«Il tema della morte é oggi decisamente il grande assente nelle nostre vite, se si considera che un tempo ogni vita veniva vissuta pensando anche al momento della morte e in misura della stessa, come un momento essenziale, un’altra faccia della medesima.»
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«Il tema della morte é oggi decisamente il grande assente nelle nostre vite, se si considera che un tempo ogni vita veniva vissuta pensando anche al momento della morte e in misura della stessa, come un momento essenziale, un’altra faccia della medesima.»
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Come ti ho già detto molte volte, il mio counseling non é mai fatto di
consigli, ma solo di domande. É come se io mi limitassi a darti delle scatole, che poi sei tu a riempire.
Uno dei temi fondamentali della vita di tutti noi, uno dei problemi che mi vengono portati più spesso a studio, é quello di riuscire a trovare il proprio «vero talento», quello per cui ognuno di noi é stato in qualche modo chiamato.
Sette domande per trovare la tua chiamata più autentica.
Cosa ti è davvero sempre piaciuto fare da bambino? Cos’era che facevi nella quale sembravi avere un talento naturale?
Cosa sei disposto a fare gratuitamente solo perché ti porta soddisfazione e realizzazione? Non deve essere un hobby o un’occupazione che ti sei dato per convenienza, conformismo, con lo scopo di evitare altre persone, come purtroppo a volte accade con alcune forme di volontariato: deve essere qualcosa che ti porta soddisfazione autentica, interrogati su questo senza giudizio, anche se si trattasse di un’attività illegale, illecita, immorale intanto devi ascoltare le tue emozioni a riguardo, cosa farne si valuterà in un secondo tempo.
Che tipo di cose assorbono la tua attenzione e ti fanno perdere ogni senso del tempo? Quali sono le attività facendo le quali dimentichi te stesso, ti abbandoni al piacere di vivere e non ti accorgi che le ore passano?
Preferisci lavorare con gli altri o da solo? Sembra banale, ma é un aspetto fondamentale per capire alcune il tipo di attività cui sei chiamato. Ti lascio un piccolo indizio: di solito, gli uomini preferiscono lavorare da soli, le donne in gruppi, dove però non ci siano solo altre donne, ma anche uomini.
Preferisci l’ordine e la struttura, o preferisci la libertà e la possibilità di essere spontaneo? Ti piace lavorare in un contesto strutturato o sei più per gli ambienti da costruire che stimolano la creatività?
Cosa faresti e dove saresti se qualcuno ti dicesse che finanzierebbe il tuo sogno? Costruiresti un’attività? Faresti un viaggio? Spendereati tutto per te stesso? Investiresti nel fare qualcosa di significativo per gli altri? Pensa per un attimo di avere il denaro per fare quello che preferisci: che cosa faresti? Sii autentico, anche qui.
Se ti fosse chiesto di immaginare la vita ideale, come sarebbe? Quali sarebbero tutti i diversi aspetti e componenti? Immaginala più nel dettaglio possibile: cosa faresti dal mattino alla sera dal lunedì alla domenica?
Conclusioni
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Sono due decadi che so che le linee guida governative sanitarie sono sbagliate; quelle sul trattamento del covid non fanno eccezione, anzi confermano pienamente la regola.
Per dire questo, non c’è affatto bisogno di essere un medico o avere una preparazione sistemica in medicina, é sufficiente mettere a confronto alcuni medici per vedere l’uno sostenere l’opposto dell’altro.
A tale proposito, bisogna ringraziare la pandefuffa perché ha dimostrato la fallacia e l’inconsistenza di uno degli dèi ritenuti più potenti dall’uomo contemporaneo, cui piace vedersi come un tecnocrate: la scienza.
Deve essere stato difficile per l’uomo di oggi, abituato a trovare sempre una risposta nella sua “scienza”, vedere gli “scienziati” tirarsi gli stracci tutti i giorni sui media, un po’ come per un bambino o un adolescente che cresce e scopre che i suoi genitori non sono perfetti.
Ad ogni modo, se ormai qualsiasi persona con un minimo di buon senso sa che le indicazioni governative sono sempre errate, in tutto o in parte, quello che non è chiaro é perché.
Perché il governo adotta protocollo sbagliati che non sono solo inutili ma anche sbagliati e fanno ammalare e morire le persone?
Si tratta dello stesso governo che, su altri versanti, sembra istericamente preoccupato della tua salute, tanto da trasformarla in un dovere e imporre misure gravissime come il coprifuoco, il divieto di uscire dal comune, l’obbligo ubiquo di indossare la mascherina, anche a condizione di mettere in ginocchio l’economia di un paese intero, generare depressione e psicosi nella maggior parte della popolazione, rovinandone così il benessere sia materiale che spirituale.
Quando poi uno si ammala davvero la prescrizione ufficiale é il riposo e la tachipirina, che é stato dimostrato essere non solo inutile ma anche dannosa in quanto depleta le scorte di glutathione che servono invece per contrastare la tempesta infiammatoria portata dal covid.
Anche questo ovviamente non lo dico io, lo dice una parte dei medici, quella che ai miei occhi di profano sembra più attendibile, ed è conforme con l’esperienza di molti pazienti.
Perché dunque lo Stato devasta un Paese intero pur di cercare di non farti ammalare, ma poi, se per caso ti ammali, ti fa prescrivere cure non solo inutili ma anche dannose?
Io non ho risposte, ma credo che sia una domanda che possiamo tutti farci, sempre in vista del cercare di ragionare con la nostra testa, sia pure nella consapevolezza dei nostri limiti.
É importante scegliere con cura il medico di cui fidarsi, lo é sempre stato.
Una persona autentica non è necessariamente una persona sincera, che in realtà… non esiste.
Chi è autentico, proprio perché tale, sa benissimo che nessuno di noi uscirà mai del tutto dal suo egoismo, dalla sua ipocrisia, ma resterà sempre, anche se magari poco, legato alla dimensione terrena, con tutto ciò che ne consegue.
Chi è autentico e consapevole accetta le sue emozioni e, soprattutto, le ascolta, cosa quest’ultima che la maggior parte delle persone evita accuratamente come se ne potessero derivare le più grandi catastrofi, mentre é vero l’esatto contrario.
Le nostre emozioni non sono sempre nobili o piacevoli come vorremmo, ma intanto le possiamo ascoltare per capire che messaggio sono venute a portarci.
Umberto Eco ha scritto «Il nome della rosa» partendo dal desiderio di avvelenare un monaco.
Io stesso desidero a volte che una determinata persona muoia e, al solo pensiero che questo possa accadere, mi sento sollevato… É una cosa che ho portato in confessione, ovviamente, ma non posso nemmeno fare finta che una parte di me non abbia questa idea.
Se decidessi di far finta di non avere questo sogno nero dentro di me, di negarlo e soffocarlo, cosa diventerei?
Esatto: solare.
Una persona piena solo di allegria, felicità, sentimenti nobili ed elevati… Peccato che sia tutto di plastica. Che non sia vera allegria, felicità e nobiltà.
Ecco perché ha ragione Morelli, il modo migliore che ha una persona di cagarsi in testa da sola é quella di definirsi solare, cioè una persona non autentica, di plastica, uguale alle altre, da mettere nel mucchio quando va bene.
Altra dichiarazione consimilare é quella di chi si dichiara essere uno/a che «dice sempre quello che pensa» che é in realtà quasi sempre il verso che fa un narcisista bugiardo che fa outing.
Abbraccia le tue ombre e arriva ad avere la capacità di giocarci, smetti di giudicare gli altri e vedrai che smetterai di giudicare anche te stesso.
Lascia il sole nel cielo, la luna nella notte e cerca di diventare sempre più forte, nel corpo e nello spirito, e sempre più te stesso, mai un altro.
Essere te stesso é come andare a pisciare: puoi farlo solo tu ?.
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Il blocco – sui social, whatsapp, ecc. – non è un banale momento di gestione dei contenuti, ma il gesto disperato della persona addormentata, che avrebbe bisogno di essere svegliata, tuttavia lo rifiuta in modo scomposto.
L’intolleranza radicale alle diversità viene solo dall’attaccamento profondo al proprio stato di incoscienza e dal terrore di perderlo, come se fosse una risorsa e non una condizione, in fondo, di vera e propria «non-vita».
La maggior parte delle persone preferisce vivere da inconsapevole o non risvegliata, come gli umani che, in Matrix, vivevano solo in stato vegetativo per funzionare come batterie biologiche per le macchine.
Si mettono in bocca, e soprattutto in testa, qualsiasi cosa, ma va bene così, tutto purché possano continuare a non occuparsi di ciò che è vero, cosa di cui non ritengono di poter mai essere competenti.
É il servo che ha ricevuto i talenti e li ha sotterrati, é il gesto di colui che, per preservare la vita, rinuncia alla vita.
Ti raccomando di meditare nel tuo cuore con attenzione queste parole. Un abbraccio ??????
«Non è poco confessare a se stessi il proprio vivo desiderio.
Molti hanno bisogno di un particolare sforzo d’onestà. Troppi non vogliono sapere a che cosa anelano, perché ciò pare loro impossibile o troppo doloroso.
Il desiderio è però la via della vita. Se non ammetti di fronte a te stesso il tuo desiderio, allora non seguirai te stesso ma strade estranee che altri hanno tracciato per te.
Così non vivi la tua vita, ma una vita estranea. Ma chi altri deve vivere la tua vita, se non tu stesso? Scambiare la propria vita per quella di altri non è soltanto una cosa sciocca, ma anche un gioco ipocrita, perché non puoi mai vivere realmente la vita dell’Altro, fai solo finta, inganni l’Altro e te stesso, perché tu puoi vivere solo la vita che ti appartiene.
Se rinunci al tuo Sé, lo vivrai nell’Altro; in tal modo sarai egoista verso l’altra persona, e la ingannerai. Tutti credono che una vita del genere sia possibile, ma è solo un’imitazione scimmiesca.»
«Ma io vi dico: amate anche i vostri nemici, pregate per quelli che vi perseguitano.» (Matteo 5:44 ICL00D)
È possibile amare i propri nemici?
Ma chi sono, prima ancora, i nostri nemici?
Sono quelli esterni, le persone per cui proviamo avversione, o sono anche quelli interni, le nostre inadeguatezze, i nostri limiti, la nostra finitezza, ciò che in qualche modo fa parte di noi e percepiamo negativamente come un ostacolo?
Prova ad esempio a chiedere ad una persona che soffre di disturbo panico se non considera la sua stessa fobia non solo un nemico, ma il suo più grande nemico… O a chi, ad esempio, non riesce ad apprezzare il proprio corpo e lo detesta…
Quindi, è possibile amare chi ci ha fatto male? Amare una fobia, che ci costringe a vivere reclusi in casa, un corpo che non ci assiste mai come vorremmo, che vediamo brutto, inutile, ridicolo, vergognoso..?