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Figlio maggiorenne e assegnazione casa familiare.

Ho acquistato l”abitazione principale nel 1996 e saldata nel 2006 mi sono sposato nel 2017 figlio maggiorenne moglie dipendente pubblico se mi separo si possono avvalere dell”abitazione o posso venderla ?

Per la serie «come progettare un’intera separazione in due righe»…

Se tuo figlio, benché maggiorenne, vive ancora in casa, tua moglie può ottenere l’assegnazione della casa familiare.

Ciò non ti impedisce di vendere la casa, ma ovviamente ben difficilmente, salvo fare uno sconto davvero sostanzioso, puoi trovare qualcuno disponibile ad acquistare un immobile la cui liberazione è collegata all’acquisto dell’autosufficienza da parte di tuo figlio, cosa che avverrà in un momento non predeterminabile e che, in alcuni casi, collegati a corsi di studi particolarmente lunghi e approfonditi, può avvenire oggigiorno anche verso i 27/28 anni.

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Modelli di contratto: preventivi.

 

Una richiesta che ricevo periodicamente, ad intervalli più o meno regolari, è quella di un preventivo per la realizzazione di un modello contrattuale, o contratto standard, solitamente per un’azienda, associazione, ente pubblico o impresa individuale.

La buona notizia, in questi casi, è che il preventivo lo sceglie per lo più il cliente, in base al grado di approfondimento e di cura con cui vuole che venga redatto il suo modello di contratto.

Facendo un attimo un passo indietro, c’è da dire che è sicuramente molto consigliabile per tutte le attività che intrattengono rapporti con un pubblico di clienti e di fornitori farsi formulare da un avvocato un contratto tipo da utilizzare, ad esempio, per la vendita, per certi tipi di forniture o in occasione di determinati momenti del loro ciclo produttivo di beni o di servizi.

Questo tipo di assistenza legale, in fase contrattuale, è un eccellente sistema per prevenire i problemi legali.

Ribadita la forte opportunità che i rapporti aziendali siano regolati da contratti di qualità, il particolare livello qualitativo, e quindi l’investimento relativo (non solo di soldi, ma anche di tempo da impiegare insieme al legale per lavorare sulla realizzazione del modello), possono essere diversi.

Ci sono piccoli imprenditori che ad esempio, giustamente, investono 2/300 euro per la realizzazione del loro modello contrattuale e altre aziende, sempre ad esempio, che arrivano a spendere anche 10.000€ per un modello o anche un contratto per un’unica operazione.

Dipende anche dalla fase in un cui si trova l’impresa che vuole munirsi di strumenti contrattuali adeguati. Se l’impresa, ad esempio, ha aperto i battenti da poco, può investire al momento relativamente altrettanto poco per i suoi contratti, per poi approfondire e reinvestire maggiormente in seguito, dopo qualche anno, quando avrà superato il break even e avrà toccato con mano il successo dei beni e servizi che colloca presso il pubblico.

In conclusione, dunque, il preventivo qui lo sceglie il cliente.

Considerando ad esempio che noi – al momento in cui scrivo questo articolo – lavoriamo a 100€ oltre accessori di legge ad ora, moltiplicando tale valore per il numero di ore che il cliente desidera che siano destinate alla cura del modello o del contratto si ottiene l’importo finale del lavoro da commissionarci. Un paio d’ore, appunto, per i modelli più semplici o le imprese appena avviate, sino a 100 e più ore per le operazioni da approfondire maggiormente, con un vasto ventaglio di situazioni intermedie.

Ovviamente, il nostro compito è anche quello di aiutare il cliente a scegliere il grado di investimento che vuole realizzare nel proprio contratto, sulla base di indicazioni provenienti dalla nostra esperienza generale applicata in relazione al caso specifico. Ci sono casi, infatti, in cui è probabilmente sconsigliabile scendere sotto un certo livello o comunque è possibile farlo solo con la consapevolezza di una copertura abbastanza limitata.

Anche in questi casi, comunque alla fine sarà il cliente a scegliere.

Desideri un contratto standard per la tua azienda?

Se vuoi un preventivo su misura, puoi chiedercelo compilando il modulo apposito che si trova nel menu principale del blog, indicando le caratteristiche della tua azienda e descrivendo l’operazione che desideri venga regolamentata dal contratto da sviluppare. Oppure chiama lo studio al numero 059 761926 per prenotare direttamente la tua prima ora di colloquio sul caso.

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Casa coniugale: il giudice può ordinarne la vendita?

chiedo un consiglio per il mio compagno. separato consensualmente da 3 anni, in sede di separazione lui e la ex moglie hanno convenuto che lei rimanesse a vivere nella casa coniugale, con la bimba di 4 anni, e che lui andasse a vivere altrove, affidamento congiunto. pagano il mutuo contratto insieme prima del matrimonio, dividendo equamente la rata al 50% totale circa 600€ e inoltre lui passa alimenti per la bambina per circa 300€ mese, per differenze salariali, oltre a pagare anche metà delle spese condominiali. la bimba passa metà del suo tempo con il papà e con la mamma. ma mentre la mamma vive in un tre locali, il papà vive a casa dei nonni, con la bimba. ora il papà vorrebbe divorziare, ma ci chiedevamo se fosse possibile chiedere al giudice di disporre la vendita della casa e che ognuno poi viva come crede, per liberare il papà dal mutuo e permettergli di vivere una situazione educativamente corretta nella quotidianità con la bimba.

Non è possibile, il giudice della separazione non può intervenire, tantomeno d’imperio su aspetti proprietari o dominicali.

È una cosa che potete ottenere solo attraverso negoziazione con la madre, che, ovviamente, trovandosi, di riflesso, in una posizione di vantaggio, perché gode interamente di una casa che è solo per metà sua, non è così facile che possa accettare.

Ma non è detto che sia impossibile, in molte situazioni il coniuge interessato acconsente ad una vendita e una ripartizione del ricavato, magari perché vuole sistemare definitivamente la questione e comprarsi una casa che, per quanto magari più piccola, possa essere di sua proprietà esclusiva.

La risposta, dunque, è che, come al solito, non esistono strumenti magici e immediati, ma ci si può solo provare.

Quello che dovete fare è incaricare un bravo e onesto avvocato che, magari approfittando della necessità di fare il divorzio, provi a trattare anche la questione della vendita della casa.

Se volete un preventivo dal nostro studio, potete compilare il modulo apposito nel menu principale del blog.

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Preliminare non registrato: può essere annullato?

Ho sottoscritto un preliminare di vendita per un immobile commerciale, senza registrare lo scritto, ala buona, conoscendo i proprietari. La vendita dovrebbe avvenire a fine anno, dopo la sistemazione di alcune servitù. Ora sto già occupando l’immobile con contratto di locazione. A breve, la società che ora possiede l’immobile verrà acquisita da una holding straniera. Potrei rischiare di veder annullato il preliminare se il nuovo proprietario non ne approvasse le condizioni? E’ meglio registrare il compromesso per essere certi di riuscire ad acquistare?

La registrazione del preliminare, introdotta da una riforma legislativa di non molto tempo fa, serve per lo più ad evitare che lo stesso venditore alieni, ceda o venda lo stesso immobile a più persone contemporaneamente, realizzando quella che, di fatto, è una truffa, frequente nel settore immobiliare.

In questi casi, infatti, il venditore promette in vendita lo stesso immobile, poniamo, ad una dozzina di persone o società, facendosi dare da ognuna una caparra o un anticipo, solo che, ovviamente, uno solo di essi potrà poi acquistare definitivamente l’immobile.

Se il compromesso viene stipulato per scrittura privata, infatti, nessuno di coloro cui lo stesso immobile viene promesso, successivamente al primo soggetto, ha modo di sapere che il medesimo immobile è già stato promesso in vendita.

Facendo, invece, la registrazione nei registri immobiliari della conservatoria, tra i vari promissari acquirenti dello stesso immobile, prevale chi ha effettuato la registrazione. L’immobile, in effetti, rimane vincolato ufficialmente a costui, tant’è vero che chi agisce sul mercato per quell’immobile ha l’onere di consultare eventuali vincoli esistenti in conservatoria, con la conseguenza che se, nonostante la registrazione, conclude ugualmente il preliminare di compravendita, non può poi avere alcuna pretesa sull’immobile – salvo ovviamente il diritto al risarcimento del danno nei confronti del truffatore – dal momento che è stata una sua mancanza non verificare la situazione del bene.

Tutto questo per dirti che la registrazione del preliminare non conferisce più o meno validità al preliminare stesso. Il contratto conserva la forza che aveva originariamente, la differenza sta solo nell’opponibilità a terzi.

Direi, pertanto, che la registrazione non sia uno strumento che ti possa essere utile. Se questa nuova proprietà è interessata a sciogliere il preliminare, farà leva su altri aspetti, relativi al contenuto del contratto stesso e al suo adempimento o meno.

Se pensi che questa possa essere la situazione, ti consiglio di farti seguire sin da subito da un avvocato. Se vuoi un preventivo da parte del nostro studio, puoi chiederlo compilando il modulo apposito nel menu principale del blog.

PS: il termine «registrazione» è utilizzato qui impropriamente, in realtà si intende la «trascrizione» del contratto preliminare. Grazie a Francesco per avermelo fatto notare, meglio precisarlo 😉

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Telefono diverso dal previsto: cosa posso fare?

In data 03/07/2017 ho stipulato un contratto con Vodafon e nel contempo ho fatto un acquisto di uno smartfon LG K4. Dopo pochi giorni lo riporto al centro perché scaldava in modo anomalo. Viene inviato al centro assistenza e me lo sostituiscono dopo circa due mesi o meglio in data 12/09/2017.
La sostituzione poteva starci, ma tornata a casa mi accorgo che viene sostituito con un altro LG che non è quello per cui avevo stipulato un contratto. Oltre all’ arroganza della impiegata di Vodafon mi è venuto il sospetto che LGK lo avessero tenuto loro per convenienza. Sicuramento chiederò assistenza ad una associazione consumatori, ma qualcuno mi ha detto di rivolgermi ai carabinieri perché questa si chiama truffa.

Cominciamo dalla fine: per me non ti possono aiutare né le associazioni dei consumatori, di cui ho già detto quel che penso in un altro post che ti invito a consultare, né i carabinieri, considerando che un procedimento penale per fatti di questo genere finirebbe archiviato, non essendoci probabilmente nessun reato, ma solo un inadempimento civile.

L’unico che, invece, ti potrebbe aiutare sarebbe, purtroppo, un avvocato. Tuttavia, se non disponi di una polizza di tutela legale, lo devi compensare tu e davvero il rischio che non ne valga la pena è altissimo, dal momento che parliamo di una vertenza di basso valore – pari alla differenza tra il modello originariamente promesso e quello che poi ti hanno dato.

Sia chiaro che non sto dicendo che non hai ragione, solo ti sto riportando con molto realismo quelle che sono le tue possibilità di azione.

Ci sono due cose che puoi valutare di fare.

La prima è una lettera a tua firma, da inviare a Vodafone tramite pec (se ne disponi) o raccomandata (se non ne disponi), in cui contesti tutto quanto accaduto e chiede che Vodafone sia adempiente al contratto nei termini originari, consegnandoti il telefono dovuto.

Non ci sono molte speranze al riguardo, dal momento che molto spesso lettere di questo genere vengono completamente ignorate, ma tentare non ti costa molto.

Generalmente, sconsiglio sempre alle persone di scrivere da sole, ma in questo caso non vedo grandi alternative.

La seconda strada che si può tentare è vedere se riesci ad instaurare un procedimento per small claims di origine europea, una cosa che proprio in questi anni si sta instaurando anche in Italia e per il quale non dovrebbe essere necessaria l’assistenza di un legale, anche se queste cose, senza un avvocato alle spalle, sono spesso destinate a restare sulla carta perché le persone non hanno conoscenze sufficienti per poterle gestire.

Ti lascio col consiglio finale di iscriverti alla nostra newsletter: capendo come funziona il sistema giuridico italiano e leggendo le disavventure di altri utenti, con le mie risposte, eviterai credo tante fregature in futuro.

In bocca al lupo.

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Se il costruttore non mi dà l’agibilità e la certificazione ape è inadempiente?

vorrei chiederLe un consiglio, sperando che l’argomento interessi altre persone. dopo aver acquistato casa, il costruttore, mi consegna, prima del rogito, alcune copie delle chiavi, tenendone una per se.questo a suo dire per permettermi di prendere visione dell’avanzamento lavori e per le sue per poterli proseguire.
purtroppo però non si riesce a fissare la data del rogito, c’è sempre qualche intoppo da parte sua.
nella compravendita è prevista , nel caso di ritardata consegna, una penale giornaliera fino alla consegna definitiva e si specifica che l’immobile dev’essere perfettamente ultimato e funzionante.
la mancanza di scuretti, certificazione di abitabilità e mancata consegna ape, possono decretare che l’immobile non sia perfettamente ultimato a tutt’oggi malgrado abbia ricevuto le chiavi? oppure la loro consegna, malgrado abbia fatto notare queste carenze, lo solleva dal pagamento della penale?

Purtroppo, per poter dare una risposta con un minimo di utilità nel tuo caso bisognerebbe leggere con attenzione il contratto preliminare che hai sottoscritto.

Tu infatti non hai ancora acquistato nessuna casa, hai solo firmato un compromesso, o contratto preliminare, ma sarà al momento della stipula del definitivo, chiamato rogito, che diventerai proprietaria.

In generale, si può solo osservare che la mancanza di parti importanti come gli infissi, ma soprattutto dei provvedimenti e delle certificazioni necessarie per poter abitare legittimamente e con sicurezza l’immobile di solito impedisce che si possa parlare di adempimento da parte del venditore.

Peraltro, sono situazioni che si verificano anche abbastanza spesso e che di solito si risolvono con un accordo bonario, non so però ovviamente dirvi cosa convenga maggiormente nel vostro caso.

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Se vendo una casa alla mia ex moglie al 25% del valore possono impugnare la vendita

La cassazione mi ha condannato a pagare 38.000 euro di arretrati di assegno di mantenimento. Io ho solo una casa al 50% con la mia ex moglie il cui prezzo di mercato é di circa 400.000 euro. Lei vorrebbe acquistarlo o alla metà del valore catastale o considerare l’appartamento occupato (da lei!!!) e quindi mi offrirebbe il 50% del mio 50% ( il 25% del valore di mercato). Le domande che pongo sono:
1- è percorribile l’ipotesi della mia ex moglie senza che un domani la mia nuova famiglia possa impugnare una vendita non “a giusto prezzo”?
2- in mancanza di accordo quali alternative può suggerirmi?

È una situazione che sarebbe necessario studiare in tutti i suoi dettagli per poter dare una risposta, ad esempio non si capisce bene se questa casa è gravata da un provvedimento di assegnazione o meno.

Inoltre, la impugnabilità della vendita dipende anche dalle formule concretamente utilizzate nel contratto preliminare ed in quello definitivo.

Direi che si possa far tutto, se trovate un punto d’incontro e vi affidate a professionisti che sanno fare il loro lavoro e tutelare le esigenze di tutti.

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Posso vendere la casa coniugale se mia moglie non ci sta più?

un anno fa mia moglie a deciso di separarsi siamo andati dal giudice in via consensuale e ci siamo separati abbiamo deciso che restavamo insieme nella casa cognugale a vivere e che avrei dato cento euro per ogni figlio ,ne ho tre .questa estate ha deciso di andare a casa sua in Tunisia con i bambini come al solito io ho accettato ma il giorno stesso che è arrivata nel suo paese a iniziato a convivere con il suo nuovo uomo e insieme ai nostri figli .io quando lo scoperto sono andato a riprendermi i figli che erano restati pure loro all’oscuro di tutto rientrato in Italia io sono rimasto nella casa cognugale con i bambini e lei dopo due settimane e ritornata in Italia e ha trovato un appartamento di fortuna che ora condivide con il suo lui pur essendo ancora residente con noi .io non posso lavorare perché ho da accudire i bambini e non riesco più a pagare il mutuo posso vendere la casa cognugale intestata a me è portare i bambini con me

Per poterlo dire, bisognerebbe esaminare il verbale di separazione consensuale che avete sottoscritto e le condizioni che avete previsto riguardo la casa coniugale.

Da quel che racconti, sembra che un’assegnazione da un coniuge a favore dell’altro si possa escludere, ma per sicurezza è meglio controllare e vedere come le condizioni al riguardo si possano leggere. Anche perché una separazione in cui entrambi i coniugi rimangono nella casa coniugale presenta alcuni aspetti sicuramente anomali rispetto all’ordinario.

In caso non ci sia assegnazione della casa, e la stessa sia di tua proprietà esclusiva, dovresti poterla vendere liberamente, anche se io vedrei meglio un ricorso al giudice, nel caso in cui la «lettura» delle condizioni non fosse così chiara.

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Per un problema urbanistico mi conviene la causa civile o anche la penale?

il mio problema e 7 anni fa ho acquistato una attività (centro fitness) da un professionista (geometra) io sono un immigrante con cittadinanza italiana, preciso questa situazione perché nel mio paese sono diverse le leggi, mi trovai dopo 7 anni che volevo cedere la attività e quando ho chiesto a questa persona i diversi permessi lui in maniera eversiva mi contesto che aveva perso il computer e perciò non era in possesso dei dati da me chiesti. al che incaricai un geometra per la verifica in comune, chiesto i permessi scopro che questa persona che faceva parte di una società non aveva mai chiesto nessun permesso, cioè io ho svolto la attività in totale abusivismo, in più il titolare del immobile aveva stipulato un contratto di affitto di locazione commerciale quando il locale e accatastato come c2 (magazzino). il risultato e che non ho potuto cedere la attività. cosa mi consiglia di fare. querela e causa penale costituendomi parte civile o solo causa civile?

La causa che tutela te in primo luogo è quella civile. Prima di fare questa causa, però, per la quale sembrerebbero esserci i presupposti, devi verificare la solvenza della tua controparte.

Sarebbe infatti completamente inutile, anzi ulteriormente dannoso, fare una causa di svariati anni per munirsi di un titolo o sentenza da appendere alle pareti, cosa che potrebbe succedere se il dante causa non avesse sostanze da aggredire.

Quindi è meglio iniziare con una richiesta stragiudiziale, la classica diffida, che avrà anche valore esplorativo.

La vertenza penale può esserti utile indirettamente però anche in questo caso bisogna valutare attentamente l’opportunità di agire anche in questa sede.

Ricordati in generale che più lavoro fai fare agli avvocati e più compensi dovrai (e aggiungo anche: giustamente) pagare loro, quindi a volte un principio di gradualismo nell’approccio al problema non è affatto sbagliato.

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Se acquisto un appartamento devo pagare le spese condominiali deliberate prima?

Salve avvocato, vorrei porle un quesito. Io avevo trovato casa da acquistare con mutuo e un po’ di liquidità che i miei genitori e i miei suoceri mi avevano dato. Succede questo: diamo 10.000,00 euro come caparra, poi altri 10.000,00 come acconto(tutto in assegni). Purtroppo con il rogito sforiamo con il tempo perché le banche ci negano il restante denaro per concludere l’acquisto. I proprietari prima mettevano fretta per concludere, poi ci dissero che avrebbero aspettato. Dopo 1mese dalla scadenza del rogito ci vengono consegnate dapprima a mano dalla nostra agenzia e poi altre copie via posta carte condominiali riguardo preventivi da approvare nella prossima riunione per vari lavori al palazzo: facciate, caldaia..etc…dei quali non si era mai parlato. Siamo in causa perché avevamo chiesto di scalare le spese per i lavori. Ma loro non hanno voluto e inoltre non hanno nemmeno voluto ridarci i soldi indietro. Lei che ne pensa

Purtroppo, è impossibile dare un parere che abbia un minimo di senso e di utilità senza vedere quello che avete firmato, specialmente in una materia così delicata come le compravendite immobiliari.

In generale, posso solo dire che quando si acquista una unità immobiliare in condominio fa capo all’acquirente informarsi con precisione circa le spese, perché queste «seguono» l’unità immobiliare e, acquistando la stessa, si acquista anche il dovere di partecipare alle spese previste in seno al condominio, anche se deliberate prima dell’acquisto.