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Legame di affinità: cessa con la morte?

devo chiedere la residenza presso la mia matrigna vedova, all’anagrafe mi hanno detto che devo scrivere Non sussistono rapporti di coniugio, parentela, affinità, adozione, tutela o vincoli affettivi con i componenti della famiglia già residente in quanto mio padre è deceduto. Ho fatto delle ricerche in rete che dicono che c’è affinità, è giusto ? Lo chiedo perché se fosse vero quello mi hanno detto all’anagrafe si creerebbero due nuclei distinti e in tale caso io potrei chiedere l’esenzione del ticket per reddito

L’affinità è la relazione che lega un coniuge ai parenti dell’altro coniuge.

Un legame non di sangue, dunque, ma mediato da un matrimonio con effetti civili.

Secondo il codice civile, «L’affinità non cessa per la morte, anche senza prole, del coniuge da cui deriva, salvo che per alcuni effetti specialmente determinati. Cessa se il matrimonio è dichiarato nullo, salvi gli effetti di cui all’articolo 87 n. 4» (art 78, comma 3°).

Se ho ben capito, questa donna, che definisci la tua «matrigna», aveva sposato tuo padre, determinando la nascita di un rapporto di affinità tra di voi.

Dal momento che dici che ora è vedova, immagino che tuo padre sia nel frattempo purtroppo deceduto, ma il rapporto di affinità, a mente del codice civile, permane tra di voi.

Per quanto riguarda le disposizioni di stato civile, si tratta di aspetti che andrebbero approfonditi: ti consiglio di parlarne con i funzionari dell’ufficio di stato civile e, solo se del caso, di acquistare una consulenza da un avvocato per un adeguato approfondimento.

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L’ASL può spostare mio fratello schizofrenico in un’altra struttura?

sono tutore di mio fratello, con diagnosi di schizofrenia, ricoverato da circa 9 anni presso una struttura ASL in Ferrara, dopo ricovero coatto. In questi anni il rapporto con i sanitari non è stato facile, abbiamo subito molte pressioni psicologiche sia noi sia lui. Ora sta meglio e vogliono dimetterlo obbligandolo e obbligandoci ad inserimento in struttura da loro individuata. Noi ci stiamo ooponendo chiedendo idoneo ambiente su Ferrara, il medico ha minacciato di interpellare il giudice e con lui fare un piano di uscita per la struttura individuata. Come e quali sono i nostri diritti?

È impossibile rispondere ad una domanda del genere senza conoscere il caso nei suoi dettagli.

Se ho ben capito, tra l’altro i termini della questione riguardano semplicemente l’eventuale spostamento dalla struttura in cui si trova attualmente in un’altra struttura che non è di vostro gradimento come famiglia, anche se non spieghi per quali motivi.

L’unica cosa che si può dire è che ovviamente in materia l’ultima parola spetta sempre al giudice tutelare, ma se volete evitare questo spostamento bisogna affrontare la questione in fatto cioè dimostrare, e sempre che sia possibile, che tale cambiamento sarebbe contrario agli interessi di tuo fratello.

Da questo punto di vista, probabilmente, occorrerebbe anche il parere di un medico legale di fiducia, con cui replicare a quello dei sanitari che l’hanno in carico che a quanto pare ritengono invece preferibile lo spostamento.

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Come posso controllare una mia sorella che fa da tutore ad un’altra sorella?

siamo 4 sorelle di cui una interdetta . il tutore è la mia sorella più piccola il protutore, la più grande. io ed il protutore non abbiamo rapporti con il tutore dopo la morte dei miei. mia sorella interdetta gode di un’ottima pensione più altre entrate. io personalmente non ho alcuna fiducia nel tutore, visti i rapporti, e temo che possa usare per lei i soldi di mia sorella interdetta, magari sotto le voci spese varie, visto che solo lei detiene il c/corrente e si occupa dell’amministrazione. cosa posso fare anche x il futuro per essere messa a conoscenza della contabilità riguardo le spese effettuate e le entrate nel c/corrente? potrei pertanto essere autorizzata dal giudice? cosa dovrei chiedere?

Immagino che sia una tutela partita molto tempo fa, considerato che oggigiorno si tratta di un istituto per lo più desueto a favore della nuova figura dell’amministrazione di sostegno.

Ad ogni modo, non dovrebbero esserci molti spazi per il tutore per malversare, dal momento che ogni movimento di denaro deve essere documentato e rendicontato anche tramite una apposita relazione periodica.

Puoi comunque tentare di depositare un ricorso per avere chiarimenti sulla gestione della tutela al tribunale competente, ufficio del giudice tutelare, anche se non è detto che ti forniscano le informazioni che richiedi, dipende da ufficio ad ufficio.

come si può controllare l’operato di un amministratore di incapace?

vorrei sapere se mia mamma eta 51 anni in cura psichiatrica presso il centro mentale della zona,avendo messo suo fratello minore eta39,come tutore psichiatrico e possibile che nella casa lasciata in eredita da mio padre(10anni fa,morto da tumore),e abitata non piu dalla stessa ma in affitto a terzi,e possibile che non passi l affitto di quella casa alla figlia maggiorenne vivente in un altro comune e ha sua volta madre di un minore (separata,sta cercando in tutti i modi x farla abitare con la mamma)? Come si fa,ha scoprire se questo zio sta faccendo gli interessi suoi ha scapito della sorella? Ed infine,si puo,richiedere l affitto della casa della madre come redditto visto che la stessa non vive piu li,ma a casa di un nuovo compagno e la signora non mantiene la figlia? quest ultima,sta lavorando(telemarketin),studiato x operatrice socio sanitario(oss),ma x problemi che non ha la patente viene eliminato il suo cv,chiede solo affitto x redditto oppure se e possibile vendere la sua parte.X mantenersi lei e ottenere ha sua volta la figlia minore presso il suo domicilio

Non ho capito quasi niente di tutto quello che hai riferimento, posso però farti le seguenti osservazioni, che magari possono esserti utili.

Oggigiorno, la tutela è un istituto pressochè desueto, solitamente si preferisce fare l’amministrazione di sostegno.

Se questo tuo zio è stato nominato amministratore di sostegno della sorella, tua madre, deve comunque operare sotto il controllo del giudice tutelare, al quale deve presentare una relazione ogni anno di come sono state gestite le sostanze di tua madre. Se ritieni che costui non operi correttamente, puoi presentare un esposto al giudice tutelare, ovviamente indicando le circostanze che ti appaiono sospette.