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comunicazioni

Noi stiamo bene e lo studio é operativo.

Post per gli amici che mi stanno scrivendo preoccupati e che ringrazio sin da ora per le premure.

Io vivo e lavoro a Vignola di Modena; qui la situazione è, per il momento, molto tranquilla.

A Vignola c’è il fiume Panaro, attualmente in situazione di piena ordinaria. Il paese é diviso in due, le basse, più vicine al fiume, comunque al momento non interessate da alcuna problematica, e le alte, dove vivo io.

Tutti i miei familiari, i colleghi e il personale dello studio, grazie a Dio, stanno bene.

Lo studio é regolarmente aperto e funziona a pieno ritmo.

Ovviamente, se hai bisogno di me per motivi professionali, ti sconsiglio di metterti in viaggio, specie se vieni dalla Romagna, e, prudenzialmente, almeno per questi giorni, concordare un appuntamento in videocall o telefono.

Io sono molto tranquillo, in caso di problemi sarò alla peggio salvato dalla mia nutrita collezione di bambole gonfiabili che, dal primo piano di casa mia, mi porteranno deliziosamente sino al più vicino punto di raccolta della sempre efficiente protezione civile.

Un pensiero per tutti i miei conterranei emiliani e romagnoli che si trovano in situazioni difficili, pericolose e in qualche occasione anche tragiche: li ricorderò con le loro intenzioni nelle mie preghiere e chiedo anche a te che mi leggi una preghiera per loro.

Che Dio li aiuti e ci aiuti tutti.

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riflessioni

12 cose su come mandare una domanda nel gruppo separazione, divorzio, affido e altri problemi di famiglia.

1) Il gruppo si trova su facebook a questo indirizzo
https://www.facebook.com/groups/separazionedivorzioaffido/.

2) Ovviamente partecipare al gruppo e mandare domande é completamente gratuito.

3) Al gruppo possono partecipare sia persone comuni, che si trovano ad affrontare una situazione familiare, sia avvocati disposti a dare qualche primo spunto ed eventualmente a pubblicare articoli di interesse generale.

4) Il gruppo é stato aperto e viene gestito da me insieme a un team di colleghi che fanno da moderatori. Mi occupo da oltre 25 anni di diritto di famiglia e sono autore del libro «Come dirsi addio» per Vallardi editore.

5) Per mandare una tua domanda, puoi usare diversi metodi, a partire dalla scrittura di un post in cui figuri col tuo nome e cognome.

6) Se non vuoi comparire col tuo nome e cognome, per evidenti ragioni di riservatezza, puoi pubblicare un post in forma «anonima»: dalla home page del gruppo clicchi su post anonimo e scrivi.

7) In alternativa ad un post nel gruppo puoi contattarmi tramite il blog a questo indirizzo https://blog.solignani.it/info/contatti/.

8) Un altro modo ancora é quello di collegarti ad avvocati dal volto umano su TikTok e lasciarmi la tua domanda come commento sotto il post apposito, a questo indirizzo https://vm.tiktok.com/ZMN3GdJ2K/.

9) Nel caso di TikTok, probabilmente ti risponderò prima e con un video.

10) In tutti i casi, mandare la tua domanda é completamente gratuito. Se anziché mandare una domanda vuoi subito una consulenza di tipo professionale, puoi acquistarla direttamente da qui
https://blog.solignani.it/assistenza-legale/consulenza/ .

11) Per avere un appuntamento con me, puoi chiamare la mia assistente al mattino al numero di studio 059 761926, se non ti risponde subito puoi lasciarle un messaggio in segreteria. .

12) Il mio studio é a Vignola di Modena: se sei comodo, puoi venire di persona, se sei lontano posso seguirti ugualmente tramite
videoconferenza. .

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riflessioni

20 cose su quanto costa un avvocato.

1) In materia di compensi degli avvocati, chi non è dell’ambiente si avvicina quasi sempre ad un legale terrorizzato da risalenti e diffuse storie dell’orrore, in cui si narra come il tal dei tali, ad esempio, abbia dovuto pagare 5.000€ per una sola telefonata ad un avvocato.

2) Molte persone, che pur ne avrebbero bisogno, rinunciano addirittura a rivolgersi ad un avvocato per paura di essere dissanguate.

3) In realtà, se é vero che i servizi legali non costano poco, é anche vero che quelle storie sono vere e proprie esagerazioni, ma
soprattutto che esiste una soluzione molto semplice: acquistare sempre un servizio legale sulla base di un preventivo chiaro e magari per iscritto.

4) A Modena si dice «sta meglio un topo in bocca a un gatto che un cliente in mano ad un avvocato» – ma per fortuna non deve per forza essere sempre così ?.

5) Ogni avvocato deve dare la massima chiarezza possibile sui costi dei propri servizi al cliente: questo serve sia al cliente che all’avvocato stesso, che, se riesce a essere preciso sui costi, scopre presto di «vendere» e convertire molto di più.

6) La chiarezza, dunque, é un vantaggio sia per i clienti, che possono acquistare con tranquillità i servizi di cui hanno bisogno, sia per gli avvocati, che così trovano molte più occasioni di lavoro.

7) Una politica tariffaria professionale basata sulla chiarezza é una grande strategia di leadgeneration e marketing, come insegno agli avvocati che seguo nel mio coaching.

8) Il cliente ha diritto ad avere un preventivo scritto; in questo preventivo l’avvocato deve indicare anche, sia per obbligo di legge che deontologico, la compagnia di assicurazione che copre i suoi eventuali errori nei confronti del cliente.

9) Quasi nessun avvocato adempie all’obbligo di indicare la compagnia assicurativa nei preventivi, pur previsto da due ordini di norme, e questo è male e denota per l’ennesima volta la tradizionale sciatteria marketing-wise della categoria: offrire una garanzia serve sempre a vendere di più!.

10) I clienti ritengono che gli avvocati siano sgradevoli e
insopportabili, gli avvocati pensano la stessa cosa dei clienti ed entrambe le cose sono verissime nella maggior parte delle situazioni, tuttavia nessun rapporto, nemmeno quelli professionali, può mai basarsi sul puro antagonismo e sull’antipatia: occorre lavorare sulle cose che uniscono – i clienti devono riconoscere il valore degli avvocati e viceversa.

11) Ci sono dei temi, come la chiarezza sui costi, che sono di convenienza comune: questo è fondamentale da capire prima di tutto per gli avvocati.

12) I preventivi redatti sulla base dei parametri forensi previsti dalla legge da questo punto di vista non funzionano, perché non danno chiarezza sufficiente al cliente, che non è neanche in grado di «leggerli» adeguatamente e finisce così per non fidarsi del proprio avvocato a riguardo e ad avere sensazioni negative che certo non lo inducono a confermare.

13) Per questi motivi, non ho mai usato i parametri forensi – che rappresentano davvero il nulla, non li usano nemmeno i giudici quando fanno le loro liquidazioni – ma preferisco usare la tariffazione oraria o flat.

14) La tariffazione oraria è autoesplicativa, quella flat é un modo di tariffazione a forfait e può, ulteriormente, essere di due tipi a seconda della situazione: a corpo per l’intero lavoro o su base annuale.

15) É a corpo quando il lavoro è già determinato, ad esempio una separazione consensuale, mentre é su base annuale quando la durata é molto più incerta, ad esempio una separazione giudiziale che può durare anni.

16) Esiste anche un altro metodo tariffario che é il compenso a percentuale o parametrato al risultato, di cui parlerò meglio in un altro post.

17) In ogni caso, con questi sistemi, finalmente il cliente può sapere in anticipo che cosa va a spendere, non in modo assolutamente preciso, perché ad esempio non sai quanti anni dura una causa, ma certamente nella misura massima possibile, potendo sapere ad esempio che più di tanto all’anno non spende.

18) Se vuoi approfondire il funzionamento dei miei preventivi di tipo flat, c’è una puntata di radio solignani podcast dedicata
all’argomento che ti invito ad ascoltare, iscrivendoti ovviamente anche al podcast per ricevere automaticamente tutti i nuovi episodi.

19) I preventivi sono gratuiti, ma i preventivi si possono fare solo quando il cliente sa già il lavoro che ha bisogno di fare: se, invece, il cliente non lo sa e l’avvocato deve aiutarlo a capirlo, allora il cliente deve prima acquistare una consulenza, cioè tempo e attenzione dell’avvocato sulla sua situazione – questo è un aspetto che molti clienti non colgono, o vorrebbero non cogliere, ma é molto importante e non accantonabile. .

20) Accanto ai preventivi, ci sono una serie di servizi legali che possono essere «pacchettizzati» una volta per tutte così se il cliente sa già cosa gli serve può acquistarla direttamente senza nemmeno bisogno di chiedere prima un preventivo – nel mio sito c’è una sezione «shop» in cui ho pacchettizzato decine di servizi legali, e che incremento man mano, che appunto possono essere acquistati
direttamente.

? ti serve assistenza legale professionale? Chiama adesso il n. 059 761926 e prenota il tuo appuntamento.

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Il mio intervento alla manifestazione di mod …

Il mio intervento alla manifestazione di
modenalibera di stasera al parco Novi Sad a Modena sul tema greenpass per i lavoratori e su come affrontare, più in generale, questo periodo difficile.

Clicca per vedere il video e non dimenticare di iscriverti al mio canale youtube:

Il mio intervento in diretta streaming alla manifestazione di Modena Libera di questo pomeriggio di sabato 18 settembre 2021 per parlare di green pass, decre...
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pillole

Dovete tutti sucare! «Modena al terzo posto …

Dovete tutti sucare!

«Modena al terzo posto tra le città mondiali del buon cibo»

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pillole

Ieri ho pagato 330 euro di tassa di iscrizion …

Ieri ho pagato 330 euro di tassa di iscrizione annuale al mio albo di Modena come cassazionista.

Speriamo che la cassa mi dia i 600 di petulanza, cosi’, stando un po’ a dieta, mi potro’ iscrivere anche l’anno prossimoh!!!1!

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pillole

== IMPORTANTE == Modenesi e abitanti di tutte…

== IMPORTANTE == Modenesi e abitanti di tutte le altre zone rosse da domani 8 marzo chiusi dentro alla provincia.

Leggi il post, scarica e leggi il decreto e fai girare.

? commenti non qui ma sotto al post del blog, in modo che siano utili a tutti.

coronavirus modena vignola zonerosse

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counseling

Mentalizzazione: il principale ostacolo alla felicità.

Qui a Modena c’è un detto di profonda saggezza: «piú studiano, più diventano ignoranti».

É una considerazione talmente esatta da sembrare quasi una delle svariate leggi dell’anima messe a fuoco dall’uomo nel corso dei secoli, specialmente con il contributo dei più evoluti.

Significa che lo studio, l’applicazione nell’intelletto, determina mentalizzazione: il centro della vita di una persona, la sua angolazione, il punto di vista da cui guarda gli altri e il resto del mondo «sale» dal cuore alla testa, perde gli infiniti cardiaci e si va a incastrare nelle gabbie della mente.

La persona mentalizzata – a star bassi, il 90% di chi vive oggigiorno – perde la compassione, la capacità di perdonare, la gratitudine, la contentezza e la consapevolezza del momento presente, per guadagnare il giudizio, che é un processo altamente tossico per l’anima.

«Il Signore conosce i pensieri dell’uomo: non sono che un soffio

(Salmo 94, 11)

Questa è l’«ignoranza» degli studiati: gente che va in alto, entra nel mondo astratto della mente, diventa brava a progettare e a lavorare, ma perde la capacità di percepire lo stato d’animo di chi le si trova di fronte, pone come obiettivo di fare quel che «é giusto», anche se questo fa sanguinare l’anima, la loro e quella di coloro che gli stanno intorno.

É il paradigma inverso a quello dettato dal maestro Yeshua: sacrifici, non misericordia.

Un tempo le persone così erano poche, ma oggi, con il benessere generalizzato e l’accesso all’istruzione disponibile a tutti, impostato solo sulla mente e non su anima e corpo, che invece sarebbero molto più importanti, più del 90% delle persone sono così, mentalizzate.

Questa è una delle cause principali di sofferenza e insoddisfazione per l’uomo che vive oggi in Occidente.

Clicca di seguito per valutare un percorso di counseling.

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diritto Modena Vignola e dintorni

Le mie indicazioni per le vittime dell’alluvione di Modena.

L'alluvione a Bastiglia.
L’alluvione a Bastiglia.

Introduzione.

In questi giorni sto ricevendo molte richieste da amici della bassa modenese [1] che, purtroppo, hanno subito danni anche ingenti, per sapere se e come possono ottenere un risarcimento.

Penso valga la pena fare qualche osservazione al riguardo, che magari può essere utile a tutte le persone che purtroppo si trovano in questa situazione.

Chiaramente, si tratta solo di alcuni primi spunti, mentre ogni caso andrà poi adeguatamente approfondito e valutato secondo le sue peculiarità, come sempre.

Anche perché, come dirò, è estremamente probabile che la nostra classe politica faccia una apposita nuova legge, che, come avviene di solito in occasione di grandi tragedie, sarà di puro marketing quando non addirittura di truffa, di cui però occorrerà nonostante ciò tenere conto dal punto di vista legale.

Le assicurazioni sulla casa generalmente non servono.

Molti pagano un’assicurazione sulla casa e si chiedono se non sia possibile usarla.

Quasi tutte le assicurazioni, però, da sempre escludono espressamente dalla risarcibilità, con apposite clausole, i fatti che sono conseguenza di fenomeni di massa su larga scala, come ad esempio terremoti, eruzioni, avversità atmosferiche e, appunto, inondazioni.

Se ci guardate, questa clausola c’è probabilmente anche nella vostra assicurazione, di solito contenuta nelle condizioni generali.

Alcuni mi hanno chiesto se clausole di questo tipo, che limitano molto la risarcibilità, non siano da considerare vessatorie e, di conseguenza, invalide a norma del codice civile o del consumo.

La risposta, però, è negativa, almeno da parte dei giudici che si sono occupati di questioni simili [2].

C’è un motivo «tecnico» che forse vale la pena accennarvi: il fatto è che queste clausole riguardano la determinazione dell’oggetto del contratto, che nell’assicurazione è sempre il rischio garantito, e come tali sono sempre libere e lasciate all’autonomia delle parti.

Per cui direi che fare richieste danni alle assicurazioni sia probabilmente inutile e chi dovesse portare la vertenza anche in tribunale, magari con l’assistenza di un avvocato che la dovesse vedere diversamente, rischierebbe anche di venire condannato alle spese, aggiungendo al danno anche la beffa, un evento che nel nostro sistema giudiziario è tutt’altro che raro.

Vi consiglio comunque di controllare con cura e attenzione il vostro contratto di assicurazione, per vedere cosa dice sul punto.

In caso di dubbi, potete chiedere al vostro assicuratore o, preferibilmente, ad un avvocato.

Se volete, se mi trascrivete (dovete mettere parola per parola, facendo una trascrizione letterale, indicando anche qual è la compagnia di assicurazione) nei commenti qui sotto la clausola del vostro contratto, sono disponibile a dirvi come secondo me si potrebbe «leggere» e se potrebbe esserci copertura o meno.

La polizza «calamità naturali».

Fa eccezione al discorso di cui sopra il caso di quelli che hanno una polizza specifica, chiamata appunto contro le «calamità naturali», che copre in caso di terremoto, inondazioni, alluvioni e casi simili.

Questa assicurazione può essere stipulata con polizza a parte, oppure essere un’appendice alla polizza della casa.

Controllate dunque se avete questa forma di assicurazione e, in caso affermativo, potete attivarla per il risarcimento del danno.

Anche in questo caso vi dico, a costo di apparire interessato, che è preferibile farlo tramite un avvocato serio e competente piuttosto che da soli, specialmente se il danno è di un certo importo. I termini di prescrizione per la denuncia e per l’azione successiva non sono trascurabili, inoltre è importante anche la formulazione della richiesta danni.

La responsabilità dello Stato e degli altri enti pubblici.?

A parte le assicurazioni, inutilizzabili per quasi tutti i danneggiati, a mio giudizio, un modo più probabilmente fondato di coltivare queste richieste danni sarebbe rivolgerle agli enti pubblici che hanno omesso di svolgere le dovute attività di prevenzione, sotto tutti i profili in cui era necessario svolgerle, controllo dei fiumi ma anche degli animali.

Mi capita di leggere su facebook questo onesto e sentito intervento di Roberto Adani, che è stato sindaco della mia Vignola per due mandati, prima dell’amministrazione attuale, che credo illustri correttamente la situazione sotto tutti i profili toccati:

Siamo un paese che si muove, si commuove si mobilita sull’emergenza, l’ultima volta che abbiamo messo qualche euro sui fiumi è stato nel 1995 per l’allora alluvione del Po, l’Aipo allora costituita, non ha mai avuto i soldi nemmeno per pagare gli stipendi dei pochi dipendenti, per cui ha pianificato tanti interventi mai realizzati, gli argini del Panaro a Vignola per quel che è rimasto sono quelli dei primi del novecento. Quindi non è che non si è fatta manutenzione l’ultimo anno, i fiumi sono rimasti una competenza e responsabilità indefinita. I sindaci non hanno nessuna competenza sulle aste fluviali, la competenza è condivisa tra regioni e Stato, andrebbero gestiti sull’intero bacino perché è chiaro che ciò che si fa a monte si ripercuote a valle del bacino fluviale che nel caso del Secchia è quello del Po. Ma la politica arriva a ragionare al massimo sul collegio, i cittadini arrivano tendenzialmente al proprio giardino, e la natura invece agisce a grande scala e mette in evidenza spesso la stupidità umana… chissà se capiremo mai la lezione. Per ora facciamo ciò che ci riesce ancora abbastanza bene, aiutiamo la povera gente della bassa finita sott’acqua.

Il fatto che Stato e Regioni non abbiano saputo definire le competenze, tuttavia, non fa venire meno il fatto che lo Stato, con anche eventualmente la Regione, e altri enti, non sia responsabile.

Peraltro, avete sentito anche voi in questi giorni circolare la boiata per cui l’alluvione sarebbe colpa delle nutrie, per cui gli enti non sarebbero responsabili…

Ora, io non sono un tecnico di acque e fiumi e non sono in grado di dirvi se la colpa delle esondazioni sia delle nutrie o meno, ma posso, da giurista, dirvi che, se anche fosse, rimarrebbe comunque una responsabilità degli enti preposti alla tutela e vigilanza sul territorio.

Le nutrie infatti sono animali selvatici che l’ente regionale e quello provinciale, ed eventualmente anche altri che si dovessero accertare avere competenze in materia, hanno il dovere di controllare per evitare che facciamo danni a terzi. Esattamente come i caprioli, i daini, i cinghiali, su cui si è sviluppata una nota «giurisprudenza».

A parte questo, ci sono poi tutte le competenze di vigilanza sull’aspetto idrogeologico di regioni, province, comuni e altrimenti deputati, che potrebbero fondare altrettanti capi di responsabilità concorrenti o meno con quelli di cui sopra.

Non è vero, dunque, che non c’è nessun responsabile, perché una alluvione non è come un terremoto: difficilmente prevedibile e altrettanto difficilmente rimediabile, salvo interventi strutturali gravi.

Un’alluvione peraltro è molto più prevedibile, in base se non altro alle precipitazioni sugli Appennini, e comunque i danni sono molto più prevenibili con la corretta manutenzione e gestione del territorio.

La foto è stata scattata a Modena nel 1974.
La foto è stata scattata a Modena nel 1974.

La “risposta” della politica.

Quale sarà secondo voi adesso la risposta della politica, quella che gestisce tutti questi doveri di prevenzione, adesso che il danno si è già tragicamente verificato?

La domanda vale la pensa porsela, perché la reazione dei nostri governanti potrebbe cambiare, e io credo che sia probabile che lo faccia, anche il quadro giuridico legale.

Ovviamente non posso conoscere il futuro, ma posso dirvi cosa succede in Italia in casi come questi, in cui il sistema politico deve mettere una pezza su una – uso un termine tecnico – grossa maronata.

Il parlamento approverà, immagino abbastanza presto, alcune disposizioni speciali, magari inserite in una legge di bilancio o sul rilancio dell’economia, che in teoria sembrerebbero riconoscere il diritto degli alluvionati al risarcimento, ma che in realtà limiteranno fortemente questo diritto, introducendo termini più brevi, quantificazioni limitate dei danni e mettendo svariati altri bastoni tra le ruote, sempre con lo scopo di pagare meno soldi possibile.

Praticamente, prenderanno un diritto che voi avete già, ve lo limiteranno e poi su Corriere, Repubblica, la RAI, e tutti gli altri media pagati da decenni dal governo coi nostri soldi, ve la presenteranno come una concessione o come la famosa “risposta” della politica che, come tutte le risposte che vengono dalla politica, è in realtà solo una fregatura.

Anzi, un capolavoro di fregatura perché addirittura useranno anche questo pretesto per mettere una “piccola” nuova tassa, di quelle meno palpabili come le accise, i cui proventi finiranno poi dappertutto tranne che agli alluvionati – forse a pagare gli stipendi di quei 200 nuovi funzionari della regione Puglia assunti in questi giorni da Vendola.

Il tutto nel perfetto e già collaudato stile «ci pisciano in testa e ci dicono che piove».

Se faranno questo, e potrei scommetterci, dal punto di vista legale non ci sarà molto da fare, perché sarà pur sempre una legge della Repubblica. Potrete solo ricordarvene quando andrete a votare la prossima volta.

Salvo improbabili, e comunque molto lenti, interventi della Corte costituzionale, la legge sarà da rispettare e le domande di risarcimento andranno instradate secondo le sue disposizioni.

Allora adesso che cosa sarebbe meglio fare?

Detto tutto questo, che cosa dovreste adesso fare se avete subito un danno?

Se avete una tutela giudiziaria [3], andate subito da un avvocato e aprite con lui la relativa posizione.

In tutti gli altri casi [4], io consiglierei di aspettare un attimo, sia per studiare meglio il problema dal punto di vista giuridico, cosa che richiede di partire da un’analisi delle cause fattuali del disastro, ancora in corso di discussione e valutazione, sia per vedere se interviene una nuova ed apposita legge.

Intanto fate delle foto di tutti i danni che avete subito, anche col cellulare vanno benissimo, e mettetele al sicuro.

Raccogliete e/o recuperate, se riuscite, tutti i documenti del caso, ad esempio fatture o altre prove di acquisto delle cose che sono state danneggiate.

Una cosa che vi sconsiglio di fare è di aderire frettolosamente e con leggerezza a gruppi o iniziative lanciate da avvocati o associazioni di consumatori o di altro tipo che propongono un movimento collettivo o associato, una class action o quant’altro, anche se fosse con compenso a percentuale o in base al risultato, senza avere prima verificato rigorosamente la serietà dell’iniziativa e dei soggetti che la portano avanti.

È brutto pensarci, ma è purtroppo verissimo che quando si verifica una tragedia ci sono persone, sia in seno agli avvocati che alle associazioni dei consumatori o di altro genere, che vogliono solo approfittarsene.

Non aggiungete danno a danno, non mettetevi nelle mani di cioccapiatti, per usare un termine di noi Modenesi.

Può anche darsi che nel caso in questione si possa intentare una class action, ma è una cosa da verificare per bene in punta di diritto, anche perché nel nostro ordinamento l’azione di classe è stata introdotta in maniera assolutamente non corrispondente a quella statunitense e con diversi limiti.

Si tratta, inoltre, di una figura anche relativamente nuova.

Per tutti questi motivi, può darsi benissimo che alla fine siano preferibili azioni di tipo individuale.

Un’altra cosa che vi sconsiglio, nuovamente a costo di apparire interessato, ma bisogna pur sempre dire quel che si pensa a prescindere a volte dall’immagine che si può dare, è quella di muovervi da soli, inviando richieste di risarcimento scritte da voi a persone o enti individuate da voi come responsabili. Si tratta di cose che devono essere formulate nel modo giusto e soprattutto la individuazione dei responsabili non è una questione così semplice: una persona che non ha la preparazione giuridica di un avvocato competente può, purtroppo, compromettere il suo diritto a vedersi risarciti i danni e magari farsi ulteriori danni addirittura.

Conclusioni.

Queste sarebbero le mie indicazioni per il momento.

Nel prossimo periodo, molte cose si chiariranno, a partire dalle cause effettive dei danni.

La procura di Modena come sapete ha già aperto un fascicolo e sicuramente verrà nominato un tecnico al fine di accertare con precisione l’accaduto.

Una volta capito per bene come sono andate le cose, si potranno iniziare a tracciare alcune linee di ipotesi di responsabilità di natura giuridica e si potrà tentare di capire quali, tra Stato, Regioni, Province, Comuni, AIPO e altri enti pubblici, sono effettivamente considerabili quali responsabili e tenuti al risarcimento del danno.

Se volete raccontare la vostra esperienza, esprimere il vostro parere o chiedere un chiarimento, lasciate pure un commento qui sotto: risponderò volentieri, sarò un mio modo, piuttosto limitato, di dare una mano, come spero di aver fatto con questo post.


  1. A proposito, grazie per tutti gli amici che si sono preoccupati per me, ma io sto a Vignola, ai piedi dell’Appennino, nella parte Sud della Provincia di Modena. Pur essendo bagnata dal Panaro, a Vignola non c’è stata la concentrazione di acqua necessaria per una inondazione, quindi qui non abbiamo avuto nessun problema.  ?
  2. Cass., 1° marzo 1986, n. 1303, in Mass. Foro it., 1986; Cass., 10 gennaio 1980, n. 197, in Giur. it., 1980, I, 1, c. 1046; Cass., 4 febbraio 2002, n. 1430, in Giust. civ., 2002, I, c. 1895; Cass., 27 luglio 2001, n. 10290, in Dir. econ. assicuraz., 1999, p. 675.  ?
  3. Attenzione: è una assicurazione, significa che la potete usare solo se l’avevate fatta prima dell’alluvione. Non la potete fare adesso e pretendere di usarla, sarebbe come fare una polizza infortuni dopo essere caduti.  ?
  4. Se anche aveste diritto al patrocinio a spese dello Stato, perché avete un reddito inferiore a 10.766,33€ annui, purtroppo non ci fareste nulla, perché nel nostro Paese il patrocinio copre solo le spese di assistenza giudiziale, cioè le vere e proprie cause, mentre, almeno al momento, la richiesta danni da alluvione e la pratica relativa, sono stragiudiziali. Può darsi che in seguito la vertenza diventi giudiziale, se il vostro avvocato deciderà di portare la cosa in tribunale, in quel caso potrete tentare di utilizzare il patrocinio.  ?
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Un amico mi “incontra” alla #Feltrinelli a #Modena e mi manda…

Un amico mi "incontra" alla #Feltrinelli a #Modena e mi manda un resoconto dell'evento 😉