DOMANDA – Devo occuparmi di un divorzio congiunto fra coniugi separati da parecchi anni, di cui uno si è stabilmente trasferito all’estero ed è impossibilitato a tornare per ragioni personali ed economiche; non mi sarà possibile optare per un accordo in videoconferenza, restandomi solo l’ipotesi che giustamente Tu stesso definisci ormai “residuale” della procura. Esplorando i Tuoi interessanti e istruttivi contenuti, per i quali Ti ringrazio e ai quali ho aderito più che volentieri, mi sono imbattuta in una Tua conversazione con il Collega Leone Gatti – legalit 08.09.2008 – in cui richiedevi le stesse delucidazioni di cui avrei bisogno su quando e come presentare il ricorso, la richiesta di autorizzazione e il contenuto della procura speciale. Mi sarebbe di grande aiuto se volessi condividere, logicamente in privato, la documentazione che il collega Ti ha fornito
— RISPOSTA – Mi dispiace, non ho più niente da parecchi anni, oltre dieci, avendo completamente dismesso l’utilizzo di quelle forme di separazione e divorzio a favore degli accordi in house fatti per via telematica.
Tra l’altro questo blog cui hai scritto tu, avvocati dal volto umano, è quello per gli utenti del diritto, le persone comuni, mentre quello per gli avvocati si trova a questo indirizzo: www.farelavvocatoebellissimo.it.
Ti invito a collegarti alla home page del blog per consultare gli articoli già pubblicati, di esclusivo interesse per gli avvocati, e per iscriverti al blog stesso: al momento, esce un solo post alla settimana, il giovedì mattina alle 7.
Sempre nella home page del blog di «fare l’avvocato è bellissimo» sono indicate tutte le altre risorse del «brand», tra cui alcuni gruppi di discussione riservati agli avvocati, cui pure ti invito ad iscriverti, con particolare riguardo a quello telegram, che è molto ben frequentato e dove si riesce spesso a trovare una risposta e dove potrai chiedere per qualsiasi riferimento ed esigenza futura.
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Ti lascio adesso alcuni consigli e indicazioni finali che, a prescindere dal problema di oggi, ti possono sempre essere utili.
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Sei anche tu vittima dei gravissimi disservizi di libero e virgilio?
Qui trovi tutte le istruzioni passo passo per fare, anche da solo, la tua pec di diffida al ripristino del servizio e al risarcimento del danno.
Questo è il testo più completo che puoi trovare, ti sfido a trovarne uno migliore.
Se disponi di una casella pec, puoi inviare tu da solo la diffida; in mancanza, puoi, mutatis mutandis, inviare anche tramite raccomandata a/r – anche se io, per quel che costa, ti consiglierei con l’occasione di munirti di una casella pec, che ti può essere utile anche per qualsiasi altra cosa.
Ovviamente, una diffida fatta da te ha meno valore di una fatta da un avvocato, su questo non piove assolutamente. Se vuoi farla fare a me, cosa che ti invito a valutare specialmente se sei un utente professionale che, dunque, ha riportato molti maggiori danni, puoi acquistare il servizio da qui.
Altrimenti procedi tranquillamente da solo.
La polizza di tutela legale.
Per evitare di dover pagare spese legali, la prossima volta che un fornitore ti causa un problema, ti suggerisco davvero molto caldamente di sottoscrivere una polizza di tutela legale.
Puoi ottenere molti maggiori dettagli a riguardo leggendo questo post e ascoltando la puntata di radio solignani podcast collegata ad esso.
Non sottovalutare questo consiglio!
Ah, ovviamente non puoi fare la polizza di tutela legale per usarla per questo problema, avresti dovuta averla già in precedenza… Il mio consiglio vale solo per i problemi che tu dovessi avere in futuro, anche se io naturalmente ti auguro di no è sempre purtroppo possibile.
Fatti furbo: iscriviti.
Tutte le informazioni che trovi qui sono gratis, ci puoi credere?
Per ricevere anche in futuro, sempre del tutto gratuitamente, altro ben di Dio come questo per affrontare al meglio le situazioni legali della vita, ti invito a iscriverti al blog, inserendo la tua mail in calce e dando poi conferma all’invito che ti arriverà via mail, nonché al podcast e al canale YouTube.
Iscriversi e restare iscritto ai miei canali di informazione ti avvolgerà con uno scudo impenetrabile ai problemi legali… Beh dai forse no, ma ti aiuterà moltissimo, perché sapere è potere.
Bando alle ciance.
A chi devi scrivere?
La società che gestisce libero e virgilio è Italiaonline spa.
Ad oggi, l’indirizzo pec da utilizzare è il seguente:
italiaonline@pec-italiaonline.it
Questo indirizzo, al momento in cui leggi questo post, potrebbe essere cambiato, per cui, prima di inviare la diffida, verificarlo sempre in tempo reale tramite la consultazione del registro INI-PEC: clicca qui per accedere alla pagina di ricerca.
Ti metto di seguito la ricerca che ho fatto io in questi giorni per i miei clienti, così se devi o controllare la pec o risalire all’indirizzo fisico per mandare una raccomandata a/r sei facilitato.
Ricorda sempre cosa ti dice Solignani: «prima di spedire qualcosa, specialmente se è qualcosa che scade, verificare sempre l’indirizzo mail o fisico di destinazione ?»
Bozza di contenuto.
Ecco un modello di partenza, che potrai arricchire e/o modifica come credi, adattandolo alla tua situazione in concreto.
Formulo la presente nella mia qualità di vostro cliente del servizio professionale di posta elettronica «Libero Mail Plus» per comunicarvi quanto segue.
Il servizio di posta non funziona dalla sera del 23 gennaio 2023, come da voi stessi peraltro comunicato e confermato in diverse occasioni con diversi annunci sul vostro sito.
Il danno che sto subendo per tale mancanza di servizio è particolarmente grave in virtù delle seguenti circostanze:
1) i mittenti delle mail verso la mia casella non ricevono nemmeno un messaggio di errore, non potendosi dunque rendere conto che il mio account, loro destinatario, non ha ricevuto nulla e ingenerandosi un falso affidamento a seguito del quale probabilmente perderò occasioni di lavoro e/o vita sociale; ciò è particolarmente grave nell’ipotesi del mio lavoro, che si concreta in attività di …, in cui ricevo quotidianamente proposte di lavoro ed incarichi tramite posta elettronica, oltre alle comunicazioni che i miei mandanti e fornitori mi mandano per l’esecuzione degli incarichi in corso.
2) non sono in grado di cambiare le credenziali di accesso ai siti cui sono iscritto, non disponendo dell’accesso alla casella di posta elettronica conferita in quei sistemi informatici, con gravi danni per la mia sicurezza informatica e quella dei miei clienti;
3) non sono in grado di accedere all’archivio della mia posta elettronica, alla quale ero solito accedere, confidando nelle vostre stesse condizioni di servizio, tramite un cliente web e senza che sia mai stata fatta una copia in locale dei messaggi ricevuti, con ulteriore grave danno per l’impossibilità di lavorare senza consultare l’archivio delle mail ricevute.
Debbo, per tali motivi, diffidarvi dal voler immediatamente ripristinare la funzionalità di posta elettronica in ricezione della mia casella e, ancor prima, a configurare il server in modo che almeno invii un messaggio di errore ai mittenti, mettendomi se possibile in grado di compilare una risposta preconfezionata, con il quale posso almeno indicare altri recapiti in cui veniva contattato.
Devo inoltre richiedervi sin da ora il risarcimento dei gravi subiti e di quelli patiendi sino al ripristino del servizio, facendo comunque ogni ulteriore riserva.
In difetto di quanto sopra entro al massimo due giorni da oggi, provvederò ad incaricare un legale per agire in giudizio nei vostri confronti, con ulteriore aggravio di spese, competenze, oneri e accessori a vostro carico.
Distinti saluti,
Conserva le ricevute mannaggiagiuda!
Le ricevute che riceverai alla tua pec devi conservarle come segue:
nel loro formato nativo, cioè nei file .eml: per sapere come fare, puoi consultare questo post.
in un servizio di cloud che ne garantisce il backup e la impossibilità che tu possa perderle come dropbox, google drive, ecc.
Dire queste cose potrebbe sembrare pleonastico, ma quando vedo cosa riesce a combinare la gente preferisco sempre essere preciso fino in fondo.
Domande?
Se hai delle domande sulla procedura sopra descritta, lasciami un commento qui sotto, risponderò volentieri.
Assicurati di aver capito bene la riga qui sopra: niente mail, whatsapp, Messenger, fax, azzi e mazzi, ma solo un commento qua sotto.
Così anche gli altri possono leggerlo – e leggere la mia risposta.
Conclusioni finali.
Con questo post ti ho messo in grado di difenderti anche da solo e anche senza spendere un centesimo, specialmente se disponi già di una casella pec.
Ci sono delle cose che puoi fare per evitare di trovarti in futuro in una situazione del genere, più in particolare:
utilizzare un servizio di posta elettronica professionale e di qualità (no, mi dispiace, gmail non fa parte del genere);
utilizzare un client locale di posta elettronica che conservi una copia dei messaggi in locale in modo da poter accedere agli stessi in caso di down del server.
Se sei un avvocato, o un altro professionista o imprenditore, chiama il numero 059 761926 e prenota un’ora del mio coaching in persona presso lo studio di Vignola, se vivi e lavori vicino, oppure via zoom o altro programma di videocall: in questa ora ti insegnerò come fare le cose di cui sopra e tutto quanto ti serve per evitare di restare di nuovo vittima, insieme a tutti i tuoi clienti, di disservizi del genere.
Ti risponderà la mia assistente che ti dirà quanto costa (pochissimo, if you ask me) e come funziona.
The end.
Bene, adesso ho finito davvero.
Oggi, non lasciare tramontare il sole senza iscriverti ai miei favolosi, e gratuiti, canali di contenuti di «avvocati dal volto umano».
1) Di solito é meno preparato, cosa che nella pratica legale si traduce quasi sempre in un vantaggio perché lo fa propendere per una definizione amichevole della vertenza il prima possibile, in modo da poter tornare velocemente a dedicarsi a ciò che gli preme davvero.
2) A differenza delle donne, non ama i conflitti, che non lo fanno «sentire vivo», ma che sono un fastidio cui é piacevole porre rimedio appena possibile: anche questo é un vantaggio.
3) Se un concetto richiede quattro parole per essere illustrato, ne utilizza di solito quattro e non ottomiladuecentocinquantasette.
4) Gli avvocati maschi di solito sono molto più pigri delle donne, questo significa tuttavia che tendono a ingegnarsi molto di più per trovare soluzioni intelligenti e poco faticose per i problemi che sono loro affidati.
5) Un avvocato maschio non dipende dal giudizio altrui, che é invece il principale difetto tradizionale delle donne: questo conferisce alcuni vantaggi, e magari anche qualche ruvidità, nei tuoi confronti come cliente.
6) I legali maschi tendono a vedere tutto intero lo spettro di sfumature che presenta ogni singolo caso o situazione, mentre le avvocatesse tendono a ragionare in maniera più binaria di ragione / torto, specialmente dopo che hanno «approfondito» le questioni sottostanti oppure – e questa spesso é una tragedia – trovato la sentenza di Cassazione che agognavano.
7) Un avvocato maschio é estremamente più disordinato nel management, ma finisce per compensare questa pecca con un’ottima padronanza degli strumenti informatici, che, attraverso gli strumenti dell’OCR e della ricerca per stringa ad esempio, consentono a chiunque oggigiorno di ritrovare velocemente il documento che serve.
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1) La diplomazia consiste nel sapersi relazionare con garbo, tatto e delicatezza con altre persone in situazioni difficili in modo da perseguire i propri scopi, che dipendono sempre almeno in parte dalla collaborazione altrui, in modo molto più efficace.
2) La diplomazia, nonostante quello che molte persone pensano, é probabilmente la dote più importante per un avvocato, che non deve essere bravo a litigare ma a comporre o risolvere i litigi.
3) La diplomazia é un’arte resa difficile dal fatto che la maggior parte delle volte va praticata con persone con cui ti verrebbe molto più facile comportarti esattamente all’opposto.
4) Con la diplomazia, si passa dal «io dico sempre quello che penso!», oggi sfortunatamente molto di moda, al suo esatto opposto e cioè al «io penso sempre a quello che dico», scoprendo che nelle relazioni funziona di gran lunga di più il secondo metodo del primo.
5) Se un avvocato non sa praticare l’arte della diplomazia anche solo un minimo deve immediatamente cambiare mestiere e in mancanza dovrebbe essere sbattuto fuori dall’ordine perché può produrre danni molto grossi per i suoi clienti e non solo.
6) Chi cerca il celebre «avvocato con le palle» finisce quasi sempre col ritrovarsi un c@@@@one di avvocato, cioè una persona che confonde l’occuparsi in modo funzionale ed efficace dei problemi legali con la maleducazione, l’insistenza, l’alzare la voce e la radicale mancanza di tatto e delicatezza e, ancora più a monte, della consapevolezza della loro utilità.
7) Va ricordato che l’avvocato é solo, in fondo, un intermediario: può trattare con la controparte per raggiungere un accordo; se non lo si trova deve rivolgersi ad un giudice e in questo secondo caso é sempre il giudice che decide, mai l’avvocato – di conseguenza, l’avvocato non è mai in una situazione che gli possa consentire di comportarsi anche un minimo da prepotente…
8) La diplomazia richiede molta più intelligenza, sia logica che emotiva, del suo contrario e si giova anche dell’autorevolezza e fama di serietà che un professionista si è guadagnato dopo tanti anni di lavoro svolto secondo certi criteri e metodi e non altri.
9) Nei conflitti ci sono spesso le miserie umane di tutti coloro che ne sono protagonisti, é più raro che in un conflitto ci siano un netto colpevole e un’altrettanto netta vittima, per cui l’avvocato che vi si accosta deve farlo iniziando a praticare la delicatezza, la diplomazia e la maieutica proprio nei confronti del suo stesso cliente.
10) Per la pratica della diplomazia é necessaria l’arte dell’ascolto dell’altro, che deve essere completo, non giudicante, focalizzato – per questo per ogni avvocato sono fondamentali le pratiche di crescita personale, tra cui ad esempio banalmente la meditazione.
(1) Condividi ora questo contenuto, se pensi che possa essere utile ad altri (2) Iscriviti subito al blog, al podcast, al canale youtube e tiktok e all’account instagram degli avvocati dal volto umano per ricevere altri contenuti gratuiti come questo (3) Se ti serve assistenza legale professionale, chiama ora il n. 059 761926 e prenota il tuo appuntamento.
1) In materia di compensi degli avvocati, chi non è dell’ambiente si avvicina quasi sempre ad un legale terrorizzato da risalenti e diffuse storie dell’orrore, in cui si narra come il tal dei tali, ad esempio, abbia dovuto pagare 5.000€ per una sola telefonata ad un avvocato.
2) Molte persone, che pur ne avrebbero bisogno, rinunciano addirittura a rivolgersi ad un avvocato per paura di essere dissanguate.
3) In realtà, se é vero che i servizi legali non costano poco, é anche vero che quelle storie sono vere e proprie esagerazioni, ma soprattutto che esiste una soluzione molto semplice: acquistare sempre un servizio legale sulla base di un preventivo chiaro e magari per iscritto.
4) A Modena si dice «sta meglio un topo in bocca a un gatto che un cliente in mano ad un avvocato» – ma per fortuna non deve per forza essere sempre così ?.
5) Ogni avvocato deve dare la massima chiarezza possibile sui costi dei propri servizi al cliente: questo serve sia al cliente che all’avvocato stesso, che, se riesce a essere preciso sui costi, scopre presto di «vendere» e convertire molto di più.
6) La chiarezza, dunque, é un vantaggio sia per i clienti, che possono acquistare con tranquillità i servizi di cui hanno bisogno, sia per gli avvocati, che così trovano molte più occasioni di lavoro.
7) Una politica tariffaria professionale basata sulla chiarezza é una grande strategia di leadgeneration e marketing, come insegno agli avvocati che seguo nel mio coaching.
8) Il cliente ha diritto ad avere un preventivo scritto; in questo preventivo l’avvocato deve indicare anche, sia per obbligo di legge che deontologico, la compagnia di assicurazione che copre i suoi eventuali errori nei confronti del cliente.
9) Quasi nessun avvocato adempie all’obbligo di indicare la compagnia assicurativa nei preventivi, pur previsto da due ordini di norme, e questo è male e denota per l’ennesima volta la tradizionale sciatteria marketing-wise della categoria: offrire una garanzia serve sempre a vendere di più!.
10) I clienti ritengono che gli avvocati siano sgradevoli e insopportabili, gli avvocati pensano la stessa cosa dei clienti ed entrambe le cose sono verissime nella maggior parte delle situazioni, tuttavia nessun rapporto, nemmeno quelli professionali, può mai basarsi sul puro antagonismo e sull’antipatia: occorre lavorare sulle cose che uniscono – i clienti devono riconoscere il valore degli avvocati e viceversa.
11) Ci sono dei temi, come la chiarezza sui costi, che sono di convenienza comune: questo è fondamentale da capire prima di tutto per gli avvocati.
12) I preventivi redatti sulla base dei parametri forensi previsti dalla legge da questo punto di vista non funzionano, perché non danno chiarezza sufficiente al cliente, che non è neanche in grado di «leggerli» adeguatamente e finisce così per non fidarsi del proprio avvocato a riguardo e ad avere sensazioni negative che certo non lo inducono a confermare.
13) Per questi motivi, non ho mai usato i parametri forensi – che rappresentano davvero il nulla, non li usano nemmeno i giudici quando fanno le loro liquidazioni – ma preferisco usare la tariffazione oraria o flat.
14) La tariffazione oraria è autoesplicativa, quella flat é un modo di tariffazione a forfait e può, ulteriormente, essere di due tipi a seconda della situazione: a corpo per l’intero lavoro o su base annuale.
15) É a corpo quando il lavoro è già determinato, ad esempio una separazione consensuale, mentre é su base annuale quando la durata é molto più incerta, ad esempio una separazione giudiziale che può durare anni.
16) Esiste anche un altro metodo tariffario che é il compenso a percentuale o parametrato al risultato, di cui parlerò meglio in un altro post.
17) In ogni caso, con questi sistemi, finalmente il cliente può sapere in anticipo che cosa va a spendere, non in modo assolutamente preciso, perché ad esempio non sai quanti anni dura una causa, ma certamente nella misura massima possibile, potendo sapere ad esempio che più di tanto all’anno non spende.
18) Se vuoi approfondire il funzionamento dei miei preventivi di tipo flat, c’è una puntata di radio solignani podcast dedicata all’argomento che ti invito ad ascoltare, iscrivendoti ovviamente anche al podcast per ricevere automaticamente tutti i nuovi episodi.
19) I preventivi sono gratuiti, ma i preventivi si possono fare solo quando il cliente sa già il lavoro che ha bisogno di fare: se, invece, il cliente non lo sa e l’avvocato deve aiutarlo a capirlo, allora il cliente deve prima acquistare una consulenza, cioè tempo e attenzione dell’avvocato sulla sua situazione – questo è un aspetto che molti clienti non colgono, o vorrebbero non cogliere, ma é molto importante e non accantonabile. .
20) Accanto ai preventivi, ci sono una serie di servizi legali che possono essere «pacchettizzati» una volta per tutte così se il cliente sa già cosa gli serve può acquistarla direttamente senza nemmeno bisogno di chiedere prima un preventivo – nel mio sito c’è una sezione «shop» in cui ho pacchettizzato decine di servizi legali, e che incremento man mano, che appunto possono essere acquistati direttamente.
? ti serve assistenza legale professionale? Chiama adesso il n. 059 761926 e prenota il tuo appuntamento.
Non sei stanco anche tu di interventi e articoli come questi, in cui non si fa altro che denunciare i problemi, senza indicare uno spiraglio che sia uno per migliorare la situazione?
Eppure fare con soddisfazione questo mestiere è ancora possibile, ci sono moltissime cose che si possono fare, da subito, molte a costo zero, per migliorare la pratica di chiunque.
É addirittura possibile ritrovare il piacere di fare questo lavoro, attraverso un rapporto equilibrato, corretto e rispettoso nei confronti del cliente e del suo e tuo tempo.
Per arrivare a questo, non servono mezzi straordinari, basta semplicemente migliorare un aspetto dopo l’altro della professione forense, lavorandoci sopra con costanza e sistematicità: organizzazione informatica, contrattualistica e strutturazione dei preventivi con i clienti, gestione dell’agenda sono solo alcuni primi esempi.
Oggi ho incontrato un problema particolare che ho potuto risolvere solo grazie alla strategia di backup che pratico da molti anni.
Un client di posta elettronica che utilizzo per uno scopo specifico, cioè l’archiviazione in modo efficace dei messaggi di posta elettronica certificata, cioè Thunderbird, si era aggiornato da solo.
Di questo tipo di lavoro parlo in un altro post che puoi, se interessato, consultare: clicca qui.
La nuova versione era bellissima, ma aveva un piccolo inconveniente: era incompatibile con il componente aggiuntivo (add-on) che utilizzo io – ImportExportTool – per fare l’unica cosa per cui utilizzo Thunderbird, cioè la esportazione dei messaggi nel loro formato nativo .eml.
Naturalmente, un problema come questo potrebbe essere risolto andando a cercare su internet le versioni precedenti di Thunderbird, scaricandone una sperando che sia compatibile, ma questo comporta una certa perdita di tempo, anche perché se la versione che scarichi non è ancora compatibili «andare all’indietro» finchè non trovi quella finalmente compatibile.
Siccome all’interno della mia strategia complessiva di backup c’è anche la realizzazione, tutti i giorni, di una copia clone, cioè identica, del disco fisso di ogni mio mac, per me è stato facilissimo ripristinare la versione precedente di Thunderbird.
È stato sufficiente aprire, col Finder (il Finder è il programma per la gestione dei files di mac os), il disco clone, copiare la versione di Thunderbird che vi si trovava e «incollarla» nel disco principale.
Riaprendola mi sono trovato col mio vecchio e funzionante Thunderbird, col quale ho potuto procedere alla conservazione e archiviazione – naturalmente su Dropbox, quindi anche in questo caso all’interno di una precisa strategia di backup – dei messaggi delle caselle «archivio» e «inviate» della mia pec.
Take home messages.
Le lezioni da portare a casa sono diverse.
Disattivare, disattivare sempre.
Innanzitutto, bisogna disattivare gli aggiornamenti automatici delle applicazioni, specialmente quelle che si usano non come applicazioni principali tutti i giorni, ma solo ogni tanto e per scopi specifici.
Oggigiorno, è diffusissima la convinzione per cui sarebbe generalmente meglio aggiornare sempre e comunque le applicazioni. Ebbene, si tratta di una credenza profondamente sbagliata e potenzialmente portatrice di problemi. Come diceva il grandissimo Alessandro Manzoni, «non sempre ciò che viene dopo è progresso»! Al solito, la grande letteratura ci offre gli strumenti per comprendere il mondo, anche quello digitale.
Gli stessi sviluppatori di Thunderbird – mortacci loro – consigliano, come si può vedere dalla schermata sopra riportata, di installare automaticamente gli aggiornamenti, saltando direttamente qualsiasi valutazione e intervento dell’utente. Questo per «maggiore sicurezza», sottinteso «di prendere delle inculate».
Lascia perdere. Disattiva, se usi Thunderbird, questa opzione, che trovi in Preferenze, Avanzate, e scegli, a tuo piacimento, la seconda o la terza dall’alto. Personalmente, ho scelto la terza: aggiornerò solo dopo aver verificato che il componente aggiuntivo per me fondamentale è compatibile con la versione che sto utilizzando. Altrimenti vivrò bene con una vecchia versione, dal momento che utilizzo Thunderbird solo una volta ogni mese o due per fare le mie esportazioni.
Fare backup, rifare backup.
La seconda grande lezione è che una adeguata strategia di backup è assolutamente indispensabile per poter vivere e lavorare bene oggigiorno. Il computer non è più un’eventualità, un divertimento, una cosa da provare, specialmente per chi, come noi avvocati, il digitale è ormai un vero e proprio obbligo – considera che non puoi più depositare atti in tribunale in cartaceo, puoi solo in digitale.
Se il digitale, dunque, è ormai uno strumento di lavoro indispensabile, non puoi rimanere come un coglione senza computer e andare poi a scrivere su facebook «ho preso un virus e ho perso tutti i miei contattiiiiih, rimandatemi il vostro numerooooo!!!!!1111!!» perché nessun cliente vorrebbe ormai mai avere un professionista così deficiente da a) non saper usare il computer b) andarlo a confessare candidamente coram populi su facebook.
Devi avere strumenti informatici che ti consentano di continuare a lavorare immediatamente, con una sospensione massima di 5/10 minuti, anche in caso di problemi: devi avere almeno due macchine a disposizione, due chiavette per il PCT, come spiego meglio in questo post, due dischi fissi tenuti sincronizzati quotidianamente, di modo che, se uno si rompe, prendi un’altra macchina e fai il boot dal disco clone – questa cosa si può fare solo col mac, per questo se vuoi lavorare seriamente mi dispiace ma devi usare mac, windows lo lasciamo ai bimbiminchia.
Conclusioni.
Come costruire una adeguata strategia di backup è descritto nel mio libro «Fare l’avvocato è bellissimo». Registrati per ricevere una mail ed essere avvisato quando sarà disponibile. Clicca qui.
Vuoi fare una o più sessioni di coaching individuale con me? Ti posso insegnare a allestire una strategia di backup idonea, anzi se porti la tua macchina la possiamo fare insieme, così impari come si costruisce ma quando esci ce l’hai già operativa. Se hai Windows, portami anche un paio di guanti ;-). Per maggiori informazioni sul coaching, contattami da qui.
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Giovedì mattina mi son svegliato e non ho trovato l’invasor…
Bensì uno che, di notte, mi aveva comprato – e pagato – un ricorso per cassazione che scadeva ieri, lunedì.
La gazzella e il leone che corrono in Africa, all’avvocato che ha in Europa un e-commerce di servizi legali, insomma, gli fanno una ricca sega.
Penso a quello che avrebbe fatto il classico legaleso: restituito il bonifico, scritto un whatsapp al cliente «mi dispiace, ma é troppo tardi, doveva venire prima», screenshottato il messaggio e pubblicato sui vari gruppi di avvocati su facebook, per fare vedere quanto era stato bravo a blastare il cliente.
Invece le mie DAT sono queste: se un giorno mi vedeste restituire un bonifico, fate subito istanza per nominarmi un amministratore di sostegno.
Mi sono messo, ho raccolto tutti i documenti, li ho studiati e ho scritto il ricorso. Domenica mattina mi sono alzato alla sei per scrivere. Ieri sera tardi ho notificato.
In tutto questo c’è anche un altro concetto molto importante, anzi fondamentale, per tutti coloro che lavorano in proprio: il posizionamento (nella mente dei clienti).
Vuoi quanto più posizionamento possibile, quindi non devi MAI, MAI e poi MAI – mai significa anche quando avresti ragione – rivoltarti contro una persona che si è affidata a te per la tua classe di servizi, altrimenti caghi sul tuo posizionamento.
Te lo ripeto: se fai questo caghi sul tuo posizionamento e stai martellando sui chiodi che chiudono la bara del tuo studio legale – requiescat in pace.
Se proprio non riesci a servirla, DEVI trovarle una strada, devi aiutarla, devi darle una soluzione: altrimenti la prossima volta che avrà un problema di tua «competenza» non penserà più a te e il tuo studio finirà dimenticato…
Coltiva il tuo posizionamento e difendilo a ogni costo perché è centrale per la prosperità del tuo studio.
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