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riflessioni

La giustizia civile nelle elezioni.

Tra poco si vota. Hai sentito qualche candidato parlare dei problemi della giustizia civile per caso?

Io no.

É così ormai da decenni, il sistema giudiziario civile é in una situazione definibile come «oltre lo sfascio», con poche e
circoscritte cose che funzionano ancora in modo accettabile, e grazie all’impegno e all’abnegazione degli operatori, ma la materia non ha appeal, non presenta quello smalto che renda interessante il parlarne, così si finisce per non discuterne mai.

Perché accade questo?

Semplicemente perché il comune cittadino si accorge, ad esempio, delle soppressioni degli uffici giudiziari quando, sempre ad esempio, prende una multa e scopre che, mentre prima poteva portarla al giudice di pace della sua città, ora deve fare 50 chilometri, se la vuole impugnare.

Oppure quando deve separarsi, recuperare un credito e così via.

In quei casi, il celebre cittadino comune si incazza, bestemmia, gli amici ridono, lui si sobbarca la fatica, oppure più spesso rinuncia, e la cosa muore lì. Pochi giorni dopo non se ne parla più, è tutto dimenticato.

Anche questa volta la giustizia civile é la grande assente del dibattito politico, anche in un contesto in cui la classe politica non si fa alcuno scrupolo a parlare di cose irrealizzabili, con promesse che verranno accantonate subito dopo l’inizio della nuova legislatura.

Si promette l’abolizione dell’IVA su pane e pasta, ma dell’efficienza del servizio giudiziario non si fa alcuna menzione, perché agli utenti interessa solo ed esclusivamente quando colpisce loro e per quei pochi giorni in cui lo fa, mentre la pasta la mangiano tutti i giorni.

C’è una lezione per tutti in queste considerazioni, sia cittadini che classe dirigente.

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diritto

Sanzione amministrativa codice stradale: accertamento e contestazione.

Chi non ha mai ricevuto una contestazione per un’infrazione al codice della strada?

Diciamocelo francamente: si tratta di una circostanza assai fastidiosa che costringe a fare i conti con la scelta tra il presentare ricorso (ritenendolo fattibile) oppure ingoiare il rospo e pagare per togliersi dall’impiccio.

Come ben sai, potrebbe capitare di ricevere questa contestazione successivamente al momento in cui si è concretizzata la (presunta) infrazione.

Ebbene, questa “asimmetria” di momenti procedurali è sufficiente ad innescare un problema: cioè quello di capire il metodo di calcolo dei novanta giorni a disposizione degli organi accertatori per poter contestare validamente l’accertamento.

In primo luogo dobbiamo domandarci: che cos’è l’accertamento dell’illecito?

Dunque, esso non è altro che la conclusione delle indagini e delle valutazioni che necessariamente la P.A. deve espletare per appurare l’illecito stesso: pertanto non coinciderà mai con il momento in cui acquisisce i primi elementi del fatto che si appresta a contestare o lo percepisce nel suo verificarsi.

La contestazione dell’illecito si riferisce invece al momento in cui essa viene rimessa all’interessato: ora su questo punto diciamo che la contestazione una volta accertata va contestata immediatamente, oppure entro 90 giorni dall’accertamento, che potrebbero diventare 360 se l’interessato si dovesse trovare all’estero.

Viene quindi spontanea l’altra domanda: come si calcola il termine di 90 giorni?

E’ semplice: dal momento in cui l’amministrazione che ha svolto l’accertamento ha consegnato il plico da notificare alla posta oppure all’ufficiale giudiziario.

In definitiva: tante volte la gestione della multa può essere del tutto autonoma e non richiede affatto la collaborazione di un legale… ma quante volte capita che la sanzione sia legata ad eventi particolari come sinistri stradali complessi dove le persone rimangono ferite o la stessa ricostruzione della dinamica dell’accadimento è difficoltosa? Sono casi questi dove certamente l’ausilio di un avvocato potrà dare quegli imput in più per cercare di ridurre al minimo gli effetti pregiudizievoli della spiacevole contestazione.

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diritto

Multa per sosta in zona riservata agli invalidi quando si ha l’accertamento ma non il tagliando.

Da circa una settimana (dal 31 luglio 2013) ho il verbale definitivo per il riconoscimento dell’invalidità civile (riconosciuta nella misura pari all’80% – Mieloma multiplo … domanda per l’Invalidità Civile effettuata ad aprile c.a.). In data 3 agosto c.a. sostavo in una zona riservata agli invalidi (poco più di 15 minuti) e mi è capitato di ricevere una multa. Ovviamente ancora non ho il relativo talloncino (perché mi ero da poco informato su come fare per ottenerlo, e, a quanto pare, i tempi di concessione sono comunque lunghi), ma posso fare qualche cosa per evitare di pagare quest’accertamento?

Puoi tentare nei soliti modi, cioè ricorso al Prefetto o al Giudice di Pace, anche se il risultato non è così scontato come potrebbe sembrare, dal momento che l’esposizione del tagliando è comunque prevista e mi pare che la mancata allegazione sia comunque punita con una sanzione a sè, un po’ come chi circola senza patente con sè, pur essendo titolare di patente, perché bisogna sempre mettere in condizione gli organi accertatori di fare appunto quello per cui sono preposti.

Inoltre, c’è da dire che in mancanza di tagliando non hai nemmeno esposto un estratto del verbale o qualcosa da cui si potesse desumere il tuo eventuale titolo alla sosta.

Infine c’è da considerare che non avevi ancora fatto la domanda per il permesso e che quindi, almeno in teoria (visto che poi di fatto ci vuole sicuramente più tempo), il mancato possesso del tagliando non è imputabile alla «burocrazia» ma alla tua semplice inerzia, anche se è vero che erano passati pochi giorni dall’ottenimento del verbale definitivo dell’invaldità.

Direi che tu possa tentare il ricorso, ma se la multa non è di alto importo e non comporta sanzioni particolari ulteriori probabilmente ti conviene pagare ed evitare perdite di tempo, fastidi, ecc. ecc.