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diritto

Green pass: attento anche a chi promette di aiutarti.

Un post brevissimo, ma necessario.

Se un avvocato ti chiede dei soldi per fare ricorso contro il
greenpass, ti sta inculando.

Il greenpass é previsto da un atto legislativo e politico, il decreto
legge appunto, e non da un DPCM, che é un atto di alta
amministrazione, che, come tale, é probabilmente impugnabile al TAR
come atto amministrativo.

Se il decreto legge 105 é incostituzionale, questa é una circostanza
che non si può fare valere con un ricorso: il comune cittadino,
infatti, non può accedere alla Corte costituzionale, possono farlo
solo i magistrati in un procedimento in corso, dove il decreto deve
essere applicato.

Stesso discorso per il celebre ricorso alla CEDU: richiede il previo
esaurimento dei mezzi di impugnazione interni e non può mai servire ad
annullare un atto avente forza di legge dello Stato italiano.

Ma allora l’avvocato Sventracessi con studio a Scarcagneto sul Minchio
che dice che con il suo ricorso si può evitare il green pass?

Ti ho già risposto molto chiaramente su questo.

Il green pass é solo la prima inculata; ci saranno molte persone che,
per tentare di evitarla, andranno incontro alla celebre seconda
inculata.

Cerca di non essere una di quelle.

Engioi.

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diritto

Green pass: facciamo piazza pulita delle cazzate.

Continuo la pubblicazione «straordinaria» di post sul blog sul tema
greenpass, data la enorme quantità di domande che mi arrivano. Spero
che la deroga al flusso editoriale ordinario di un solo post al giorno
dal lunedì al venerdì sia gradita a tutti in considerazione delle
circostanze straordinarie in cui ci troviamo ad operare.

Il decreto legge, al momento, non è stato ancora pubblicato, quindi
ripeto che é piuttosto inutile parlare del green pass in sé, al
momento.

Con questo post, voglio metterti in guardia da tutte le bufale e
informazioni inesatte, anche grandemente, che hanno iniziato a
circolare sui social tra ieri ed oggi.

Voglio, insomma, che approfitti di questo periodo di attesa per fare
pulizia di tutti i fattoidi purtroppo diffusi con convinzione dalle
persone e che purtroppo non contengono altro che gigantesche cazzate.

«La guerra é informazione» diceva il barone nero Von Hungern, se le
tue informazioni sono marce fallirai miseramente.

Io non so chi ha messo in giro queste cazzate e perché, so solo dirti
e questo con assoluta sicurezza che si tratta di pure boiate senza
alcun valore, anzi potenzialmente molto dannose per chi vuole davvero
capire come stanno le cose.

Cominciamo

«I decreti legge possono decadere e se decadono perdono effetto fin
dall’inizio.»

Grazie al cazzo che possono decadere, ma secondo te un governo
sostenuto da tutti i partiti tranne uno può vedere decadere un decreto
legge per mancanza di voti a favore?

Non succederà mai. Il decreto potrà essere modificato, ma sarà
convertito. Salvo proteste di piazza talmente forti da far fare dietro
front ai politici ma questo è un altro paio di maniche.

Non è poi per niente vero che gli effetti di un decreto decadono in
via retroattiva. Di solito, quasi sempre, si prevede che sono fatti
salvi tutti gli effetti prodotti dal decreto poi non convertito.

Il diritto costituzionale é una materia tecnica, se non lo hai
studiato non ti puoi improvvisare. Solo un avvocato ti può spiegare
bene come funzionano queste cose, il resto sono cazzate.

«Il decreto legge é incostituzionale.»

Non significa un cazzo, detto così.

Sicuramente il governo può fare, per Costituzione, decreti legge.

Bisogna vedere poi il contenuto se è costituzionale o meno, ma, anche
qui, non è che uno qualsiasi possa denunciare la incostituzionalità di
un provvedimento: lo può fare solo un giudice durante un procedimento
in corso.

Ci vorrà dunque qualcuno che faccia ricorso o causa su qualcosa.
Dentro a quel procedimento, si potrà tentare di chiedere al giudice
di mandare tutto alla Corte costituzionale, ma se il giudice non sarà
d’accordo la cosa finirà la, non ci saranno cazzi.

Inoltre il giudizio alla Consulta può durare, e di solito dura, anche anni.

Pertanto con la eventuale incostituzionalità non si può fare molto.

«Faremo ricorso alla CEDU!»

Ma dove vai… Per fare ricorso alla CEDU occorre il previo
esaurimento dei mezzi interni, quindi é ancora più lunare del ricorso
alla Corte costituzionale.

Questi sono solo alcuni esempi, spero di averti instillato il benefico
e indispensabile beneficio del dubbio su tutto quello che leggi sui
social network.

Sul green pass fai riferimento solo all’informazione qualificata che
trovi su questo blog. Anche io posso sbagliare ovviamente, ma non creo
bufale e credo in ogni singola lettera di quello che scrivo qui e ci
metto la mia faccia.

Evviva noi.

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pillole

Apparizioni, sparizioni, ricorsi alla CEDU.. …

Apparizioni, sparizioni, ricorsi alla CEDU…

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Ricorso CEDU: quando si può fare?

Gli avvocati da me interpellati mi hanno detto che se si ritiene una sentenza di Cassazione civile ingiusta si possono richiedere i danni allo Stato entro due anni dalla medesima. Solo in seguito si può ricorrere alla CEDU. Prima devono essere espletate tutte le vie giuridiche previste dalle legge italiana. Dal Suo blog leggo invece che, salva l’ipotesi della revocazione, che riguarda solo gli errori di fatto e non di diritto, si può ricorrere fin da subito alla CEDU

Come predico da decenni, non ha molto senso parlare di diritto in generale ed in astratto senza riferimento al caso concreto, per il quale possono esistere eccezioni e considerazioni particolari che non valgono invece su un piano più ordinario.

Anche in questo caso, non ha senso parlare di presupposti e termini per impugnare senza dire che cosa ha per oggetto il caso. Le persone sfornite di preparazione giuridica sarebbe bene che iniziassero sempre l’esposizione del loro problema dalla descrizione del fatto.

black gavel on table in courtroom

Provo comunque a dare una risposta.

In generale, non mi risulta.

Se la sentenza è passata in giudicato, a parte i mezzi di impugnazione straordinari, la sentenza è definitiva.

Si potrebbe ipotizzare una responsabilità dei magistrati per dolo o colpa grave, ma anche questa eventualità, assai di nicchia, riguarda un profilo diverso da quelli per cui si può ricorrere alla CEDU e non intacca la definitivi della sentenza.

Non ho mai sentito, poi, parlare di un termine di due anni.

Nella mia esperienza di ormai centinaia di casi il ricorso è stato fatto sempre dopo l’esaurimento dei mezzi di impugnazione interni.

Considera anche che la CEDU non vigila sull’osservanza del diritto nazionale italiano, ma sul rispetto di una convenzione internazionale da parte dello Stato, sono profili diversi anche da questo punto di vista.

Non so come mai l’avvocato da te interpellato abbia sostenuto quanto riporti, può darsi tu abbia capito male oppure che si tratti di una materia o di un caso per cui valgono, per qualche motivo, regole particolari, oppure può essere anche più semplicemente una strategia processuale che era stata valutata.

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diritto

Consiglio di Stato decreta esclusione da concorso: che fare?

ricorso al tar per un concorso pubblico dovuto all’ eliminazione dopo la prova scritta. Attraverso la cautelare eseguo la prova pratica ed orale, superandole .La commissione continua a dare un giudizio negativo ..Sono in graduatoria con riserva, continuo con il consiglio di stato il quale 5 giorni fà definisce la sentenza , respingendo il ricorso.
La prova scritta non è stata valutata e poi altri candidati hanno lasciato 3 domande in bianco a differenza mia che ho risposto a tutti e 10 i quesiti

Il caso, purtroppo, non è descritto con la precisione che sarebbe stata necessaria per poterlo inquadrare e comprendere adeguatamente.

Si capisce che il TAR in sede di sospensiva ti ha consentito in via cautelare di poter svolgere le prove successive, ma quando dici che queste prove le superi ma il giudizio della commissione è ancora negativo non è chiaro che cosa sia successo, di fatto.

Non è chiaro, poi, come si sia passati dal TAR al Consiglio di Stato, che è il giudice di secondo grado, e su che cosa abbia pronunciato: se sull’istanza cautelare, su impugnazione della controparte (considerato che era stata a te favorevole), che mi sembra improbabile, o nel merito della sentenza, che mi sembra piuttosto veloce, considerati i tempi standard.

Ad ogni modo, se si tratta di una pronuncia di merito e da parte del Consiglio di Stato, la questione è ormai definita, non ci sono altri gradi di giudizio esperibili.

Se ritieni di essere stata vittima di una giustizia da parte dello Stato italiano, l’unica cosa che puoi valutare è il ricorso alla CEDU, per il quale ti rimando alle varie pagine del blog che lo approfondiscono maggiormente e alla pagina prodotto dove puoi trovare l’indicazione del costo già pacchettizzato.

Tieni solo ben presente che non è sufficiente che tu abbia subito un’ingiustizia, per quanto palese e «condivisibile»: anche il ricorso alla CEDU deve essere fondato in diritto, cioè nel tuo caso deve esserci stata la violazione delle norme contenute nella convenzione che ha istituito la CEDU.

Dal ricorso CEDU puoi ottenere solo un risarcimento del danno, difficilmente puoi ottenere quello cui miravi con il ricorso interno e cioè la partecipazione / superamento del concorso.

Se vuoi approfondire, prima di acquistare il pacchetto per il ricorso CEDU, ti consiglio di valutare la consulenza pre impugnazione, dove potremo approfondire e verificare l’esistenza di adeguate basi legali.

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diritto

Ricorso CEDU: quali sono i costi?

Note dell’episodio.

Oggi ti parlo dei costi del ricorso CEDU, insieme con la avvocatessa «dal volto umano» Elisa Fornaciari del foro di Arezzo, che collabora con me per questo tipo di pratiche, e ovviamente altre.
In questa puntata del podcast, rispondiamo alle seguenti domande:

  • ci sono costi fissi nel ricorso CEDU?
  • si può venire condannati in caso di soccombenza?
  • si può utilizzare il patrocinio a spese dello Stato?
  • é necessario avere un avvocato per il ricorso CEDU?

  • una volta che si vince, lo Stato italiano paga?

Riferimenti.

[la risposta è nel podcast]

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diritto

Causa di lavoro persa e CEDU: si può fare ricorso?

Le scrivo per chiedere se lei tratta anche cause di lavoro presso la Corte di Giustizia Europea.
Ho perso una causa, imperdibile a mio avviso, in Cassazione, ritengo ingiustamente e per errori di impostazioni delle motivazioni. Una causa da 150.000,00 € circa, in pratica con un contratto a tempo determinato, firmato dopo tre mesi che io ero in azienda, con un fisso garantito di € 3000,00 al mese + spese a piè di lista. Motivazione: non rispetto dell’esclusiva da parte mia. La cassazione non ha neanche visionato le prove che avevo prodotto sia documentali che testimoniali.
Le chiedo: se decido di ricorrere alla Corte di Giustizia Europea, quali costi dovrei affrontare e se lei accetterebbe il mandato.
Mi dia una indicazione di massima e la vengo a trovare a Vignola per un primo colloquio.

Certamente è una delle cose che facciamo più spesso. Parliamo della CEDU, ovviamente, e non della Corte di Giustizia Europea, che è una cosa completamente diversa.

Abbiamo anche definito e pacchettizzato un prodotto apposito nel nostro store legale on line che puoi vedere a questa pagina.

Per quanto riguarda le “impugnazioni”, compreso il ricorso alla CEDU che in realtà non è una vera e propria impugnazione, ma va comunque trattato operativamente come se lo fosse in considerazione delle svariate analogie, propongo a tutti un percorso che si snoda in due fasi:

  • una consulenza preliminare, in cui si valuta la presenza di adeguate basi legali per impugnare;
  • nel caso in cui l’esito dell’accertamento preliminare di cui al punto precedente sia stato positivo, cioè si sia accertato che ci sono discreti presupposti per “impugnare”, fare l’impugnazione vera e propria.

Anche per la consulenza preliminare su impugnazione abbiamo pacchettizzato un prodotto, a quest’altra pagina.

Questo nostro metodo lo spieghiamo bene in questo post, che ti invito a leggere con attenzione.

Per quanto riguarda la visita allo studio di Vignola, ovviamente sei il benvenuto. Valuta tu però se venire di persona, non è necessario e se preferisci si può fare tutto comodamente on-line.

Il mio consiglio finale è quello di partire acquistando la consulenza su impugnazione.

Considera mi raccomando i termini per impugnare anche perché in queste cose bisogna muoversi per tempo.

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Ricorso alla CEDU: nuovo prodotto legale.

Oggi voglio comunicarti che ho creato un nuovo prodotto nel nostro store legale, il ricorso alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, che abbiamo scelto di tariffare peraltro in modo abbastanza contenuto per dare una possibilità in più a chi ha esaurito tutti i rimedi interni.

Come sempre, si tratta di un prodotto pacchettizzato a forfait, cioè a corpo per tutto il lavoro, in modo da dare massima chiarezza sui costi all’utente finale.

Nell’attesa di redigere e pubblicare a riguardo una scheda più approfondita, mi limito a dirti in questa occasione che si tratta di una forma di «impugnazione» o meglio ricorso che si può fare una volta che sono stati esauriti i mezzi offerti dall’ordinamento italiano.

Tipicamente, presenta ricorso alla CEDU chi ha perso la causa in Cassazione, ad esempio.

Con questo ricorso, non si può comunque più cambiare la decisione presa all’interno dello Stato italiano, cioè non si può mai ottenere una riforma della sentenza italiana, che rimane tale e quale, ma si può ottenere che lo Stato italiano venga condannato ad un risarcimento del danno, sempre che ovviamente nel modo in cui lo Stato ha esercitato la giurisdizione, cioè ha deciso il caso, ci sia stata la violazione dei diritti previsti dalla convenzione.

Prima di fare il ricorso, è importante esaminare il caso e vedere se ci sono adeguate basi legali per un’iniziativa del genere. Il lavoro da fare è molto importante, come avviene man mano che si accumula materiale e, quindi, il fascicolo diventa sempre più grande.

Il mio consiglio, se sei interessato ad un’iniziativa di questo genere, è sempre quello di acquistare, prima, una consulenza sull’impugnazione, appunto per verificare la presenza di adeguati presupposti. In seguito, in caso di risposta affermativa, potrai acquistare il prodotto completo.

Per ulteriori chiarimenti, puoi lasciare un commento qui sotto o contattarci dalla sezione apposita nel menu principale del blog. Ti raccomando, con l’occasione, di iscriverti alla newsletter del blog, o, se non ti piace la mail, al gruppo Telegram, in modo da non perderti importanti e utili aggiornamenti quotidiani.

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Ricorso alla CEDU: solo dopo esaurimento mezzi interni.

avendo fatto querela per l’art.646 , il giudice ha assolto l’indagata. Avendo 74 anni,
non ho fatto ricorso, rivolgendomi a Strasburgo, che hanno rifiutato lo stesso perchè non ho espletato tutti i gradi italiani. Ho chiesto loro perchè sono stati costituiti ed in che modo difendono i diritti dell’uomo: attendo la risposta che non arriverà. Come posso avere giustizia ?

La risposta di Strasburgo è corretta, nel senso che prima di rivolgersi a quella corte internazionale bisogna esaurire i gradi e i mezzi di impugnazione previsti dall’ordinamento e dal paese in cui ci si trova.

In altri termini, il sistema dei mezzi di impugnazione è come una scala composta di diversi gradini e l’utente non può decidere da solo di saltarne uno, ma li deve percorrere nell’ordine previsto. Non è, ad esempio, che una persona possa andare direttamente in Cassazione dopo aver perso il primo grado, ma deve fare, se vuole impugnare, l’appello.

Si può impugnare solo nelle forme previste dalla legge, nazionale e internazionale, e a Strasburgo si può andare solo quando sono finiti i mezzi previsti dal paese di provenienza, se ognuno potesse scegliere dove, come e quando impugnare non ci sarebbe più certezza nel diritto.

Con il che veniamo ad un altro tema fondamentale, cioè che lo scopo del sistema giudiziario italiano, ma anche di quelli di tutti gli altri paesi, non è impartire la giustizia, cosa che poteva avvenire, come spiego meglio nel mio post di approfondimento sul diritto, solo negli antichi sistemi tribali in cui le questioni venivano decise secondo equità, ma di comporre le liti in modo definitivo senza il ricorso alla violenza.

Nemmeno la tua età può superare questo sistema, avresti dovuto presentare l’appello, se previsto, o comunque il mezzo di impugnazione previsto per la sentenza che ti ha visto soccombente.

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Ricorso alla Corte Europea Diritti dell’Uomo: occorre un avvocato?

Quante volte avrai sentito parlare del ricorso alla Cedu e ti sarai chiesto come fare, a chi rivolgersi, se ne vale la pena, quanto tempo dovrai aspettare, quanto costa….

Beh, sicuramente sono tutte domande più che lecite e ti posso dire subito che sul web puoi trovare centinaia di risorse utili per acquisire almeno le informazioni di prima mano, quelle che possono aiutare ad infarinarsi un pò.

Certo è che, a mio avviso, si tratta di un procedimento dove l’avvocato gioca un ruolo centrale: curiosamente nelle prime fasi si può anche farne a meno, ma ritengo che il tecnicismo che caratterizza questo ricorso sia il motivo principale per cui mi sento di consigliare l’affidamento del dossier da subito ad un tecnico esperto.

Perchè questo? è semplice: basta dare un’occhiata al modello di ricorso che la stessa Corte mette a disposizione sulla rete per rendersi conto che bisogna prestare la massima attenzione ai dettagli.

Ovviamente tutti possono (o potrebbero) da soli compilare il c.d. “formulario”, ma certe sfumature soprattutto in diritto le può cogliere solo un avvocato che si dedichi costantemente alla specifica materia:  è quell’accorgimento che contribuisce ad elevare significativamente le possibilità di riuscita di tutta l’operazione.

Primo consiglio quindi: farsi affiancare dal difensore.

Sappi poi che la Corte EDU non vuole saperne di ricorsi incompleti; in buona sostanza se vedi come è strutturato il formulario ( http://www.echr.coe.int/Documents/Application_Form_2014_1_ITA.pdf ) potrai subito percepire che si tratta di un documento avente un valore giuridico ben preciso, tant’è che l’Organo sovranazionale lo dice espressamente nel preambolo, con una sorta di ammonimento.

Il formulario dovrà essere compilato in ogni sua parte, meticolosamente: si tratta di un accorgimento essenzialmente tecnico che serve alla Corte per avere sott’occhio tutto l’insieme degli argomenti rilevanti per il ricorrente.

Da sapere: la Corte EDU non rilascia consigli tecnico giuridici a chi li dovesse eventualmente chiedere prima di compilare il formulario; è vero però che mette a disposizione della vasta platea di possibili ricorrenti europei istruzioni e guide in varie lingue, tutte facilmente reperibili on line (altro motivo che indirettamente segnala l’importanza di avere a fianco l’avvocato angelo custode).

Nella mia esperienza posso dire che spesso mi sono imbattuto in richieste di assistenza giunte a studio….all’ultimo minuto: inutile dire che si tratta dell’approccio errato e che sconsiglio fortemente, non tanto per il fatto che questo ricorso può essere presentato non oltre sei mesi dall’ultima decisione definitiva nazionale (diventeranno quattro), ma perché tutta la procedura richiede calma e pazienza, meticolosità, precisione, conoscenza approfondita della Convenzione e tanto altro….

Lo studio e la preparazione per tempo del ricorso alla Corte Edu saranno quindi una garanzia per chi ricorre: se questa condizione verrà soddisfatta, allora potremo dire che varrà la pena presentarlo.

Vuoi sapere quanto ti può costare un ricorso CEDU con l’assistenza di un avvocato? Sei preoccupato per i costi?

Tranquillo, è molto semplice: con il difensore che avrai scelto perché ti ispira fiducia potrai metterti sempre d’accordo sul “come” e sul “quanto”.

Ad ogni modo se tu volessi avere qualche altro riferimento normativo o sui parametri forensi nel caso tu non abbia concordato i compensi prima di formalizzare l’incarico, vai su www.cnf.it che è l’Organo istituzionale dell’avvocatura italiana, poi via sulla voce “avvocati”, quindi sulla voce “parametri”, infine clicca su “decreto 55/14” e leggi i valori riportati dalla tabella 14.