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Condono denegato: gli oneri vanno restituiti?

> Condono edilizio in caso di diniego alla concessione in sanatoria e demolizione del manufatto abusivo il Comune deve restituire gli oneri concessori con i relativi interessi legali?

1. In presenza di un diniego alla concessione in sanatoria e di una conseguente demolizione del manufatto abusivo, il Comune a mio giudizio è tenuto a restituire gli oneri concessori con i relativi interessi legali.

2. La restituzione degli oneri concessori è prevista dall’art. 44 del D.P.R. 380/2001, in base al quale il Comune ha l’obbligo di restituire gli oneri concessori qualora la domanda di condono edilizio non venga accolta.

3. La restituzione degli oneri concessori può essere effettuata in forma diretta o indiretta, in base al principio per cui il Comune deve restituire all’interessato tutto quanto ha percepito in relazione al procedimento di condono edilizio.

4. La restituzione degli oneri concessori deve avvenire con gli interessi legali calcolati dal momento della percezione della somma da parte del Comune fino alla data di restituzione.

5. In caso di diniego alla concessione in sanatoria, il Comune è tenuto a restituire entro 30 giorni dal diniego, salvo il caso in cui l’interessato richieda la restituzione in forma indiretta.

6. Qualora il Comune non restituisca gli oneri concessori con gli interessi legali entro 30 giorni, l’interessato può proporre un ricorso al Giudice Amministrativo per ottenere la restituzione.

7. Il ricorso al Giudice Amministrativo è la via più efficace per richiedere la restituzione degli oneri concessori con gli interessi legali in caso di diniego alla concessione in sanatoria.

Prima di ricorrere al TAR, ovviamente, è meglio far spedire una formale diffida da un avvocato.

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Indennità di maternità richiesta indietro: va restituita?

Ho ricevuto una lettera da parte dall’INPS, che mi richiede corrisposte indennità di maternità non spettanti, mi si dice inoltre di un’altra avviso spedito nel 2014 mai ricevuto…ho partorito nel 2012,non sapevo nulla di questo indebito…come devo comportarmi?

[la risposta è nel podcast]

con l’intervento dell’avv. Fabrizio Scalisi

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Compenso dell’avvocato: devo pagarlo anche se perdo?

Ho perso un ricorso al TAR, non avendo fiducia nell’avvocato che mi ha seguita, ho deciso di fare ricorso al Consiglio di Stato e mi sono fidata di un altro legale. Ho vinto questo ricorso e ora il legale che mi ha seguita al TAR mi chiede il pagamento del suo onorario perché insinua che nel ricorso al TAR lui ha trattato le motivazioni che sono state trattate dal legale che mi ha fatto vincere. premetto che prima di depositare tale ricorso avevo saldato quanto mi aveva chiesto! in realtà non era competente per la materia, e il nuovo legale ha dovuto modificare l’impianto del ricorso cercando di modificare quanto da lui scritto per correre ai ripari!

Con la tua domanda introduci diversi aspetti molto diversi tra loro.

Il primo riguarda la debenza del compenso dell’avvocato anche in caso di esito negativo di un procedimento, sul quale ovviamente c’è da dire che un legale, se ha lavorato bene, cioè senza errori specifici, deve essere pagato anche se l’esito della causa è negativo, perché nessun avvocato garantisce il risultato che si aspetta il cliente, anche perché al riguardo ci sono mille variabili che possono intervenire, la prevedibilità è difficile e così via. Salvo, ovviamente, il caso del compenso a percentuale, che però deve essere specificamente concordato e approvato per iscritto.

Resta da vedere, dunque, se il legale che ha seguito il primo grado ha svolto correttamente il suo lavoro o ha commesso errori o si è reso responsabile di negligenze o altri fatti che possano essere fonte di responsabilità nei confronti del cliente, tali da annullare in tutto o in parte, o addirittura sopravanzare, il diritto al compenso.

Questo è un accertamento da svolgere in concreto, esaminando il fascicolo del procedimento, cosa per la quale devi necessariamente, se vuoi procedere, acquistare una o più ore di lavoro da parte di un altro avvocato che svolga appunto questo esame. In generale, senza quindi poter dire di più non avendo esaminato i documenti, posso dire che mi sembra difficile che la difesa in primo grado fosse stata completamente sbagliata, perché in secondo grado non è che si possa correggere più di tanto, quindi il discorso del primo legale potrebbe anche essere vero. Per saperlo con certezza, bisognerebbe, appunto verificare.

Il secondo profilo che introduci riguarda il fatto che questo avvocato tu lo avresti già saldato, prima di cambiare studio, e che quindi il primo legale, in sostanza, ti starebbe chiedendo i soldi due volte. Si tratterebbe, ovviamente, di una cosa che, se fosse fondata, sarebbe molto grave. Devi però guardare anche qui alla documentazione del primo pagamento che hai effettuato. Intanto, con quali mezzi è stato effettuato? Mezzi tracciabili, come un assegno o un bonifico, o mezzi non tracciabili come i contanti? Poi, hai una ricevuta del pagamento, una fattura quietanzata?

Ti conviene rivolgerti ad un legale per fare chiarezza e aiutarti a definire ogni pendenza con il primo legale che ti aveva assistito davanti al TAR.