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Ex badante minaccia denuncia molestie sessuali: che fare?

a meta’ novembre 2016 ho dovuto prendere una badante italiana per mia madre e’ stata da noi con vitto e alloggio fino il 18 gennaio 2017 premetto che iniziava la sera alle 22 e se ne andava alle 14e30 del giorno successivo cosi’ fino al venerdì quando finiva alle 14e30 percepiva euro 250 la settimana in nero sabato e domenica liberi, perché cosi’ voleva essere pagata per un totale di euro 1.000 al mese , una settimana fa mi e’ arrivata una lettera dell’avvocato in cui diceva che per tutto il suo periodo lavorativo aveva percepito solo 400 euro e che adesso fatto il calcolo fatto dal suo avvocato ne dovrei dare 2.700 per inps ferie eccc., in piu’ se non dovessi accettare paventa di denunciarmi anche per molestie sessuali , cose non assolutamente vere dicendomi che ha testimoni inventati logicamente , vorrei sapere cosa potrei fare e come agire nei suoi confronti visto che non vorrei essere infangato anche come molestatore

La prima cosa che si può valutare di fare, considerando attentamente tutte le circostanze, è «smontare» la sua minaccia contestandole per iscritto, tramite una apposita diffida, da redigere e inviare vista la delicatezza della materia rigorosamente con l’assistenza di un avvocato, proprio l’aver paventato tale evenienza, facendola apparire correttamente per ciò che è, cioè sostanzialmente una ricattatrice, ma soprattutto privando l’eventuale successiva denuncia che lei dovesse presentare di credibilità.

Si tratta, ovviamente, nel suo caso di un comportamento gravemente scorretto, che costituirebbe anche condotta penalmente rilevante per almeno un paio di reati, anche se la presentazione della denuncia va valutata con ancor più attenzione e in una prima fase meglio limitarsi alla sola diffida.

Può essere utile anche la collaborazione di una agenzia investigativa per raccogliere informazioni sulla situazione e sulle persone coinvolte.

Per quanto riguarda i pagamenti, non dici se quelli che avete fatto li avete erogati con metodi tracciabili come assegni, bonifici, ecc., ovvero in contanti e, in questo ultimo caso, se vi siete fatti rilasciare delle quietanze.

In ogni caso, avendo ricevuto una richiesta tramite avvocato, devi comunque farla riscontrare ad un altro avvocato, per cui la mossa che devi fare adesso, quella sulla quale devi concentrarti ora, è proprio cercarne uno valido che possa assisterti, a prescindere da qualsiasi questione di merito.

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Amministratore di sostegno: se una sorella spende denari di mamma.

mia madre è invalida al 100×100 e ha un introito di circa 2400 euro mensili mia sorella ha messo il suo nome sul conto di mia madre..lei gestisce i soldi di mia madre ma a noi fratelli non ci fa sapere niente neanche l estratto conto..io sono in possesso di un estratto conto di mia madre dove si evince che lei usa i soldi di mia madre per pagarsi il suo dentista e credo anche altre spese..cosa si può fare??praticamente è lei che gestisce il patrimonio di mia madre. mia madre abita in affitto nel medesimo portone dove abita mia sorella lei sta al 4 piano e mia sorella al sesto.mia madre voleva fare un regalo alla nipotina di un anno e mia sorella glielo ha impedito.non si può far niente??è giusto che è lei che gestisce i soldi e li può prendere quando vuole lei.?

È una situazione oggigiorno, in una società come la nostra dove ci sono molti più anziani rispetto ad un tempo, molto comune.

Ci sono due possibili approcci per trattare un problema come questo, uno più semplice, immediato, economico, ma meno incisivo e un altro più complicato ma, alla lunga, più importante e sostanzialmente quasi sempre decisivo e risolutivo.

Peraltro, questi due sistemi si possono usare entrambi, eventualmente scalandoli tra di loro, in un’ottica di gradualismo nella trattazione dei problemi legali.

La prima cosa che si può valutare di fare è l’invio di una diffida scritta da parte di un avvocato, con la contestazione di queste operazioni avvenute maneggiando i denari della «mamma» ed invitando a rendere i conti delle stesse e, più in generale, della gestione della mamma. Non so quanti fratelli siate, ma vale la considerazione per cui più fratelli aderiscono all’iniziativa meglio sarebbe.

La seconda cosa che si può fare, auspicabilmente dopo aver comunque prima inviato una diffida, è il deposito di un ricorso per amministratore di sostegno, istituto di cui abbiamo parlato diverse volte nel blog e su cui dunque ti invito a fare una ricerca nel vecchi post.

Con la nomina di un amministratore di sostegno, il patrimonio della «mamma» verrebbe gestito da una persona indicata dal tribunale che, di solito, in caso di disaccordo tra i familiari sulla persona da incaricare, è un avvocato o un commercialista di fiducia del giudice tutelare.

Nel valutare tra i due diversi approcci, tieni presente anche gli aspetti legati ai tempi necessari.

La diffida si può inviare appena uno decide di farla, mentre per la nomina di un amministratore di sostegno le tempistiche presso il tribunale di Modena, che sarebbe competente nel tuo caso e che conosco bene essendo quello dove opero correntemente, sono lunghette: un ricorso, ad esempio, per cui mi è stata fissata udienza in questi giorni lo avevo depositato a fine luglio 2016, e l’udienza mi è stata fissata a marzo 2017.

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Sono tenuta a gestire la seconda moglie di mio padre divenuta oramai incapace?

Mio padre è morto lasciando in eredità tre figli di primo letto e la seconda moglie, con cui non ha avuto figli, che ha voluto rinunciare alla sua quota di eredità nei nostri confronti. La sua eredità lasciatagli dai suoi genitori invece va ai suoi parenti prossimi. Noi figliastri stiamo da cinque anni occupandoci di lei che vive a casa di mio padre con le diverse badanti che si sono succedute. Vorrei sapere se anche la sorella e le cognate che in quanto anche loro eredi hanno il dovere di darci una mano nella gestione della mia seconda madre. Se noi volessimo metterla in una casa riposo loro si possono opporre?

Innanzitutto, vanno messi da parte gli aspetti di eredità e successione che non hanno quasi niente a che fare con la gestione di un incapace o una persona in stato di bisogno, anche se condividono la rilevanza dell’elemento familiare.

Detto questo, va detto che voi non avete alcun rapporto di parentela con la seconda moglie di vostro padre, ma semmai di affinità (art. 78 cod. civ.) che, secondo la legge, non cessa con la morte.

Prima di voi, il dovere di mantenere la seconda moglie di vostro padre, e a prescindere da aspetti successori che finché è in vita sono comunque completamente irrilevanti, spetta ai suoi parenti e quindi, se ben capisco, in primis alle sorelle.

La cosa migliore, comunque, in questi casi è depositare un ricorso per la nomina di un amministratore di sostegno, che potrà decidere per l’incapace, anche circa la collocazione in struttura o meno della stessa.

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Una struttura per anziani può chiedere 250.000€ oltre la retta per accogliere una persona?

Nel 2011 il de cuius di cui sono erede universale (mancato a ottobre 2011) è stato messo in un istituto dalla cugina che aveva procura per agire. Il suddetto istituto ha preteso pero una considerevole somma una tantum per accogliere la persona oltre alla retta mensile che è stata pagata purtroppo solo per sette mesi fino alla morte. Ora senza entrare nel merito della morte (è stato trovato per terra il mattino solo dalla sera ….!!!) posso io come erede tentare di recuperare questa somma “estorta” per accoglierlo. Parliamo di 250.000 euro una tantum per avere il posto.

La prima cosa da vedere sono le forme in cui è avvenuto il pagamento, cioè se in contanti o tramite un mezzo documentabile come il bonifico bancario, l’assegno, ecc..

Subito dopo, bisogna vedere se è stato stipulato un contratto che prevedesse questo pagamento. Potrebbe esserci ad esempio un contratto di assistenza, che come tale è un contratto aleatorio e quindi di più difficile contestabilità.

In ogni caso, ti suggerisco di acquistare una consulenza da un avvocato per fargli studiare il caso in tutti i suoi dettagli e documenti alla mano, visti i valori in ballo.

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se mia moglie mi mette in casa mia madre io posso metterci mia zia?

Ho perso il lavoro da diverso tempo riuscendo comunque a mantenere la famiglia sino a 15 giorni fa. Ho due figli di cui uno abita con me. Di recente, dopo che subisco tante umiliazioni e vessazioni da parte di mia moglie, lei (mia moglie) si è portata dentro casa (entrambi proprietari) sua madre con la scusa che la suocera assicura da mangiare alla figlia ed al nipote. Ovviamente estromettendomi da tutto (anche dal pranzo e dalla cena). Posso chiedere il pagamento di un fitto a mia suocera del tipo previsto dalle tariffe Bed & Breakfast (che mi consentirebbe l’acquisto dei viveri per me) ? Ovvero, per par condicio posso pretendere di fare la stessa cosa con una mia zia che vive da sola? magari a mesi e/o 15 giorni alternando la presenza di mia suocera e la presenza di mia zia. In caso contrario sarei destinato a morire di fame. Posso eventualmente ricorrere al giudice di pace? Preciso che tra me e mia moglie ancora non c’è separazione.

Tua suocera è ospitata da tua moglie, che è comproprietaria e composseditrice della casa familiare, in forza di un rapporto di solidarietà parentale e, a quanto ho capito, aiuto reciproco, quindi non è dal punto di vista dell’eventuale richiesta di canoni alla stessa che tu puoi affrontare il problema.

In realtà, prendendo una decisione come quella, tua moglie a mio giudizio ha violato i doveri di collaborazione derivanti dal matrimonio, tra cui spicca quello di collaborazione nell’interesse della famiglia e di determinazione del menage e della vita familiare, il cui esercizio armonioso è tanto più importante quando c’è ancora un figlio che abita in casa. Per questo motivo, tu potresti chiedere la separazione, ma ovviamente devi valutare la situazione nel suo complesso. Introducendo in casa tua zia, chiaramente, commettersi una violazione analoga a quella realizzata da tua moglie, senza che la stessa possa essere ritenuta legittimata dal precedente relativo a tua suocera, dal momento che rimane la regola per cui qualsiasi decisione del genere deve essere concordata tra i coniugi.

Il giudice di pace non c’entra nulla, non si occupa di materia familiare che è riservata al tribunale. Credo che la cosa migliore sia rivolgerti ad un mediatore familiare per vedere se è possibile riprendere un dialogo e un minimo di funzionamento del menage familiare ovvero, al contrario, per prendere atto dell’impossibilità di ciò e decidere poi di conseguenza.

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si può chiedere l’usucapione di una casa dopo che questa è stata messa all’asta?

Vi voglio chiedere come posso fare a richiedere l’usucapione per la casa che viene battuta all’asta per debiti di mio figlio io ci vivo da 20 anni con residenza l’ho sempre mantenuta bene, se no a quest’ora era crollata vi prego aiutatemi ormai ho 70 anni con la pensione minima come posso fare.

In teoria, bisognerebbe esperire una opposizione di terzo con la quale tu ti dichiari proprietaria in contrasto con le risultanza dei registri di conservatoria, ma non credo che la strada sia praticabile: anche tralasciando il problema di far valere un eventuale usucapione nei confronti di ipoteche probabilmente iscritte tempo addietro e del pignoramento, anch’esso regolarmente trascritto, ci sarebbe il problema di dimostrare che la casa è stata da te utilizzata come posseditrice e non come detentrice, che è invece (quest’ultima) l’ipotesi più probabile visto il rapporto di parentela con il proprietario. In altri termini, probabilmente nel tuo caso si è di fronte al classico comodato tra genitori e figli, che come tale non consente di parlare di usucapione.

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il giudice può obbligarmi a prendere in casa mia sorella?

Ho una sorella affetta da malattia mentale la quale non accetta le terapie e non si cura, ha un’invalidità al 60%. Vive nell’appartamento che entrambi, in quanto figli, abbiamo ereditato. Mi chiedevo però se lei commette sciocchezze e perde la casa, per debiti ad esempio, se c’è il rischio che mi obblighino a convivere in casa mia con lei. E’ perfettamente in grado di intendere e volere, e vive in condizioni igieniche più che dignitose. Il problema è che è aggressiva e violenta sia verso oggetti che verso persone, soprattutto i familiari. Il giudice potrebbe obbligarmi alla convivenza anche se vivo da solo in un bilocale? Dove la metterei, in sala a dormire? So che la legge (art 433) lo prevede, ma qual’è l’orientamento della giurisprudenza in questi casi? Si tiene conto del fatto che ha una capacità lavorativa residua? O dovrò mantenerla in tutto?

Non sei stato eccezionalmente chiaro nel descrivere la situazione di tua sorella, dicendo da un lato che è «affetta da malattia mentale» e dall’altro che è «perfettamente in grado di intendere e volere». Comunque, il giudice non ha nessun potere di ordinare la coabitazione, l’accogliere in casa è solo una facoltà che il codice civile riconosce in campo a chi è stato ritenuto titolare del dovere di prestare gli alimenti che, appunto, può valutare liberamente se dare una somma di denaro per mantenere l’alimentando in una sua casa o in struttura oppure, senza pagare nulla, prenderlo in casa con sè. Va da sè che se una persona non dispone di risorse economiche sufficienti per poterne mantenere un’altra non è comunque tenuto agli alimenti in base alle disposizioni poste in materia dal codice civile e la persona che si trova in stato di bisogno si dovrà rifare sulle altre persone indicate dall’art. 433 cod. civ. o, in mancanza sulle istituzioni pubbliche.

Per quanto riguarda la possibile perdita del matrimonio, invece, bisogna agire prima possibile con un ricorso per la nomina di un amministratore di sostegno che la privi della possibilità di porre in essere atti che la potrebbero danneggiare, sempre, naturalmente, che ce ne siano i presupposti.

se ricevo una notifica per la nomina di un amministratore di sostegno a mio padre posso non presentarmi?

Mio padre, 60 anni vedovo, invalido al 100% e in pensione vive con mio fratello disoccupato di 27 anni.Mio padre viene colpito da ictus, seguo il decorso parlando con medici,aiuto mio fratello a casa, fino a quando mio fratello (che intanto incassa la pensione di mio padre e la sperpera con telefoni nuovi) mi dice che non vuole più che io mi occupi di nulla e piuttosto va da un avvocato e mi fa mandare una notifica di allontanamento nei loro confronti, questo basta a non sentirli più. Dopo 7 mesi, in cui non ho più notizie, ieri mi arriva la lettera dei servizi sociali per la convocazione dell’AdS per mio padre, che da mesi sta in una R.S.A. (non lo sapevo). R.S.A so che nessuno può chiedermi di pagarla, corretto? Per la nomina dell’AdS io vorrei non presentarmi, perché mio padre non lo vedo da anni, rivederlo dopo anni in quell’occasione ritengo sia negativo per tutti. Cosa succede se non mi presento? E cosa devo scrivere in risposta?

Per la residenza sanitaria assistenziale, potrebbero chiederti un contributo alla retta sulla base delle disposizioni in materia di alimenti poste dagli art. 433 ss. cod. civ.. Per il resto, non è favoloso non presentarti nel momento in cui nominato un amministratore di sostegno a tuo padre, se proprio non vuoi andare di persona puoi nominare un avvocato (anche solo per l’udienza, così si spende molto meno), mentre invece se non vuoi rivedere tuo padre in una occasione come quella puoi forse cogliere l’occasione per andarlo a trovare prima dell’udienza. Se, comunque, non ti presenti, il procedimento andrà avanti e verrà nominato un amministratore, col quale dovrai poi avere a che fare in caso di bisogno. Amministratore, senza la tua opposizione, potrebbe essere nominato anche tuo fratello.

come si può controllare l’operato di un amministratore di incapace?

vorrei sapere se mia mamma eta 51 anni in cura psichiatrica presso il centro mentale della zona,avendo messo suo fratello minore eta39,come tutore psichiatrico e possibile che nella casa lasciata in eredita da mio padre(10anni fa,morto da tumore),e abitata non piu dalla stessa ma in affitto a terzi,e possibile che non passi l affitto di quella casa alla figlia maggiorenne vivente in un altro comune e ha sua volta madre di un minore (separata,sta cercando in tutti i modi x farla abitare con la mamma)? Come si fa,ha scoprire se questo zio sta faccendo gli interessi suoi ha scapito della sorella? Ed infine,si puo,richiedere l affitto della casa della madre come redditto visto che la stessa non vive piu li,ma a casa di un nuovo compagno e la signora non mantiene la figlia? quest ultima,sta lavorando(telemarketin),studiato x operatrice socio sanitario(oss),ma x problemi che non ha la patente viene eliminato il suo cv,chiede solo affitto x redditto oppure se e possibile vendere la sua parte.X mantenersi lei e ottenere ha sua volta la figlia minore presso il suo domicilio

Non ho capito quasi niente di tutto quello che hai riferimento, posso però farti le seguenti osservazioni, che magari possono esserti utili.

Oggigiorno, la tutela è un istituto pressochè desueto, solitamente si preferisce fare l’amministrazione di sostegno.

Se questo tuo zio è stato nominato amministratore di sostegno della sorella, tua madre, deve comunque operare sotto il controllo del giudice tutelare, al quale deve presentare una relazione ogni anno di come sono state gestite le sostanze di tua madre. Se ritieni che costui non operi correttamente, puoi presentare un esposto al giudice tutelare, ovviamente indicando le circostanze che ti appaiono sospette.

come si può valutare l’operato di una persona che ha gestito un parente poi morto di cancro?

Vorrei sapere se il legale di mia sorella, deceduta nel 2010 di cancro, ha agito corretamente: 1)Conto corrente cointestato con la propria assistita a due settimane dal decesso 2)Appropriazione di tutto il contenuto del conto corrente  3) auto liquidazione di 6000 euro quale esecutore testamentario 4 mesi prima della apertura del testamento dove lo si nomina esecutore testamentario 4) acquisto loculo cimiteriale senza autorizzazione con danaro del eredità 5) si qualifica come tutore presso l ospedale dove gli ultimi giorni mia sorella era ricoverata in stato di incoscienza.Nessuna tutoranza legale fu mai trovata 6)alla fine del suo mandato di esecutore presenta un bilancio falso con tutte le ricevute annesse datate quando ancora ia sorella era ancora in vita

Per poter dare un giudizio sull’operato di questo professionista è assolutamente indispensabile poter leggere il testamento e, in particolare, i termini dell’incarico quale esecutore testamentario. Inoltre, occorre accertare che lo stesso non fosse stato nominato amministratore di sostegno di tua sorella, dal momento che oggigiorno l’istituto della tutela è sostanzialmente desueto e rimasto solo per ipotesi eccezionali, facendosi ricorso in tutti gli altri casi all’amministratore di sostegno. Se questo avvocato fosse stato nominato amministratore di tua sorella, sarebbe normale la delega sul conto corrente, necessaria per operare, ad esempio. Analogamente, può essere legittima anche la «appropriazione» delle somme esistenti sul conto, se, sempre in ipotesi, funzionale all’adempimento dell’incarico assunto quale esecutore testamentario. L’acquisto del loculo, poi, mi sembra una operazione del tutto fisiologica… Insomma, prima di poter dire qualcosa al riguardo, occorre fare le dovute ricerche ed esaminare bene la documentazione del caso.