Ho comprato un appartamento. Ho fatto la causa xche quando volevo fare i lavori, l’architetto ha scoperto gravi vizi. Dopo quattro anni ho vinto la causa con nullo del contratto. Il giudice ha condannato la venditrice di ridarmi tutti i soldi spesi per comprare la casa (notaio, Ag. Immobiliare) , i soldi pagati per i diversi CTU mandato dal tribunale, i soldi del mutuo per poter restituire alla banca ed i soldi per pagare il mio avvocato. Lei dice che non ha nulla e non mi sta pagando niente. Il mio avvocato dice che il suo onere stabilito dal giudice devo saldare io, altrimenti non mi porta avanti la causa. Io non posso più di permettermi a dare più niente al l’avvocato, perché ho preso già diversi finanziamenti in 4 anni per sostenere le spese legali. Ho vinto solo un pezzo di carta, la sentenza e rischio di perdere anche l’efficacia di quest’ultima se non pago. Ma l’avvocato non deve aiutarmi a portare al termine la decisione di giudice prima di pagare tutto?
Purtroppo no.
L’avvocato è una figura che ti aiuta a risolvere un tuo problema legale, ma bisogna capire che il problema rimane tuo, non può diventare suo.
Forse sembra cinico detto in questo modo, tuttavia bisogna richiamare il fatto che l’avvocato è solo un artigiano, fa parte in pieno della classe lavoratrice ed è insomma uno che come tanti altri si alza tutte le mattine per lavorare e guadagnare tramite il suo lavoro.
L’avvocato non è pagato dallo Stato o da altri enti per poter elargire prestazioni gratuite alle persone. Inoltre, un avvocato segue di solito centinaia di casi, anche se fosse filantropo per sua natura non potrebbe certamente esserlo con tutti, altrimenti il suo studio smetterebbe semplicemente di funzionare, con danno dei clienti che gli hanno rimesso del denaro e che, in quanto tali, hanno diritto a ricevere prestazioni di assistenza di qualità.
Piuttosto, il rischio di trovare una società costruttrice-venditrice insolvente dopo anni di causa è sempre abbastanza alto, perchè generalmente ogni imprenditore del settore costituisce una società per ogni costruzione che realizza (societas unius negotiationis), svuotandola poi completamente al termine dell’operazione. Questo è un aspetto che avrebbe dovuto essere trattato con la massima chiarezza e che non so se sia stato a suo tempo (prima di iniziare la causa) considerato.
A questo punto, credo che l’unica carta tentabile sia la istanza di fallimento, ma anche questa iniziativa deve essere appunto valutata con la massima attenzione e cura.