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Strada comunale che diventa vicinale: che fare?

DOMANDA – Ho un problema sulla titolarità di una strada, questa strada nasce comunale tanto che è pure sulle mappe del catasto, è una strada che parte dal centro del paese, percorre diversi km, sfocia su un paio di strade provinciali fino ad arrivare al vecchio monte. Tutti sapevano che era comunale, però ad un certo punto circa un paio di anni fà il Comune asserisce che con una delibera l’avevano inserita negli anni 80 sull’elenco delle strade vicinali, quindi non era più comunale. Questa cosa logicamente ci ha lasciati basiti, visto che nessuno sapeva niente e fino ad allora il comune si era comportato come proprietario, tanto da mettere un guard-rail e uno specchio. Questa strada viene percorsa da indefiniti numero di persone sia a piedi che in macchina. Vorrei capire se è giusto quello che asserisce il comune oppure se è solo un modo per non intervenire su quella strada, e al contempo tutelare coloro che l’hanno in parte occupata abusivamente.

— RISPOSTA – È un discorso piuttosto complicato, provo a fare qualche considerazione generale di base, poi, se credi, bisogna approfondire con una consulenza o qualche altro specifico lavoro con cui andare più a fondo.

La prima cosa che dovete fare, ovviamente, è andare a vedere se questa strada è effettivamente inserita nell’elenco delle strade vicinali, che in effetti l’ente territoriale deve tenere e curare.

L’iscrizione in tale elenco, peraltro, è solo dichiarativa e non anche costitutiva: ciò significa che se anche la strada in questione vi è iscritta, potrebbe non avere natura vicinale, non essendo l’inserimento in elenco idoneo a determinarla in re ipsa.

Oltre all’elenco, dunque, ti consiglierei di estrarre anche copia della delibera adottata dall’ente territoriale negli anni 80, in modo da avere più dettagli possibili a riguardo.

Il comportamento che tu descrivi «da proprietario» dell’ente comunale non esclude affatto la natura vicinale della strada in questione.

Infatti, la situazione giuridica delle strade vicinali è complessa e spesso vede, accanto alla posizione dominicale dei privati proprietari, un diritto in capo all’ente comunale, di solito una servitù di passaggio che, anziché essere privata, è pubblica e destinata a servire la collettività in generale.

In virtù dell’esistenza di questa servitù pubblica, il comune può partecipare alla manutenzione della strada, contribuendo anche con la realizzazione delle opere. Anzi, di solito il problema dei proprietari di strada analoghe è quello di far partecipare il comune alla manutenzione della strada, quando il comune stesso rimane inerte.

Il mio consiglio sarebbe quello di procedere con gli accertamenti sopra indicati e di incaricare poi un avvocato e un tecnico (geometra, ingegnere civile, architetto) per poter divisare definitivamente la natura giuridica della strada, con tutto quello che ne consegue.

Ti consiglierei anche di avviare subito con l’avvocato che incaricherai un percorso di trattativa con il comune quale ente territoriale, per giungere ad un accordo circa la gestione in comune e la manutenzione della strada, anche a prescindere dalle questioni sulla natura giuridica.

Se vuoi approfondire ulteriormente la questione, o incaricarmi già di svolgere questo tipo di lavoro, chiama ora lo studio al numero 059 761926 e prenota il tuo primo appuntamento, concordando giorno ed ora con la mia assistente.

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Tutte le strade portano a Roma: ma se il vicino vuol metterci dei tubi?

DOMANDA – Strada vicinale sul mio terreno. Di chi è la strada se il vicino vuole passare i tubi dell’ acqua nella mia canalina dell’acqua laterale ad essa e chiuderla col cemento abbassando la capienza della stessa ? Nessuno poi vuole cambiare la griglia di metallo dell’ unico scarico…e non riesco a obbligare a fare griglie di flusso per le acque piovane che viene tutta a me in casa o crea acquaplanning

— RISPOSTA – La prima cosa che mi viene da dire è che, quando si ha a che fare con consistenze immobiliari, che rappresentano un valore importante, di solito, nel patrimonio degli individui, è preferibile investire nell’assistenza di un bravo avvocato e, magari, di un bravo tecnico, senza affidarsi al fai-da-te o all’improvvisazione.

I rapporti di vicinato, le situazioni reali coesistenti su singoli beni, come ad esempio tipicamente una proprietà privata su cui grava tuttavia una servitù di passaggio e, più in generale, tutta la proprietà fondiaria rappresentano momenti complessi da gestire, la cui complessità è aggravata anche dall’involuzione sociale sempre più incipiente, che rende sempre più difficile trovare soluzioni amichevoli senza scomodare più di tanto le regole giuridiche.

La strada vicinale, tra l’altro, è una figura di particolare complessità, perché sulla stessa può trovarsi a coesistere addirittura una servitù di passaggio di natura pubblica, dunque a vantaggio di tutti indistintamente, con una conseguente compartecipazione alle spese dell’ente comunale, cosa per la quale, tuttavia, occorre poi positivamente costituire un consorzio di gestione, altrimenti tali aspetti, pur previsti dalla legge, sono destinati a rimanere sulla carta.

Dopo queste importantissime premesse, quello che si può dire di un po’ più attinente al tuo caso, anche se purtroppo, sempre un po’ generico, è quanto segue.

Il tuo vicino vorrebbe far passare un impianto lungo la «tua» strada e la cosa ti suscita qualche perplessità anche per le modalità con cui questa nuova opera verrebbe realizzata.

La cosa migliore è trattare con il tuo vicino per vedere se possibile trovare una soluzione amichevole, anche considerando che il tuo vicino ben potrebbe, anche in caso di tua opposizione, avere diritto alla costituzione coattiva della servitù.

Per fare questa trattativa, devi, a mio giudizio, necessariamente incaricare un avvocato.

Si tratta di un ambito in cui la difesa tecnica non è certo obbligatoria, ma la professionalità di un bravo avvocato, la sua capacità di negoziare, a mio giudizio è indispensabile per darti possibilità concrete di raggiungere una soluzione. Può essere che il tuo avvocato ti consigli di nominare anche un tecnico: geometra, architetto, ingegnere civile.

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Problemi di riservatezza tra vicini: come si può intervenire?

DOMANDA – La mia vicina possiede box attaccato al mio confine e sopraelevato rispetto al mio fondo la cui sommità è accatastata come giardino pensile. Su tale tetto del box può transitare e guardarmi dentro ma non c’è una ringhiera pertanto non avrebbe diritto di veduta. Mi chiedo se sia a norma l’accatastamento e l’uso che ne fa, ovvero ci fa degli orti in vaso e ci transita in continuazione con problemi di privacy per me. Mi chiedo se tutto ciò sia a norma e se io possa esigere che lei modifichi il suo comportamento ai sensi di legge.

— RISPOSTA – È una cosa per la quale non si può ottenere una risposta in astratto, ma solo in concreto.

Bisogna studiare innanzitutto l’eventuale esistenza di servitù previste, ad esempio, nei rogiti di acquisto, oppure createsi in altri modi, come, sempre ad esempio, usucapione e destinazione del buon padre di famiglia, cosa che, a sua volta, si può desumere dalla «storia» degli immobili e delle costruzioni che si sono via via succedute nel tempo e così via.

Considerata l’onerosità di svolgere accertamenti del genere, forse potrebbe essere una buona idea inviare una diffida alla vicina in cui si contesta la legittimità di tali condotte, con l’invito a trovare un accordo a riguardo, che possa salvaguardare la fruibilità delle tue consistenze immobiliari e, al tempo stesso, la tua riservatezza.

Se vuoi approfondire ulteriormente la questione, o incaricarmi di formulare insieme a te ed inviare poi la diffida, chiama ora lo studio al numero 059 761926 e prenota il tuo primo appuntamento, concordando giorno ed ora con la mia assistente; puoi anche acquistare direttamente da qui: in questo caso, sarà poi lei a chiamarti per concordare giorno ed ora della nostra prima riunione sul tuo caso; a questo link, puoi anche visualizzare il costo.

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Strada che serve tre palazzine e manutenzione: chi paga?

Abito in un appartamento che fa parte di tre palazzine che hanno l’area condominiale in comune e un’unica strada di accesso. Ora si pone il problema della manutenzione del muro di contenimento che costeggia la predetta strada di accesso. Volevo chiedere se sia possibile che una persona che possiede una casa di questa area condominiale possa vantare il diritto di passaggio senza dover sostenere le spese di manutenzione del muro e della strada? E poi volevo chiedere se il proprietario del terreno (posto ai margini della strada in questione) deve pagare le spese di manutenzione del muro visto che tale muro sostiene il suo terreno.

È certamente possibile che la strada sia una parte comune di una sola palazzina, ad esempio, mentre le altre due sono titolari solo di una servitù di passaggio sulla strada stessa.

Questo è solo un esempio, la situazione fondiaria e proprietaria va verificata in concreto, attraverso una analisi sia fattuale che giuridica.

Peraltro, se un soggetto è «solo» titolare di un diritto di servitù di passaggio non significa che non debba contribuire a pagare le spese di manutenzione della strada gravata dalla servitù stessa: il codice civile prevede un criterio a riguardo, di cui ho parlato molte volte nel blog e su cui puoi fare una ricerca nei vecchi post.

Prevede infatti l’art. 1069, comma 3°, del codice civile che «il proprietario del fondo dominante, nel fare le opere per la conservazione della servitù, deve scegliere il tempo e il modo che siano per recare minore incomodo al proprietario del fondo servente. Egli deve fare le opere a sue spese, salvo che sia diversamente stabilito dal titolo o dalla legge. Se però le opere giovano anche al fondo servente, le spese sono sostenute in proporzione ai rispettivi vantaggi».

Per quanto riguarda la questione del muro, anche qui va accertata con precisione la situazione dominicale dello stesso e ben potrebbe esserci un onere da parte del proprietario confinante di partecipare alle spese di manutenzione dello stesso.

Suggerirei di avviare una trattativa, coinvolgendo tutti i soggetti interessati, al fine di approfondire lo stato dei luoghi sia in fatto che in diritto, per giungere poi ad un accordo circa la ripartizione delle spese, che potrebbe essere prezioso perché si potrebbe usare per questa occasione ma poi mantenere anche per tutte le future manutenzioni.

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Pozzetto in cortile: posso spostarlo?

Sono proprietaria di appartamento con cortile privato; una porzione larga 1,35 m è gravata da servitù di passaggio per la vicina. Nella parte libera da servitù è presente un pozzetto di ispezione a perdere (delle acque nere) a servizio della vicina: se decidessi di spostarlo a spese mie sulla porzione gravata da servitù è obbligatorio avere il suo assenso? Preciso che entrambe le abitazioni sono collegate alla fognatura sul lato opposto, ovvero verso la strada pubblica.

La porzione gravata da servitù è di tua proprietà, quindi sopra puoi farci quello che vuoi, rientrando nelle facoltà di cui si compone il tuo diritto di proprietà privata sul bene, che ti consente di goderne nel modo che ritieni più opportuno.

Tuttavia, con questa considerazione di base, concorrono anche due regole ulteriori e cioè quella per cui la servitù – in questo caso mi riferisco a quella relativa al pozzetto – in generale non può essere spostata e che comunque l’esercizio di una servitù – e in questo secondo caso mi riferisco a quella di passaggio – non può essere reso più gravoso per il proprietario del fondo dominante, in questo caso la tua vicina.

Ora io non posso sapere se questo spostamento renderebbe più gravoso l’esercizio della servitù di passaggio o meno, in ogni caso le circostanze tutte, insieme ad un principio di prudenza nella pratica legale, suggeriscono che comunque il tuo primo passo sia interpellare la vicina sul punto, per sentire che cosa ne pensa a riguardo.

Una volta fatto questo, la strategia va rivista in base a quella che sarà stata la risposta o meno.

Ricordo anche che la materia dei diritti reali è quella per cui è prevista la mediazione obbligatoria, per cui una fase successiva potrebbe essere proprio quella di mediazione.

Ovviamente, per interpellare la vicina devi, se vuoi avere molte più chances che la trattativa sia fruttuosa, avvalerti di un avvocato, evitando il fai-da-te.

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Strada che serve condominio: può essere ristretta?

il problema è legato a strada privata all’interno di un condominio, nel senso che la strada è di proprietà di un signore esterno appunto al condominio e ha bloccato una buona parte di un lato della strada per farne parcheggi da vendere …di fatto diminuendo la larghezza di tale strada…mi chiedevo se può farlo o meno…

Il caso sarebbe stato da descrivere con molti più dettagli, prima di tutto, purtroppo le situazioni immobiliari sono sempre piuttosto complesse.

Da quello che posso cercare di intuire da una descrizione così scarna, immagino che la strada sia oggetto di una servitù di passaggio a favore del condominio, una situazione comune specialmente in molte urbanizzazioni realizzate nei decenni passati.

Se così stanno le cose, bisogna vedere quale può essere il contenuto di questa servitù, cosa per la quale serve valutare gli atti costitutivi, se ne esistono di espliciti, o il possesso della stessa, così come esercitato nel tempo, insieme, ovviamente, alla condizione dei luoghi.

L’esercizio delle servitù, in generale, non può essere reso più gravoso: secondo l’art. 1057 cod. civ., infatti, «il proprietario del fondo servente non può compiere alcuna cosa che tenda a diminuire l’esercizio della servitù o a renderlo più incomodo».

Ti consiglierei di approfondire la situazione, anche perché ne va del valore del tuo immobile e quindi del tuo investimento. Se, peraltro, siete costituiti in un condominio, la spesa per fare gli approfondimenti e il lavoro necessario sul caso potrebbe essere ripartita sino a diminuire notevolmente.

Se vuoi fare insieme a me questo lavoro di approfondimento, chiama ora lo studio al numero **059 761926** e prenota il tuo primo appuntamento, concordando giorno ed ora con la mia assistente; puoi anche acquistare da [qui](https://blog.solignani.it/assistenza-legale/consulenza/): in questo caso, sarà poi lei a chiamarti per concordare giorno ed ora della nostra prima riunione sul tuo caso; a questo link, puoi anche visualizzare il costo.

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Guarda questo (https://youtu.be/ksoPba2DM1A) per sapere meglio come funzionerebbe il lavoro con me.

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Servitù di scarico imposta: che fare?

Nel 2005 ho acquistato una porzione di testa di trifamigliare . Dal progetto risultava che ogni porzione godeva di collegamento autonomo alla rete pubblica per gli scarichi. In occasione di un tracimamento di acque fognarie ho compreso mancare ogni collegamento alla condotta pubblica. Ho provveduto a mie spese ad eseguire il necessario segnalando la difformità rispetto al progetto consegnatomi dall’architetto all’atto di acquisto.Risultato : nel mio fondo convergono ora gli scarichi di tutte le 3 porzioni : acque chiare, scure e cucine,con i disagi del caso . Vorrei vendere la proprieta’ e quindi sgravarla da questa servitù .Come posso procedere per interrompere l’usucapione del diritto di servitù ? Posso in qualche modo indurre i proprietari delle altre porzioni a provvedere ad un intervento utile a sollevarmi da questa servitù?

  1. Per interrompere l’usucapione del diritto di servitù, dovrai presentare un ricorso giudiziario al Tribunale competente oppure notificare una diffida tramite avvocato.
  2. Nel ricorso dovrai spiegare la situazione e dimostrare che la servitù non è stata accettata volontariamente, ma è stata imposta a te dai proprietari delle altre porzioni.
  3. Il ricorso potrà contenere la prova che hai fatto tutto il necessario per risolvere la situazione, come l’esecuzione dei lavori di collegamento alla condotta pubblica a tue spese.
  4. Potresti anche cercare di raggiungere un accordo con i proprietari delle altre porzioni, in cui si impegnano a fare i lavori necessari per risolvere la questione.

  5. Nel caso in cui tu non riesca a trovare un accordo, potresti anche presentare una pratica in tribunale ai proprietari delle altre porzioni per ottenere un risarcimento per le spese sostenute per risolvere la situazione.

  6. Inoltre, potresti anche valutare di richiedere l’intervento dell’autorità competente, come l’amministrazione comunale o l’ente pubblico, per risolvere il problema.

  7. Se riesci a dimostrare che i proprietari delle altre porzioni non hanno rispettato l’accordo, potresti anche chiedere un risarcimento danni.

  8. Se l’amministrazione comunale o l’ente pubblico non rispondono, potresti anche presentare un ricorso al Tribunale amministrativo regionale sul loro silenzio.

  9. Se nessuna delle soluzioni sopra elencate funziona, potresti anche provare a vendere la proprietà senza risolvere il problema della servitù, ma dovrai avvertire i potenziali acquirenti della situazione.

  10. In ogni caso, ti consigliamo di approfondire al più presto con un avvocato per avere una consulenza più dettagliata sulla situazione, in modo da trovare la soluzione migliore per te.

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diritto

Eliminare servitù di scarico: come fare?

Nel 2005 ho acquistato una porzione di testa di trifamigliare . Dal progetto risultava che ogni porzione godeva di collegamento autonomo alla rete pubblica per gli scarichi. In occasione di un tracimamento di acque fognarie ho compreso mancare ogni collegamento alla condotta pubblica. Ho provveduto a mie spese ad eseguire il necessario segnalando la difformità rispetto al progetto consegnatomi dall’architetto all’atto di acquisto.Risultato : nel mio fondo convergono ora gli scarichi di tutte le 3 porzioni : acque chiare, scure e cucine,con i disagi del caso . Vorrei vendere la proprieta’ e quindi sgravarla da questa servitù .Come posso procedere per interrompere l’usucapione del diritto di servitù ? Posso in qualche modo indurre i proprietari delle altre porzioni a provvedere ad un intervento utile a sollevarmi da questa servitù?

Per interrompere l’usucapione si può fare una diffida stragiudiziale, meglio se notificata tramite ufficiale giudiziario.

A monte di ciò, tuttavia, bisognerebbe prima considerare la situazione giuridica a riguardo e cioè se l’usucapione non si sia magari già compiuto e, soprattutto, se la servitù non possa esser stata acquistata in altro modo, ad esempio per destinazione del padre di famiglia.

Considera inoltre che quella di scarico è una servitù di cui comunque si può, in alcuni casi, ottenere la costituzione anche in modo coattivo.

Dunque la situazione non è affatto così semplice.

Certo, inviare la diffida rimane comunque il primo passo per aprire la vertenza e vedere quali posizioni a riguardo assumono le parti, iniziando di conseguenza a trattare il problema.

Se vuoi assistenza da parte mia in questa situazione, chiama lo studio al numero 059 761926 e prenota la tua prima riunione con me sul tuo caso, concordando giorno ed ora con la mia assistente, oppure acquista direttamente da qui.

Naturalmente, se vivi e lavori lontano dalla sede del mio studio, questa prima riunione potrà essere in videoconferenza, come ormai avviene per quasi la metà dei miei appuntamenti, tramite zoom, skype o altro, o, se lo preferisci, anche telefonicamente. Per inviarmi i documenti, potrai poi usare questa semplice guida.

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Accordo su servitù col vicino: se poi si tira indietro?

Ho una servitù di scarico fognario più di 50 anni. Mettendomi d’accordo con il proprietario di sotto dove passa il tubo della mia fognatura… abbiamo fatto a sue spese un tratto di tubazione di fognatura sulla mia proprietà per abbandonare la servitù e usufruire della nuova linea. Nel bel mezzo della trattativa il proprietario di sotto dove ho la servitù è venuto meno degli accordi presi. La mia domanda? Perdo la servitù una volta fatto fare a sue spese una linea fognaria nuova ma non allacciata alla fogna comunale sul mio terreno?

Quando si va ad intervenire su valori e consistenze immobiliari, è sempre preferibile fare un accordo scritto, meglio ancora se con l’assistenza di un bravo avvocato. Non so come abbiate proceduto nel tuo caso, ma se ci fosse un accordo scritto, sarebbe il caso di vederlo, anche perché se ben redatto probabilmente ci sarebbe una clausola o due che prevedono cosa succede in caso di inadempimento, ripensamento, recesso e così via.

Ipotizzando che un accordo scritto non ci sia, quello che ti consiglierei di fare è di far scrivere prima possibile ad un avvocato una diffida al vicino con cui ti eri accordato, per ricordare i termini dell’accordo e insistere per il suo inadempimento.

Purtroppo le situazioni immobiliari sono rilevanti e non possono essere trascurate o affrontate con pressappochismo, perché dalla loro risoluzione dipende la conservazione o la perdita del valore del tuo immobile. È preferibile sempre muoversi almeno sentendo il parere di un avvocato, in questo caso, e nella situazione che oramai si è determinata, direi che l’assistenza di un legale sia necessaria.

Se vuoi conferire al mio studio l’incarico di intervenire in questa posizione, chiama il numero 059 761926 e concorda data e ora del tuo primo appuntamento, che, se vivi e lavori lontano dalla nostra sede, potrà ovviamente benissimo essere in videoconferenza; oppure acquista direttamente da qui. Se acquisti on line, sarà il mio ufficio a contattarti per concordare giorno ed ora del primo appuntamento.

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Migliorare una strada quando un comproprietario non vuole: come fare?

Ho letto con interesse il suo articolo sulle strada interpoderali, pubbliche e private,mi chiedevo se potesse rispondere ad un quesito,magari di pubblica utilità per un integrazione al su citato articolo o per uno nuovo. Sono proprietaria di un terreno all’interno di una grande area privata. Il mio terreno è a valle ed ho diritto di passaggio per arrivarci. Il problema che attualmente l’accesso avviene attraverso una mulattiera,quasi impraticabile con mezzi comuni se non fuoristrada. La strada è di proprietà,a metà ciascuno,dei due proprietari a monte e con uno di essi sarei anche d’accordo sul dividerci al 50% i costi per asfaltarla,tenendo fuori l’altra proprietaria da spese,soltanto che quest’ultima non vuole proprio che venga realizzata perché “le piace passeggiare nella mulattiera” ed asfaltata non sarebbe “romantica” come lo è adesso. C’è la possibilità di realizzarla senza il suo consenso?

Si vorrebbe – se ho capito bene – fare un’opera di miglioramento e comunque di cambiamento dell’attuale strada. A favore di quest’opera sono uno dei due comproprietari del bene e la titolare del diritto di servitù, mentre l’altra contitolare del diritto di proprietà è contraria in quanto ritiene che la strada sia più bella così.

Un primo aspetto da approfondire riguarda i rapporti tra i due comproprietari e la possibilità, in caso siano proprietari per quote uguali, di ricorrere alla magistratura affinché autorizzi l’opera nonostante il diniego di uno dei due contitolari.

Un secondo aspetto potrebbe riguardare la messa in sicurezza della strada, che riguarda più l’assetto urbanistico e viario della zona, per il quale si potrebbe provare a sentire il parere o l’orientamento a riguardo dell’ufficio tecnico comunale.

Il primo passo per la trattazione di una situazione di questo genere resta comunque l’invio di una lettera, tramite avvocato, alla comproprietaria che non è d’accordo per la realizzazione dell’opera, evidenziando anche gli eventuali aspetti di sicurezza rilevanti, in cui la si invita ad una trattativa sul punto.

Se vuoi approfondire o procedere con l’invio della lettera, chiama lo studio al numero 059 761926 per concordare giorno ed ora del tuo primo appuntamento, ovviamente anche video o telefono; se preferisci, puoi anche acquistare direttamente da qui: in questo secondo caso, sarà la mia assistente a chiamarti per concordare giorno ed ora della riunione sul tuo caso.

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