Ieri mattina sono andato coi miei familiari a Serramazzoni per una visita ai miei nonni, che vi riposano.
Dopo la deposizione di due mazzi di fiori freschi, aver condiviso qualche ricordo e scorse le vestigia di qualche antica linea di parentela, siamo andati in centro per bere qualcosa di caldo.
C’era la nebbia, faceva piuttosto freddo.
Così conviene, peraltro, per questi giorni a cavaliere tra luce e tenebre, dove il nostro mondo dei vivi si avvicina come non mai a quel loro dei morti.
Entrati in un bar, di cui é giusto e pio tacere nome ed ubicazione, ho chiesto se ci saremmo potuti sedere, come sono solito fare da sempre – senza, in quel momento, pensare ad altro.
La barista – le donne sono sempre più affezionate alle regole – mi ha snocciolato la vigenza: «chi ha il green pass sì, e lo devo vedere; chi non ce l’ha, no».
Legittimo.
Alla fine, chi aveva il green pass si é seduto; chi non ce l’aveva, parte é uscito e parte é rimasto, in piedi, accanto al tavolo dove gli altri stavano seduti.
Tra questi ultimi, sono rimasto accanto ai miei familiari assisi, in una posizione un po’ scomoda e forse, vista dall’alto, demenziale, rinfrancato tuttavia dall’aver così potuto dare, col mio insistere in piedi, il mio contributo a sconfiggere un morbo che continua a riempiere le strade di camion con gran copia di morti.
«Io sono l’eretto», dunque: colui che salverà il mondo; molto di più dell’eletto, che, del resto non ha mai combinato granché.
E comunque sitting is the new smoking: se non salverò il mondo, salverò almeno me stesso.
Forse.
Conclusioni
Iscriviti al blog per non perdere il fondamentale post del giorno tutti i giorni, dal lunedì al venerdì
Contattami via whatsapp al 059 761926 o premendo il pulsante verde qui a fianco
Iscriviti al mio canale YouTube e attiva le notifiche per vedere ogni nuovo video. Clicca qui: https://www.youtube.com/tsolignani, Se pensi che questo post possa essere utile o interessante per qualcun altro, condividilo, in tutti i modi che preferisci, anche via mail o sui social, mi fa solo piacere.
La figura non eccezionale dei no greenpass dei giorni scorsi a Novara, vestiti a-la-Auschwitz, é un precipitato del fatto che si pensa troppo spesso che le battaglie – anche quelle giuste, come io ritengo essere quella contro il green pass – sia preferibile condurle con l’indignazione piuttosto che con la logica.
La logica però, tutto al contrario, resta indispensabile e molto più feconda dell’indignazione o di paragoni, completamente infondati e pieni di fallacie, come quello tra la situazione di noi non vaccinati e quella degli ebrei ai tempi del nazismo, due cose che non hanno davvero niente a che fare l’una con l’altra.
Questo non significa che il green pass sia un istituto apprezzabile; esso resta, tutto all’opposto, un’idea abominevole realizzata in modo demenziale che deve essere spazzata via dall’ordinamento prima possibile.
Ma lasciamo che a fare paragoni demenziali sia Burioni con la sua dittaturapneumatica, noi cerchiamo di portare avanti questa battaglia con la serietà e la compostezza necessarie per vincerla.
Abbiamo il rosario da tenere in mano e da recitare: non ci serve niente altro e soprattutto non abbiamo proprio bisogno di pagliacciate.
Detto questo, va però anche sottolineato che un po’ di enfasi e un po’ di slogan fuori dalle righe é normale che ci siano in ogni manifestazione, guarda ad esempio le boiate che sono state mostrate nelle piazze di protesta contro la bocciatura del ddl Zan: in questo caso però l’indulgenza dei media e della politica in generale é stata molto più ampia, perché, a passarle al setaccio, si sarebbero trovate tante cretinate anche in quei cortei.
Questo, alla fine, é un motivo in più per cercare di lavorare meglio e con quanta più intelligenza possibile.
Evviva noi.
Conclusioni
Iscriviti al blog per non perdere il fondamentale post del giorno tutti i giorni, dal lunedì al venerdì
Contattami via whatsapp al 059 761926 o premendo il pulsante verde qui a fianco
Iscriviti al mio canale YouTube e attiva le notifiche per vedere ogni nuovo video. Clicca qui: https://www.youtube.com/tsolignani, Se pensi che questo post possa essere utile o interessante per qualcun altro, condividilo, in tutti i modi che preferisci, anche via mail o sui social, mi fa solo piacere.
Ultimamente, ricevo molte richieste da parte di clienti che vorrebbero che andassi con loro all’hub vaccinale per difendere le loro posizioni e la libertà di scelta, il loro “diritto” di non farsi vaccinare.
In linea di principio sono disponibile a qualsiasi tipo di assistenza possa essere utile ad una persona, tuttavia ti sconsiglio molto decisamente di operare in questo modo.
Non so se sei mai andato presso un hub vaccinale. Chi fosse andato avrebbe visto tante persone in fila, come in catena di montaggio, in attesa di essere inoculate.
I medici del centro hanno davvero poco tempo e poco aggio di valutare le posizioni e le storie individuali, che per di più non conoscono.
Non si può pretendere che un medico intento a vaccinare in massa le persone sospenda tutto per un’ora o due ogni volta che arriva una persona con una valigia di documenti da esaminare o una lunga storia da ascoltare.
È esattamente per questo che il potere, ad esempio, di concedere l’esenzione dalla vaccinazione è stato concesso dalla legge al medico di base: perché lui ti conosce, sa già, più o meno, o deve sapere, la tua storia e in ogni caso ha più tempo per ascoltarti ed approfondire.
La totalità delle esenzioni che ho ottenuto sino ad ora è stata rilasciata dal medico di medicina generale (MMG, o medico di base), non ne ho nessuna che sia stata rilasciata da un medico dell’hub vaccinale.
Nonostante che alcuni medici di base si ostinino a dire che non sono competenti, in realtà la competenza a dichiarare l’esenzione, e, oltre la competenza, anche e soprattutto la possibilità di fare la diagnosi e la valutazione che ne costituiscono i presupposti, spetta a loro.
Questo è già una prima considerazione che suggerisce come sia inutile andare a tentare di lavorare all’hub vaccinale: è il bersaglio sbagliato, il tuo interlocutore deve essere in primis il medico di base.
Oltre ad essere sbagliato come bersaglio, è sbagliatissimo poi anche come metodo.
Innanzitutto, se ti presenti con un avvocato, indisponi immediatamente e gravemente il medico addetto all’hub.
Se costui avesse avuto un briciolo di disponibilità ad ascoltarti e, magari, addirittura a concedere l’esenzione, stai tranquillo che quella briciola ti viene immediatamente bruciata.
I medici vaccinali fanno un lavoro pesante, non vogliono, come tutti, scocciature o rallentamenti: dover discutere con un avvocato è una delle ultime cose che desiderano.
Anche perché non ha senso, è demenziale.
Infatti, un avvocato – questo ti sembrerà strano, ma è la verità – non ha niente da dire al medico vaccinale.
La normativa in materia è chiara e la conoscono tutti, anche i medici vaccinali.
Quella che si deve discutere è, semmai, la tua situazione sanitaria, per vedere se ci sono i presupposti per un’esenzione o meno.
Quindi su una valutazione sanitaria che cosa dovrebbe dire un avvocato, che non è in grado di distinguere, se glielo metti davanti, l’osso di una gamba da quello di un braccio?
È come andarci facendosi accompagnare dall’idraulico, a meno che tu non pensi che il medico vaccinale possa farsi convincere da eventuali ciarle dell’avvocato sull’incostituzionalità del green pass, dell’obbligo vaccinale e così via.
Il medico vaccinale ti dice che lui applica semplicemente la legge, finché la Corte costituzionale non la dichiara effettivamente incostituzionale, e fa benissimo. Io non ci trovo davvero niente da dire a riguardo, è il comportamento giuridicamente più corretto.
In conclusione, si dice che ci sono solo due cose che vanno sempre in giro in coppia: i carabinieri e i coglioni.
Andando all’hub vaccinale con un il tuo avvocato, o comunque un avvocato, rischieresti di fare, insieme a lui, esattamente la figura del coglione, cosa grave sia in sé sia perché riduce grandemente le tue già scarse possibilità di ottenere un’esenzione.
Un avvocato non lavora andando a fare il pagliaccio all’hub vaccinale, dove si discute di cose di cui non ha la minima competenza. Un avvocato lavora scrivendo lettere di valore ufficiale in cui si fanno valere circostanze accertate da altri medici, come ad esempio referti di specialisti, considerazioni, esami e così via e con le quali si mettono i medici e le istituzioni di fronte alle loro responsabilità in modo documentale e per iscritto.
Se proprio vuoi andare all’hub vaccinale accompagnato da un professionista, cosa che non serve a niente, anzi è solo dannosa, l’unica figura di riferimento utile potrebbe, semmai, essere quella del medico legale.
Se, tuttavia, vuoi evitare di fare vaccate e accrescere le possibilità di ottenere davvero l’esenzione, fai fare una richiesta via pec dal tuo avvocato, nei modi che ti ho già spiegato diverse volte nei precedenti post.
Conclusioni
Se pensi che questo post possa essere utile a qualcuno, condividilo liberamente, anche sui social, mi fa solo piacere;
Se vuoi chiedermi assistenza per la richiesta di esenzione o per come affrontare da non vaccinato il prossimo periodo, scrivimi su whatsapp al n. 059 761926;
Ricordati di iscriverti al blog per ricevere il fondamentale post del giorno.
Stamattina, alle otto meno dieci, forte della titolarità di una partita IVA e dell’assenza di un datore di lavoro cui far capo, sfornito di green pass, ho tuttavia varcato la soglia del mio studio professionale di Vignola, via Caselline 339, con lo stesso cipiglio di Cesare al momento di attraversare il Rubicone.
Una volta dentro, e preso possesso del luogo e di tutte le sue pertinenze, alle otto meno cinque – ex comma 1, art 3, dl 127/2021 – ho controllato tramite il mio fido dispositivo mobile il greenpass della mia impiegata, sincerandomi che potesse avere accesso ai locali dello studio per ammannirvi le sue prestazioni lavorative secondo il CCNL attualmente in vigore.
Lei stessa poi, verso le 10, scendendo di un comma, al 2 della stessa disposizione, ha controllato il green pass all’uomo della caldaia, proveniente dal capoluogo, che ha così potuto avere accesso ai vani antistanti il locale bagno dell’ufficio, in modo da poter ulteriormente manutenere in tutta sicurezza l’impianto termico di pertinenza dello stabile.
Grazie a questo complicato gioco di pesi e contrappesi, a questa danza digitale di adempimenti e «beeep» di consenso elettronico, io, la mia impiegata e l’uomo della caldaia questa sera siamo sani come pesci, anziché trovarci in terapia intensiva, dove almeno io dovrei per giunta pagarmi il soggiorno, sotto ad un casco respiratorio.
Non so di loro, ma a me, tutta questa salute non impedisce comunque di sentirmi un po’ stronzo.
Sed alea jacta est, cabrones!
Conclusioni
Iscriviti al blog per non perdere il fondamentale post del giorno tutti i giorni, dal lunedì al venerdì
Contattami via whatsapp al 059 761926 o premendo il pulsante verde qui a fianco
Se pensi che questo post possa essere utile o interessante per qualcun altro, condividilo, in tutti i modi che preferisci, anche via mail o sui social, mi fa solo piacere.
Non ha senso parlare di discriminazione quando si vogliono indicare i problemi del greenpass.
É evidente che qualsiasi normativa che fa riferimento a situazioni di fatto che sono diverse nella realtà discrimina – e per fortuna che lo fa perché situazioni diverse vanno trattate in modo diverso.
Questo, addirittura, é il vero significato del principio di uguaglianza, nell’ermeneutica ufficiale della Corte costituzionale, completamente condivisibile.
Il problema di un istituto abominevole come il green pass é molto più a monte di questo e consiste nel fatto che non esiste una epidemia di microorganismi di gravità tale da giustificare l’adozione di provvedimenti del genere.
Non ci sono abbastanza morti.
Non ce n’è un numero nemmeno lontanamente sufficiente per giustificare questo merdaio di legislazione liberticida e soffocante che é stato varato, con estrema cura, negli ultimi due anni.
Mi dispiace per i decerebrati che vanno ancora avanti dopo due anni a sostanziarsi con i camion di Bergamo, ma basta alzare gli occhi dal televisore, dal giornale o dal cellulare per vedere che la gente non muore.
Si ammala, piuttosto, poi guarisce.
La mortalità è delle zero virgola qualcosa per cento.
Senza dimenticare, peraltro, che morire si muore tutti, prima o poi.
Il vero negazionista é quello che nega questa, che ormai è la realtà evidente a tutti quelli che vogliono vederla.
Il problema del green pass non é, dunque, che discrimina, ma, molto prima, che non c’è nessuna epidemia tale da giustificarlo.
Così come è senza alcuna giustificazione la campagna di in(o)culazione di massa in corso.
Stefano Paternò é morto a causa del vaccino – lo accerta la perizia ufficiale – perché aveva, senza accorgersene, già in precedenza contratto il virus.
Cioè lui è morto per tentare di evitare di prendere un morbo che era così grave che l’aveva già preso in passato senza accorgersene…
Io voglio bene a tutti. Tra i vaccinati ci sono persone a me molto care e davvero spero di cuore che non succeda loro nulla, non riesco ad accedere al settarismo che augura i peggiori mali a una parte o all’altra.
Però io scelgo di non vaccinarmi.
Non perché, come vuole qualche cretino, «non so quello che c’è dentro», ma piuttosto perché so benissimo quello che c’è fuori.
Se mi vaccinassi, lo farei per non ammalarmi, non certo per viaggiare, andare a mangiare una pizza o altre amenità che pure ho sentito.
I vaccini servono, in teoria, per combattere le malattie, non per andare a Formentera o a mangiare le lasagne o i tortellini.
Già questo dovrebbe farvi suonare qualcosa nella testa.
Iscriviti al blog, é fondamentale per evitare le vaccate che oggi dominano la scena in ogni campo.
Evviva noi.
Conclusioni
Iscriviti al blog per non perdere il fondamentale post del giorno tutti i giorni, dal lunedì al venerdì
Contattami via whatsapp al 059 761926 o premendo il pulsante verde qui a fianco
Prova il counseling; per info contattami su whatsapp al numero 059 761926
Iscriviti al mio canale youtube e attiva le notifiche per vedere ogni nuovo video. Clicca qui: www.youtube.com/tsolignani, Se pensi che questo post possa essere utile o interessante per qualcun altro, condividilo, in tutti i modi che preferisci, anche via mail o sui social, mi fa solo piacere.
Tolgono la libertà e il lavoro a milioni di persone ma gli indagati sottoposti a perquisizione sono 4 poveretti che hanno avuto l’ardire di criticarli, magari un po’ pesantemente, sui social.
Certo, perché quella dei 4 poveretti é addirittura una «campagna d’odio» (queste le parole del corriere del siero), mentre chi scrive e promulga una normativa liberticida, che non ha nessun altro paese al mondo e che non c’era nemmeno ai tempi del fascismo, è mosso invece da puro amore.
Ovviamente i media dalla parte di chi stanno?
Però non è una dittatura, no.
Tranquillo.
«Dalle prime ore di questa mattina, la Digos di Roma e la polizia postale stanno effettuando 4 perquisizioni personali e informatiche nei confronti di altrettante persone residenti in varie città del territorio nazionale. Sarebbero loro ad aver avuto un ruolo significativo nella campagna d’odio, veicolata sul web anche attraverso insulti e minacce, nei confronti del presidente del Consiglio, Mario Draghi, in seguito alle misure adottate per il contenimento della pandemia.»
Iscriviti al blog per non perdere il fondamentale post del giorno tutti i giorni, dal lunedì al venerdì
Se pensi che questo post possa essere utile o interessante per qualcun altro, condividilo, in tutti i modi che preferisci, anche via mail o sui social, mi fa solo piacere.
La proroga delle esenzioni dalla vaccinazione covid conferma che quella di richiedere in prima battuta appunto l’esenzione é la strategia migliore, ovviamente per quelle persone che presentano una o più patologie.
Molti mi chiedono per quali patologie si può ottenere l’esenzione, ma é una domanda che non ha senso.
Non esiste una patologia, a parte l’intolleranza a una delle sostanze contenute in tutti i vaccini disponibili, che consenta di ottenere automaticamente l’esenzione.
Va sempre considerata la situazione sanitaria della singola persona.
Ci sono certamente dei precedenti e ti potrei, altrettanto certamente, parlare delle patologie per cui l’hanno ottenuta alcuni miei clienti, ma il discorso non avrebbe alcun senso.
Ogni situazione é diversa.
Oltre a variare per età, sesso, condizioni personali, molti soggetti presentano un cumulo di patologie che, appunto assommate tra loro, hanno indotto i sanitari a concedere l’esenzione, quando invece, se si fossero presentate isolatamente, l’esenzione non sarebbe stata concessa.
Ribadisco che é difficile ottenere l’esenzione, nella mia esperienza la media é di un caso su dieci, ma in molte situazioni vale ugualmente la pena di tentare, sia per ragioni di tutela individuale che per ragioni, più ampie, di sistema, tanto per non subire passivamente l’imposizione di questo sistema senza alcuna logica né fondamento.
Nella PEC con cui chiedo la concessione dell’esenzione menziono sempre l’attività lavorativa esercitata dal soggetto che la richiede, perché questo serve a qualificare il danno che si determina nel momento in cui l’esenzione non viene concessa e la persona rischia di perdere l’accesso al luogo di lavoro.
La richiesta viene mandata al medico di base, che a mio giudizio, a mente della normativa vigente, é il soggetto primariamente tenuto alla valutazione della situazione personale del richiedente, e comunque all’ASL di riferimento per il territorio.
Le stesse ASL, nel riscontrare alcune richieste, hanno confermato per iscritto la competenza dei medici di base, che naturalmente i medici non vorrebbero avere, come sempre accade, ma che purtroppo incombe su di loro, sia perché lo dice la normativa, sia perché sono quelli che possono conoscere meglio la storia del paziente.
L’esenzione, quando viene concessa, può rivelarsi molto importante specialmente se un domani venisse approvato per legge un generale obbligo vaccinale, come secondo alcuni analisti potrebbe capitare nel 2022, ottenute le autorizzazioni da parte delle agenzie del farmaco che sino ad ora sono mancate.
É un modo, infatti, per risolvere il problema piuttosto alla radice.
Purtroppo non ci sono soluzioni definitive, se le avessi diventerei milionario nel giro di poche settimane.
Al momento é importante tentare quel che si può tentare, prendere tempo, arrivare bene comunque a fine per vedere poi che cosa succede.
Conclusioni
Iscriviti al blog per non perdere il fondamentale post del giorno tutti i giorni, dal lunedì al venerdì
Contattami via whatsapp al 059 761926 o premendo il pulsante verde qui a fianco
Se pensi che questo post possa essere utile o interessante per qualcun altro, condividilo, in tutti i modi che preferisci, anche via mail o sui social, mi fa solo piacere.
Questa intervista della professoressa Poli é importante, oltre che per le valutazioni tecniche sui preparati per il covid, soprattutto come testimonianza del fascismo e della miopia dei media mainstream.
Tra essi, spicca oggi soprattutto il Corriere della sera, ormai ribattezzabile Corriere del siero, che, lungi dal cercare di fornire un’informazione completa nell’interesse della popolazione in una materia estremamente delicata come quella della salute, soprattutto dei più giovani, si rende complice della foga vaccinista e del regime del covidismo, per cui i cittadini vanno solo messi in fila e in(o)culati uno dietro l’altro.
Allo stesso identico modo in cui si marchiano le vacche, come chiunque abbia mai visto come funziona un hub vaccinale può confermare.
Ecco chi sono i terribili «no vax»: persone autentiche che hanno dubbi più che legittimi sulla bontà dei ?vaccini e sull’opportunità di vaccinarsi.
Però bisogna criminalizzarli, e fare in modo che non vengano né esauditi né tantomeno ascoltati, perché dare spazio alle loro voci aumenterebbe l’«esitanza vaccinale», quando invece gli Italiani devono solo credere, ubbidire e vaccinare o farsi vaccinare.
«Il Corriere della Sera ci disse che non avrebbe pubblicato niente che potesse alimentare l’esitanza vaccinale»
É importante resistere.
I mezzi a disposizione sono pochi, le vaccate sono tantissime.
Se non hai già provato a chiedere l’esenzione, ti consiglio di valutare di farlo: può essere importante farlo, sia per te che per tutti gli altri.
Iscriviti al blog per non perdere il fondamentale post del giorno tutti i giorni, dal lunedì al venerdì
Contattami via whatsapp al 059 761926 o premendo il pulsante verde qui a fianco
Prova il counseling; per info contattami su whatsapp al numero 059 761926
Ti serve un’ora della mia attenzione per un tuo problema legale? Clicca qui: blog.solignani.it/assistenza-legale/consulenza/, Se pensi che questo post possa essere utile o interessante per qualcun altro, condividilo, in tutti i modi che preferisci, anche via mail o sui social, mi fa solo piacere.
La devastazione della Chiesa, realizzata mettendo a capo della stessa un improponibile come Bergoglio, é stato sicuramente un atto preparatorio della pandefuffa che sarebbe venuta dopo qualche anno.
La Chiesa universale avrebbe avuto, se fosse stata gestita da sacerdoti anche solo minimamente degni del loro ufficio, una funzione e un ruolo fondamentali in questo periodo di enorme difficoltà e di grande crisi materiale e spirituale, offrendo un fondamentale ed autorevole punto di vista alternativo, che avrebbe costituito un punto di riferimento importante per milioni di persone, credenti e non: la centralità dell’anima.
Un papa, al contrario, giulivamente appiattito sulle posizioni del mondo, con la evidente funzione di cappellano dell’ONU, che invita alla vaccinazione come unico rimedio, come se non ci fosse salvezza senza vaccinazione, quando la nostra fede e le nostre scritture sono piene di inviti a non preoccuparsi per il corpo, considerata la primazia dell’anima, non fa niente di diverso da uno qualsiasi dei governanti del mondo, tutti più o meno complici di questa allucinazione collettiva orwelliana, dove ormai proprio più nessuno di autorevole per le masse ha il coraggio di gridare che il re è nudo e cioè che non c’è nessuna pandemia che possa considerarsi tale.
Ormai la società si sta avviando serenamente, e in fondo io credo anche spontaneamente, per un destino in qualche modo scritto da qualche parte, verso una divisione in due parti, come nel romanzo di Orwell: da una parte i membri del partito, oggi del sistema, dall’altra i prolet.
Sì é vero oggi in Italia ci stanno ricattando, con il ricatto più spregevole che ci sia, vaccino o perdita del lavoro e della possibilità di mangiare e vivere, ma é per motivi più reconditi che ci si incammina verso la vaccinazione o verso, al contrario, la resistenza. Più persone ascolto, incontro, ho occasione di sentire e più questa sensazione diventa corposa, netta, verosimile.
É come se ognuno di noi, al di là di tutti i discorsi vacui sulla scienza e simili, fosse stato destinato sin dall’inizio ad imboccare una certa strada, la grande maggioranza da una parte e un «piccolo esercito» dall’altra; e più passa il tempo, più le cose progrediscono e più tutto questo appare chiaro.
Conclusioni
Iscriviti al blog per non perdere il fondamentale post del giorno tutti i giorni, dal lunedì al venerdì
Prova il counseling; per info contattami su whatsapp al numero 059 761926
Se pensi che questo post possa essere utile o interessante per qualcun altro, condividilo, in tutti i modi che preferisci, anche via mail o sui social, mi fa solo piacere.