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Patrocinio gratuito non accettato: che fare?

sono una donna che percepisce unicamente l’assegno di mantenimento (per me e per mia figlia minore) di 800 euro mensili. Per procedere con l’atto di divorzio, necessito del patrocinio gratuito che mi è stato negato dall’ordine degli avvocati di Bologna poiché alla domanda ho allegato il mio ISEE che supera il tetto per l’ammissione. In realtà ciò è dovuto al fatto che viene conteggiato nel compito il valore della casa coniugale in cui risiedo di cui è proprietario il mio ex marito. Quale altro documento posso esibire visto che l’ISEE (che ho letto non essere valido per tale proposito) non corrisponde alla mia situazione economica?
Non percepisco altri redditi e non posso sostenere la cifra chiestami dal mio legale (3000 euro per la causa di divorzio)

È una domanda che sarebbe bene rivolgere all’ordine degli avvocati che ti ha rigettato la domanda in prima battuta, illustrando adeguatamente la situazione.

Non esistono, in materia di patrocinio a spese dello Stato, solide prassi condivise, ogni ordine a un po’ a modo suo, quindi il problema va affrontato in concreto.

Più in generale, l’istituto della difesa dei non abbienti funziona molto male nel nostro Stato, ti conviene cercare magari un avvocato disposto a patrocinarti in regime ordinario, magari praticandoti uno sconto.

Il nostro studio, ad esempio, per chi ha reddito inferiore a 10.000€ annui, senza mettere di mezzo troppa burocrazia, pratica tariffe dimezzate su molte pratiche, comprese separazioni e divorzi.

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Quota di casa in eredità: influisce sul reddito?

mia suocera e’ deceduta lasciando una casa di sua proprieta’ esclusiva di cui diverranno eredi mio suocero e I suoi 4 figli ,I miei suiceri vivevano in divisione dei beni ,la casa di famiglia dove vive mio suocero e ‘ di sua esclusiva propieta’ .detto moo questo volevo sapere se la quota della propieta’ indivisa di cui mio marito diverra’ propietario con la successione incidera’ sul nostro reddito familiare

Innanzitutto, bisognerebbe capire a quale fine lo chiedi, se, ad esempio, ai fini delle imposte sui redditi o, sempre ad esempio, ai fini ISEE, per la concessione di benefici e la determinazione di tariffe e così via, perché la risposta può variare.

Ad ogni modo, peraltro, si tratta di aspetti che non rientrano nelle materie di cui sono esperti gli avvocati. Nel caso delle imposte sui redditi, bisognerebbe chiedere ad un commercialista.

Quello che, come civilista, ti posso dire è che con ogni probabilità sulla casa familiare ci sarà il diritto di abitazione del coniuge superstite, cioè tuo suocero, ai sensi dell’art. 540 del codice civile, quindi la quota di comproprietà della casa in capo a tuo marito è in realtà una nuda proprietà, che non gli consente di godere dell’immobile in alcun modo, né direttamente abitandolo (sia pur compatibilmente con gli altri comproprietari), né percependo un canone di locazione, sia pure solo in parte.

Si tratta, insomma, di una proprietà al momento solo «potenziale» e non fattuale.

Se e come questo possa riflettersi sugli aspetti che a te interessano relativi al cumulo del reddito non lo so e non lo posso sapere, anche perché la domanda non è stata formulata in modo completo.

Se vuoi approfondire, valuta di acquistare una consulenza, anche se non credo proprio che ne possa valere la pena, probabilmente può essere più interessante parlare con il professionista che vi segue per le denunce dei redditi. Ti raccomando, con l’occasione, di iscriverti alla newsletter del blog, o, se non ti piace la mail, al gruppo Telegram, in modo da non perderti importanti e utili aggiornamenti quotidiani.

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Posso uscire dal nucleo familiare se non ho un altro posto dove andare?

vivo ancora con i miei (padre pensionato madre casalinga) e sono disoccupato di lunga durata.
A seguito di un tirocinio di lavoro a cui ho partecipato, contenti del mio operato, sarebbero intenzionati a richiamarmi in un possimo futuro previo progetto della Regione. Il problema però è l’ISEE, non tanto per reddito che ovviamente non ho in quanto disoccupato, ma per patrimonio, che sommato a quello dei miei, mi esclude. Ora, questi risparmi sono frutto di ex lavoro dipendente e quindi già pluritassati, mica rubati. Tolto il fatto che io non ritenga giusto essere penalizzato da ciò in quelle rare opportunità lavorative che si presentano dati i tempi, pensavo di uscire dal nucleo familiare e costituirne uno solo mio. Il punto è che non ho altro indirizzo presso cui andare, né un’amica/o disposto ad accettarmi per l’eventuale cambio di residenza. C’è quindi altro modo per uscire dal mio nucleo attuale familiare ?

Il sistema ha una sua logica di base, che in alcuni casi particolari, come spesso avviene applicando il diritto, può portare a conseguenze sentite come ingiuste o effettivamente inique.

Però è evidente che non puoi risolvere il problema sovvertendo questa legislazione, che, ripeto, ha una sua logica di base perché è evidente che alcuni benefici previsti dalla legge vanno riservati ai più meritevoli altrimenti si finirebbe per non poterli dare più a nessuno.

Detto questo, nel tuo caso l’unico sistema per poter formare un nucleo familiare per conto suo senza trasferire la tua residenza altrove potrebbe forse essere quello di presentare una pratica edilizia, dopo averne adeguatamente verificato i presupposti, che non è affatto detto che ci siano, per lo sdoppiamento dell’unità immobiliare dove vivi adesso con i tuoi e l’ottenimento di un nuovo numero di interno che probabilmente – e anche questo andrebbe adeguatamente verificato presso gli uffici comunali – ti consentirebbe di avere uno stato di famiglia per conto tuo.

Chiaramente, si tratta di una pratica con oneri non trascurabili che probabilmente la rendono, quand’anche fosse praticabile, del tutto sconveniente, ma puoi se credi approfondire più in concreto con l’aiuto di un tecnico.

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Stato di famiglia: può essere diverso se abito con mia madre?

Buongiorno, le espongo la mia situazione. Abitavo con mia madre in un alloggio ATER (case popolari), poi sono uscita di casa e sono andata ad abitare da sola. Adesso sono incinta e sono sola, quindi ho chiesto di poter tornare a casa di mia madre e mi sarà concesso, a quanto pare. Quello che mi interessa sapere è se poi il nucleo familiare sarà obbligatorimente con mia madre o io e mia figlia possiamo costituire un nucleo a parte; lo chiedo perchè per le varie domande in cui è richiesto l’Isee la situazione cambia se devo dichiarare anche quello di mia madre oltre al mio. 
In effetti posso dirti che per il certificato ISEE si fa riferimento al nucleo familiare dei residenti nella stessa abitazione, il quale emerge dallo stato di famiglia.
Questo, in particolare, riporta la cd. famiglia anagrafica, definita dal DPR 223/89 come: “un insieme di persone legate da vincoli di matrimonio, parentela, affinità, adozione, tutela o da vincoli affettivi, coabitanti od aventi dimora abituale nello stesso Comune. Una famiglia anagrafica può essere costituita da una sola persona.”
Questo tipo di iscrizione anagrafica era basata, precedentemente alla riforma del diritto di famiglia, sul “capofamiglia”.
Attualmente, vi è un intestatario della scheda di famiglia anagrafica, che di solito coincide con il richiedente l’iscrizione anagrafica presso il Comune.
Se lei vuole “distaccarsi” dalla famiglia anagrafica di origine, deve semplicemente richiedere una nuova iscrizione anagrafica presso il Comune dove risiede o altro Comune, dopo aver trasferito però la residenza.
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Perché se convivo ho lo stesso stato di famiglia?

Convivo da due anni con la mia ragazza. All’anagrafe del mio comune di residenza siamo stati registrati sotto lo stesso stato di famiglia, lei è l’intestataria scheda e poi ci sono io, ma nessuno dei due ha firmato ad esempio una dichiarazione di accettazione presso la stessa residenza dell’altro o qualcosa di simile. Questa situazione ci danneggia a mio parere perchè quando si tratta di dover effettuare dei pagamenti o compilare il modello ISEE veniamo considerati alla pari di due coniugi e come tale paghiamo o veniamo conteggiati, mentre quando si tratta di ottenere qualcosa non siamo riconosciuti o non abbiamo diritto. La mia domanda è la seguente: possiamo venire registrati sotto due stati di famiglia diversi pur abitando nella stessa abitazione? In questo caso che cosa devo presentare o chiedere presso l’anagrafe per ottenere la rettifica dei nostri dati? 

Il certificato di stato di famiglia attuale (cioè riferito ad una persona residente alla data odierna) viene rilasciato allo sportello dell’Ufficio Anagrafe e la consegna è immediata. Di norma è in bollo tranne per gli usi per i quali la legge prevede l’esenzione.

Lo stato di famiglia rispecchia la composizione della famiglia ai soli fini anagrafici.

Lo stato di famiglia indica, pertanto, tutte le persone che hanno residenza in una determinata abitazione.

Per rispondere alla tua domanda, quindi, posso dirti che non potete ottenere due stati di famiglia diversi e separati. In realtà, dal punto di vista dell’ISEE, che è uno strumento per gestire l’erogazione di aiuti e sostegni alle famiglie, è giustissimo che siate considerati come due coniugi, proprio perché siete una famiglia che non ha niente di diverso da quelle di coloro che sono uniti in matrimonio, visto che condividete le vostre risorse e dividete le spese che ci sono da affrontare.

Nè potreste trasferire, uno dei due, fittiziamente la residenza altrove, perché questo concreterebbe un illecito commesso al fine di conseguire ingiustamente aiuti che non vi spettano.