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Donatore di sperma in Olanda: e in Italia?

Sono un ragazzo italiano residente nei Paesi Bassi e vorrei diventare un cosiddetto “donatore di sperma di tipo C”: una figura inquadrata dalla legge olandese che descrive un donatore non anonimo che può anche assumere un ruolo limitato nella vita del nascituro. Io e la potenziale madre, che è olandese, ci stiamo rivolgendo ad una clinica della fertilità olandese per procedere con l’inseminazione artificiale. Prima di farlo redigeremo, sempre nei Paesi Bassi, un contratto dove mi impegnerò a rinunciare a tutti i miei diritti e doveri di padre e dove saranno descritte le modalità di contatto (minime e massime) tra me e il nascituro (per esempio incontri di persona 5-10 volte l’anno e una telefonata ogni 2-6 settimane). Sono sicuro di essere ben protetto nei Paesi Bassi, ma se negli anni a venire mi trasferissi in Italia, sarei protetto da un’eventuale richiesta di riconoscimento della paternità? Correrei il rischio di dover pagare alimenti o che il nascituro venga designato mio erede?

La tua é una situazione piuttosto particolare e di non facile inquadramento.

Mi sento di condividere con te le seguenti osservazioni.

  1. La legge sulla paternità varia da paese a paese e pertanto non possiamo garantire che l’accordo olandese sia valido anche in Italia.
  2. La legge italiana non prevede una figura di donatore non anonimo, ma solo di donatore anonimo.
  3. Se in seguito al trasferimento in Italia si verificasse una richiesta di riconoscimento della paternità, il contratto olandese potrebbe non essere riconosciuto dalle autorità italiane.
  4. Pertanto, potrebbe essere importante che tu valuti un contratto legalmente vincolante anche in Italia che le assicuri che non sarà considerato il padre legale del bambino, la cui validità è tutta da valutare, tuttavia.
  5. Se, in seguito a un eventuale riconoscimento della paternità, il nascituro richiedesse alimenti, Lei potrebbe essere tenuto a fornire supporto finanziario.

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Naturalmente, se vivi e lavori lontano dalla sede dello studio – che è a Vignola, provincia di Modena, in Emilia, questo primo appuntamento potrà avvenire tramite uno dei sistemi di videoconferenza disponibili, o anche tramite telefono, se lo preferisci. Per inviarmi i documenti, potrai usare questa semplice guida.

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12 cose sulla alienazione genitoriale.

1) Si ha quando un genitore mette i figli contro l’altro genitore, manipolando i figli e denigrando l’altro genitore.

2) É conosciuta anche con l’acronimo di PAS, che sta per parental alienation syndrome.

3) Alcuni professionisti e studiosi negano l’esistenza di situazioni di alienazione genitoriale, ma chi si occupa di famiglia sa che in realtà, se magari di una vera e propria «sindrome» forse non si può parlare, fenomeni di questo genere, in varia misura, esistono e sono reali in diverse situazioni di famiglie disgregate.

4) Una cosa importante da capire é che chi pratica l’alienazione genitoriale non danneggia tanto l’altro genitore, quanto i figli stessi, che, resi oggetto di un tentativo di manipolazione tra due affetti importanti, entrano immediatamente in una situazione di forte stress, che non di rado li porta a sviluppare disturbi ulteriori, tra cui quelli del comportamento alimentare, l’autolesionismo ed altri.

5) Un genitore, comunque, non ha mai bisogno di denigrare l’altro genitore, anche quando lo dovesse ritenere educativo: se intende insegnare ai figli a «non comportarsi come la mamma / papà», é sufficiente focalizzare l’indicazione solo sul comportamento, senza mai sconfinare nell’identità.

6) Sì può dire ad esempio una cosa del genere: «sai che per me la mamma é una bravissima persona, però quella decisione che ha preso, quel comportamento che ha mantenuto non li condivido, li trovo molto sbagliati e voglio che tu lo sappia perché è importante che tu non commetta errori analoghi in futuro».

7) Nessuno vuole essere figlio di un idiota, specialmente chi purtroppo lo é davvero, quindi ogni genitore deve sempre tenere fuori i figli dai propri giudizi sull’altro genitore.

8) Quando una coppia genitoriale si disgrega, oggigiorno si tende a porre l’accento su amenità come «l’amore che finisce» e altre vacuità del genere, più interessante è tuttavia focalizzare come nelle separazioni si verifichi quasi sempre uno scollamento di uno dei due partner rispetto ai valori di coppia sino al momento prima condivisi.

9) Le crisi di coppia, quindi, spesso sono vissute come mancanza di lealtà da parte di chi viene lasciato, ma anche come cambio di personalità o identità rispetto ad alcune convinzioni che prima erano o quantomeno si ritenevano comuni – per questo, la tentazione di nutrire e manifestare biasimo nei confronti dell’altra persona é non di rado presente.

10) Nel momento in cui un genitore si accorge che l’altro genitore sta tentando di manipolare gravemente i figli e metterli contro di lui, può reagire in vari modi, a seconda della situazione in cui si trova, anche a livello giudiziario, la famiglia, ma l’importante è che agisca immediatamente, senza rimandare di un solo giorno.

11) Di nuovo: contrastare l’alienazione genitoriale non serve a tutelare il genitore, ma i figli che, sotto la pressione della manipolazione altrui e dello stress della situazione conseguente, possono diventare nevrotici o persino psicotici, cosa particolarmente grave e dannosa quando sono in tenera età.

12) Se ti accorgi, o anche solo sospetti, che l’altro genitore stia tentando di manipolare i tuoi figli cercando di metterli contro di te, incarica immediatamente un avvocato e valuta insieme a lui le iniziative più utili da adottare a seconda della situazione in cui ti trovi.

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Padre scomparso: possono esserci conseguenze negative?

la mia domanda è molto semplice.
Nel 1987 mio padre ha abbandonato il tetto coniugale lasciando mia madre con debiti (al tempo lei era casalinga) ma soprattutto ha abbandonato me che avevo 11 anni e mia sorella che ne aveva 1.
In tutti questi anni non abbiamo avuto contatti e lui non ha mai dato nè una lira nè un euro a noi figlie..
Sappiamo da Facebook che abita a Bologna.
I carabinieri allora consigliarono a mia madre di lasciarlo stare che noi saremmo state molto meglio senza di lui.
Vorrei sapere se per legge nel caso lui avesse problemi economici,legali o di salute potrebbero venire a cercare noi figlie.
Cosa possiamo fare per tutelarci?

La semplicità di una domanda, o la sua apparente semplicità, ha ben poca rilevanza, spesso la risposta può essere complessa, quindi diciamo che conta poco.

Nel tuo caso, i principali possibili problemi direi che siano due: potresti essere chiamata ad una eredità piena di debiti, nel momento in cui tuo padre dovesse venir meno, e potresti invece, quando lo stesso fosse ancora in vita, essere chiamata per la prestazione degli alimenti.

Per quanto riguarda l’eredità, se dovesse verificarsi questa ipotesi si potrà valutare di fare la rinuncia all’eredità. La rinuncia non si può fare, invece, finché una persona è in vita, la cosa è esclusa dal noto divieto dei patti successori. Pertanto, su questo al momento non puoi fare niente, ma puoi già stare tranquilla che, quando sarà, potrai tutelarti appunto con una rinuncia.

Per ciò che concerne, invece gli alimenti previsti, per antica tradizione, dall’art. 433 cod. civ. e seguenti, non c’è niente che tu possa fare per tutelarti, nel senso che non esistono modi per recidere, nonostante la situazione e il vissuto di abbandono, il rapporto di parentela tra voi, che è dalla legge posto alla base dell’applicazione della normativa relativa.

C’è da dire che oggi una applicazione, almeno una applicazione pura e semplice, dell’istituto degli alimenti è piuttosto rara, per via dell’esistenza di molteplici provvidenze da parte dello Stato e degli enti pubblici per coloro che si trovano in stato di bisogno, cui tuo padre attingerebbe prima di venire a rivolgersi eventualmente a te.

Inoltre, la regolamentazione degli alimenti è comunque ben dosata e calibrata, considerando anche la situazione economia della persona tenuta all’obbligo.

In una situazione come la tua, onestamente io al momento non farei niente. Se proprio vuoi, si può approfondire il secondo aspetto, quello relativo agli altrimenti, per capire se e come potrebbe essere applicato in una situazione come la vostra.

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Vacanze previste solo per il padre: che fare?

genitori non coniugati con 2 figli minori
nell’accordo di affidamento sottoscritto e autorizzato dal Tribunale c’è scritto che il padre potrà tenere i figli con sé per la classica settimana continuativa ma nulla sul punto è specificato con riferimento alla mamma
la mamma vorrebbe portare con sé i figli minori in vacanza per una settimana il prossimo mese e il padre vorrebbe impedirglielo. Qual è il rimedio?

Per tante ragioni, quando si detta una clausola in un accordo di separazione o divorzio o affido, la stessa deve intendersi riferita a entrambi i genitori, considerato il principio di parità genitoriale, nonostante che il tenore letterale della stessa sembri riferito ad uno solo di essi, cosa che a volte vedo che può scappare.

Il primo passo per agire in una situazione del genere è sempre quello di inviare una diffida tramite avvocato in cui si chiede di voler acconsentire a a questa vacanza, considerando che il testo deve essere letto e interpretato nei sensi di cui al paragrafo precedente. Può essere utile, in questa sede, proporre anche un percorso di mediazione familiare, anche perché se i genitori si «incagliano» su cose di questo tipo, è facile che possano farlo anche su altro.

Se la diffida, e la trattativa successivamente innestatasi, non fossero sufficienti, allora si può valutare, con prudenza ed attenzione come al solito, un ricorso ex art. 709 ter cod. proc. civ., in seno al quale richiedere anche la formulazione della clausola scritta in modo infelice.

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7 cose sulla riduzione del mantenimento.

1) Il mantenimento può essere dovuto per i figli o per l’ex coniuge e può essere previsto in separazione, divorzio o affido.

2) Il mantenimento per il coniuge può venire meno quando lo stesso inizia una convivenza con un’altra persona.

3) Quando si verifica un fatto che può incidere sulla misura del mantenimento l’assegno non può essere ridotto col fai-da-te, ma bisogna sempre passare dal giudice.

4) La materia di famiglia, compreso il mantenimento, infatti é indisponibile e non se ne può disporre per contratto.

5) La riduzione del mantenimento dovuto per i figli é molto più difficile in generale da ottenere.

6) É abbastanza raro che il mantenimento per i figli venga ridotto, é più facile che venga eliminato al momento della loro autosufficienza.

7) In tutti i casi di soluzioni consensuali, come la separazione consensuale e il divorzio congiunto, ridurre il mantenimento é particolarmente difficile perché i giudici tendono a confermare ciò che uno ha firmato.

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Sposata con uno straniero: che fare?

sono sposata con un cubano da luglio 2021.ci siamo lasciati a fine giugno dopo mesi di sofferenza da parte mia perché era evidente che non mi amava. Lui ha un permesso di soggiorno per matrimonio valido 5 anni. Io voglio la separazione ma ho saputo che, solo con la separazione, il suo permesso di soggiorno è sempre valido e che lo dovrà convertire in permesso di soggiorno per lavoro solo dopo il divorzio. Io non lo trovo corretto e quindi vorrei sapere se c’è qualcosa che posso fare per impedire che lui si approfitti ancora della situazione.

A mio modo di vedere, sarebbe più opportuno che tu ti concentrassi e dedicassi le energie di cui disponi, che sono sempre limitate, alla trafila che ti attende, cioè separazione e, dopo il termine previsto dalla legge, divorzio.

La prima urgenza, infatti, è regolarizzare la tua situazione di fatto, considerato che non vivi più con questa persona e non condividi più nulla con lui.

Compiere tale realizzazione non è nemmeno così semplice né rapido, considerato che occorre sempre un doppio passaggio, quindi una doppia pratica, a distanza di tempo tra un incombente e l’altro, non esistendo il divorzio diretto.

Su un piano generale peraltro, la pratica legale non può, a mio modo giudizio, porsi il compito di danneggiare altre persone, ma solo quello di risolvere i propri problemi.

Nel tuo caso, tale strategia potrebbe rivelarsi molto dannosa per te stessa, considerando che la collaborazione di questa persona, dovendo realizzare separazione e poi anche, a distanza di tempo, divorzio, è tuttora molto preziosa, per riuscire ad esempio a risolvere consensualmente piuttosto che tramite una giudiziale che sarebbe enormemente più complicata.

Per tutte queste considerazioni, ti consiglierei di mettere prima possibile come unico tema di lavoro la pratica di separazione.

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Nella convivenza non c’è nessun obbligo di fedeltà.

Note dell’episodio.

Oggi parliamo di convivenza e obbligo di fedeltà, rispondendo alla seguente domanda di un nostro lettore:

«Salve in realtà mi sto preoccupando per mio cognato che è da diversi mesi che la sua attuale compagna lo tradisce ma lui ha paura di fare qualcosa perché un amico sua gli ha detto che non deve fare niente sennò lei lo può buttare fuori di casa e poi deve pagare un botto noi abbiamo foto e video delle macchine che stanno insieme in una casa di un’altra persona e fanno le loro cose (intime) lei esce dal lavoro alle 29 e torna a casa alle 00/01/02 di notte mi può dire cosa POSSIAMO FARE per non prenderlo di dietro?»

Riferimenti.

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10 cose sulla modifica condizioni di separazione, divorzio, affido.

1) La legge dice che in qualsiasi momento si può chiedere di cambiare le condizioni di una separazione, divorzio, affido.

2) Quindi, in teoria, si potrebbe sempre chiedere al giudice di cancellare, ridurre o aumentare un assegno di mantenimento oppure di variare il regime di gestione dei figli.

3) Nella realtà, i giudici non amano molto che venga chiesto loro di rivedere una situazione già regolamentata.

4) Questo è particolarmente vero se separazione, divorzio o affido sono frutto di una soluzione consensuale e non è nemmeno passato molto tempo dalla firma.

5) Infatti, se hai firmato e accettato tu quelle condizioni, come fai adesso a ricorrere alla magistratura per farle cambiare? I meri ripensamenti sono molto poco bene accetti dai giudici, che in questi casi non solo rigettano la tua domanda, ma ti condannano anche alle spese.

6) Per poter presentare una domanda giudiziale di modifica delle condizioni, é necessario che ci sia un fatto nuovo di una certa importanza.

7) Sono esempi di fatti rilevanti la perdita incolpevole del posto di lavoro, il matrimonio e l’uscita dalla famiglia di un figlio, un problema sanitario grave e così via.

8) Al di fuori di questi casi, la modifica delle condizioni a mio giudizio può avvenire solo consensualmente, tramite una convenzione di negoziazione assistita.

9) In caso di modifica consensuale, tuttavia, occorre che entrambe le parti siano d’accordo.

10) Per tentare di raggiungere un accordo, si può usare un percorso di mediazione familiare oppure si può dar corso ad una trattativa tra avvocati.

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5 differenze tra separazione consensuale e giudiziale.

1) La separazione consensuale costa molto meno della giudiziale, sino ad un decimo, a volte anche oltre.

2) La consensuale si fa immediatamente o, tutt’al più, di solito in qualche mese, mentre la giudiziale dura diversi anni.

3) La separazione giudiziale può essere molto più traumatica per i tuoi figli, che possono essere sentiti in tribunale o assoggettati a CTU cioè consulenza tecnica d’ufficio da parte di uno psichiatra.

4) La consensuale di solito, dopo la sua conclusione, viene molto di più rispettata dagli ex coniugi, mentre nella giudiziale il conflitto é sempre più alto e tutto diventa più difficile.

5) Per fare la giudiziale é necessario andare in tribunale, mentre la consensuale si fa in studio dall’avvocato o anche in videoconferenza.

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riflessioni

Never complain, never explain.

L’intervista di Totti é inopportuna e patetica.

La tentazione di trovare un colpevole, che in realtà non esiste quasi mai, quando si disgrega una coppia c’è sempre.

Essa tuttavia va evitata a tutti i costi, essendo innanzitutto in contrasto con la realtà, ma soprattutto perché, se ci sono dei figli, coltivarla significa andare a denigrarne l’altro genitore.

Questa é una cosa da non fare mai, se vuoi bene ai tuoi figli, perché nessuno vuol essere figlio di una persona non di valore, nessun figlio può sentire parlare male di uno dei genitori senza dolore.

L’intervista del pupone non è nemmeno da uomo: un uomo non si lamenta mai e non fornisce mai spiegazioni.

Un uomo conduce la sua battaglia e lo fa, come diceva Chesterton (che Totti non sa nemmeno chi è), per amore di quelli che sta proteggendo dietro di sé e non per odio di quelli che combatte.

Io spero che questa intervista almeno gliel’abbiano pagata cara quelli del Corriere, perché con essa Totti:
– ha danneggiato sensibilmente la sua difesa legale;
– si è procurato molto probabilmente una denuncia;
– ha fatto soffrire i suoi figli;
– ha mancato di rispetto a colei che é ancora sua moglie: mi dispiace, ma i panni sporchi si lavano sempre e comunque in famiglia;
– ha dimostrato a tutti che come uomo vale fino a un certo punto e non oltre.

Tutta la mia comprensione umana, però se fossi stato il suo avvocato dopo questa intervista gli avrei fatto un cazziatone gigante e, se non lo avesse accettato, avrei rinunciato all’incarico.

Mi meraviglio anche molto del suo avvocato attuale, a essere sincero.

Questa vicenda contiene insegnamenti utili per tutti coloro che si trovano ad affrontare un’esperienza di separazione.

Evviva nobis ?