In questo contenuto, ti parla di cosa significa che una lettera di un avvocato è riservata, cosa comporta e come bisogna gestire necessariamente situazioni in cui si riceve una lettera del genere.
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1) Per i problemi legali, non esistono quasi mai soluzioni magiche: ciò significa che nella pressoché totalità dei casi, se anche ricoprissi d’oro il tuo avvocato, lo stesso non sarebbe in grado di darti una soluzione piena e immediata.
2) Chi è che non vorrebbe guadagnare un milione, dieci milioni, un miliardo di euro? Se anche tu li avessi e fossi disposti a spenderli, il tuo avvocato non avrebbe la soluzione pronta e garantita e dovrebbe, quindi, rifiutare.
3) Non bisogna confondere mai i servizi di assistenza legale con un acquisto su amazon: amazon ti vende una prestazione che rientra interamente nella sua sfera di dominio, un avvocato ti vende il suo tempo e la sua attenzione su cose che rientrano solo parzialmente nella sua sfera di dominio.
4) In altri termini, se ti devo vendere un oggetto, devo solo preoccuparmi di averlo disponibile e di potertelo consegnare, se ti devo far divorziare o un recupero credito, il risultato dipende da un’altra persona che non rientra sotto il mio controllo diretto.
5) Da questo punto di vista, le prestazioni di assistenza degli avvocati sono simili a quelle dei medici: entrambi effettuiamo i trattamenti che riteniamo più opportuni nella situazione che ci viene sottoposta, ma il risultato è influenzato da tanti fattori che non possiamo controllare ed esulano dalla nostra sfera di dominio.
6) Quello che si «compra», quando si acquista un servizio legale, non è di solito un bene preciso: il recupero di un credito, la cittadinanza italiana, il divorzio, una linea di confine; quello che si compra é solo il tempo e l’attenzione del tuo avvocato sul problema, nella convinzione che potranno essere utili per il risultato che desideri.
7) Gli avvocati desiderano che tu consegua il tuo risultato, sia perché desiderano accontentarti, sia perché ne va del loro prestigio e della loro autostima: non è vero che ai legali non interessa nulla di come vanno le vertenze!
8) Per questi motivi, é fondamentale la scelta dell’avvocato, perché il tempo e l’attenzione che un certo avvocato può versare sul tuo problema non sono mai uguali a quelli che vi può versare un altro avvocato: ogni professionista ha una testa diversa!
9) Puoi dunque scegliere quell’avvocato che per intelligenza e capacità professionali pensi che possa risolvere più facilmente il tuo problema rispetto a quello che potrebbe fare un altro.
10) Quando devi acquistare un servizio legale, é meglio chiedere due o tre preventivi, ma non valutarli solo sulla base del prezzo, scegliendo quello che costa meno: scegli, se non ti costa troppo, l’avvocato che ha le migliori capacità strategiche.
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1) La tariffazione a tempo é uno dei modi di tariffare degli avvocati, di molti altri liberi professionisti e, in realtà, viene usato come base anche per la retribuzione dei lavoratori dipendenti, che é di solito oraria.
2) É l’unica forma di tariffazione ipotizzabile quando il lavoro che si deve svolgere é ancora indeterminabile per tipo e durata: in questi casi, il cliente «acquista» una o più ore del tempo e dell’attenzione dell’avvocato, almeno sino a che la situazione non sarà più chiara e sarà possibile tariffare il lavoro successivo a corpo, a forfait o flat.
3) Se un cliente viene per una situazione di crisi di coppia, non si sa ancora se ci sarà una separazione e nemmeno, nel caso vi sia, se la stessa sarà consensuale o giudiziale: si inizia a lavorare sulla situazione, con tariffazione ad ore, poi se si arriverà ad una consensuale si potrà applicare la tariffa a corpo per l’intera pratica.
4) É fondamentale che il cliente comprenda che con la tariffazione a tempo acquista il tempo e l’attenzione di un avvocato e che queste energie sono diversissime da professionista a professionista.
5) Per questo, é importante scegliere un professionista la cui attenzione sul tuo caso sia di valore: una persona che per modi di vedere le cose, preparazione, esperienza, professionalità, onestà e serietà pensi che possa realmente aiutare il tuo caso versandovi la sua attenzione e dedicandovi il suo tempo.
6) Noi avvocati non abbiamo idea di cosa ti consiglieremo di fare per il tuo caso sinché non ti abbiamo ascoltato e abbiamo riflettuto su quello che ci hai detto: é un lavoro che si fa insieme, man mano che procede l’approfondimento del tuo problema.
7) É solo dedicando tempo ed attenzione al tuo caso che ci verranno le idee necessarie, utili e opportune circa la strategia migliore per affrontare la tua situazione: come un meccanico capisce cosa non va solo quando inizia a smontare il motore della tua auto, anche noi avvocati non possiamo avere risposte preliminari, ma enucleare idee man mano che parli con noi e ci fai vedere i documenti del tuo caso.
8) Tutte le volte che si inizia un lavoro su di un problema legale si parte con la tariffazione oraria, perché molto raramente si può sapere prima che cosa c’è da fare, quindi il lavoro inizia sempre con l’avvocato e il cliente che si siedono insieme e iniziano a ragionare sulla situazione.
9) Questo è e resterà sempre un lavoro di alto artigianato e di profonda umanità e non potrà mai essere sostituito da alcun tipo di intelligenza artificiale. L’avvocato deve essere un umanista.
10) Si sceglie un avvocato non in base alla presunta specializzazione, che é il nulla, ma in base alla convinzione, o più spesso anche solo sensazione, che sia quella persona che potrebbe avere l’idea giusta per sbloccare, o trattare o lenire, la tua situazione e il tuo problema e che, inoltre, si comporterà con te in modo onesto e leale, evitando di farti adottare iniziative che potrebbero esserti più dannose che utili.
11) Le idee strategiche che ti servono per trattare la tua situazione l’avvocato non le prende, se non in minima parte, dai suoi studi di diritto: grazie a Dio, la maggior parte delle vertenze non si risolve applicando il diritto, ma in maniere molto più elastiche e creative.
12) L’avvocato «più bravo» non esiste. Semplicemente é un mito creato da alcuni clienti che volevano alternativamente essere rassicurati o pavoneggiarsi. Se mai esistesse, peraltro, sarebbe un avvocato che starebbe sul gozzo ai giudici, a quasi tutti, quindi assumerlo potrebbe essere di molto poco giovamento.
13) La verità è che l’avvocato viene scelto per risonanza, come tutte le altre persone con cui si entra in relazione nella vita: scegli quello che ti «sembra» bravo, preparato, onesto, leale, ma ti sembra così perché risuoni con lui.
14) L’avvocato deve darti la sensazione di essere quella persona che può darti il punto di vista che ti manca per guardare in modo più funzionale ed efficace alla tua situazione: un paio di occhiali nuovi con cui guardare il tuo mondo.
15) Questa cosa é fondamentale perché nel 90% dei casi il tuo problema legale sei tu stesso che te lo sei attirato o creato col tuo modo di essere, vivere e guardare alla realtà: dunque la prima cosa che ti serve é un cambio di prospettiva.
16) L’avvocato é dunque qualcosa di molto diverso da quel tecnico che oggi si vorrebbe che fosse: una specie di juke-box in cui infili una monetina e lui inizia a suonare la canzone che hai scelto.
17) Se vuoi iniziare a trattare il tuo problema, devi accettare di entrare in una relazione autentica con il tuo avvocato, per quanto la cosa possa all’inizio sembrarti strana, sgradevole o persino pericolosa, una relazione fatta di colloqui di persona, via videocall o telefono e mai di mail, whatsapp e altri surrogati del genere.
18) Avvocati e clienti sono entrambi insopportabili, ma la sfida é proprio quella di riuscire ad andare oltre questa insopportabilità per portare qualcosa di nuovo e autentico nei tuoi problemi e nella tua vita, vita che non è fatta solo di relazioni con persone con cui è facile stare in relazione…
19) Ecco dunque il vero costo di incaricare un avvocato: non solo devi pagare una tariffa oraria in denaro, ma devi anche investire il tuo tempo per lavorare con lui ed essere disposto a condividere sempre con lui fatti della tua vita a volte anche molto intimi e di cui altrimenti non parleresti volentieri.
20) Tutto ciò é tuttavia necessario per sbloccare le situazioni legali, spesso con enormi risvolti personali – pensa ad esempio ad una separazione, in cui ti trovi coinvolto: é un investimento che vale la pena di fare, piuttosto occorre porre molta cura nella scelta del professionista che farà questo percorso insieme a te.
In questa puntata rispondo alla seguente domanda di un lettore del blog:
«La compagnia della mia assicurazione mi chiede informazioni per un incidente d’auto con un mio veicolo. Il fatto si sarebbe verificato a Palermo l’8 aprile 2021. Mi sono dichiarato completamente estraneo ai fatti . In tale io e la mia auto eravamo nel mio comune, zona rossa COVID 19 come tutta Italia, ed erano impossibili l’imbarchi per la Sicilia. L’ assicurazione mi chiede la testimonianza di un vicino che confermi di aver visto in quei giorni il veicolo ; non voglio coinvolgerli Ho inviato varie email- PEC alla mia compagnia a quella della controparte, ed al liquidatore di quest’ultima chiedendo di contattare il loro assistito per verificare che non si tratti di un errore (a questo dopo visura PRA ha inviato una raccomandata ) . Non ho ancora avuto risposta. A chi spetta l’onere della prova ? Cosa mi consiglia di fare? PS seguo con interesse il Suo Blog da parecchi anni»
Corte di Cassazione, sez. I, 2 aprile 2021, n. 9188
Famiglia – Coniugi – Separazione – Figli adottivi – Danno morale – Risarcimento – Presupposti e condizioni – Fattispecie
L’addebito della separazione posto a carico del padre comporta, oltre l’esborso dell’assegno di mantenimento per i figli adottivi, anche il risarcimento dei danni morali loro arrecati con la propria condotta, considerata la precarietà dell’equilibrio affettivo raggiunto dai minori all’interno della famiglia adottiva e distrutto a seguito della condotta posta in essere dall’uomo. Nella fattispecie, ai due figli minori adottati in tenera età, a titolo di risarcimento del danno morale è stata riconosciuta a ciascuno la somma di € 40.000,00 sulla base di una consulenza tecnica che aveva accertato un quadro clinico complesso con necessità per tutti e due di terapia di sostegno. La separazione dei genitori adottivi, imputabile esclusivamente al padre, che tra l’altro si era ricostituita una nuova famiglia, ha riacutizzato in loro, cresciuti in orfanotrofio, il trauma dell’abbandono, determinando nell’immediato una profonda sofferenza e ponendo a grave rischio il loro futuro equilibrato sviluppo.
Col #covid ho visto un netto aumento delle richieste di #patteggiamento nei processi #penali.
Immagino che molte persone non vogliano avere pendenze nella situazione attuale, sia per evitare i fastidi di un #processo – che, se sono pesanti in tempo di pace, sono ancora peggio in un momento di crisi come quello che si sta vivendo – sia per evitare un ulteriore «pensiero» che li possa preoccupare, in una situazione già di per sè abbastanza deprimente ed inquietante.
Per fortuna, il covid ha apportato anche qualche miglioramento, che potrebbe apparire banale, ma che in realtà per chi opera in concreto nel processo è molto importante.
Ad esempio, prima del covid per ottenere il consenso del pubblico ministero alla #pena, così come ricostruita per il singolo caso, bisognava parlare direttamente con il sostituto o con il suo assistente, nei giorni deputati al ricevimento, perdendo spesso un’intera mattinata solo per quello.
Attualmente, per fortuna, la richiesta di consenso sull’istanza di patteggiamento si può mandare tranquillamente via mail, non certo una tecnologia nuova, anzi, ma che gli uffici giudiziari si sono determinati ad usare solo a seguito della crisi del covid.
Personalmente vedo con molto favore l’istituto del patteggiamento, che consente alle persone di definire una pendenza #penale in modo veloce e con una spesa piuttosto contenuta, soprattutto rispetto all’alternativa dell’andare a #dibattimento.
Se hai una pendenza penale, valuta anche tu di definirla tramite un patteggiamento.
Contattami in privato per maggiori informazioni senza impegno.
«dobbiamo cercare di negoziare con il tuo ex…» – «va bene avvocato, capisco; la mia richiesta a riguardo é che si impicchi: é la sola cosa che potrebbe interessarmi»
/n«ascoltare i minori, non significa poi fare tutte le cose che i ragazzi chiedono o desiderano. (…) Spesso i ragazzi non sanno da soli individuare le scelte migliori per loro, anche se ne sono convinti»
Il carteggio tra F, 16 anni, e la magistrata che ha firmato il decreto per consentire al padre, accusato di abusi sessuali sui figli, di incontrarli. "Per?