Categorie
avvocato risponde

Bonus cultura: posso scambiarlo con dei soldi in contanti?

DOMANDA – sono un ragazzo 18enne che può sfruttare i vantaggi del bonus 18 app. Ho trovato sui social, sponsorizzati da molti TikTok ed e influenzerà famosissimi, delle cartolerie fisiche realmente esistenti che convertendo il mio bonus da 500€ in acquisto di libri e girandolo a loro, loro ci comprano effettivamente dei libri e danno a me l’80% in contanti (quindi 400€ a me). Volevo chiedere se questo escamotage fosse una cosa legale è una procedura non punibile, oppure se in questo caso si può andare in contro a sanzioni amministrative o peggio.

— RISPOSTA – È sicuramente un illecito, probabilmente di natura penale.

Il bonus cultura viene erogato dallo Stato non per sovvenzionare i giovani, cosa per la quale esistono o esistevano altre provvidenze, come ad esempio il reddito di cittadinanza, ma per favorire la diffusione della conoscenza, nell’interesse generale ad una società più evoluta.

Facendo un’operazione di questo genere, sia tu che l’esercente realizzereste un illecito: tu riceveresti del denaro, anziché i beni o servizi previsti dall’istituto, mentre l’esercente effettuerebbe una speculazione perché rivenderebbe i libri che ha «pagato» a te circa all’80% del loro valore ad un prezzo più alto, il tutto a carico dei contribuenti.

È pur vero che, una volta che hai acquistato un libro e lo hai letto, non sei certo obbligato a tenerlo per tutta la vita e puoi disporne come meglio credi, anche se lo hai acquistato con il bonus cultura, ma si tratta di un fenomeno diverso, sia sufficiente considerare il fatto che lo scopo previsto dalla legge sarebbe stato realizzato, consentendoti la possibilità di leggerlo e capirlo, e che comunque poi questo libro verrebbe collocato sul mercato dell’usato, come è normale che sia.

Il bonus cultura vorrebbe servire a fondare una conoscenza reale, a diffondere il valore della saggezza, tra cui anche la capacità di discernere tra veri maestri, da un lato, e, dall’altro, deficenters – questo sarebbe il nome corretto – che incitano a commettere reati su tiktok. Per fortuna, tu hai avuto un dubbio e questo dubbio ti ha consentito di restare nel lecito.

Se vuoi approfondire ulteriormente la questione, anche se non credo proprio che ne possa valere la pena, chiama ora lo studio al numero 059 761926 e prenota il tuo primo appuntamento, concordando giorno ed ora con la mia assistente.

Puoi anche acquistare online direttamente da qui: in questo caso, sarà poi lei a chiamarti per concordare giorno ed ora della nostra prima riunione sul tuo caso; a questo link, puoi anche visualizzare il costo.

Naturalmente, se vivi e lavori lontano dalla sede dello studio – che è qui, a Vignola, provincia di Modena, in Emilia – questo primo appuntamento potrà tranquillamente avvenire tramite uno dei sistemi di videoconferenza disponibili, o persino tramite telefono, se lo preferisci; ormai più della metà dei miei appuntamenti quotidiani sono videocall.

Guarda questo video per sapere meglio come funzionerebbe il lavoro con me.

—————

Ti lascio adesso alcuni consigli e indicazioni finali che, a prescindere dal problema di oggi, ti possono sempre essere utili.

• 📧 Iscriviti oggi stesso, in ogni caso, al blog in modo da ricevere, sempre gratuitamente, futuri contenuti come questo, utili per sapere come meglio gestirsi nelle situazioni legali della vita di tutti i giorni. Per iscriverti al blog, vai in fondo alla pagina e inserisci la tua mail nella casellina: ti arriverà una mail cui dovrai dare conferma per attivare l’iscrizione.

• 📺 Iscriviti subito al canale YouTube degli avvocati dal volto umano e al podcast dove trovi altri contenuti, sempre gratuiti e utili per capire come meglio gestire e soprattutto prevenire i problemi legali. Sia nel canale che nel podcast trovi già contenuti molto utili per chi ha un problema legale, che ti invito a guardare o ascoltare.

• 👋 Entra oggi stesso nelle community degli avvocati dal volto umano: su telegram e su facebook e facebook. In questi gruppi potrai chiedere aiuto a me e agli altri avvocati presenti sulle situazioni legali che ti dovessero anche in futuro interessare.

• 🙋‍♀️ Se vuoi, puoi mandare anche tu gratuitamente una tua domanda: compila questo modulo.

• 🎁 Valuta una assicurazione di tutela legale: la prossima volta che incontri un problema potresti gestirlo molto più agevolmente e a costo zero. Questo consiglio è fondamentale: non sottovalutarlo!

• 😍 Metti «like» adesso, se ti è piaciuto questo post, e lascia un commento se vuoi dire la tua, risponderò volentieri; condividi liberamente, in qualsiasi modo, questo post se pensi che possa piacere o interessare a qualcun altro.

• ⚖️ Per caso, sei un avvocato? Iscriviti subito alle potentissime risorse gratuite di «fare l’avvocato è bellissimo». Trovi tutto nella home page del blog, iscriviti a blog, canale youtube, podcast e segnati il numero da chiamare per quando vorrai iniziare a fare coaching con me.

Categorie
avvocato risponde

Ho offeso una persona sui social: cosa può succedere adesso?

DOMANDA – dopo il recente fatto di cronaca dell’ambulante di colore barbaramente ucciso a mani nude, ho espresso la mia preoccupazione della deriva xenofoba che potrebbe aggravarsi dopo le elezioni politiche del 25/9 scrivendo su una pagina pubblica di un noto giornalista che riportava il fatto. Alché una signora mi rispondeva “cosa c’entra? Questa bestia avrebbe malmenato chiunque gli avesse fatto un torto! E dopo il 25 settembre essendoci meno clandestini per le strade noi donne ci sentiremo molto piu’ al sicuro”. Io sconvolto ho risposto dopo aver visionato il suo profilo che lei era “razzista, novax e filorussa. Credo che basti così per qualificati. Ogni commento è superfluo”.Adesso vuole denunciarmi per diffamazione. Ve ne dono gli estremi dato il contesto? Essendo lei presente nella discussione, è configurabile come diffamazione ammesso che vi sia reato?

— RISPOSTA – Non credo che una cosa del genere possa avere seriamente un seguito, anche se in espressioni di questo tipo c’è probabilmente da rinvenire qualche illecito, a prescindere dalla qualificazione come diffamazione, illecito penale o civile o altro.

Se analizzi onestamente quello che hai scritto, vedi che dalla discussione relativa ad un fatto sei passato a quella sulla identità della persona, che costituisce un giudizio, e le tue parole avevano lo scopo di manifestare il tuo disprezzo.

A mio giudizio, il comportamento sia giuridicamente che umanamente più corretto sarebbe chiedere scusa, prima che la cosa degeneri.

In futuro, ti consiglierei di ricordarti che tutto quello che viene fatto sui social avviene per iscritto, cosa che non fa altro che facilitare, poi, le prove degli illeciti nel caso in cui uno intenda effettivamente presentare delle denunzie.

Se vuoi approfondire ulteriormente la situazione, chiama ora lo studio al numero 059 761926 e prenota il tuo primo appuntamento, concordando giorno ed ora con la mia assistente.

Puoi anche acquistare online direttamente da qui: in questo caso, sarà poi lei a chiamarti per concordare giorno ed ora della nostra prima riunione sul tuo caso; a questo link, puoi anche visualizzare il costo.

Naturalmente, se vivi e lavori lontano dalla sede dello studio – che è qui, a Vignola, provincia di Modena, in Emilia – questo primo appuntamento potrà tranquillamente avvenire tramite uno dei sistemi di videoconferenza disponibili, o persino tramite telefono, se lo preferisci; ormai più della metà dei miei appuntamenti quotidiani sono videocall.

Guarda questo video per sapere meglio come funzionerebbe il lavoro con me.

—————

Ti lascio adesso alcuni consigli e indicazioni finali che, a prescindere dal problema di oggi, ti possono sempre essere utili.

• 📧 Iscriviti oggi stesso, in ogni caso, al blog in modo da ricevere, sempre gratuitamente, futuri contenuti come questo, utili per sapere come meglio gestirsi nelle situazioni legali della vita di tutti i giorni. Per iscriverti al blog, vai in fondo alla pagina e inserisci la tua mail nella casellina: ti arriverà una mail cui dovrai dare conferma per attivare l’iscrizione.

• 📺 Iscriviti subito al canale YouTube degli avvocati dal volto umano e al podcast dove trovi altri contenuti, sempre gratuiti e utili per capire come meglio gestire e soprattutto prevenire i problemi legali. Sia nel canale che nel podcast trovi già contenuti molto utili per chi ha un problema legale, che ti invito a guardare o ascoltare.

• 👋 Entra oggi stesso nelle community degli avvocati dal volto umano: su telegram e su facebook e facebook. In questi gruppi potrai chiedere aiuto a me e agli altri avvocati presenti sulle situazioni legali che ti dovessero anche in futuro interessare.

• 🙋‍♀️ Se vuoi, puoi mandare anche tu gratuitamente una tua domanda: compila questo modulo.

• 🎁 Valuta una assicurazione di tutela legale: la prossima volta che incontri un problema potresti gestirlo molto più agevolmente e a costo zero. Questo consiglio è fondamentale: non sottovalutarlo!

• 😍 Metti «like» adesso, se ti è piaciuto questo post, e lascia un commento se vuoi dire la tua, risponderò volentieri; condividi liberamente, in qualsiasi modo, questo post se pensi che possa piacere o interessare a qualcun altro.

• ⚖️ Per caso, sei un avvocato? Iscriviti subito alle potentissime risorse gratuite di «fare l’avvocato è bellissimo». Trovi tutto nella home page del blog, iscriviti a blog, canale youtube, podcast e segnati il numero da chiamare per quando vorrai iniziare a fare coaching con me.

Categorie
diritto

Bloccato con l’auto: come evitare si ripeta?

Mi sono trasferito a casa della mia compagna che vive in un complesso formato da 2 appartamenti un’officina ed una villetta… noi siamo nel secondo appartamento e sotto di noi c’è lo zio della mia compagna.
Oggi tornando a casa ho parcheggiato come al solito all’interno del cortile e sono andato su in casa con mia figlia…
Dopo un paio d’ore siamo scesi per andare a prendere la mia compagna in stazione, ma la moglie dello zio ha parcheggiato volutamente la sua macchina dietro la mia per impedirmi di uscire…
ho citofonato e mi ha preso a parolacce dicendo che la macchina l’avrebbe spostata quando voleva e così la mia compagna è dovuta tornare a piedi dalla stazione ed io sono rimasto bloccato.
Posso fare qualcosa far finire queste prepotenze?
Ho fatto un video del parcheggio

Comportamenti di questo genere secondo i giudici integrano il reato di violenza privata.

Non ti consiglierei, tuttavia, di presentare direttamente una denuncia, ma di spedire una diffida alla responsabile di tale gesto, chiedendo appunto che una condotta di questo tipo non si ripeta in futuro, sotto pena, in difetto, di presentazione appunto della denuncia.

Nella diffida, inoltre, puoi chiedere il risarcimento del danno che hai subito per non aver potuto utilizzare il tuo veicolo a causa del blocco «doloso».

Se la responsabile dell’illecito si assume l’impegno di evitare comportamenti del genere in futuro, e risarcisce, anche se con ammontare modesto e/o simbolico, il danno che hai subito, puoi valutare di non presentare la denuncia; viceversa in caso contrario.

Se vuoi approfondire maggiormente, e/o procedere con l’invio della diffida, chiama il numero 059 761926 e concorda il tuo appuntamento, che potrà essere anche via telefono o videocall ovviamente; se preferisci, puoi anche acquistare direttamente da qui, in questo caso sarà poi il mio ufficio a contattarti per concordare giorno ed ora della riunione sul tuo caso.

Iscriviti oggi stesso al blog per iniziare a ricevere gratuitamente contenuti come questo, utili per sapersi gestire nelle situazioni legali che ti possono capitare nella vita.

Categorie
riflessioni

4 cose su problemi di vicinato

1) Non sono illeciti penali o reati, di solito, per cui i Carabinieri, la Polizia e altre autorità non sono competenti ad aiutarti.

2) Il primo passo per trattarli é far spedire una diffida da un avvocato di fiducia.

3) Nella diffida si chiede la cessazione dei comportamenti ritenuti illeciti e sgraditi – come rumori, usi impropri aree comuni, mancati rimborsi spese, ecc. – precisando che in difetto si procederà con una causa.

4) Per le cause in materia di immissioni é di solito competente il giudice di pace.

(? ci vediamo su blog • solignani • it ?)

Categorie
diritto

Padre che consuma stupefacenti e servizi sociali: che fare?

>Sono Manuela madre di 2 figli meravigliosi. Ho ricevuto dagli assistenti sociali una raccomandata dove siamo invitati io e il papà a vari colloqui x valutare se i miei bimbi sono a rischio. Ora premetto che la denuncia é partita dai carabinieri del paese xké il padre, é stato trovato a fumare cannabis con amici. Dato cio sono arrivati a casa a fare una perquisizione senza nessun mandato, solo a lui, quando agli amici in possesso di molto più, non sono andati. Forse sulla base della precedente perquisizione, effettuata solo 5 mesi prima, sempre da carabinieri ma di altro paese. La prima perquisa è stata traumatica, con i bimbi presenti, sempre senza un mandato, x non parlare del fatto ke devi solo subite in silenzio x non aspettarti di peggio. Con la seconda arrivo a casa con i bimbi e trovo già i caramba all’interno. Dico a loro di uscire e andarsene da casa mia due volte tranquilla. Stessa dinamica: il padre buono e semplice , collaborativo al massimo, consegna tutto ciò ke ha. Il padre è x me il primo responsabile della sua superficialità nel trattare la cosa. Un uomo spesso, dato ke tutte le mamme in passato hanno sbagliato nel crescerli, matura molto dopo una donna. Come molto dopo capisce cosa siglifichi essere genitore.Diciamo ke arrivano lentamente .
Arriviamo al dunque: io molto stanca dei soprusi subiti, in ogni settore di questa società in declino, alla fine li ho buttati fuori di casa quasi a calci, urlando come una pazza ma sana di mente. Figurarsi toccare uno dell’ arma!!! Chiaramente poveretti questi carabinieri ke partono al giuramento con tutte le più buone intenzioni, è difficile spiegare ke ormai nella società fungono più come riscossori di tributi, ke come salvatori dei cittadini. Diciamolo apertamente ke , x noi cittadini, sono visti più come un problema, ke un aiuto. Smettiamola d’essere ipocriti socialmente.Uno va da loro solo x casi gravi. Te li trovi x strada e ti tocchi. Sono segno di vergogna se vanno a casa di qualcuno. Nessuno vuole avere a ke fare con loro. Di una cosa sono certa, stiamo vivendo un crollo totale della democrazia. Un popolo affamato, derubato di ogni diritto non può ke arrivare alle armi. Cittadini costretti a stare in silenzio, pur ammettendo i propri errori, x evitare il peggio. Zitto, taci, subisci cosi non ti succederà niente…Non ti porto via i bambini, questa è La loro arma. Così ti costringono a abusi di potere e conflitti di interessi. Io ai miei figli ho detto No.!! Agire, siate liberi, usate cuore amore e saggezza nel capire ke si può dire no. No come tutti i grandi ke hanno detto No ai soprusi. Denunciate, provate a cambiare le cose. Come lo fecero i nostri partigiani. No al silenzio. Disgregazione, distruzione della famiglia, questo è l’obbiettivo. Divisi, separati siamo tutti più deboli e governabili. La famiglia è l’unica cosa ke abbia realmente valore in questa vita così breve. I figli, le persone, gli affetti. Invece Viene demolita, resa esanime. Il padre dei bimbi non è un cattivo, e un semplice e umile ke hanno schiacciato, trattato da criminale. Non ha più vita sociale, tolto ogni dignità. X riuscire forse a tenere i miei bimbi, io ke sono pulita, devo chiaramente dissocciarmi da lui. Tutto questo accanimento ha portato a una frattura tra me e il padre. Quello ke ti insegnano è vai, abbandona pure il famigliare ke ha bisogno di aiuto. Pensa solo a te se vuoi riuscire a tenere i bimbi. Questo è quello ke mi sono sentita dire. Mi chiedo? X i carabinieri i miei bimbi sono a rischio, perché x loro hanno possibile accesso a sostanze. Dato ke ai carabinieri ha dato tutto il padre io mi chiedo come fanno a dichiarare una cosa simile? Secondo loro forse un bimbo di 4anni è capace di salire, aprire mobili e andare a cercare quella cosa specifica di cui non ne sa l’esistenza x mangiarla forse oppure x fabbricarsi una sigaretta. Non so. Guarda come sono preoccupati x i miei bimbi, quando non si sono fatti il minimo problemi ad entrare in casa con dei minori senza uno straccio di documento.
Chissà xké dopo ke li ho buttati fuori di casa a insulti, il ragazzino di 18 anni, sotto leva ke sapeva ancora di latte mi ha sfidata caricandomi, mentre comandate e altro volevano arrestarmi su due piedi fregandosene di farlo di fronte a dei bambini con denuncia annessa. Questo è secondo voi l’atteggiamento di persone ke sono realmente preoccupate x i miei bambini? Sono pultroppo poveretti assuefatti da un meccanismo vizioso ke li ha privati di tutti i loro buoni propositi. Della capacità di giudizio, schiavi della burocrazia e dei giudici ke liberano i reali assassini e criminali. Chi paga sono i miseri, il popolo al quale avevano giurato di proteggerlo. Dopo questo riassunto/sfogo. Vorrei sapere se sia meglio cercarmi subito un avvocato civilista ke si occupa di diritto dei minori o cos’altro? Cosa posso fare x evitare il peggio? Cosa posso fare x i miei bambini? Sicuramente mettermi Occhiali rosa x riuscire ad essere tranquilla e positiva anche se mi risulta molto difficile. Forse dovro dimostrare d’essere incrollabile come madre, fingere???? Le confesso ke essendo una ex malata di cancro senza più scudi e bariere mi risulta difficile recitare. Fingere. Sono sempre stata sincera in tutto e ora acor piu. Difficile ma x i piccoli se dovro farlo lo farò.

La mia impressione al momento è che tu stia ingigantendo una situazione che è in realtà molto più semplice, probabilmente per i contraccolpi emotivi di quello che hai vissuto recentemente o meno.

Se il tuo convivente è stato trovato in possesso di sostanze stupefacenti, c’è stato il problema di capire se questo possesso era indice solo di un uso personale o anche di spaccio e, per accertare questo, uno dei mezzi principali è disposizione è la perquisizione domiciliare, in cui si vede se la persona in questione possiede altre quantità di stupefacente insieme ad altri «attrezzi» tipici di chi fa commercio di queste sostanze come bilancini, confezioni, ecc.

Come saprai, l’uso personale, infatti, al momento, non è reato, ma solo un illecito di altro tipo – il consumatore viene considerato più una vittima che un criminale e viene seguito dai servizi pubblici per aiutarlo a superare le abitudini di consumo. Chi invece fa commercio degli stupefacenti commette un vero e proprio reato, considerato abbastanza grave perché promuove tali abitudini presso la generalità del pubblico.

Nei casi in cui una persona viene colta intenta a consumare stupefacenti insieme ad altre persone, c’è sempre il problema di capire se si tratta di un uso personale per tutti o se invece uno del gruppo è lo spacciatore che ha procurato di sua iniziativa la sostanza per tutti e gli altri semplici consumatori. Anche per questo si è resa necessaria la perquisizione.

Se la perquisizione, e tutti gli altri elementi raccolti, tra cui l’esame tossicologico che ha esaminato la quantità di principio attivo contenuta nella sostanza rinvenuta al tuo convivente, hanno alla fine tratteggiato un quadro più di consumatore che di spacciatore, ora il servizio pubblico vi sta seguendo per tale motivo – si tratta di una cosa non solo normale, ma opportuna, dal momento che a tutela dei minori è giusto che gli assistenti sociali intervengano in nuclei familiari in cui c’è una persona almeno che fa uso di stupefacenti, per tanti motivi che non è davvero il caso di richiamare.

Tutto ciò premesso e chiarito, credo che l’atteggiamento migliore da parte vostra, non solo esteriore, ma anche interiore (non c’è bisogno di recitare parti o copioni di nessun genere), sia quello di accettare innanzitutto l’intervento del servizio, dato che l’«errore», a parte le modalità di intervento delle forze dell’ordine e tutto quello che può esservi spiaciuto, è comunque inizialmente del tuo convivente stesso.

Dopo aver accettato come giusto o comunque inevitabile l’intervento del servizio, il mio consiglio è quello di collaborare con lo stesso, seguendo anche le indicazioni che verranno impartite al tuo compagno per seguire un percorso presso il SERT per trattare la sua situazione di consumatore di sostanze.

Una consulenza orientativa di partenza da un avvocato che comunque interessato del caso potrebbe, se opportuno, in seguito intervenire più prontamente non sarebbe affatto male. Se vuoi acquistarne una da noi, puoi cliccare sul link apposito nel menu del blog, altrimenti puoi scegliere qualsiasi altro avvocato degno di fiducia, chiedi ovviamente sempre prima un preventivo.

Categorie
diritto

Insegnante denigra indirettamente mio figlio: che fare?

Ieri 9.2.18 una professoressa di scuola media, durante l’incontro di scuola-famiglia, ha comunicato ad una madre di un alunno di vietare l’uscita (extrascolastico) insieme a mio figlio, perché a dire da lei, mio se frequenta mio figlio il rendimento scolastico del figlio della signora calerebbe.
E’ normale che una prof. puo’ dire queste cose?
Nel frattempo mio figlio ha avuto un calo psicologico;
come posso fare per denunciare (prof. e\o scuola) in base a che norma?

Se ho capito bene, una insegnante ha detto ad un genitore che sarebbe preferibile, per quel genitore, che suo figlio non frequentasse, al di fuori della scuola, il tuo, in quanto tuo figlio avrebbe sul primo un’influenza negativa.

Se così stanno le cose, ti sorprenderà moltissimo sapere che non esiste una norma specifica che vieta una condotta del genere, cioè agli insegnanti delle scuole di ogni ordine e grado di dire che determinate frequentazioni sono nocive per il rendimento scolastico.

Su un piano più generale, bisognerebbe vedere se disposizioni di respiro più ampio potrebbero interessare una condotta del genere, ma, prima ancora di vedere questo, bisognerebbe capire quali sarebbero, in ipotesi, le possibilità di dimostrare una condotta come questa.

Ovviamente i colloqui degli insegnanti con i genitori non sono registrati e si svolgono in forma esclusivamente orale, per cui ci sarebbe, sempre in ipotesi, solo la eventuale testimonianza di questa mamma, che, come tale, specialmente di fronte ad una versione più o meno diversa da parte della docente, non avrebbe poi così tanta forza.

Quand’anche, poi, una condotta del genere fosse considerabile illecita in base a qualche disposizione, ci sarebbe da valutare l’esistenza di possibili scriminanti connesse all’esercizio dei diritti e doveri da parte dell’insegnante in questione. Magari questa insegnante ha semplicemente spronato o invitato il figlio di questa signora a fare gruppo o studiare con altri studenti che forse possono aiutarlo più di quello che potrebbe fare tuo figlio, considerati i rispettivi rendimenti.

Valutazioni ad esempio di questo tipo, se espresse con modalità corrette, mi sembrano abbastanza connesse con l’esercizio dei doveri dell’insegnamento e sono fatte quotidianamente da tutti gli insegnanti in ogni tipo di scuola per il bene degli studenti e sembrano, pertanto, in ultima analisi del tutto legittime.

Per quanto riguarda il «calo psicologico» subito da tuo figlio, non so se lo stesso sia da te riconnesso al fatto che il figlio di questa signora abbia smesso di frequentarlo o al fatto di essere stato considerato un’influenza negativa. Nel primo caso, mancherebbe il nesso causale con la condotta dell’insegnante dal momento che si tratterebbe pur sempre di una decisione autonoma dello studente e/o della sua famiglia, nel secondo caso c’è stato qualcuno che ha – ugualmente sempre senza responsabilità dell’insegnante – divulgato una considerazione che in origine era privata e tale avrebbe dovuto rimanere.

A livello legale, ma anche strategico e di opportunità, secondo me non ti conviene aprire una vertenza su una cosa come questa.

Detto questo, però comprendo anche che rimane, in tuo figlio e nella vostra famiglia, una amarezza di fondo derivante dall’essersi sentiti in qualche modo denigrati, cui magari si può tentare di rimediare con strumenti alternativi quali la mediazione o la trattativa stragiudiziale, che consentano, più che di piantare una lite, di ottenere un chiarimento.

Più di una lettera di doglianze da parte di un avvocato alla scuola, che avrebbe se non altro il valore di far sapere a tuo figlio che la sua famiglia crede in lui ed è disposto a tutelarlo quando opportuno, non mi sentirei insomma di fare o consigliare. Certo, poi dipenderebbe dalla risposta della scuola.

Se vuoi assistenza da parte nostra per questo, e quindi per formulare ed inviare una lettera del genere, puoi fare clic, per maggiori informazioni, sulla pagina per l’acquisto di una «consulenza».

Categorie
diritto

Giudice arrestato: diventa invalida l’intera causa?

vorrei cortesemente informazioni in merito a una sentenza civile che doveva essere emessa a giorni ma purtroppo il giudice che doveva mettere la sentenza e stato arrestato per varie truffe immobiliare in questo caso vorrei sapere se e possibile annullare anche le precedenti sentenze Avvocato si tratta di una causa per la vendita di una casa la quale il nuovo propretario fa richiesta di un abbattimento del prezzo ma noi abbiamo ricevuto la confermità della casa con tutte le pratiche consegnate per l’agibilità che i tenc ci anno consegnato trascorso qualche anno in questo periodo doveva essere messa la sentenza ma come già detto il giudice che si occupa di questa vicenda e stato arrestato la mia domanda Avvocato potrebbe essere annullato tutte le sentenze precedenti

È, di solito, molto difficile prevedere i tempi in cui verrà depositata una sentenza, nel caso in cui il giudice che avrebbe dovuto scriverla, designato per il procedimento, è addirittura stato arrestato ovviamente diventa impossibile poterlo fare.

Il giudice dovrà a questo punto molto probabilmente essere sostituito, dopodiché i tempi dipenderanno dal «ruolo» del nuovo giudice cui verrà assegnata la causa, che sicuramente ne aveva già altre sue e che di certo, prendendo magari diverse cause dal collega che in questo momento non può gestirle, non velocizzerà il suo lavoro, ma, tutto al contrario, lo rallenterà.

I termini previsti dal codice di procedura civile per i giudici per il deposito delle sentenze sono privi di sanzioni dirette, come abbiamo ricordato diverse volte, a differenza di quelli previsti per gli avvocati che sono spesso perentori, cioè tali per cui in caso di mancata osservanza degli stessi si determinano decadenze, preclusioni o altre conseguenze negative.

Onestamente, non puoi fare molto altro che aspettare. Qualora l’attesa dovesse diventare molto lunga, un domani, puoi valutare un’istanza di prelievo o sollecito, magari di rassegnazione del procedimento.

Per quanto riguarda l’altra domanda, immagino che con il termine «sentenze» tu ti voglia riferire alle precedenti «udienze» e, comunque, più in generale all’intero procedimento.

A riguardo, c’è da dire che un procedimento non può certo essere ritenuto viziato e quindi invalido solo perché il giudice che lo seguiva è stato arrestato per altri fatti, seppure connessi, ma bisogna prima dimostrare che nel procedimento in questione sono stati, positivamente e concretamente, commessi degli illeciti specifici.

Qui, se credi, puoi far esaminare il fascicolo dal tuo attuale avvocato. Oppure puoi chiedere un secondo parere ad un altro avvocato, acquistando una consulenza.

Categorie
diritto

Whistleblowing: si possono denunciare liberamente illeciti?

whistleblowing

Incentivata la delazione o promossa la protezione del luogo di lavoro e della legalità?

Molto discussa la nuova normativa sul c.d. “Whistleblowing”, istituto che permette di “proteggere” i dipendenti che segnalano illeciti, sia nel pubblico che nel privato. Obbligo di aggiornamento e modifica dei modelli 231.

A qualche anno dall’introduzione della prima forma di “Whistleblowing”, che riguardava unicamente i dipendenti pubblici e nata con la Legge anticorruzione n. 190/2012, il Parlamento ha ora approvato la proposta di legge C.3365-B “Disposizioni per la tutela degli autori di segnalazioni di reati o irregolarità di cui siano venuti a conoscenza nell’ambito di un rapporto di lavoro pubblico o privato”. L’obiettivo del legislatore è quello di incentivare i dipendenti, ora sia pubblici che privati, a segnalare le condotte e i fatti illeciti di cui siano testimoni rimuovendo timori di possibili ripercussioni, quali ad esempio il demansionamento o il licenziamento. La nuova normativa infatti estende la tutela prevista per i dipendenti pubblici dall’art. 54-bis del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165 – Testo unico sul Pubblico impiego – anche ai dipendenti di enti pubblici economici, dipendenti di enti di diritto privato sottoposti a controllo pubblico, nonché ai lavoratori e ai collaboratori delle imprese fornitrici di beni o servizi e che realizzano opere in favore dell’amministrazione pubblica (così all’art. 1. c. 2-3 DDL C. 3365-B).

I destinatari della nuova disciplina – Le forme di tutela del “segnalatore” (o c.d. “Whistleblower”) sono ora previste: 1. per tutte le amministrazioni pubbliche, inclusi gli enti pubblici economici e quelli di diritto privato sotto controllo pubblico, nonché ai dipendenti delle imprese che forniscono beni e servizi alla Pubblica Amministrazione; 2. Anche per il settore privato, con l’introduzione dell’obbligo di prevedere nei c.d. “Modelli 231” (ossia i modelli organizzativi e di gestione, predisposti dalle società ai sensi del decreto 231/2001 sulla responsabilità degli enti, adottati per adottare le migliori pratiche per ridurre il rischio di reati e prevenirne la commissione) il divieto di atti di ritorsione o discriminatori e specifici canali di segnalazione (di cui almeno uno con modalità informatiche) che garantiscano la riservatezza dell’identità. I modelli inotre dovranno anche adottare sanzioni nei confronti di chi viola la tutela del segnalante e di chi (con dolo o colpa grave) effettua segnalazioni infondate.

Diviene perciò di fondamentale importanza per le imprese e gli enti, affinché i Modelli 231 siano idonei, effettivi e tutelanti, provvedere (al più presto) ad un aggiornamento del modello e dei relativi protocolli.
Le novità sulla tutela del segnalatore – Il dipendente autore della segnalazione relativa ad illeciti noti per via dell’attività lavorativa non potrà essere sanzionato, demansionato, licenziato, trasferito o sottoposto ad altre misure ritorsive; in aggiunta il legislatore prevede espressamente la nullità degli atti discriminatori compiuti verso il lavoratore, con l’obbligo di reintegro nel posto di lavoro in caso di licenziamento, sia per i dipendenti pubblici che privati.

Con un’ulteriore forma di tutela a livello probatorio: la novella prevede espressamente l’inversione dell’onere della prova, ponendo in capo all’ente dimostrare l’estraneità della misura adottata rispetto alla segnalazione (nuovo comma 7 dell’art. 54bis. – Tutela del dipendente pubblico che segnala illeciti, d. lgs. n. 165/2001, per i dipendenti pubblici; nuovi commi 2-bis, 2-ter e 2-quater dell’art. 2 – Tutela del dipendente o collaboratore che segnala illeciti nel settore privato, d. lgs. n. 231/2001). È inoltre vietato rivelare l’identità del whistleblower, mentre restano sempre inammissibili le segnalazioni anonime; va segnalato che il divieto di rivelazione dell’identità, in caso di processo penale, viene meno alla chiusura delle indagini preliminari. Ovviamente, le forme di tutela del dipendente non si applicano in caso di condanna per calunnia (o diffamazione) anche in primo grado per le vicende segnalate; in questo caso, peraltro, potranno-dovranno essere previste sanzioni nei suoi confronti.

Sanzioni anche a carico dell’ente – Oltre alla responsabilità personale per gli atti o fatti che dovessero venire accertati a seguito delle segnalazioni, la nuova normativa conferisce all’ANAC il potere di sanzionare l’ente a seguito del ricevimento della segnalazione di atti discriminatori; se l’ente verrà ritenuto responsabile la sanzione ammnistrativa pecuniaria potrà arrivare sino a trentamila euro. In aggiunta, qualora la segnalazione non venga nemmeno verificata o l’ente non sia dotato di procedure adeguate per la verifica delle segnalazioni, l’ente è sanzionabile – sempre a livello pecunario – fino a cinquantamila euro.

Mancano meccanismi premiali – Forse questo profilo presterà il fianco alle critiche che vedono nel “Whistleblowing” più un sistema di “delazione” che un meccanismo a tutela delle imprese e della legalità, ma per rendere questo nuovo istituto un sistema effettivo ed efficace, manca il “la” motivazionale. Perché, pur vero che dovrebbero essere motivi sufficienti da un lato il dovere del pubblico ufficiale di denunciare (per la gran parte dei dipendenti pubblici) e dall’altro in generale il senso etico e morale, questo spesso rischia di non essere sufficiente a garantire il flusso informativo, cioè la presenza di segnalazioni. In numerosi ordinamenti, infatti, i segnalatori conseguono anche un vantaggio diretto (economico) quando la loro denuncia si riveli veritiera ed importante. Ad esempio negli Stati Uniti, dove questo istituto è nato e da cui prende il nome, la legislazione prevede veri e propri premi in denaro al segnalatore: il Dodd-Frank Act nel caso in cui la segnalazione porti ad un accertamento positivo della condotta illecita a seguito di indagini della Commissione SEC (Securities And Exchange Commission), riconosce al segnalatore una somma tra il 10 e il 30 percento della sanzione comminata, se superiore ad un milione di dollari (quindi solo per fattispecie ritenute gravi). Al contempo, però, si ritiene che oltre al sistema premiale dovrebbe essere previsto un altrettanto serio (e rigido) meccanismo sanzionatorio per le segnalazioni che si rivelassero poi infondate, specialmente nei casi di dolo e colpa grave.

Infine, numerose le critiche secondo cui questo nuovo sistema sarebbe o inutile o dannoso, in quanto incentiverebbe la “delazione” o comunque un clima di sfiducia sul posto di lavoro; un meccanismo per attaccare superiori e dirigenti. Tuttavia, a parere dello scrivente, proprio con un adeguato sistema premiale da un lato e sanzionatorio dall’altro tutte queste note critiche sarebbero superate, responsabilizzando adeguatamente segnalati e segnalatori.