceglie l’appuntamento a video, può pagare con bonifico bancario o PayPal.

Se, invece, procedi con l’acquisto on line, comunque la mia assistente ti chiamerà subito dopo l’acquisto per concordare sempre un appuntamento, di nuovo, a tua discrezione, di persona oppure on line.

Puoi venire di persona qualunque sia la tua condizione vaccinale, presso il mio studio non faccio alcuna differenza a riguardo. Non ti serve, ovviamente, il green pass per entrare.

Naturalmente, puoi venire qui, se lo preferisci, anche se vieni da molto lontano, é una decisione tua. L’unica osservazione che mi sento di condividere con te a riguardo, se vieni di persona da lontano, é di valutare di acquistare due ore anziché una, per essere sicuro di avere tempo a sufficienza.

Fortunatamente, ho sempre l’agenda colma di appuntamenti e, quando termina l’ora o le ore acquistate, devo far entrare la persona che ha appuntamento dopo.

Per converso, puoi fare l’appuntamento a video anche se abiti a 100 metri dallo studio, come in effetti sto facendo con una persona che teme di infettarsi e sta più volentieri a casa.

Quindi la scelta delle modalità dell’appuntamento é tua. Ovviamente, oltre che a video si può utilizzare benissimo il caso vecchio telefono, anche se il video offre qualche vantaggio, tra cui il fatto che ti posso fare vedere “in diretta” quello che sto scrivendo, ad esempio lettera o atto, in modo da fare il lavoro “insieme”. Valuta dunque tu, tieni solo presente magari la qualità della linea: non spesso, ma qualche volta accade che si inizi un appuntamento a video poi si debba ripiegare sul telefono perché la connessione non funziona bene. Anche questo, naturalmente, non è un problema, l’importante è fare il lavoro.

Concludendo…

Riassumendo quello che devi sapere é quanto segue:

  • puoi acquistare sia chiamando al telefono lo studio sia tramite il modulo on line;
  • se chiami, la mia assistente ti spiega tutto e ti fissa già l’appuntamento, se acquisti on line comunque ti chiama appena vede la mail dell’ordine per concordare l’appuntamento;
  • se hai fretta, o la questione è urgente, meglio acquistare subito on line e pagare con PayPal o bonifico immediato: se acquisti in questo modo ad esempio anche durante la notte si può fare l’appuntamento anche già al mattino;
  • appunto il modulo on line é sempre disponibile H24 tutti i giorni, mentre la mia assistente la trovi, al momento, solo dal lunedi al venerdì e solo al mattino.

Grazie per avermi letto.

Iscriviti al blog per ricevere il post del giorno.

Categorie
diritto

Rumori e odori dall’unità sottostante: che fare?

sono proprietario di uno stabile che ho adibito a b&b da circa 2 anni e mezzo, al primo piano è rimasta una coppia di anziani che vive lì da tantissimi anni in questa casa che ho acquistato e loro hanno regolare contratto di affitto…. lui ha 89 anni lei 86 con qualche problema fisico .
il problema è che i parenti hanno messo una badante che assiste gli anziani, questa grida ha vocione e spesso risulta volgare con il suo linguaggio…. ho allertato i parenti, ma non è servito a nulla… Altro problema sono gli odori che fuoriescono dall appartamento , alcune volte urina ,altre volte di cibo….
Mi trovo in una situazione tale che non posso mandarli via perchè anziani , i parenti mi pagano regolarmente l affitto, ma il disagio è notevole. Cosa posso fare ?

È un classico problema di immissioni, di base, con in più un aspetto «locatizio» che può in effetti anche essere utile o comunque utilmente sfruttato, secondo le circostanze.

finestra

Come dico sempre, il primo passo per trattare questo tipo di problema è l’invio di una diffida tramite avvocato in cui si chiede, sotto pena, in difetto, di azioni successive più importanti e impegnative, tra cui, al limite, anche una causa giudiziaria, di cessare o far cessare i comportamenti di disturbo.

Oltre a questo aspetto, riguardante appunto le immissioni, nel nostro caso di rumori e odori, che, come tali, possono essere dannose per l’attività economica esercitata nello stesso stabile, c’è il rapporto locatizio, in seno al quale, forse (è un aspetto da valutare con il dovuto approfondimento e la dovuta oculatezza), si può contestare un uso diverso da quello convenuto o contrario a buona fede, tale da determinare, al limite, anche la risoluzione e cioè lo scioglimento del contratto.

Consulta questa pagina per valutare l’acquisto di una diffida.

Iscriviti al blog per non perdere il fondamentale post del giorno con consigli preziosi per vivere tutelandosi oggigiorno.

Categorie
diritto

Causa vinta in primo grado e persa in secondo: che fare?

Ho vinto una causa civile in primo grado e il giudice condanna la mia controparte a pagare 3500 + spese. Questi soldi vengono pagati dalla controparte direttamte al mio avvocato il quale se li tiene come da accordi presi. La controparte si appella e io perdo in Secondo Grado. Il giudice sentenzia. CONDANNO MARCO A RIMBORASRE GLI APPELLANTI LE SPESE DI ENTRAMBI I GRADI DI GIUDIZIO CHE LIQUIDA DI 1000+spese PER PRIMO GRADO E 1000+spese PER IL PRESENTE GRADO. L’avvocato della mia controparte mi chiede non solo le 2000 + varie sentenziate in secondo grado ma mi chiede le 3500 + spese che il mio avvocato si e’ preso in primo grado. Mi domando cosa fare, sono rovinato.

Purtroppo il sistema giudiziario, e in particolare l’appello, ma anche altre impugnazioni, funzionano così: il giudice di successiva istanza, in questo caso quello dell’appello, nel decidere la causa in modo diverso, rivedendola, può anche cambiare la statuizione sulle spese.

Questo in fondo è anche normale perché se tendenzialmente le spese seguono la soccombenza nel caso appunto che questa soccombenza «passi di mano» deve passare anche di mano l’onere delle spese.

SpesePer quanto riguarda la misura delle spese, bisogna vedere esattamente che cosa prevede la sentenza di secondo grado che si sostituisce alla prima in toto, a quanto pare sembra che tu debba restituire quanto incassato in base alla sentenza, ormai annullata, di primo grado e corrispondere una minor somma per quel grado alla tua controparte e non invece la somma che la tua controparte aveva pagato a te in dipendenza della prima sentenza – se così fosse stato, avresti dovuto «restituire il doppio».

Non c’è molto che si possa fare nell’immediato.

Ovviamente puoi valutare il ricorso per Cassazione.

La sentenza di secondo grado però frattanto è comunque provvisoriamente esecutiva, questo significa che devi comunque ottemperarla e fare dunque i pagamenti di cui abbiamo detto sino adesso.

Si potrebbe chiedere la sospensione dell’efficacia esecutiva, che, nel caso della Cassazione, va chiesta al giudice «a monte» e cioè sempre alla corte d’appello, ma è estremamente improbabile che venga concessa, specialmente se in punto a spese legali di queste dimensioni e non per altri motivi particolari legati al contenuto della sentenza che potrebbe, se eseguita, determinare situazioni poi in seguito, anche in caso di accoglimento del ricorso in cassazione, non essere reversibili.

Quindi il quadro più probabile è che attualmente devi pagare quanto previsto dalla sentenza. Se credi che ci possano essere chances per un ricorso in cassazione, puoi valutare di farlo ma solo per poterti vedere restituita sia la ragione che le spese legali tra alcuni anni, ovviamente solo in caso di accoglimento.

Se vuoi valutare il ricorso per Cassazione, il prodotto da acquistare lo trovi in questa scheda. Il costo del ricorso, invece, puoi vederlo in questa altra scheda.

Ricordati di iscriverti al blog per ricevere il post del giorno, per avere consigli fondamentali per evitare fregature come questa.

Categorie
diritto

Come fare ricorso senza rischi inutili e brutte sorprese.

Firma di un documento

Hai ricevuto una sentenza ingiusta?

Puoi fare ricorso, ma fai bene attenzione: potresti anche peggiorare la situazione e trovarti ancora più spese legali da pagare, come spiego meglio in questo post.

Acquista la nostra consulenza su impugnazione per avere immediatamente i seguenti vantaggi:

  1. Sai subito che cosa ti costa la consulenza: niente sorprese sui costi.
  2. Sai subito inoltre cosa ti costerà l’eventuale ricorso, se deciderai di farlo, perché é tariffato flat, a prezzo bloccato per chi acquista la consulenza preliminare: vedi tutti i pacchetti.
  3. Potrai finalmente prendere una decisione con cognizione di causa, sulla base di un parere scritto ben argomentato, ma soprattutto onesto e sincero.

Il terzo punto è il più importante.

Quando si riceve un provvedimento sfavorevole, e magari una condanna a pagare spese legali, è fondamentale non aggravare ulteriormente la situazione e procedere ad impugnazione solo ed esclusivamente se la cosa può avere un senso, se ci sono adeguate basi legali, altrimenti si rischia di aggravare il danno.

Le nostre garanzie sono:

  • chiarezza totale sui costi;
  • chiarezza totale sui tuoi diritti;
  • onestà.

Non ci credi? Consulta le recensioni lasciate dai nostri clienti su un sito indipendente – google.

Fai il primo passo.

Acquista una consulenza su impugnazione.

Se, comunque, vuoi evitare e prevenire altre fregature, iscriviti al blog: è completamente gratuito e c’è un solo post al giorno, dal lunedì al venerdì. Puoi ricevere i nuovi articoli come preferisci: via mail, telegram, feed rss.

Categorie
diritto

Moglie si inventa violenza e ottiene la casa: che fare?

mia moglie è andata via di casa con mio figlio 13enne,si è inventata tramite un centro antiviolenza, violenza psicologica, in prima istanza ma ancora senza notifica il giudice ha deciso che dovrei lasciargli la casa con mutuo cointestato entro fine settembre, e 350 euro al mese.Come è possibile che una che si inventa una cosa del genere non rischi nulla anzi viene premiata con l’assegnazione della casa, tra l’altro guadagna più di me e si può permettere un affitto,e il marito debba solo subire, e lottare per il figlio completamente manipolato da lei

Se ho capito bene, hai «subito» una separazione giudiziale, c’è già stata l’udienza presidenziale e il presidente ha assegnato la casa familiare a tua moglie, prevedendo il pagamento di un mantenimento di 350€ al mese, non si capisce se a favore di tua moglie o per tuo figlio.

Non capisco, a riguardo, cosa c’entri la notifica. La notifica dei provvedimenti presidenziali viene fatta solo quando uno è contumace, se conosci il contenuto dei provvedimenti mi sembra improbabile che tu sia rimasto contumace.

Ad ogni modo, una soluzione di questo genere è quello che avviene di solito in casi di questo tipo, anche senza un contesto di eventuale violenza. Per la tutela del figlio minore, la casa familiare viene assegnata alla madre, che così viene a godere indirettamente di un vantaggio, ma non in quanto tale bensì quale genitore che comunemente viene ritenuto come più adatto alla cura del figlio.

Ovviamente tutto questo è oggetto di contestazione da molti anni e attualmente c’è un disegno di legge volto a cambiare questa situazione, che però non mi convince del tutto perché eventuali nuove disposizioni sono comunque destinate a fare i conti con la realtà delle famiglie disgregate che è diversa da caso a caso.

Il tuo caso, peraltro, sarebbe da approfondire perché in queste poche righe si intuisce che ci sono tematiche molto complesse, ma in questa sede non si può dire più di tanto.

Se credi, valuta di acquistare una consulenza. Ti raccomando, con l’occasione, di iscriverti alla newsletter del blog, o, se non ti piace la mail, al gruppo Telegram, in modo da non perderti importanti e utili aggiornamenti quotidiani

Categorie
diritto

Decreto ingiuntivo: si applica la prescrizione presuntiva?

DECRETO ING. FINE LUGLIO 2018 SU FATTURA DEL 2008 EMESSO DA UN’AZIENDA VERSO UN CONSUMATORE FINALE. SI APPLICA LA PRESCRIZIONE PRESUNTIVA DI CUI ALL’ART. 2956 C.C.?

Purtroppo è una domanda che ha poco senso.

Come dico da vent’anni ormai, nel porre un quesito giuridico non bisogna fare astrazioni, ma limitarsi a raccontare il fatto puro e semplice, lasciando che sia poi il giurista a decidere quali sono le regole generali che eventualmente si applicano.

Per sapere se all’obbligazione dedotta in decreto ingiuntivo si applichi o meno la prescrizione presuntiva, bisogna infatti vedere la natura dell’obbligazione stessa, di cui non si fa alcuna menzione nella formulazione della domanda.

Potrebbe inoltre applicarsi il termine ordinario di prescrizione decennale, ovviamente solo nel caso in cui oltre al decorso del termine non vi siano stati atti di interruzione.

Per quanto riguarda il tema del consumatore, è un aspetto che può avere numerose conseguenze sia in tema processuale, mi riferisco ad esempio alla competenza territoriale, sia in tema di diritto sostanziale, dal momento che ai consumatori si applica una disciplina di tutela, ma anche qui bisognerebbe approfondire molto di più.

Ti consiglio di andarne a parlare di persona con un avvocato o comunque di acquistare una consulenza in cui approfondire adeguatamente la situazione. Ti raccomando, con l’occasione, di iscriverti alla newsletter del blog, o, se non ti piace la mail, al gruppo Telegram, in modo da non perderti importanti e utili aggiornamenti quotidiani.

Categorie
diritto

Fideiussione di qua, fideiussione di là…

vorrei sapere se le polizze fideiussorie e/o anche fideiussioni bancarie emesse per un determinato contraente a favore di un ente pubblico (es. dell’agenzia delle dogane) possono essere legalmente utilizzate per assicurare debiti, e quindi in caso di necessità escutere, che sorgano a carico di soggetti diversi dal contraente della polizza fideiussoria / fideiussione e se esistono delle clausole da inserire che possono consentire questa tipologia di utilizzo a favore di soggetti diversi.
Mi risulterebbe infatti che la fideiussione, e per analogia la polizza fideiussoria (assicurativa) sono contratti di natura personale e non reale, e quindi sono utilizzabili dall’ente beneficiario oltre che nella specifica casistica (causale) indicata nel contratto, anche per il soggetti (od i soggetti?) indicati nella polizza stessa.

Non capisco il senso della domanda, che, purtroppo, anziché partire, come consiglio da anni di fare, dalla descrizione di un problema concreto, cosa che avrebbe probabilmente consentito di capire quello di cui si stava parlando, è stata formulata in astratto, come se il diritto vivesse in un mondo a sé e non, invece, in relazione ai problemi cui deve offrire una soluzione.

Il punto è che la fideiussione è sempre una forma di garanzia con la quale appunto si garantisce l’adempimento di debiti altrui.

Chi presta fideiussione – che, come hai giustamente detto, può essere chiunque, da una persona ad una banca ad una compagnia di assicurazione – si impegna a pagare al posto del debitore principale qualora questi non provveda, per un singolo debito o per tutte le sue esposizioni debitorie (fideiussione omnibus).

Ora, che senso avrebbe fare una fideiussione verso Tizio e poi anche Caio e chiedersi se ciò avrebbe valore, dal momento che Sempronio, il garante, potrebbe fare due fideiussioni, una verso Tizio e una verso Caio?

Probabilmente una ragione ci sarà, ma se nella formulazione della domanda non la indichi purtroppo non me la posso inventare. Fatto sta che, così come è formulata, è una domanda incomprensibile.

Ti consiglio di acquistare una consulenza per poter parlare di persona, o tramite telefono, con un avvocato e chiarire meglio quali sono le tue esigenze a riguardo. Ti raccomando, con l’occasione, di iscriverti alla newsletter del blog, o, se non ti piace la mail, al gruppo Telegram, in modo da non perderti importanti e utili aggiornamenti quotidiani.

Categorie
diritto

Faccio da garante per ex moglie: come mi tutelo?

devo fare da garante alla mia ex moglie (madre di mio figlio di 4 anni) per l’acquisto di una casa dove andrà ad abitare con mio figlio e con la quale abbiamo fatto una separazione consensuale che prevede un riconoscimento di un assegno di mantenimento mensile di 400 euro e che lei vada ad abitare con mio figlio nella nuova casa. Come posso tutelarmi qualora lei in futuro diventasse inadempiente? Posso fare ad esempio una scrittura privata? Che mi consigliate di fare?

Se l’operazione viene svolta come avviene di solito in casi del genere, tu dovresti comparire come fideiussore nel contratto di mutuo stipulato per atto pubblico davanti ad un notaio.

In queste condizioni, non avrebbe alcun senso fare una scrittura privata a parte, dal momento che risulta già da un atto avente maggior valore di prova, l’atto pubblico stipulato davanti ad un notaio, che tu intervieni nel mutuo non in qualità di co-mutuatario, bensì di garante.

Da questa qualità di fideiussore, o garante, discende direttamente per legge che, se il mutuatario, cioè la tua ex moglie, non paga il mutuo e la banca chiede a te il pagamento nella tua qualità appunto di garante e tu effettivamente paghi, poi hai un’azione di regresso nei confronti della tua ex moglie per quello che sei stato costretto a pagare.

A questo punto, piuttosto, il problema potrebbe essere quello della solvenza della tua ex moglie, come spiego meglio nella scheda sul recupero crediti, che ti invito a leggere con attenzione, mentre a livello documentale, come contratto, non credo ci sia molto altro che si possa fare.

L’unica cosa che ti consiglierei è quella di far vedere ad un avvocato il testo del contratto di mutuo che andrai a sottoscrivere insieme alla tua ex moglie, in modo da verificare bene ed in concreto che il quadro sia effettivamente quello sopra delineato e non vengano impiegate formule o clausole che potrebbero far pensare, anche solo in parte, a conclusioni diverse. Se vuoi far fare a noi questo lavoro di controllo, assistenza e consulenza, puoi acquistare una consulenza dalla voce apposita nel menu principale del blog.

Ti raccomando, con l’occasione, di iscriverti alla newsletter del blog, o, se non ti piace la mail, al gruppo Telegram, in modo da non perderti importanti e utili aggiornamenti quotidiani.