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Bonus 110 e compenso ingegnere: se non arriva va pagato uguale?

DOMANDA – Un ingegnere sarebbe stato pagato non dal committente ma col superbonus 110%, il quale per tanti motivi non è andato in porto. ad oggi il professionista chiede al condominio committente le sue spettanze. in nessun ordine del giorno delle assemblee fatte è stato riportato a preventivo scritto un suo compenso. l’amministratore sta riscuotendo la cifra rateizzata per saldarlo. E’ legittimo questo? Abito in un complesso composto di due fabbricati in linea co 45 condomini, 9 condomini a scala ogni linea e 3 tre edifici di 21 condomini cadauno- Essendo interessato l’intero complesso ad usufruire del superbonus e nel caso il professionista dovesse essere remunerato come si ripartisce il compenso, nelle spese generali o nei mm di proprietà degli edifici?

— RISPOSTA – Bisognerebbe esaminare le delibere, i progetti e il lavoro svolto, ma temo proprio che il compenso sia da pagare, in base alle regole generali o, in mancanza di applicabilità delle stesse, anche in riferimento ai principi in materia di arricchimento senza causa, residualmente.

La mancanza di preventivo rappresenta, tuttavia, una irregolarità, che forse potrebbe consentire di negoziare il compenso con il professionista incaricato.

A mio giudizio la ripartizione deve avvenire in millesimi sulla base delle regole generali.

Per dire di più, bisognerebbe come cennavo esaminare i documenti, le delibere e tutto quanto rilevante in ordine alla vicenda.

Se vuoi approfondire ulteriormente la questione, anche se non credo possa valerne la pena, chiama ora lo studio al numero 059 761926 e prenota il tuo primo appuntamento, concordando giorno ed ora con la mia assistente.

Puoi anche acquistare online direttamente da qui: in questo caso, sarà poi lei a chiamarti per concordare giorno ed ora della nostra prima riunione sul tuo caso; a questo link, puoi anche visualizzare il costo.

Naturalmente, se vivi e lavori lontano dalla sede dello studio – che è qui, a Vignola, provincia di Modena, in Emilia – questo primo appuntamento potrà tranquillamente avvenire tramite uno dei sistemi di videoconferenza disponibili, o persino tramite telefono, se lo preferisci; ormai più della metà dei miei appuntamenti quotidiani sono videocall.

Guarda questo video per sapere meglio come funzionerebbe il lavoro con me.

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Ti lascio adesso alcuni consigli e indicazioni finali che, a prescindere dal problema di oggi, ti possono sempre essere utili.

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diritto

Fornitura mobili parziale: cosa fare?

doveva essere l’ultima giornata di montaggio mi accorgo che manca una parte di mobile,lo comunico e chiedono a me (che non sono un tecnico) di prendere le misure urgentemente della parte mancante e che sarebbero subito venuti a concludere.Per più di due mesi non si sono fatti più sentire.Premetto di aver pagato a seguito di fattura l’acconto alla conferma, il secondo acconto al montaggio e dovrò pagare a fine lavori il saldo.Mi chiedo se posso permettermi di rifiutare la consegna della parte mancante visti ormai la chiusura dei lavori di manutenzione straordinaria e per il fatto che è venuto meno il rapporto di fiducia (preciso una rase contenuta nel contratto c’è scritto che in caso di mancata consegna entro 30gg il cliente deve pagare subito il 90% di acconto e il restante alla consegna)

Se la denuncia di mancanza della parte non consegnata e la richiesta di consegna non è avvenuta tramite raccomandata o posta elettronica certificata, siamo legalmente nel puro «vapore» e la società fornitrice potrebbe sempre negare che vi sia stata denuncia da parte tua.

Per questi motivi, è importante è che qualsiasi contestazione relativa ad una fornitura avvenga per iscritto, tramite questi due mezzi che ti ho indicato e, tutte le volte in cui è possibile, tramite un avvocato, sia per la sicuramente migliore cura dei contenuti, sia perché con la spendita del nome di uno studio legale la vertenza viene portata ad un livello più serio e importante.

Per maggiori approfondimenti, ti rimando alla mia scheda di approfondimento sulla diffida tramite avvocato.

A parte questo, potrebbe essere estremamente utile in una situazione del genere avere una polizza di tutela legale.

Se, a suo tempo, non avevi fatto la denuncia tramite raccomandata o pec, puoi sempre provvedere ora, ovviamente ti consiglio sempre tramite un avvocato, visto anche il tempo trascorso e le necessità di tornare ad impostare in modo corretto la situazione: ovviamente valuta tu se ne possa valer la pena in relazione al valore dell’operazione.

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brown wooden chair between potted green plant and stool
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diritto

Prendo i soldi tra 6 anni: l’avvocato lo pago subito?

ho ottenuto un credito che però mi pagheranno fra sei anni. il compenso dell’avvocato comprendeva una parte fissa e una parte variabile legata a una percentuale del credito ottenuto. la mia domanda è: può il legale chiedermi il compenso della parte variabile prima che io venga materialmente pagato? O deve aspettare l’esecuzione del pagamento.

È impossibile rispondere ad una domanda del genere senza vedere il contratto che hai stipulato con il tuo avvocato in materia di compensi.

Si possono, dunque, solo fare alcune osservazioni di carattere generale.

Innanzitutto, per un compenso di questo genere è comunque necessario un contratto scritto, altrimenti si applicano i parametri forensi, cioè i criteri di tariffazione valevoli «di default» quando non è stato pattuito un sistema diverso. Ogni pattuizione sui compensi che deroga dal regime dei parametri può avvenire solo per iscritto, se fatta in altra forma non è valida.

Per quanto riguarda la questione specifica, non esiste una regola a riguardo, né nel codice civile, né nella legge professionale, né nel codice deontologico, che sono testi normativi molto più generici, specialmente con riguardo al compenso determinato in ragione percentuale, che rappresenta una novità di pochi anni fa per il nostro Paese.

In assenza di regole sul punto, ovviamente sarebbe bene che il contratto avesse previsto questo aspetto, ma è evidente che un esito del genere magari poteva non essere prevedibile, dal momento che solitamente le vertenze si concludono al loro termine, anche quando terminano transitivamente, oppure è previsto un piano di pagamento ma su un termine più breve.

Difficilmente, immagino, che il contratto possa prevedere qualcosa di specifico, ma va comunque letto e interpretato con attenzione, perché ci possono essere clausole che, pur non riguardando questo tema specifico, sono rilevanti rispetto ad esso, appunto sotto un profilo ermeneutico.

Probabilmente non resta che ragionare in base ai principi generali.

Il compenso a percentuale non è, concettualmente, un patto di quota lite.

Questo significa che il risultato ottenuto dal cliente rileva solo come parametro per la determinazione del compenso dell’avvocato, ma non concreta, né integra, né costituisce la «cosa» su cui può soddisfarsi direttamente l’avvocato.

Infatti, la quota lite è vietatissima dal codice deontologico, perché ritenuta poco dignitosa.

Insomma, un avvocato e un cliente non concordano, quando fanno un patto di compensi a percentuale sul ricavato, che si spartiranno quello che il cliente eventualmente riuscirà a portare a casa ma – è una distinzione concettuale che nella pratica sfuma spesso ma comunque esiste – che il compenso dell’avvocato per il lavoro da lui svolto venga determinato con riferimento non al tempo (ore) spese sulla materia, non sulla base dei parametri, non a forfait, ma sulla base del recuperato o ottenuto, anche solo in via transattiva.

Queste considerazioni vanno accostate al fatto che il tuo avvocato il suo lavoro lo ha già svolto, portandoti alla conclusione della transazione che in qualche modo desideravi, comunque hai accettato, in ogni caso sembra essere vantaggiosa per te. Questo lavoro va pagato, in linea di principio, subito, dal momento che il credito da compenso da contratto d’opera non è soggetto ad un alcun termine e sorge man mano che il lavoro viene svolto.

Il criterio per determinare il quantum del compenso dell’avvocato è fornito da quello che hai recuperato o recupererai ed è indicato nella transazione e corrisponde, sostanzialmente, al valore dell’affare.

Questo è tanto vero che molti contratti di determinazione del compenso a percentuale stabiliscono che, ad esempio, anche in caso di revoca o rinuncia al mandato il compenso si determinerà in base comunque a quello che è il valore dell’affare o a quello che sarà ottenuto dal cliente con un successivo avvocato.

Insomma, con il contratto di determinazione del compenso a percentuale il cliente ha spesso l’impressione di entrare in una vera e propria società con il proprio avvocato, dove si dividono vantaggi e perdite (o situazioni sfavorevoli), mentre in realtà la nostra legislazione è piuttosto contraria a che questo avvenga, almeno in maniera così netta, e, di fatto, ciò non si verifica.

Ora, è chiaro che molto sta anche alla correttezza delle parti del contratto, non so di quali cifre si parli e quali siano le circostanze, ma forse si può trovare un accomodamento che ti consenta di pagare il tuo legale senza dover tirare fuori denaro di tasca tua, o almeno concordare anche nel tuo caso un piano rateale.

La questione non è comunque definibile in modo netto, ma se dovessi proprio scegliere una risposta alla tua domanda originaria ti direi che secondo me, in diritto, è più facile che la soluzione sia che tu purtroppo intanto devi pagare il tuo legale che ha svolto compiutamente il suo lavoro, poi ovviamente si possono cercare accomodamenti tra voi che rendano la situazione più leggera e praticabile per tutti.

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diritto

Modelli di contratto: preventivi.

 

Una richiesta che ricevo periodicamente, ad intervalli più o meno regolari, è quella di un preventivo per la realizzazione di un modello contrattuale, o contratto standard, solitamente per un’azienda, associazione, ente pubblico o impresa individuale.

La buona notizia, in questi casi, è che il preventivo lo sceglie per lo più il cliente, in base al grado di approfondimento e di cura con cui vuole che venga redatto il suo modello di contratto.

Facendo un attimo un passo indietro, c’è da dire che è sicuramente molto consigliabile per tutte le attività che intrattengono rapporti con un pubblico di clienti e di fornitori farsi formulare da un avvocato un contratto tipo da utilizzare, ad esempio, per la vendita, per certi tipi di forniture o in occasione di determinati momenti del loro ciclo produttivo di beni o di servizi.

Questo tipo di assistenza legale, in fase contrattuale, è un eccellente sistema per prevenire i problemi legali.

Ribadita la forte opportunità che i rapporti aziendali siano regolati da contratti di qualità, il particolare livello qualitativo, e quindi l’investimento relativo (non solo di soldi, ma anche di tempo da impiegare insieme al legale per lavorare sulla realizzazione del modello), possono essere diversi.

Ci sono piccoli imprenditori che ad esempio, giustamente, investono 2/300 euro per la realizzazione del loro modello contrattuale e altre aziende, sempre ad esempio, che arrivano a spendere anche 10.000€ per un modello o anche un contratto per un’unica operazione.

Dipende anche dalla fase in un cui si trova l’impresa che vuole munirsi di strumenti contrattuali adeguati. Se l’impresa, ad esempio, ha aperto i battenti da poco, può investire al momento relativamente altrettanto poco per i suoi contratti, per poi approfondire e reinvestire maggiormente in seguito, dopo qualche anno, quando avrà superato il break even e avrà toccato con mano il successo dei beni e servizi che colloca presso il pubblico.

In conclusione, dunque, il preventivo qui lo sceglie il cliente.

Considerando ad esempio che noi – al momento in cui scrivo questo articolo – lavoriamo a 100€ oltre accessori di legge ad ora, moltiplicando tale valore per il numero di ore che il cliente desidera che siano destinate alla cura del modello o del contratto si ottiene l’importo finale del lavoro da commissionarci. Un paio d’ore, appunto, per i modelli più semplici o le imprese appena avviate, sino a 100 e più ore per le operazioni da approfondire maggiormente, con un vasto ventaglio di situazioni intermedie.

Ovviamente, il nostro compito è anche quello di aiutare il cliente a scegliere il grado di investimento che vuole realizzare nel proprio contratto, sulla base di indicazioni provenienti dalla nostra esperienza generale applicata in relazione al caso specifico. Ci sono casi, infatti, in cui è probabilmente sconsigliabile scendere sotto un certo livello o comunque è possibile farlo solo con la consapevolezza di una copertura abbastanza limitata.

Anche in questi casi, comunque alla fine sarà il cliente a scegliere.

Desideri un contratto standard per la tua azienda?

Se vuoi un preventivo su misura, puoi chiedercelo compilando il modulo apposito che si trova nel menu principale del blog, indicando le caratteristiche della tua azienda e descrivendo l’operazione che desideri venga regolamentata dal contratto da sviluppare. Oppure chiama lo studio al numero 059 761926 per prenotare direttamente la tua prima ora di colloquio sul caso.

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Meccanico non riconsegna la moto: che fare?

Nel giugno 2014 portai la mia Buell da visimoto per un tagliando e una perdita d’olio chiedendo un preventivo , lo sto ancora aspettando . il titolare non accetta ragione , non mi ridà la moto , e in più mi chiede 15 € al giorno per il parcheggio …

La tua ricostruzione dei fatti è troppo scarna per poter dire chi effettivamente può aver ragione, se tu a richiedere la riconsegna sic et simpliciter della moto, o se il concessionario ad esercitare il suo diritto di ritenzione.

Sarebbe importante capire, in particolare, cosa è intercorso tra di voi durante tutto questo periodo, difficile pensare che ad esempio non sia mai stata scambiata nessuna mail.

Quindi il primo passo per poter lavorare su un problema del genere è cercare di approfondirlo meglio, per un avvocato è impossibile riuscire a lavorare su una cosa come questa con così pochi dati, o almeno riuscire a lavorarci bene.

Una volta che il caso sarà stato approfondito, e sempre che ci siano almeno discrete basi legali per ritenere che il diritto di ritenzione sia illegittimo, il primo passo per passare alla trattazione concreta del problema è quella di inviare una diffida per iscritto tramite un avvocato.

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Mancata insonorizzazione scoperta dopo 4 anni: si può far qualcosa?

Ho un grosso problema di scarsa insonorizzazione: nel lontano 2011 abbiamo sostituito i pavimenti dell’immobile, purtroppo gli operai quella volta, contando sulla ns. buona fede e ignoranza in materia edilizia, non hanno posato la lana di vetro tra la base ed il massetto. Al piano di sotto l’appartamento risultava sfitto, ma appena son venuti ad abitarci, ci siamo accorti che sentiamo tutto, ma proprio tutto(anche quando copulano)..il che genera forti imbarazzi(trattasi di 3 famiglie con figli piccoli)..ci sono i margini, a distanza di 4 anni per far causa alla ditta che approntò il restauro? Abbiamo speso 19 mila euro(mal spesi evidentemente), ma la sfortuna maggiore è stata essersi accorti tardi del lavoro mal eseguito.
Ci avevano tuttavia detto, in via preliminare, che il massetto isolava acusticamente, ma ciò non è vero!

Il problema è che i vizi di un lavoro andrebbero denunciati entro un certo termine, però nel vostro caso questo termine si può far risalire, forse, al momento in cui li avete effettivamente scoperti, e cioè a quando i locali sottostanti hanno iniziato ad essere abitati.

Questa ricostruzione sarebbe corroborata anche dal fatto che comunque si tratta di vizi per rendersi conto dei quali occorre fare particolari valutazioni tecniche, vizi insomma un po’ diversi da quelli constatabili ad occhio nudo, per i quali alcuni giudici, a volte, ritengono che il termine per la scoperta risalga non al momento in cui l’utente, genericamente, se ne accorge, ma a quello, successivo, in cui acquisisce la valutazione di un tecnico.

Inoltre, sarebbe ulteriormente corroborata dal «dolo» dell’esecutore dei lavori, che aveva sostenuto che l’isolamento si sarebbe prodotto solamente con il cassetto.

In conclusione, si può tentare il recupero del danno che avete subito, nonostante il tempo passato.

Il primo passo è sempre la diffida tramite legale, dopodiché si può valutare, in caso non si siano conseguiti risultati, un ricorso ex art. 696 bis per CTU preventiva.

Attenzione che anche queste pratiche sono poi destinate a tradursi in un recupero crediti, con tutti i possibili problemi di solvenza che ci possono essere in questi casi.

Ti consiglio di leggere attentamente le schede su: diffida, CTU preventiva, recupero crediti. Date un’occhiata anche a quella sulle immissioni o problemi di vicinato.

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Macchinari non ritirati: posso far pagare il deposito?

ho aperto da qualche anno un negozio di vendita ed assistenza di giardinaggio, molti clienti mi portano piccoli macchinari da riparare rasaerba decesplugliatori tagliasiepi ecc , me li lasciano qua per parecchi mesi esempio a fine stagione e li ritirano ad inizio stagione e creandominon pochi problemi di spazzio , pur facendo presente di ritirarli entro 8-10 giorni non se ne curano , il mio quesito : posso chiedere le spese di rimessagio permetto che pago un afitto dei locali che occupo ed esporre un cartello che lo indichi , ho fatto varie ricerche ma sembra piu tutelato il cliente tra garanzie sodisfatto o romborsato tempi super veloci di riparazione ecc

La cosa migliore per tutelarsi in questi casi, non solo per questo aspetto ma anche per altri che potrebbero venire in rilievo, è quella di far sottoscrivere al cliente un foglio d’ordine o modulo, che poi è un vero e proprio contratto, destinato appunto a disciplinare varie eventualità che potrebbero verificarsi e dar luogo ad altrettanti problemi che potrebbero essere adeguatamente prevenuti.

Alcune ipotesi, solo a titolo esemplificativo, per capire la dimensione del fenomeno: che succede se questi attrezzi vengono rubati? Se uno di questi attrezzi prende fuoco danneggiando tutti gli altri? Se la riparazione si presenta molto più complessa di quello che era inizialmente preventivabile? Se il cliente all’atto in cui si presenta per riprendere il macchinario non vuole anche saldare il conto delle prestazioni?

Per tutti questi motivi, vale la pena di fare un investimento una tantum assumendo un avvocato per stendere, dopo adeguata consulenza e approfondimento della situazione, un contratto tipo o standard, da stampare poi su un unico foglio da far sottoscrivere a tutti i clienti che portano attrezzi in riparazione.

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Che posso fare se un artigiano mi chiede il pagamento prima di aver finito i lavori?

Ho fatto eseguire dei lavori presso la mia abitazione da un artigiano, che ho sempre pagato regolarmente, circa un anno fa dopo l’ultimo incontro mi proponeva il pagamento di tutto il rimanente e che sarebbe successivamente passato a sistemare ciò che non era stato eseguito correttamente. Io avevo dato la mia disponibilità al pagamento di una parte previo fattura e il saldo al termine dei lavori. Preciso che non ho pagato perché non ho ricevuto la ft.Ora ricevo una raccomanda dal suo avvocato che mi richiede il pagamento di tutto citando una fattura che non ho ricevuto e chiedendomi spese legali ed interessi altrimenti mi costituirà in mora entro 15 gg. L’avvocato ha inviato la raccomandata ad un mio vecchio indirizzo e sbagliando il mio nome. Posso rispondere che rinnovo la mia disponibilità al pagamento di una parte e il rimanente a lavori eseguiti, o sono in difetto e devo pagare tutto? L’artigiano ha chiuso l’attività e temo non finirà mai i lavori.

Sì, bisogna rispondere sostanzialmente proprio quello, ma ti sconsiglio di procedere a rispondere da sola e ti consiglio di incaricare un avvocato perché ci sono aspetti tecnici che vanno gestiti adeguatamente.

Infatti, occorre esaminare la situazione e soprattutto il contenuto della diffida che hai ricevuto, per poi calibrare la risposta in modo conseguente, spiegando che la fattura comunque non era mai stata emessa e, soprattutto, il pagamento non è stato effettuato in esecuzione dell’eccezione inademplenti non est adimplendum.

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Cosa faccio se il mio avvocato non ha mai depositato il ricorso che gli avevo dato incarico di fare?

ho dato mandato ad un avvocato in data ottobre 2008 per la revoca dell’assegno di mantenimento che verso mensilmente dal 1990 alla mia ex moglie e figlia, dato che ambedue lavorano a tempo indeterminato. Attualmente ho una nuova famiglia ed un figlio minore, essendomi risposato. A tutt’oggi il mio avvocato non ha ancora depositato i documenti al tribunale per la revoca, come posso tutelarmi? Premetto che ho saldato il mio avvocato di quanto richiesto con due assegni. A chi mi devo rivolgere affinché vengano tutelati i miei diritti?

La cosa migliore è aspettare altri sei anni, sicuramente questo avvocato sta per depositare il ricorso, anzi magari lo ha fatto proprio stamattina.

Scherzi a parte, se il tuo avvocato, questo che avevi incaricato, ha *immotivatamente* omesso di fare il lavoro per cui lo avevi incaricato e per cui ti aveva anche richiesto un anticipo, non solo puoi richiedere la risoluzione dell’incarico ma anche il risarcimento del danno che ti è derivato dal mancato svolgimento dell’opera, anche se in una materia come questa potrebbe essere molto difficile la quantificazione perché bisogna capire che cosa avrebbe potuto potenzialmente decidere il giudice al riguardo.

A chi ti devi rivolgere: ovviamente un altro avvocato, però questa volta cerca di sceglierlo con cura, prendendone uno che, nonostante le difficoltà lavorative quotidiane che abbiamo tutti, comunque *consegna* i servizi per cui è stato incaricato e che ti possa dare garanzie di serietà.

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Quello dei web developers è un contratto d’opera?

Mi e’ sorto un dubbio sul contratto d’opera e cioe’: nella giungla del web development si possono applicare le stesse regole del contratto d’opera? In particolare l’art. 2224 del c.c. secondo il quale al professionista viene chiesta un’esecuzione della sua attivita’ a “regola d’arte”. Nel caso specifico si tratta solo di una porzione di lavoro (per la quale si chiede che venga eseguita a “regola d’arte) poiche’ al progetto prendono parte altri professionisti (programmatori, grafici ecc.). Pero’ non sono sicura se un web developer, un software engineer, un graphic designer sono prestatori d’opera.

La risposta è positiva, anzi nel caso di artigiani come le figure tipiche di chi lavora nel web come designer, sviluppatore, community manager, progettista e così via sono quasi sempre proprio contratti d’opera, anche se l’inquadramento dipende ovviamente dalle circostanze del caso. Nel caso in cui si tratti di contratto d’opera, si applicano ovviamente le regole relative.