Il primo problema della lotta al greenpass sono le capacità cognitive
di coloro che questa lotta devono farla e la qualità delle
informazioni di cui dispongono.
É una verità antipatica, ma andava detta e andava detta subito.
Nei giorni scorsi é stata fatta circolare con convinzione questa vera
e propria «bufala»:
«Draghi ha firmato un DPCM per il Green Pass, non un decreto legge
deliberato dalle Camere.
Non è possibile istituire un obbligo di tale portata per DPCM e
neanche per decreto legge: la nostra Costituzione lo vieta!
Lo prevede solo dopo la delibera di una legge approvata dalle due
camere e pubblicata sulla Gazzetta ufficiale.
E infatti, Il testo del DPCM di Draghi, per scritto non cita mai che è
obbligatorio.
Ma a parole si sta facendo credere che l’obbligo ci sia e che entri in
vigore dal 5 agosto.
Il green pass, quindi, non è obbligatorio, non è una legge e, allo
stato attuale non ha nessun valore, come invece vogliono far credere.
Si tratta invece dell’ennesimo esperimento sociale, perché vogliono
farvi preoccupare preventivamente sul fatto che non potrete fare nulla
se non lo avete.
Ovvio però che, se la gente lo accetta il suo uso verrà esteso sempre
di più, perché puntano alla “consuetudine”, dove non possono arrivare
con la legge.
Il DPCM, infatti, non cita in nessuna parte in modo esplicito
l’obbligo, perché violerebbe palesemente gli art. 13 e 16 della
Costituzione.
Così come chiunque lo richieda e lo ponga come obbligo allo stato
attuale violerebbe i due articoli della Costituzione…»
Questa é una congerie di cazzate. Sia sufficiente esaminare il primo paragrafo:
a) il provvedimento non è stato affatto un dpcm, ma un decreto legge;
io te l’avevo detto, ne ero certo, perché ne parlava il sito dello
stesso governo, quindi era una informazione disponibile correttamente;
b) i decreti legge sono atti del governo e non sono “deliberati dalle camere”.
Io non so chi abbia scritto queste merdate, anche se sembrano l’opera
di un bambino di dodici anni semplicemente intenzionato a prendere in
giro un mondo di adulti che stavano per lui diventando un po’ troppo
isterici, il punto piuttosto é vedere quanto questa vera e propria
catena é stata fatta circolare e con quale convinzione contenesse
notizie utili quando invece è solo uno sproloquio.
Quindi la prima consapevolezza da prendere é che mancano la formazione
e le capacità cognitive che servirebbero per questa battaglia.
Partire dal sapere di non sapere diventa quindi il primo passo per
avere qualche speranza di impostare le cose con un minimo di
costrutto.
Le boiate che girano sono tantissime, affidati solo a fonti
qualificate e che ritieni possano essere degne di fiducia, che di
solito non trovi sui social – anche per questo ho deciso per questa
importante fase di restare solo nel blog.
Ovviamente, non è che dall’altra parte le capacità cognitive siano
migliori, ma in quel caso tanto meglio, a me interessa la battaglia a
favore della libertà vaccinale, non certo quella per l’adesione
acritica a tutto quello che fa il governo.
Conclusioni
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