Sei preparato nelle «qualità dell’essere»? Tutto quello che hai studiato o ti hanno fatto studiare a confronto non vale nulla…
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Il punto di vista del cuore è sempre molto diverso da quello della ragione. Il primo, se usi la ragione, sembra una pazzia, ma se ti riconnetti con te stesso, se riesci davvero a centrarti, capisci che la pazzia del cuore è quella che ha davvero ragione, che il cuore ha sempre più ragione della mente.

Ogni volta che parlo di perdono le persone si irrigidiscono, dicono che il perdono «bisogna meritarlo», «è difficile» e «bisogna poi vedere» o addirittura «io non perdono».
Ma i primi che siamo stati perdonati, i primi che ne abbiamo avuto bisogno, che ne avranno sempre comunque bisogno, siamo noi, tutti noi.
Guarda col cuore ai tuoi limiti, alla tua finitezza, ai tuoi peccati – è ora di tornare a spenderla questa parola, perché non è una parola che giudica, ma, all’esatto contrario, un verbo che salva.
Se guardi te stesso e gli altri col cuore, con il punto di vista della compassione, senza avvelenarti con un giudizio, senti subito che sei stato perdonato infinite volte e infinite volte ancora lo sarai.
Per cui puoi perdonare infinite volte tutti gli altri.
Prenditi cura tutti i giorni della tua anima.

«Ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi, se uno ti dà uno schiaffo sulla guancia destra, tu porgigli anche l’altra. E se uno ti costringerà ad accompagnarlo per un miglio, tu con lui fanne due.» (Matteo 5, 39-41)
Per l’uomo occidentale, il concetto di karma sarebbe solo una forma di vendetta o legge del taglione che l’universo, o Dio, perpetrerebbero al posto di chi è rimasto vittima di qualcuno – naturalmente quando la vittima si era dimenticata le palle a casa per vendicarsi da sé.
In realtà, a parte che il karma non ha nulla a che fare con questo, il desiderio di vendetta è solo uno dei danni fatti dal male che si è ricevuto: significa che non ti sei limitato a restarne vittima, ma hai lasciato che il male ti contagiasse, si propagasse dentro di te.
In altre parole, gli hai aperto la porta e sei diventato anche tu quel male.
Lo strumento più efficace per aprire la porta al male è quello del giudizio, mentre il suo opposto, la compassione, ti consente di restare integro.
All’esatto opposto di quel che pensavi e pensano tutti.
«Porgere l’altra guancia» del nostro Maestro buono significa esattamente questo: combattere sempre il male, senza però mai farsene contagiare, senza diventare parte di quel male.
Il primo modo di combattere il male, la prima linea di difesa è: lasciarlo fuori, non farlo entrare, custodire e proteggere la tua buona anima.
Evviva noi.
«Non rendete male per male né ingiuria per ingiuria, ma rispondete augurando il bene.»
(1 Pietro 3, 9)

L’uomo di oggi ha bisogno di riscoprire quanto possa essere bello amare davvero.
Perché oggi, nonostante tutti i proclami e le più profonde convinzioni in senso contrario, «l’amore non é amato»: l’uomo di oggi mette quasi sempre se stesso al centro della sua visione del mondo e, quando pensa all’amore, pensa semplicemente ad una persona che lo soddisfi, soddisfi cioè le sue esigenze individuali, ponendo scontatamente nell’ombra quelle dell’altra persona.
L’uomo di oggi che proclama «credo ancora nell’amore con la A maiuscola» o altre formule simili non ha in realtà la benché minima idea di quel che stia dicendo.
Amare per l’uomo contemporaneo significa semplicemente sedersi a tavola a mangiare, quando invece, il vero amare é fatto di
connessione, empatia, collegamenti, uscita dall’individualità, condivisione e stare insieme negli stessi sentimenti (cum patior), ascolto e piacere di dare piacere, conforto, lenimento ad un’altra persona, quasi come se ci si prendesse cura di sé stessi…
Perché l’uomo di oggi non riesce a fare questo?
O meglio, ancora prima di ciò, perché l’uomo contemporaneo non riesce, soprattutto, nemmeno a vedere la bellezza di tutto questo, rispetto al misero minestrone egoico in cui mena la sua vita, dove persone e oggetti sono sostanzialmente confusi?
É questo il vero limite, questa è la vera buca in cui é caduto l’uomo occidentale!
Non riuscire più a vedere la bellezza di un amore alto, animico, vero, autentico, portatore di soddisfazioni piene e totalizzanti, fecondo di ulteriori mille buoni frutti, perché la vita premia la vita e la sola potenza davvero generatrice é quella dell’amore.
Per inciso, é solo dentro questo tipo di amore che l’unione dei corpi non è più un furto che ognuno dei partner commette a danni dell’altro, ma una reale condivisione e fusione, cioè un dono.
Perché, dunque, l’uomo di oggi è cieco di ciò?
Perché é un’anima piccola e un grande ego.
L’uomo contemporaneo é proprio questo, una persona con ego smisurato, con una idea e concezione del sé al centro di tutto, e un’anima schiacciata e sofferente al massimo.
Per poter amare davvero, e in modo autentico, bisogna prima di tutto far crescere la propria anima, prendersene cura, farla diventare ogni giorno più grande, florida, connessa, viva e felice.
Non ci sono altre strade e, infatti, in materia di relazioni gli occidentali se la stanno passando malissimo.
Oggigiorno, niente e nessuno, nemmeno la maggioranza dei sacerdoti della Chiesa di Cristo purtroppo, ti insegna più a fare questo.
Anzi, l’intero mondo in cui vivi rappresenta una solida e costante cospirazione per farti diventare egoico e narcisista.
Il messaggio che viene passato costantemente da famiglia, scuola, televisione, social, giornali é: acquista più beni possibili, sviluppa la tua mente razionale e raggiungi risultati dell’intelletto, impare ad usare le persone per i tuoi scopi.
Vedi costantemente pubblicità in cui la gente sorride e appare felice perché si é appena comprata un’auto nuova o l’ultimo iPhone e il tuo povero cervello emotivo da scimmietta involuta finisce per crederci, sin da quando hai due o tre anni di età, quando i tuoi genitori ti affidano, per mancanza di alternative, alla televisione, che ormai peraltro come strumento di distruzione dell’anima é superato da altri schermi come quelli di computer, tablet, cellulari.
Vieni mandato al catechismo dove in un’ora a settimana dovrebbero contrastare i condizionamenti che subisci sette giorni su sette e vieni affidato ad una catechista che porta le tue stesse ferite e ti fa passare il tempo disegnando, guardandosi bene dal parlare del Vangelo, forse perché troppo rivoluzionario e dopo poi a catechismo non ci vai o non ti mandano più.
In tutto questo, come potresti fare a capire che tutto quello che davvero ti servirebbe per essere felice sarebbe, ad esempio, un abbraccio sincero, un momento in cui qualcuno di caro ti ascolta davvero, mentre gli oggetti, i voti a scuola, i titoli di studio, persino i complimenti di circostanza non hanno nessuna importanza?
A quanti di noi capita, ad esempio, di fare il progetto di una nuova casa da acquistare, costruire, ristrutturare, finendone dopo pochissimo tempo letteralmente schiavi, senza però arrivare nemmeno alla consapevolezza di farsi la fatidica domanda: sono io padrone delle cose o sono le cose, al contrario, che mi possiedono?
Eppure sono le cose ciò a cui pensiamo, non i cuori delle persone che fanno parte della nostra vita: siamo troppo occupati a pensare a cambiare la macchina, o cellulare, per accorgerci ad esempio che nostra moglie o nostro figlio sono angustiati.
Ecco cosa significa che l’amore non è amato. Che é amato solo l’ego, il sé, e quando si è caduti in una buca egoica, dove si vede solo se stessi, qualsiasi amore autentico é bloccato, zavorrato, tenuto a terra come con una palla di ferro al piede. Non può alzarsi, decollare, affermarsi.
L’egoismo, il narcisismo, la sconnessione, l’essere egocentrati, nonostante che l’uomo di oggi, che si concepisce come finalmente «liberato» sia convinto dell’esatto contrario, sono una malattia.
Te lo ripeto: l’egoismo é una malattia dell’anima.
Ancora più chiaramente: sono una tua malattia. Non è tanto agli altri che fa danno l’egocentrismo, quanto a te stesso!
Non ti sto facendo un discorso per migliorare la società, ma per migliorare te stesso (anche se naturalmente dal miglioramento degli individui consegue necessariamente anche quello della società).
L’uomo egoista crede di essere felice ma non lo è, non potrà mai esserlo, continua a girare in tondo ottenendo solo momentanee ed egoiche soddisfazioni, che, tuttavia, una volta presto svanite lo lasciano sostanzialmente insoddisfatto.
L’uomo di oggi fa sesso con tante persone diverse e fa addirittura collezione di queste serate, ma nella sua vita non c’è, se non raramente, un partner che conosce da decenni e con cui c’è un rapporto di profondità tale da poter finalmente non fare più sesso, ma fare all’amore.
Non c’è nulla di sbagliato in sé nel fare sesso, non è affatto un discorso moralista, quello che è triste é che l’uomo di oggi abbia perso la consapevolezza della differenza tra un rapporto al volo, che oggi, come un tozzo di pane, non si nega davvero a nessuno (tanto comunque non ti sfama), e un rapporto profondo, empatico, animico e cioè di amore vero e di dove stia la vera bellezza.
Ci innamoriamo, ci sposiamo, poi, di fronte ad alcune difficoltà, ci lasciamo, per poi ricominciare lo stesso ciclo (innamoramento, felicità, disillusione, separazione) con altri, infinite volte, alla ricerca di una persona giusta, o di un’anima gemella, che non potremo trovare mai perché non esiste…
Quando la saggezza dell’anima, se solo avessimo la volontà o la capacità di raccoglierci ad ascoltarla, é completamente diversa: l’anima sa, infatti, una cosa molto vera, cioè che chi non è disposto ad amare per sempre non ha amato davvero neppure un solo istante.
L’anima vuole connessioni, l’anima é come un cagnolino, o un bambino, che cerca i volti di tutti coloro che vi si accostano per abbracciarli o per stampare prima possibile loro un sorriso, perché fiorisce nel collegamento, nella connessione.
Prenditi cura della tua anima, questo é il tuo compito principale come persona, dalla nascita alla morte e oltre. Anche se questi sono tempi difficilissimi per queste cose, anzi proprio perché lo sono, chinati su di lei, curala e falla crescere un po’ tutti i giorni.
Diventa una grande anima, sarai felice e in grado di donare felicità a tutti gli altri.
Sarai in grado di amare davvero e questo ti renderà felice come non immagini, più felice di quanto potresti mai essere.
Fai crescere la tua anima come un albero fiorito.
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«Il perdono non cancella il torto subito
e non cambia la natura della trasgressione,
ma modifica l’affetto emotivo
connesso alla trasgressione.
Le emozioni negative e il giudizio verso l’altro
vengono ridotti,
non negando il proprio diritto di sperimentarli,
ma guardando all’altro con compassione,
benevolenza e amore.»
(E. L. Worthington – da “L’ arte del perdono “)
«Per perdonare, dobbiamo superare il risentimento, non negandoci il diritto di provare quel risentimento, ma sforzandoci di vedere l’altro con compassione, benevolenza ed amore, pur sapendo che egli ha volontariamente
abbandonato il suo diritto su di essi.»
(Joanna North – da “Exploring Forgiveness”)

Prendi tuo figlio e, con parole tue ovviamente, digli:
- «Quando c’è qualcosa, qualsiasi cosa, anche una cosa che potrebbe sembrare poco importante, che però ti angustia, vieni a parlarne con me. Ti ascolterò volentieri e ti sorprenderà vedere come io non sia interessato a giudicarti, ma solo a stare insieme a te in quello che provi.»
Se senti molta resistenza al pensiero di pronunciare parole come queste, probabilmente c’è qualcosa di cui acquisire consapevolezza nel modo in cui ti relazioni con tuo figlio.
Se riuscirai a dirgli questo, e poi lui verrà a parlare con te, ricordati che lo devi ascoltare davvero.
Questo, nelle sue basi, significa che lo devi lasciar finire di parlare senza interromperlo mai, nemmeno quando ti sembra che ci sia qualcosa da dire, che prima di iniziare gli chiedi scusa, prendi in mano il cellulare per spegnerlo o silenziarlo e metterlo via e ti assicuri che mentre parla con te non intervengano altre interruzioni. Mentre lo ascolti non fai niente altro, non lavori, non ascolti la radio, non lavi i piatti, non lasci in sottofondo la televisione, ma ti concentri sull’ascolto e lo guardi.
Ricordati, soprattutto, che non sei lì per fornire soluzioni di nessun tipo, ma solo per ascoltare, e sei lì per ascoltare solo per stabilire una connessione, tutto il resto si vedrà in seguito.
Fagli questo discorso appena puoi e, con dolcezza, senza insistenza, ripetiglielo periodicamente, ogni tanto, con un sorriso.
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Clicca di seguito per valutare un percorso di counseling.

Un narcisista é solo una persona con una grande ferita, che, anziché usarla per diventare più umano, empatico e in grado di capire gli altri, ha deciso, tutto all’opposto, di blindarsi il cuore,
ingabbiarselo, finendo solo per diventare più insensibile, isolato e, in fondo, smarrito e monadico.
Tu sei le tue scelte.
Spetta a te decidere cosa fare col dolore e la sofferenza che ti manda la vita.
Puoi usarli come carburante per la tua evoluzione e la tua crescita personale, oppure, al contrario, per smettere di vivere davvero, sul falso presupposto, sull’inganno diabolico, che così smetterai di soffrire…
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«Non rendete male per male né ingiuria per ingiuria, ma rispondete augurando il bene.»
(1 Pietro 3, 9)