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La truffa che viene dagli Stati Uniti: che si può fare?

ho risposto ad un annuncio di vendita su internet, da parte di un signore americano, ho pagato con bonifico bancario 2200 dollari, poi me ne ha chiesti 550 per le tasse, poi ancora 1300 per un fantomatico certificato dell agenzia di confine, ora ancora 1800 altrimenti rischio l arresto da parte dell fbi, nel frattempo una presunta agenzia di spedizione tramite un suo incaricato mi ha proposto un trasferimento di fondi per 26milioni di dollari se pagavo 5500 dollari…io da scemo ho pagato i 2200+550+1300tramite bonifico, ma ora intendo fare denuncia, crede sia possibile far qualcosa o lascio stare?

È altamente probabile, considerando le modalità con cui si sono svolti i fatti e le dichiarazioni via via più assurde di questa controparte, che si tratti di una truffa.

Purtroppo, non ho alcun modo di prevedere come potrebbe andare a finire una denuncia da te presentata, perché ci sono troppe variabili da tenere in considerazione, tra cui la solvenza del responsabile, per non dire del fatto che la dimensione internazionale potrebbe complicare il quadro, almeno presentando la denuncia in Italia.

A volte, infatti, come spiego nella scheda sulle truffe on line che ti invito a leggere con attenzione, conviene lasciar perdere per non aggiungere al danno anche la beffa, come ad esempio la necessità di andare a testimoniare in tribunali anche molto lontani, e dopo anni, dal proprio luogo di residenza, perdendo soldi e tempo, spesso una giornata intera.

Un possibile spiraglio potrebbe essere fornito dalla possibilità di presentare denuncia direttamente negli Stati Uniti – sempre che la truffa venga da quel paese – dove c’è un sistema giudiziario più efficiente del nostro.

Ma anche in quel caso sarebbe fondamentale disporre dell’assistenza e della consulenza di un avvocato statunitense.

Se credi, possiamo approfondire il caso, mi è già capitato di lavorare negli USA con colleghi del luogo in altre occasioni, ma tieni presente che il rischio di buttare altri soldi è abbastanza alto.

Leggi anche la scheda sul recupero crediti.

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Danni fatti da consorzio strada vicinale: sono risarcibili?

Sono una frontista di una strada vicinale del comune di Viguzzolo (Al), recentemente il consorzio ha provveduto alla manutenzione del manto stradale e allo scavo di un fosso prospiciente la mia e altre proprietà. Durante i lavori di scavo la recinzione di parte della mia proprietà e’ stata in parte divelta nonché rimossa la pietra che segna il confine con il mio vicino. Mi sono rivolta al presidente del consorzio che mi ha risposto che nulla mi è dovuto. Preciso che paghiamo regolarmente il contributo previsto dalla legge; che mi sono offerta di fornire gratuitamente il materiale necessario al ripristino dei luoghi e che nessuno si e’ preoccupato di avvisare noi frontisti trattandosi di una zona in aperta campagna non abitata e frequentata saltuariamente.

Mi sembra che, anche a prescindere dalla natura vicinale della strada di cui sei frontista, il responsabile dei danneggiamenti sia tenuto a risponderne, così come avverrebbe appunto in qualsiasi altra questione tra proprietari esclusivi di fondi contigui.

Se è stata danneggiata una tua consistenza immobiliare, il responsabile di questo danneggiamento deve provvedere a ristabilire lo stato anteriore, sempre che ci sia il tuo consenso all’esecuzione da parte sua delle opere, oppure a corrisponderti il risarcimento del danno.

In questo caso, se i danni sono stati fatti da un’impresa incaricata dal consorzio di gestione della strada vicinale, nell’esecuzione di lavori di manutenzione della strada stessa, direi che tu possa rivolgere la tua richiesta sia all’impresa sia al consorzio.

Trattandosi peraltro di una vertenza destinata, come quasi tutte, a tradursi prima o poi in un recupero crediti, ti invito a vagliare con attenzione la solvenza di questi due soggetti.

Anche se, pure prescidendo in una prima fase stragiudiziale da questo accertamento, potresti comunque intanto chiedere il risarcimento del danno con una lettera di diffida inviata tramite avvocato, che direi sia proprio il primo passo da valutare per trattare un problema del genere.

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Causa persa e convivente sparito: come fare?

ho acquistato nel 2006 con ora il mio ex convivente una cascina 135 mila euro ma nel 2008 abbiamo avuto ordinanze da parte del comune per lavori abusivi e dei vigili del fuoco in quanto era dotata di un serbatoio 1750 kg gpl e non avendo i parametri x l’installazione praticamente una bomba.quindi siamo rimasti senza caloriferi acqua calda e gas x cucinare. Abbiamo fatto causa sia ai venditori che alla banca x risoluzione del contratto, il notaio ed agenzia con i venditori e credo banca erano tutti consapevoli e d accordo. La casa non ha l’agibilità, ci hanno venduto una casa abusiva. Abbiamo perso la causa in quanto il giudice ha ritenuto che con 2 stufe a pellet risolvevamo tutto. Il nostro legale, d’accordo anch’egli non ci mandato la raccomandata x ricorso quindi scaduti i termini sto pagando da sola spese legali ai venditori + mutuo e dopodichè pagherò spese alla banca sono stata precettata sullo stipendio ma solo io perchè il mio ex è sparito.

Come potrei mai fare ad aiutarti, anche solo dandoti un vago consiglio, in una vicenda come questa, dove ci sono profili molto complessi – validità di un contratto di compravendita immobiliare, impugnabilità di una sentenza, decadenza dal diritto di impugnare per decorso dei termini, rapporti con un ex familiare – ma dove non ho visto nessun documento tra quelli fondamentali della vicenda?

È evidente che per poter dire che cosa si potrebbe fare a tua tutela avrei bisogno di vedere quantomeno la sentenza che definisce il giudizio di primo grado.

Astrattamente, comunque, le cose che ci potrebbero essere a tuo favore potrebbero essere una responsabilità del legale che ha lasciato decorrere inutilmente i termini per l’appello e un’eventuale azione di regresso nei confronti del tuo ex convivente, rispetto al quale tuttavia bisognerebbe capire meglio che cosa significa che è «sparito».

Per quanto riguarda il primo aspetto, bisogna capire in primo luogo come sono andate effettivamente le cose e che cosa risulta documentatamente del loro andamento. Fai anche attenzione al fatto che non in tutti i casi di decadenza dall’appello ci può essere responsabilità del legale, dal momento che spesso i giudici fanno anche un giudizio probabilistico e prognostico circa l’accoglimento dell’appello.

Per ciò che concerne, invece, il secondo aspetto, riguardante il tuo convivente, hai commissionato delle ricerche ad una agenzia investigativa per vedere dove vive di fatto attualmente? È stato dichiarato corresponsabile e tenuto in solido con te al pagamento delle spese legali? Pensi che, se fosse obbligato in solido e tu riuscissi a trovarlo, egli sarebbe solvibile?

Insomma, ci sono un sacco di aspetti da approfondire e da valutare. Gli antichi dicevano vigilantibus, non dormientibus, jura succurrunt, per indicare il fatto che ci sono sì leggi di tutela, ma bisogna pur sempre che uno si attivi concretamente per trattare i suoi problemi, altrimenti poi è inutile limitarsi a esporre lamentele…

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Vittima di truffa: come posso riavere i miei soldi?

Due anni fa, in un periodo particolarmente infelice della mia vita, sono stato vittima di una “truffa alla nigeriana”. In cambio di assurde promesse, su indicazione di persone con cui ero in contatto via email (straniere, nomi falsi) ho fatto dei vaglia a due persone risultate poi italiane ed esistenti. Resomi conto della truffa ho richiesto indietro i miei soldi: mi ha risposto l’avvocato di una di queste due persone dicendo che la stessa vantava da tempo un credito da parte di una persona X (nome simile a una delle persone con cui parlavo io) e che ricevuto il mio vaglia l’aveva incassato rassicurato e preavvisato da X che le aveva detto “che era una delegazione di pagamento ai sensi dell’art 1269cc”. In sintesi ho pagato i debiti di qualcun altro. Dato che la delegazione di pagamento non e’ mai esistita (devo/devono dimostrarlo?non dovrebbe essere scritta?) posso richiedere indietro i miei soldi alle due persone italiane (uniche identificabili/solvibili) ad es. ex art 2033 o 2041cc?

Bisognerebbe conoscere meglio la situazione e i dettagli del caso, ma direi proprio che la motivazione addotta dal legale della tua controparte abbia la consistenza di una vera e propria supercazzola.

Se non c’è mai stato alcun rapporto tra te e un suo fantomatico debitore, non può certo sostenersi che vi fosse una delegazione di pagamento, che comunque non c’era nella realtà dei fatti, perché tu nemmeno sapevi dell’esistenza di quell’eventuale debitore del tuo debitore.

Questo significa che potresti procedere col recupero crediti, eventualmente nella solita forma del ricorso per decreto ingiuntivo.

Però fai attenzione ai problemi tipici di questo genere di pratiche, sui quali ti rimando alla apposita scheda, e soprattutto agli aspetti relativi alla solvenza, considerata la situazione.

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Vittima di stalking e risarcimento: posso chiederlo?

Sono perseguitato dalla mia ex.
La ragazza,dopo 2 anni,e vari tradimenti da lei commessi (e da me perdonati),a settembre ha scoperto che infine avevo iniziato a far lo stesso.
Da quel giorno,seguito un incontro in cui ha notevolmente alzato le mani(cosa da lei ammessa in msg privati),ha iniziato a perseguitarmi con sms intimidatori e di pesanti ingiurie,oltre a diffamazione presso conoscenze e possibili contatti di lavoro. (ho gli Screenshot)
Minaccie pervenute anche per tramite di sue amiche e anche alla mia attuale compagna.
Le ho fatto mandare una diffida a smettere,ha risposto via mail che avrebbe smesso.
Ma sono seguite telefonate intimidatorie di un suo fantomatico nuovo ragazzo da numero privato.
Pare ora sia finita e sono combattuto se chiedere un risarcimento danni per i disagi patiti e sopratutto danno d’immagine/professionale subito.
Secondo lei ha senso, ci sono basi solide per una azione legale? (o per tentare un accordo economico pre denuncia?)

Se adesso è davvero finita, io non andrei a rimestare ulteriormente il terreno, per la speranza di conseguire un risarcimento danni che è solo eventuale e che, in caso fosse effettivamente concordato e corrisposto, sarebbe probabilmente poco più che simbolico.

Volendo analizzare più approfonditamente la cosa, dovresti valutare i profili istruttori, cioè quelli relativi alle prove di cui disporresti, ma anche quelli relativi alla solvenza della tua ex ragazza, perché anche una pratica risarcitoria di questo genere alla fine sarebbe destinata a tramutarsi in un recupero crediti, con tutti i problemi del caso, sui quali ti rimando alla lettura della scheda relativa.

Generalmente, la valutazione di queste circostanze sconsiglia di coltivare posizioni del genere, ma è anche vero che solo un approfondimento in concreto può portare ad una risposta definitiva.

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Avvocato incassa assegni del cliente: che fare?

Un legale mi ha chiuso una pratica di un sinistro lo stesso legale nel 2009 ha ricevuto gli assegni di 6.500 intestati a me e nn trasferibili da allianz .io questi assegni non li ho mai ricevuto.facendo delle indagini mi hanno informato che gli assegni sono stati cambiati e incassati dallo stesso avv.con firme di traenza fasulle e documenti falsi.mi sono recato da un altro legale per fare causa al legale che aveva incassato gli assegni ma abbiamo fatto l udienza e lo persa .il legale di qui ho messo in secondo momento ha sbagliato tutto citando solo allianz. quando prima dell udienza mi contatto per un accordo con l avvocato che difendeva. La banca di qui pago gli assegni . L accordo era di risarcirmi 3000 euro quando poi gli assegni erano di 6.500 euro più le spese che avevo pagato rifiutò. oggi mi ritrovo a pagare 4000euro ai difensori di allianz.

Paradossale, ma è anche vero che la compagnia di assicurazioni Allianz non ha nessuna colpa se il tuo precedente avvocato ha commesso dei reati e si è intascato il risarcimento che sarebbe stato dovuto a te.

La compagnia di assicurazioni ha emesso degli assegni e li ha spediti a colui che avevi nominato difensore e che in quel momento ti rappresentava.

Credo che il secondo legale avrebbe dovuto agire solo nei confronti del primo legale e, se ve ne fossero stati i presupposti, da verificare accuratamente, dell’istituto di credito che aveva scambiato gli assegni nonostante la falsità dei documenti, ma temo in ogni caso non contro la compagnia di assicurazione.

A questo punto, non dovresti aver perso – ma va verificato con attenzione – i tuoi diritti nei confronti del primo legale. Inoltre, potresti aver diritto ad un risarcimento del danno nei confronti del secondo legale per responsabilità professionale, aspetto questo ugualmente da verificare e approfondire attentamente.

Nel primo caso, ovviamente hai anche la possibilità di presentare una apposita denuncia querela, oltre che un un esposto di natura disciplinare, se già non vi hai provveduto.

Attenzione che entrambe queste posizioni potenzialmente attive sono destinate a trasformarsi, una volta che le avrai eventualmente coltivate, in altrettante pratiche di recupero crediti, con tutti i problemi del caso, tra cui la solvenza, per cui ti invito a leggere con attenzione la relativa scheda.

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Credito da lavoro: come impedire che il datore di spogli dei beni?

ho un problema sto per fare causa al mio vecchio datore di lavoro che stupidamente non ha voluto liquidarmi alla mia richiesta di 5.000€ per 10 anni di lavoro,
ho provveduto nel farmi fare i conteggi a chi di dovere “Caf” e la somma sorprendente è di 70.000€
la sua vecchia societa S.a.S ha chiuso poco fa ma lui ne ha aperta una nuova srls ed ha delle auto mezzi di lavoro, casa, gommone, tutto intestato a lui come si può evitare che intesti il tutto ad una terza persona in modo tale da diventare nulla tenente e non riconoscermi quanto dovuto

Non sono sicuro di aver capito come si sia passati dalla somma di 5.000€ a quella di 70.000€.

Comunque, ammesso che si tratti effettivamente di una somma del genere, che sarebbe importante, il problema è sempre appunto, come hai giustamente intuito, quello della solvenza del debitore, di cui parliamo più approfonditamente nella nostra scheda sul recupero crediti, alla cui attenta lettura ti rimando prima di ogni altra cosa.

Per evitare che il debitore si sbarazzi di cespiti e altre attività si può tentare di agire con ricorsi d’urgenza e di tipo cautelare, tra cui segnatamente il sequestro conservativo, prima che le cessioni siano avvenute, oppure con un’azione revocatoria, se le cessioni sono già, purtroppo, avvenute.

Si tratta, in entrambi i casi, di iniziative giudiziarie da non varare assolutamente alla carlona, ma dopo adeguata ponderazione e valutazione e tenendo presente che in nessun caso è garantito l’accoglimento delle richieste da parte del magistrato, dal momento che si tratta, specialmente nel caso del sequestro, di una cognizione d’urgenza, in cui la discrezionalità del giudice è, comprensibilmente, massima.

Devi, insomma, procedere con i piedi di piombo.

Intanto, comunque, apri la tua vertenza con una diffida, dopodiché valuta a seconda del riscontro che avrai ricevuto. Tieni presente sin da subito che il tuo obiettivo, anche per garantire l’ottemperanza dell’assetto che raggiungerai, deve essere sempre primariamente quello di raggiungere un accordo.

Fatti seguire da un avvocato veramente bravo, non solo come tecnico ma anche come stratega.

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Immobili con ipoteca di primo grado: mi conviene pignorarli?

ho vinto una causa civile (io creditore privato verso un altro debitore privato). Il mio decreto ingiuntivo è di 63000.00 ed è esecutivo a tutti gli effetti di legge in quanto il giudice me la concesso per aver vinto la causa dopo 4 anni di processo. Il debitore ha 2 case con 2 ipoteche volontarie di 1 grado con la banca. Per la prima casa ha chiesto una ipoteca alla banca di 1 grado di 104.000,00 nel 2006 per25 anni ed è ancora attiva (aperta). Posso e mi conviene chiedere una ipoteca di 2 grado e fare il sequestro del bene? come funziona il procedimento? alla debitrice sono rimasti altri 15 anni di mutuo da pagare, ma ho scoperto che la debitrice ha affittato la casa all’ASL. Dovrò fare il sequestro del bene. Il valore della casa è di circa 70,000,00, però all’asta si svaluterà di molto. Mi conviene fare l’ipoteca di 2 grado? o no? o prenderò una mazzata? dovrò fare anche il conteggio di quanto è rimasto di mutuo della debitrice da pagare alla banca

Attenzione, stai facendo un po’ di confusione. Diciamo che hai un titolo esecutivo per 63.000 euro circa, costituito probabilmente sia dal decreto che avevi ottenuto originariamente 4 anni fa, confermato dal giudice della causa di opposizione, sia dalla sentenza che ha definito il giudizio di opposizione, che probabilmente regola la spese di fase, e magari anche quelle del monitorio, ponendole a carico della parte soccombente.

Quando parli di sequestro, poi probabilmente intendi pignoramento.

Fatte queste precisazioni, c’è da direi che la valutazione circa i mezzi di esecuzione da utilizzare per poter ottenere che questa sentenza venga rispettata va condotta in concreto, perché il rischio di spendere ulteriore denaro in attività legale senza poi portare a casa nulla è reale.

Peraltro, queste valutazioni sarebbero state da fare al momento di iniziare la causa, 4 anni fa, come predico sempre e comunque anche nella nostra scheda sul recupero crediti, che ti invito a leggere facendo particolarmente attenzione al concetto di solvenza, ma anche ai vari tipi di pignoramento praticabili.

Più in particolare, se ci sono già ipoteche di primo grado, che sono veri e propri diritti di precedenza a favoredi chi ne è titolare il rischio è che tu promuova il pignoramento di questi immobili spendendo le non indifferenti cifre richieste a tutto vantaggio del titolare dell’ipoteca di grado precedente, che ha il diritto di soddisfarsi su quanto ricavato fino a che il suo credito non sarà stato estinto…

Ti consiglio di investire due, tre o anche di più ore di lavoro di un bravo avvocato per fare in concreto, con precisione e adeguata cura questo accertamento.

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Spese legali di cui era stato promesso il rimborso che non arrivano.

Ero l.r. di una srl e durante il mio mandato si è verificato un incidente mortale ad un mio dipendente.
Ritengo di avere buone possibilità di essere assolto in sede penale in quanto totalmente estraneo alla vicenda occorsa al mio dipendente.
La società in sede assembleare aveva assunto l’obbligo di sostenere le mie spese legali ma ad oggi non provvede al pagamento delle fatture dell’avvocato ed io devo saldarle personalmente. Come posso agire nei confronti dei soci e dell’attuale amministratore che non provvede?

Dipende da cosa si intende di preciso per «la società in sede assembleare aveva assunto l’obbligo di sostenere le mie spese legali».

Esiste una formale delibera scritta dell’organo amministrativo in questo senso? O era solo una dichiarazione di intenti, magari pronunciata oralmente?

La tua situazione non è dissimile, alla fine, da una qualsiasi pratica di recupero crediti, con tutti i problemi tipicamente connessi a questo genere di casi, tra cui la disponibilità di prove adeguate e la valutazione della solvenza del debitore.

Per maggiori dettagli, ovviamente ti rimando alla lettura della scheda sul recupero crediti.

In ogni caso, anche a prescindere da quanto sopra, potresti, e a mio giudizio dovresti, far inviare la richiesta tramite una diffida a firma di un avvocato, valutando poi in base al risultato conseguito o meno.

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Denuncia querela per truffa: come sapere che cosa ne è accaduto?

nel 2008 sono stato truffato assieme con altre persone in tuttaItalia, praticamente dovevo guidare una macchina SMART CON UNA PUBBLICITÀ PER 4 ANNI SENZA PAGARE NULLA, per cui dopo i 4 anni mi facevano il passaggio , gratis, ma le cose non sono andate così, come per altra gente la stessa cosa, avendo versato una caparra non abbiamo visto nessun rimborso.ho fatto una querela ai carabinieri di Firenze, e i carabinieri anno denunciato a questo signore alla procura della repubblica di milano. Ma sino a oggi non ho saputo più nulla, se anno condannato ho se anno archiviato. I carabinieri diFirenze non sanno nulla, cortesemente volevo sapere da lei in quale ufficio della procura di milano posso chiedere informazioni in merito.

Per sapere in che stato si trova un procedimento penale, bisogna depositare una istanza del 335, di cui abbiamo già parlato in un altro post, alla lettura del quale rimando per maggiori approfondimenti.

Generalmente, l’istanza si deposita presso la segreteria della Procura. Chiaramente, ci possono essere «usanze locali» diverse, ma queste sono cose di cui si viene a conoscenza senza problemi nel momento in cui si contattano gli uffici.

A parte questo, il problema di questo tipo di querele e vertenze è che, alla fine, si traducono quasi sempre in un recupero crediti, con tutti i problemi che sono connaturati a questo genere di pratiche, relativi per lo più al concetto di solvenza.

Ti consiglio di leggere con attenzione la relativa scheda e valutare se e quanto ti conviene investire nel coltivare questa posizione.