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Divorziare dalla Spagna senza tornare in Italia: è possibile?

DOMANDA – Sono un uomo di Palermo che vive in Spagna da due anni…volevo chiedervi se e possibile essere seguito da lei per ottenere il divorzio, perché vivo in Spagna ma non lavoro. Volevo sapere se è possibile ottenere il patrocinio gratuito.

— RISPOSTA – Innanzitutto, bisognerebbe capire se si tratta di un divorzio congiunto o se invece necessariamente c’è da fare un contenzioso.

Attualmente, tutti i divorzi di persone che risiedono all’estero e hanno difficoltà a tornare in Italia li sto facendo con accordi in house in videoconferenza, avendo abbandonato completamente il sistema delle procure a distanza, che era molto più complicato e più difficilmente accettato dai giudici.

Per quanto riguarda il patrocinio a spese dello Stato, se non lavori e non hai reddito credo che dovresti averne diritto, anche se la cosa va verificata in concreto.

Puoi provare a sentire a riguardo dall’ordine degli avvocati del tribunale che sarebbe competente per la domanda di divorzio. Se non sai quale tribunale sarebbe competente, chiama l’ordine del luogo in cui risiedevi quando stavi in Italia e illustra la tua situazione, saranno poi loro a darti le indicazioni migliori del caso.

Se vuoi approfondire ulteriormente la questione, chiama ora lo studio al numero 059 761926 e prenota il tuo primo appuntamento, concordando giorno ed ora con la mia assistente.

Puoi anche acquistare online direttamente da qui: in questo caso, sarà poi lei a chiamarti per concordare giorno ed ora della nostra prima riunione sul tuo caso; a questo link, puoi anche visualizzare il costo.

Naturalmente, se vivi e lavori lontano dalla sede dello studio – che è qui, a Vignola, provincia di Modena, in Emilia – questo primo appuntamento potrà tranquillamente avvenire tramite uno dei sistemi di videoconferenza disponibili, o persino tramite telefono, se lo preferisci; ormai più della metà dei miei appuntamenti quotidiani sono videocall.

Guarda questo video per sapere meglio come funzionerebbe il lavoro con me.

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Ti lascio adesso alcuni consigli e indicazioni finali che, a prescindere dal problema di oggi, ti possono sempre essere utili.

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diritto

Divorzio in Tunisia: come farlo?

scrivo per capire se può aiutarci, il mio compagno tunisino residente in Italia da due anni ha iniziato pratica di divorzio da moglie tunisina in tunisia a maggio 2021, ma non riusciamo a cavarci le gambe.
Lui non può rientrare in tunisia perché richiedente asilo

Se l’operazione può avere natura consensuale, si può fare, secondo il diritto italiano, la separazione dapprima e il divorzio poi tramite convenzione di negoziazione assistita da stipulare online, cioè senza bisogno che la moglie venga in Italia, ma facendola collegare tramite webcam e microfono, facendola poi firmare davanti allo schermo.

In sostanza, il tuo attuale compagno, il marito, potrebbe venire presso il mio studio, mentre la moglie appunto parteciperebbe da remoto.

In Italia è previsto un duplice passaggio, prima separazione e poi, a distanza di sei mesi, divorzio, quindi la procedura sarebbe sostanzialmente da ripetere due volte.

Ma sarebbe sicuramente il metodo, nonostante tutto, più veloce e che offrirebbe più garanzie di concludere.

Se, invece, la cosa non può avere natura consensuale, ci sono grossomodo due strade da valutare:
– separazione e/o divorzio diretto giudiziali in Italia, tentando di chiedere al giudice italiano di applicare il diritto tunisino che prevede il divorzio diretto, così come previsto dalle norme di diritto privato in materia internazionale;
– collaborazione con un bravo legale tunisino per cercare di perfezionare la procedura di divorzio in Tunisia, facendo poi riconoscere la sentenza tunisina, previa traduzione, in Italia.

Se vuoi procedere con il lavoro, chiama adesso il numero 059 761926 e concorda il tuo primo appuntamento, che, se vivi e lavori lontano, può essere ovviamente anche in videochiamata; oppure acquista direttamente da qui, in tal caso sarà il mio ufficio a chiamarti per concordare data e ora del primo incontro, in presenza o da remoto.

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diritto

Comprare casa: come evitare finisca intestata anche al coniuge?

Note dell’episodio.

Nel contenuto di oggi, rispondo alla seguente domanda di una nostra ascoltatrice:

«io sono del Marocco sono sposata nel Marocco e mio marito marocchino,io ho doppia cittadinanza, la mia domanda io voglio fare la separazione,vorrei acquistare una casa solo con il mio nome vorrei sapere prima se dopo come funzione la divisione comune del bene o separazione del bene? Il fatta che abbiamo fatto il matrimonio in Marocco come funziona la separazione in italia a rischio di perde la casa che devo acquistare il fatto che non ancora siamo separati»

Comprare casa

Riferimenti.

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Per separazione e divorzio ok ai doc presi con lo SPID.

La mia Procura di Modena mi ha accettato la prima separazione in house che, come ti avevo anticipato in questo precedente post, avevo fatto allegando, appunto per la prima volta, i documenti estratti da me, senza che i coniugi miei clienti abbiano dovuto effettuare alcun accesso presso uffici fisici.

accettato

Questo rende ancora più comodo questo modo di procedere per separazione e divorzio, specialmente:

  • in periodo di pandemia che rende difficile gli spostamenti e gli accessi agli uffici;
  • per coniugi che si sono sposati in località lontane dal luogo di residenza e di vita.

Si può ritenere a questo punto superato questo precedente post, con una «circolare» sempre della Procura di Modena in tema di documenti necessari, essendo evidentemente cambiate le circostanze.

Naturalmente, questo è solo un primo precedente e, ulteriormente, è una decisione e un orientamento espressi dalla mia Procura di Modena: può darsi che che altre procure sul territorio ragionino diversamente. Non c’è quindi alcuna garanzia, ma visto che raccogliendo i documenti in questo modo si risparmiano tempo e fastidi vale sempre la pena di provare.

Per maggiori informazioni su separazione e divorzio in house oppure separazione online e divorzio online, puoi consultare questa pagina.

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Separazione e divorzio in house: news sui documenti

Stamattina ho fatto per la prima volta una separazione in house utilizzando come documenti allegati certificati estratti da me stesso tramite tramite SPID e accesso all’ANPR, anagrafe nazionale popolazione residente.

Anche questa novità, infatti, potrebbe rappresentare una bella innovazione e semplificazione, specialmente per tutte quelle coppie che devono fare separazione e divorzio e si sono sposate in comuni distanti geograficamente dal luogo dove vivono e fanno la pratica, cosa che rende necessario un accesso fisico tramite un parente o un altro avvocato (in questo secondo caso, ovviamente, può esserci anche qualche costo in più).

Ora vediamo se la Procura considererà sufficienti e idonei, come io credo, i documenti estratti in questo modo. In caso negativo, ovviamente integrerò l’accordo con i documenti estratti alla vecchia maniera.

In caso positivo, invece, si potrà inaugurare una nuova prassi dove i clienti non hanno nemmeno più bisogno di raccogliere i documenti prima della separazione e possono presentarsi direttamente in studio a firmare, un notevole balzo in avanti in fatto di semplificazione.

Ti terrò aggiornato, come al solito, tramite il blog.

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Divorzio veloce per chi sta all’estero: si può fare?

sono sposato con un ragazza indonesiana senza figli mentre io vivo a taiwan. Volevo sapere come sarebbe possibile un procedura di divorzio in modo veloce tramite skype

Tramite videoconferenza, si può fare intanto la separazione, ma non esiste in natura, almeno per la legge italiana, una cosa come il «divorzio veloce».

In Italia, è sempre necessario il duplice passaggio: prima separazione e poi divorzio.

Non esiste, in altri termini, il divorzio «diretto».

La legge sul divorzio breve, infatti, non ha introdotto il divorzio diretto, ma ha solo accorciato i termini che devono intercorrere dopo la separazione per poter chiedere il divorzio, che, attualmente, sono di sei mesi, quando la separazione è avvenuta in modo consensuale, e di un anno, se giudiziale.

Se vuoi dunque ottenere la cessazione del vincolo matrimoniale devi fare le due pratiche: prima la separazione e, dopo sei mesi, il divorzio.

Entrambe queste pratiche si possono fare in videoconferenza, così come abbiamo fatto in dozzine di altre situazioni analoghe alla tua.

Se vuoi un preventivo per la pratica di separazione in videoconferenza, puoi chiedercelo compilando il modulo apposito nel menu principale del blog.

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Coniuge all’estero non rientra: come separarsi?

Io ed il mio ex marito ci siamo separati in comune a fine gennaio.
Separazione consensuale eravamo in regime di separazione dei beni e senza prole. Lui era partito a marzo
dove rimanere qualche mese negli Usa ma a causa covid rimane attualmente la. Volevamo procedere ugualmente al divorzio ma certo non si può presentare in comune. Cosa è possibile fare?

Si può fare, come ho fatto e sto facendo per molte coppie in situazioni analoghe alla vostra, tramite accordo in house con partecipazione di uno o entrambi i coniugi in videoconferenza.

videocallL’unico svantaggio è che purtroppo costa sensibilmente di più che la separazione fatta in comune, anche se probabilmente meno che un biglietto aereo e un soggiorno in Italia di qualche giorno, quindi alla fine credo proprio che convenga.

Ti lascio un paio di link per approfondire:
accordi in house
separazione e divorzio in videoconferenza

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Divorzio: si può fare senza tornare in Italia?

vorrei sapere cortesemente se è possibile richiedere il divorzio per due coniugi sposati e separati in Italia anche nel caso in cui uno dei due si trovi oggi, dopo anni di separazione, a vivere all’estero da piú di 2 anni, per la precisione in Spagna, é possibile richiederlo da qui o bisogna per forza tornare in Italia? E nel caso in cui non si abbia la possibilità economica di affrontare i costi é possibile farlo gratuitamente? Inoltre è necessario avere in qualche modo a che fare con l’altro coniuge in Italia oppure il coniuge che vive oggi in Spagna può fare tutto da sé? Per concludere gradirei sapere anche se, sempre dalla Spagna, sia possibile cambiare il cognome del padre sostituendolo con quello della madre per i figli dei predetti coniugi essendo stata il padre una figura assente affettivamente e economicamente, con i problemi che ne sono derivati sia ai figli che alla loro madre, con carte del tribunale che attestano ciò e la sua inadeguatezza come padre

Il divorzio si può fare via Skype come spiego in questo post che ti invito a leggere, dopo del quale ho avuto occasione di fare diverse altre pratiche di separazione e divorzio per via telematica tramite convenzione di negoziazione assistita o accordi in house.

La possibilità di farlo gratuitamente, che io sappia, non c’è, nel senso che questo tipo di pratiche gli enti comunali – nei casi in cui sarebbero possibili ad esempio per assenza di figli – non te le fanno e richiedono la presenza di persona dei separandi o divorziandi.

Proprio in questi giorni sto facendo una separazione di due persone cui è stata rifiutata dal comune per mancata presenza in loco, che ti ricordo deve essere fatta due volte a distanza di un certo intervallo di tempo.

Solitamente, il costo di questa pratica comunque è di tutta convenienza considerando che evita il ritorno in Italia, con spese di viaggio, soggiorno, permanenza e così via alle parti che devono separarsi o divorziarsi.

Se vuoi un preventivo, puoi chiedercelo compilando l’apposita voce nel menu principale del blog.

Naturalmente una pratica di separazione o divorzio che è diretta a sciogliere un matrimonio non si può mai fare senza interessare l’altro coniuge.

Il cambio del nome è tutto un altro paio di maniche, non starai mettendo un po’ troppa carne al fuoco specialmente per una persona che dispone di risorse limitate?

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La tranquilla giornata di un avvocato.

Voglio raccontarti la mia giornata professionale di ieri, un po’ perché penso possa essere utile ai più giovani che stanno ancora, nonostante tutto valutando questa carriera lavorativa, un po’ per quelli che svolgono già la professione e possono esserne incuriositi (a loro consiglio di aprire e leggere bene ogni link inserito nel testo) e infine anche per quelli che ogni tanto si azzardano ancora a chiedermi quale sarebbe la mia specializzazione…

numeri

Il primo appuntamento del mattino è stato col legale rappresentante di una spa per definire un contratto annuale di assistenza. Sono contratti che facciamo da sempre come studio in cui includiamo a fronte di un pagamento appunto annuale, eventualmente frazionabile in rate mensili, un «pacchetto» di prestazioni di assistenza, ovviamente al netto delle spese e definendo quali tipi di lavori rientrano (tipicamente ad esempio rientrano le diffide per recupero crediti) e quali no.

Il secondo appuntamento cambia completamente scenario e riguarda la situazione di una strada, oggetto di proprietà privata, ma sulla quale insiste un diritto di servitù di passaggio a favore di altri. Come purtroppo non di rado accade in ipotesi di questo genere, si generano dei conflitti e dei dissidi relativamente all’uso e alla manutenzione del bene oggetto di servitù, in questo caso la strada. I «diritti reali» sono una delle materie per cui è prevista la mediazione obbligatoria, per cui, preso atto del fallimento delle trattative, di cui ho comunicato per deontologia l’interruzione al legale avversario, abbiamo valutato di promuovere la fase di mediazione civile davanti ad un organismo appunto di mediazione. La mia idea riguardo alla mediazione è sempre quella di cercare di sfruttare questa fase, che può essere particolarmente interessante in diverse ipotesi in cui magari le posizioni delle parti non sono particolarmente distanti tra loro. Di solito, la mia istanza di mediazione, proprio per questi motivi, nonostante non sia obbligatorio, è molto circostanziata ed articolata, venendo a costituire la base dell’atto introduttivo del giudizio che andrò a fare successivamente.

Col terzo appuntamento, di due ore, il quadro cambia completamente di nuovo. In questo incontro, scrivo, insieme al cliente, la comparsa di risposta in un procedimento in cui sono stati richieste, contro il mio cliente, degli ordini di protezione. Questi ordini, di cui ho parlato anche nel mio libro Come dirsi addio, sono stati mutuati dall’esperienza statunitense: hai mai visto un telefilm in cui un adulto divorziato dice una cosa come «non posso avvicinarmi ad un raggio di 250 metri da lui/lei»? Sono i restraining orders, servono per proteggere le vittime di violenze in famiglia prescrivendo appunto un divieto di avvicinamento all’altra persona. Sono un po’ un’americanata.

Ad ogni modo, come sai il mio metodo di scrittura degli atti è collaborativo col cliente, li scrivo con lui presente, o in studio o via Skype, come ho spiegato meglio in quest’altro post che ti invito a leggere. In questo modo, io scrivo mentre lui mi fornisce direttamente i chiarimenti, se ci sono decisioni da prendere, relativamente a strategie difensive da adottare o meno, si prendono immediatamente, si valutano insieme i documenti avversari e i propri. A mio giudizio, un metodo molto veloce e molto superiore a quello classico che usano tutti gli avvocati di redigere una prima bozza e mandarla al cliente per eventuali osservazioni.

Soprattutto, è un metodo che è molto compatibile e tagliato su di me, compresi i miei difetti: quando ho in mano un caso, preferisco fare tutto quello che c’è da fare prima di metterlo via. A volte ho messo via un fascicolo con l’intento di riprenderlo dopo pochi giorni, finendo invece per tornare a lavorarci dopo oltre un mese, per un motivo o per l’altro. Siccome mi conosco, cerco di prevenire le mie stesse possibili inefficienze, e di trovare strade per concludere le cose senza parcellizzare in lavoro in più fasi se non quando è strettamente necessario.

Naturalmente, una volta terminato l’atto l’ho passato alla mia assistente per il deposito telematico. In questo modo, ho completato questa parte di lavoro. Il prossimo momento in cui tornerò sul caso sarà il giorno dell’udienza, che, per la mia grande gioia, si svolgerà telematicamente, quindi il mio cliente verrà presso il mio studio e ci collegheremo insieme via Microsoft Team. Ovviamente, ho già segnato data e ora nell’agenda di studio, che è google calendar, in modo che non mi mettano altri appuntamenti.

Regolare e definire tutti gli aspetti possibili di un caso finché lo si ha in mano credo sia fondamentale per una efficiente cultura e pratica del lavoro.

Nota anche un altro principio organizzativo: io delego tutto quello che posso delegare. Non faccio i depositi telematici, li faccio fare alla mia assistente. Ovviamente, gli atti non li posso far scrivere ad altri, li devo scrivere io, così come io devo tenere i rapporti con la parte assistita. Ma tutto il resto viene delegato, così ho più tempo per poter fare bene le cose che posso fare solo io.

Conclusa in questo modo la mattina, ho ripreso il lavoro dopo la pausa pranzo alle quindici.

Il primo appuntamento del pomeriggio riguardava la regolazione di un affido. Quando le coppie di fatto, i conviventi, con figli si disgregano, bisogna a mio giudizio, specialmente se ci sono dei problemi nella gestione dei figli stessi o dei rapporti pendenti tra le parti, come spiego meglio nella scheda appunto sull’affido che ti invito a consultare. Naturalmente, il primo passo è sempre quello di inviare una lettera all’altro genitore con un invito a contattare lo studio, personalmente o tramite un suo legale di fiducia, per vedere eventuali possibilità di consensualizzazione della situazione, che potrebbero consentire di depositare un ricorso a firma di entrambi i genitori, che come tale garantisce risparmio di tempo, spese e soprattutto una maggior speranza di adempimento delle condizioni di affido una volta emesso il decreto del tribunale o comunque raggiunto l’accordo.

Ovviamente, insieme alla questione dell’affido, c’erano delle questioni patrimoniali di cui ho tentato ugualmente di impostare la gestione. Il metodo migliore, almeno all’inizio, è sempre quello della negoziazione, qualsiasi sia la situazione o il comportamento mantenuto da una o più parti bisogna sempre tentare di trattare, per mille motivi.

Nel secondo appuntamento del pomeriggio, quinto ed ultimo della giornata, ho fatto un divorzio per convenzione di negoziazione assistita (accordo in house) di un diplomatico straniero, in servizio presso la sua sede estera, quindi impossibilitato se non con grave difficoltà a tornare in Italia, tramite Skype, come spiego meglio in questo altro precedente post.

Dopo questa simpatica trafila sono andato a casa ad allenarmi…

E così è terminata la mia giornata.

Credo sia stato interessante raccontartela per farti capire che tipo di cose, in realtà abbastanza eterogenee, fa un avvocato al giorno d’oggi, come è cambiata la pratica, rispetto anche solo a qualche anno fa, e quali principi e regole organizzative e funzionali utilizzo nel mio lavoro.

Una regola di cui non ho parlato nel post, ma che è in qualche modo sottesa a tutto, è che la mia agenda è gestita completamente dalla mia assistente. Io non ci metto assolutamente mano. Fa parte di quelle cose delegabili, per cui l’affidamento alla mia assistente è in realtà un corollario della regola del delegare tutto il delegabile, che nel caso dell’agenda vale ancora di più perché riuscire a trovare e combinare momenti che vadano bene a tutti non è affatto facile. Poi ci sono gli spostamenti, la gente che disdice: non avrei tempo di tener dietro a queste cose

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Coniuge in comunità per tossici: come separarsi?

sono sposata da 5anni con un uomo che al momento si trova in una comunità per uso di droga, abbiamo una bambina di 4anni, io non riesco a sostenere più la situazione, vivo in un perenne stato di angoscia e il solo pensiero che lui possa tornare mi terrorizza, vorrei sapere, come comportarmi se volessi separarmi, quale sarebbe il primo passo? Lui ha diritti sulla bambina nonostante sia un tossico?

Non c’è molta differenza rispetto a tutte le altre situazioni di crisi familiare.

Il primo passo per la trattazione è l’invio di una diffida, tramite avvocato, in cui si invita l’altro coniuge a discutere le condizioni di separazione e magari a svolgere insieme alcune sedute di mediazione familiare, che può servire sia per la definizione di condizioni comuni, sia per la gestione della separazione, con particolare riguardo alla genitorialità, in seguito.

Tra l’altro, adesso che la separazione si può fare con accordo in house, trovando appunto un accordo sulla consensualizzazione si può andare a firmare, come mi è capitato recentemente, dentro alla comunità, in modo da poter formalizzare la cosa anche in tempi brevi.

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