Categorie
cultura diritto

Lo sapevate che superare i limiti di velocità di un certo range in Svizzera è reato?

Volevo raccontarvi che Franca, la mia associata e moglie, nei giorni scorsi è dovuta andare con un cliente per un interrogatorio dalla polizia giudiziaria. La «colpa» di questo cliente è stata quella di violare, superando il limite consentito di un determinato intervallo, il limite di velocità previsto in una zona della Svizzera che stava attraversando con la propria auto.

Nella confederazione elvetica per questo tipo di illeciti è prevista una sanzione di tipo penale.
Gli Svizzeri, quindi, hanno identificato il trasgressore e hanno chiesto una rogatoria internazionale alle Autorità italiane perché venisse interrogato, al fine di svolgere il procedimento penale. Noi Italiani quindi siamo obbligati, per legge, a dar corso a questa richiesta e così ci siamo trovati a fare questo interrogatorio.

Ho pensato di raccontarvi questa piccola esperienza professionale perché non tutti si rendono conto del fatto che ogni Stato, anche molto vicino a noi sia territorialmente che nell’immaginario come la Svizzera, ha il potere di disciplinare come meglio ritiene i fatti che avvengono sul suo territorio e che ogni persona, indipendentemente dalla propria nazionalità, deve rispettare le leggi dello Stato al cui interno si trova, esattamente come si osservano le abitudini di una casa in cui si è entrati. Prima di partire per un viaggio, è sempre meglio informarsi un attimo e, in generale, osservare più prudenza di quanto si fa in ambito domestico perché la legislazione può variare ed una cosa che è punita in modo lieve in Italia, o non è punita affatto, all’estero potrebbe esserlo molto più gravemente.

Il diritto riflette la cultura, e le culture possono essere molto diverse!

Categorie
diritto

cosa fare quando si subisce una truffa su ebay?

Lunedì 8 luglio alle 18:34 ho vinto un asta su ebay. Dopo tutte le varie mail di notifica e comunicazione coordinate bancarie, procedo col bonifico e comunico sia ad ebay, che al”truffatore”, che ho provveduto al pagamento tramite bonifico bancario. La mattina successiva, alle ore 03:43 (quasi 9 ore dopo), mi è arrivata una email da ebay avvertendomi che è stata bloccata l’offerta e di non proseguire col pagamento. Direi che è un po’ tardi per avvertire un utente, visto che un bonifico allo scattare della mezzanotte non è più possibile revocarlo! Sicuramente hanno bloccato la vendita perchè si sono accorti in ritardo che per certo l’account era clonato (aveva il 100% di feedback positivo, 101 traslazioni perfette…). Mi ha consigliato di contattarvi il signor Terrazzano di ebayabuse,visto che la cifra che mi han fregato è 3.772,36€! E sono un operaio…2 anni di risparmi… Vi volevo chiedere, prima di andare da un giudice di pace, vale la pena andare contro ebay alla luce di questi fatti?

Sono anni, probabilmente più di un decennio, che dico per fare acquisti su internet, specialmente su siti di aste on line, è assolutamente necessario munirsi di una assicurazione di tutela giudiziaria, ma tu sicuramente non ce l’avrai, perché nel nostro Paese è ancora poco diffusa, non si usa e uno come me, per giunta avvocato (e quindi visto con sfiducia perché, si sa, gli avvocati vogliono solo fregarti), che ne parla purtroppo sempre in solitudine o quasi non può cambiare le cose.

Chiudendo la parentesi, vediamo che cosa si può dire circa il da farsi in una situazione come questa, che purtroppo è tutt’altro che infrequente.

La cosa da chiarire è, per legge, che il primo, vero responsabile dell’illecito è solo il venditore, mentre ebay è solo una piattaforma fornitrice di servizio. Per poter stabilire, giuridicamente, la responsabilità di ebay ce ne corre purtroppo un bel po’.

La cosa è, poi, ancora più aggravata dal fatto che, se anche ci fossero buone basi per sostenere la responsabilità di ebay, comunque il circuito di ebay è gestito da una società, avente sede in Lussemburgo, alla quale è molto difficile mettere il sale sulla coda. Figurati che non rispondono nemmeno alle raccomandate, ignorandole completamente.

Per questi motivi, le possibilità di recuperare i tuoi soldi sono onestamente molto scarse. Se, nonostante tutto, vuoi tentare qualcosa, puoi fare la classica denuncia querela per truffa, che puoi fare sia con l’assistenza di un avvocato (cosa sempre preferibile, ma che naturalmente comporta una spesa), sia in proprio (in questo caso rischi di commettere qualche errore, ma non spendi niente e visto che si tratta più che altro di un tentativo forse ci può stare).

La strada che percorrerà la denuncia che eventualmente farai dipenderà molto dal funzionario di polizia giudiziaria al quale finirà in mano, se ha voglia di lavorarci sopra può darsi che qualche indagine venga fatta, viceversa in caso contrario. Non c’è bisogno di dire che la maggior parte dorme nei cassetti, ma nell’ottica del «tentativo» si può provare.

Ovviamente, in teoria, potresti fare anche tu le indagini tramite un avvocato, sono le famose «indagini difensive», ed eventualmente un perito informatico in collaborazione con il tuo avvocato, per vedere se dall’analisi dei messaggi, degli indirizzi IP e di tutte le altre tracce informatiche sia possibile risalire in qualche modo al responsabile, ma si tratta di attività molto costose, per cui torniamo al discorso iniziale: in mancanza di una tutela giudiziaria, che le avrebbe pagate al posto tuo, ti toccherà rinunciare.

Un profilo rilevante può essere quello che tu chiami di clonazione dell’account, ma che in realtà è un fenomeno diverso. Praticamente, se ho capito bene, un terzo malintenzionato, quello che poi ti ha truffato, ha carpito, tramite pratiche di phishing, craccando un sistema informatico o in altro modo, le credenziali genuine del soggetto titolare dell’account. Quindi l’account non è stato clonato, nel senso che non ne è stato creato un altro, è stato semplicemente violato, o appunto craccato, ed utilizzato da un delinquente che ha inserito aste proprie, indicando un proprio conto corrente come destinazione del bonifico, senza che il titolare dell’account se ne accorgesse fino ad un certo punto.

Ti dico tutto questo perché, a certe condizioni, si potrebbe profilare una responsabilità del titolare dell’account, dal momento che ognuno di noi ha il dovere (è un principio espresso dal diritto italiano, ma che trova corrispondenza nelle leggi di tanti altri paesi) di dotare i propri sistemi informatici di tutte le misure di sicurezza atte ad impedire che terzi possano impadronirsi dei dati conservati al loro interno, in particolar modo le credenziali degli account. La mancata adozione di queste misure potrebbe portare a responsabilità. Si tratta ovviamente di un discorso da valutare approfonditamente e bene, cosa per fare la quale sarebbero necessari accertamenti tecnici e raccolte di informazioni che ricadono in quanto esposto sopra: richiedono tempo e denaro.

In conclusione, purtroppo, non ho una soluzione per il tuo caso. Puoi provare a presentare la denuncia. A tutti gli altri che leggeranno questo articolo raccomando di nuovo esplicitamente di non muoversi da sprovveduti su internet, specialmente per somme di un certo tipo e su siti di aste, non state mica acquistando su Amazon. Munitevi di una assicurazione adeguata e spendete solo se siete sicuri dell’affidabilità del venditore.

Categorie
diritto

Che succede se mi beccano a rubare nel centro commerciale?

un mio amico di 35 anni ha fedina pulita , ieri e andato in un centro commerciale ha pagato tutta la spesa( circa 20 euro )tranne delle cartucce x stampante che ha aperto x controllare il contenuto e poi le ha messe nel marsupio valore 35 euro circa.uscito dalla cassa la sicurezza l ha fermato e gli ha controllato il contenuto del marsupio…in quanto risulta dal video sorveglianza che le ha messe nel marsupio e non le ha pagate.poi hanno preso documento senza lasciargli spiegare il perche l ha fatto > poi l’ hanno mandato via senza fargli firmare niente….volevo sapere adesso cosa succederà sarà denunciato ?andrà giudice di pace?pagherà multa?

Se capisco bene, non le ha messe nel marsupio per controllare il contenuto, anche perché non ci sarebbe stato proprio nulla da controllare, ma le ha proprio rubate, non pagandole alla cassa e tenendole nascoste addosso. Questo purtroppo configura un furto aggravato e non credo ci sia la possibilità di spiegare granché. L’inoltro della denuncia a questo punto è a discrezione dei titolari del centro commerciale, ma se hanno raccolto i documenti credo proprio che faranno seguito. La cosa migliore è aspettare un mese o due e se questo tuo amico non riceve nessun documento in merito a questo episodio presentare una istanza del 335. Siccome il reato è procedibile d’ufficio, una volta che la denuncia sarà stata presentata non potrà più essere ritirata. Il furto aggravato non è un reato di competenza del giudice di pace, ma del tribunale, ed è prevista anche la reclusione, anche se difficilmente verrà applicata e soprattutto eseguita. Generalmente, questo tipo di situazioni si risolvono comunque con un rito alternativo, come il patteggiamento, ma la strategia difensiva va valutata una volta capito con precisione il fatto oggetto del procedimento e soprattutto gli eventuali precedenti penali.

Ti consiglio comunque di leggere la nostra scheda sul taccheggio.

Categorie
diritto

Con la riabilitazione posso cancellare un mio precedente penale?

Nel 93 sono stata condannat ,non presente al processo,a 15 GG di reclusione commutati in sanzione pecuniaria oggi mi trovo dover essere inserita in una scuola a tempo indeterminato devo dichiarare di questo reato io non ho mai fatto domanda di riabilitazione la posso fare adesso???
Ho lavorato anche presso la polizia locale e allora non dichiarati ebbi solo un richiamo
Adesso rischio il licenziamento??

Innanzitutto, in sede di assunzione, presentazione domanda e così via devi sempre dichiarare il vero e non puoi dichiarare il falso.
Per fare la riabilitazione, che rimane consigliabile anche se non rimuove certamente il fatto storico della condanna, occorre vedere il provvedimento con cui ti è stata applicata la pena di 15 giorni di reclusione. L’art. 178 del codice penale italiano statuisce infatti che: «La riabilitazione estingue le pene accessorie ed ogni altro effetto penale della condanna, salvo che la legge disponga altrimenti». La riabilitazione viene annotata sul certificato penale, ma ovviamente non cancella il precedente, quindi non lo «pulisce».
Per il resto, bisognerebbe vedere cosa prevede il regolamento della scuola.

Categorie
diritto

Denuncia per mancato mantenimento: a cosa serve?

Sono 10 mesi che mio ex marito non versa né alimenti né mantenimento, io non trovo un lavoro mio figlio ha 5 anni e non ho nessuno che mi aiuta, sono piena di debiti per le bollette e per fare la spesa, asilo e spese mediche dice che non vuole pagare perchè lui non ha voglia, ditemi cosa posso fare? Con una denuncia quanto tempo ci vuole per sapere se si risolve qualcosa o no, in 6 mesi ha visto una sola volta nostro figlio posso fare qualcosa?

Se il tuo ex marito non versa il mantenimento perchè «non ne ha voglia», quando ne avrebbe la possibilità dal lato economico, direi che i presupposti per una denuncia potrebbero anche esserci. Tieni presente, però, che con la denuncia alle autorità non metti in moto un meccanismo che ti può consentire di recuperare quello che ti è dovuto in tempi brevi, anche perchè la denuncia, in questo caso in cui è coinvolto un minorenne, una volta presentata non può più essere ritirata (remissione di querela), per cui anche un eventuale effetto «psicologico» su tuo marito purtroppo non è praticabile, nel senso che lui, dopo aver ricevuto la denuncia, rimarrebbe indagato anche se pagasse il mantenimento, per cui molti, in casi come questi, continuano comunque a non pagarlo, anche se ovviamente pagarlo costituirebbe, nel procedimento penale, almeno un’attenuante.

I tempi, inoltre, del procedimento penale sono piuttosto lunghi: procedimenti come questi non è raro che rimangano nel cassetto anche un anno o due prima della fissazione dell’udienza iniziale; per non dire, poi, del tempo necessario affinché giungano a conclusione.

Quindi, l’idea di presentare una denuncia deve essere valutata bene e sotto diversi profili prima di procedere, almeno a mio giudizio.

Nel tuo racconto mancano diversi dettagli fondamentali per dare indicazioni anche solo di massima, ad esempio non è specificato se siete già andati in tribunale per la separazione e se hai già ottenuto un provvedimento del giudice che quantifica il mantenimento dovuto o se invece siete solo separati di fatto. Ti posso lasciare, pertanto, solo qualche indicazione di carattere generale:

  1. se non sei già andata in tribunale, è meglio che tu ci vada prima possibile;
  2. se non hai soldi per pagare un avvocato, puoi chiedere il patrocinio a spese dello Stato;
  3. se hai già un provvedimento del tribunale, meglio della denuncia sarebbe valutare se possibile procedere ad un pignoramento nei confronti del tuo ex marito, ad esempio dello stipendio o del conto in banca, se ce ne sono
  4. per i problemi di bollette, disoccupazione e simili purtroppo la giustizia e gli avvocati non sono, nell’immediato, lo strumento giusto: ti devi rivolgere ai servizi sociali; gli strumenti che può utilizzare un avvocato a tuo favore sono sempre estremamente lenti e non ti consentono di avere riscontri con la velocità che serve per la gestione di una famiglia, vanno praticati comunque ma in un’ottica più a medio/lungo termine.

Il mio consiglio finale è quello di inviare, tramite un avvocato, una diffida al tuo ex marito e poi decidere come proseguire in base all’eventuale risposta che si riceve.

Leggi con attenzione, comunque, la nostra scheda sul recupero crediti.

Categorie
diritto

Uomo si spaccia per donna in chat: commette reato?

In una chat sul web,un individuo di sesso maschile che si atteggia (utilizzando nickname,fornendo informazioni) figurando in definitiva come un individuo di sesso femminile o viceversa,incorre nel reato di sostituzione di persona qualora non non vi sia intenzionalità di creare danno ne di ottenere particolare in una chat sul web,un individuo di sesso maschile che si atteggia (utilizzando nickname,fornendo informazioni) figurando in definitiva come un individuo di sesso femminile o viceversa,incorre nel reato di sostituzione di persona qualora non non vi sia intenzionalità di creare danno ne di ottenere particolare vantaggio? Il semplice atteggiarsi figurando di un genere che non è il proprio può essere oggettivamente letto come una possibilità di ottenere vantaggio?

Io sarei per la negativa, anche se con prudenza. Sicuramente il reato c’è quando, come nel caso giudicato da Cassazione Penale, Sez. V, 8 Novembre 2007, n. 46674 , una persona crea un account intestandolo ad un’altra persona, in modo da sostituirsi ad essa ingenerando nel pubblico la convinzione che quell’account sia della persona colà configurata. In questo caso, oltre al reato, si possono avere violazioni gravi di diritti della personalità, come quello semplicemente all’immagine e ciò, si noti, anche quando tramite quell’account non si propaghino convinzioni negative in sè e per sè, ma anche semplicemente opinioni contrarie a quelle della persona cui l’account è riferito.

Se invece viene celato solo il sesso, mi sembra un fatto meno grave e non tale da dar luogo ad un reato, anche se bisogna sempre vedere le particolarità del caso concreto. Resta vero, comunque, che nei social networks sarebbe bene sempre presentarsi con le proprie generalità.

Categorie
diritto

Chi si spaccia per un altro fa il reato di sostituzione di persona.

Vorrei porre alla Vs attenzione il seguente quesito: il soggetto che, spacciatosi per un’altra persona, ha inviato sms, utilizzando servizi internet, quale legge ha infranto? la persona, destinataria degli sms, che ha sporto denuncia alla polpost, in che modo  puo’ conciliare visto che gli sms non hanno creato alcun danno?

Secondo l’ordinamento italiano, la sostituzione di persona costituisce reato e, pertanto, il soggetto che ha posto in essere tale condotta è punibile penalmente. Al riguardo, l’articolo 494 del codice penale così recita: “Chiunque, al fine di procurare a sé o ad altri un vantaggio o di recare ad altri un danno, induce taluno in errore, sostituendo illegittimamente la propria all’altrui persona, o attribuendo a sé o ad altri un falso nome, o un falso stato, ovvero una qualità a cui la legge attribuisce effetti giuridici, è punito, se il fatto non costituisce un altro delitto contro la fede pubblica, con la reclusione fino a un anno“.

Come si evince dalla lettura dell’articolo, la condotta è penalmente rilevante allorquando il soggetto, sostituitosi ad altra persona, abbia taluno indotto in errore, allo scopo di procurare a sè o ad altri un vantaggio o di recare ad altri un danno. In particolare, per integrare il reato di cui all’art. 494 c.p., è richiesta l’induzione in errore della “vittima” e, dal punto di vista soggettivo,  il dolo specifico, ossia il fine di procurare a sè o ad altri un vantaggio o di recare ad altri un danno.

In mancanza di questi elementi, la condotta, qualora non costituisca altro delitto contro la fede pubblica, non è prevista dalla legge come reato.

Orbene, con riferimento al tuo caso, se il soggetto -sostituitosi ad altra persona- ha spedito gli sms senza alcun fine di recare danno, lo stesso, a mio parere, non è punibile penalmente.

Il reato in questione, non è perseguibile a querela, ma procedibile d’ufficio. Naturalmente, se dagli accertamenti effettuati dagli inquirenti, non vengono raccolti elementi per potere incolpare la persona autrice della sostituzione, il procedimento penale verrà archiviato.

Se l’intenzione, comunque, del destinatario degli sms sarebbe quella di conciliare, lo stesso potrebbe fare delle dichiarazioni, in questo caso, alla polpost, in merito ai fatti così come verificatisi, o ritirare la stessa denuncia spiegando i motivi. Di certo, la denuncia, in virtù di quanto sopra esposto, essendo il reato procedibile d’ufficio, non potrebbe essere ritirata, ma la dichiarazione della persona offesa di come non vuole procedere nei confronti dell’autore degli sms, potrebbe servire, qualora la magistratura dovesse ritenere la condotta dell’autore del reato penalmente rilevante, come circostanza attenuante e, quindi, ai fini della diminuzione della pena. Sarebbe opportuno, tuttavia, per evitare di incorrere in errori, sentire il parere di un legale in modo che lo stesso, esaminati i fatti nei minimi particolari, possa dare il giusto consiglio e possa guidare la persona offesa nel conseguimento dei suoi obiettivi.

Categorie
diritto

Da quando decorrono i termini per chiedere l’estinzione del reato?

Se una persona viene condannata e la pena e’ sospesa, da quando si iniziano a calcolare i 5 anni? C’e’ chi mi ha detto dalla sentenza, chi dalla notifica. Potreste chiarire? Isabella

Il termine di cinque anni, in caso di delitto, decorre, ai fini dell’estinzione del reato, da quando la sentenza e’ divenuta irrevocabile ossia passata in giudicato.

Solo da quel momento e’ possibile chiedere al giudice del procedimento l’estinzione di detto reato.

Con l’estinzione dello stesso viene meno ogni effetto penale della condanna.

Per ulteriori dettagli, ti rimando alla nostra scheda pratica in materia.

Categorie
diritto

Le conseguenze per il tentato furto di un hard disk.

Sono un ragazzo che è stato denunciato per tentato furto aggravato di un hard disk in un centro commerciale. La mia storia è questa: io volevo prendere l’hard disk ma dopo averlo spacchettato prima di uscire dalle casse del centro commerciale l’ho riposto aperto in una parte del centro senza prenderlo con me. Uscito dal centro mi hanno perquisito e mi hanno controllato e non avevo niente. Solo un antitaccheggio del negozio dove lavoravo che avevo lasciato in borsa. Volevo sapere se andavo in prigione e se era possibile patteggiare la pena magari con una pecuniaria.

Il caso non è del tutto chiaro – non si capisce se con “prendere” intendi che lo volevi acquistare o confessi che lo volevi effettivamente rubare poi ti sei pentito – e bisognerebbe vedere il fascicolo del procedimento penale per vedere di preciso quali sono gli elementi a tuo carico.

Comunque se sei incensurato probabilmente potrai patteggiare e, se riuscirai ad ottenere l’applicazione di una pena detentiva inferiore a tre mesi, potrai convertirla in pecuniaria e pagarla anzichè «consumare» la sospensione condizionale. Se invece hai precedenti e/o hai già consumato parte della sospensione condizionale, bisogna valutare più attentamente la situazione.

Ti consiglio comunque di valutare di incaricare un legale, anche solo per una consulenza che può chiarirti molto aspetti e consentirti di stare un po’ più tranquillo per un fatto che non è poi oggettivamente molto grave. Se vuoi, puoi chiederci un preventivo, magari da confrontare con quello di altri legali.

Una cosa che puoi, anche da solo se preferisci, è una istanza del 335 cpp alla segreteria della Procura della tua città per vedere se effettivamente è stato aperto un procedimento nei tuoi confronti e se sei indagato o meno.

Per ulteriori dettagli, ti consiglio in ogni caso di leggere la nostra scheda sul taccheggio.

Categorie
diritto

Attenti alle truffe online

Salve, vi vorrei chiedere un consiglio in merito ad una spiacevole vicenda che mi è capitata. Qualche settimana fa, “navigando” in rete, ho trovato in un sito di annunci il nome e il numero di telefono di un tale che si diceva disposto a vendere biglietti per il concerto di Vasco a Bologna a prezzi molto convenienti. Io l’ho contattato, e lui mi ha garantito che, l’indomani, mi avrebbe fatto recapitare direttamente a casa due biglietti, raccomandandosi, però, di effettuare immediatamente il pagamento mediante “ricarica” sulla sua tessera postepay, una carta prepagata ricaricabile. Il pomeriggio seguente, mi ha chiamato lui stesso, assicurandomi di avere già provveduto ad inviare i biglietti, e sollecitando con insistenza il mio pagamento. Fatto sta che i biglietti li ho pagati ma non li ho mai ricevuti e, quando ho provato a ricontattare il tizio (di cui ora conosco identità e recapito), avvertendolo che lo avrei denunciato, sono stato insultato e minacciato. In rete ho trovato testimonianze di molti altri che, come me, ingenuamente si sono fatti truffare da questo personaggio: se è vero che l’unione fa la forza, cosa possiamo fare? (Antonio, mail)

Il caso di Antonio non è un caso isolato, anzi, i reati on-line stanno diventando un vero fenomeno, purtroppo, e noi stessi ce ne siamo occupati in diverse occasioni all’interno del nostro blog, raccomandando sempre la massima attenzione. In particolare, questo è il caso del venditore che incassa il pagamento tramite carta di credito prepagata e poi scompare senza spedire l’oggetto, di solito offerto a prezzi apparentemente molto convenienti.

Innanzitutto è opportuno sottolineare che soltanto eBay è in grado di offrire alcune garanzie che possono assicurare all’acquirente la restituzione di quanto ha pagato per l’acquisto nel caso in cui il venditore, per esempio, non provveda a far recapitare l’oggetto della compravendita. A questo proposito, anzi, la stessa eBay invita venditori e acquirenti ad utilizzare solo metodi di pagamento sicuri, come PayPal, carte di credito, bonifici bancari e vaglia online, assegni e vaglia postali, contrassegno o contanti per le transazioni concluse di persona.

Le carte prepagate, infatti, sono un ottimo strumento per effettuare acquisti presso negozi, su Internet e altrove e mettono a disposizione del pubblico le funzionalità di una carta di credito tradizionale, ma non sono uno strumento d’incasso.

La ricarica di una carta prepagata, in particolare, non è un metodo di pagamento sicuro, ma l’uso improprio di una funzionalità nata per altri scopi, che espone acquirenti e venditori a seri rischi di frode e implica la pubblicazione di dati che possono essere utilizzati in modo fraudolento. Effettuando la ricarica di una carta prepagata (come, appunto, Postepay, ma ce ne sono molte altre in uso in Italia), non si può avere la certezza dell’effettiva identità del destinatario della ricarica e non è possibile beneficiare del diritto di ripudio del pagamento, come invece avviene per le normali carte di credito. Dopo l’invio, quindi, il pagamento non è più recuperabile in alcun modo. L’acquirente è quindi più facilmente esposto alla possibilità di perdere il proprio denaro.

Il fatto di cui è stato vittima Antonio presenta indubbiamente tutti gli elementi della truffa, un reato penalmente perseguibile, pertanto il consiglio è di sporgere formale denuncia-querela, approfittando, eventualmente, della possibilità, introdotta di recente, di utilizzare gli appositi moduli, predisposti sul sito www.commissariatodips.it, che poi si dovrà provvedere a sottoscrivere presso il Commissariato della propria città. Un’importante raccomandazione è di allegare tutta la documentazione del caso, cioè l’inserzione pubblicitara dell’annuncio e tutte le e-mail, complete di header, che sono state scambiate, in quanto costituiscono la prova dell’accordo contrattuale. Purtroppo la ricevuta della ricarica effettuata ha valenza probatoria molto esigua in relazione all’identità del titolare (in quanto è facilissimo procurarsi una carta Postepay sotto falso nome o con un prestanome), e non può attestare il pagamento, come corrispettivo di una controprestazione, in quanto privo di causale contabile (il venditore può, infatti, disconoscere tranquillamente la correlazione tra l’operazione di ricarica e la vendita della merce). Se, poi, si ha notizia di qualcuno che è stato vittima dello stesso reato commesso dalla stesso soggetto, è possibile effettuare una denuncia collettiva, da presentare presso la Guardia di Finanza oppure presso la Polizia Postale. In qualità di organi di Polizia Giudiziaria, provvederanno a trasmettere la notizia di reato alla Procura della Repubblica, la quale svolgerà le indagini su questa vicenda, ed accerterà la responsabilità dell’indagato. Ecco perchè è utile che la descrizione che viene fornita al momento della denuncia dei fatti sia il più completa possibile. A questo punto, se il truffatore vorrà evitare le conseguenze penali che ne conseguono, dovrà restituire quanto ricevuto oppure spedire la merce che aveva promesso.

In ogni caso, in qualità di persona offesa dal reato, la cosa migliore da fare è costituirsi parte civile nell’eventuale procedimento penale, per poter andare ad inserire al suo interno una richiesta risarcitoria che, avendo nautura privatistica, non troverebbe automaticamente ingresso nel processo penale.