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Asterisco e schwa: perché deturpare una bellissima lingua?

Se uno commette errori grammaticali é perché ha studiato troppo poco.

Se uno, invece, usa lo schwa, sostituisce le vocali al termine delle parole con l’asterisc* oppure usa parole quali «assessora», «presidenta» e simili é perché ha studiato troppo e, soprattutto, male.

Sono tutte e due forme di ignoranza, anche se di due sottotipi diversi: la prima dovuta ad incuria, la seconda invece frutto di un impegno preciso e protratto non di rado per diversi anni.

Ma sono sicuramente entrambe forme di ignoranza.

Quella più difficile da sconfiggere é sempre la seconda, perché mentre
la prima forma di ignoranza é accompagnata dalla consapevolezza di sé, con conseguente apertura a possibili miglioramenti, la seconda forma é
accompagnata dalla consapevolezza del contrario di sé.

Chi ne é portatore, infatti, non solo non si sente affatto ignorante, ma, esattamente all’opposto, si sente più evoluto e preparato di tutti gli altri.

L’evoluzione della conoscenza pubblica degli ultimi decenni in realtà ha consistito semplicemente nel passare dalla prima forma di ignoranza
alla seconda, il ché per molti aspetti é un netto peggioramento.

Quello che si è ottenuto é infatti che la persone esprimono i propri pensieri senza errori grammaticali veri e propri ma con queste molestie e abbruttimenti, che non va dimenticato sono completamente gratuiti, del linguaggio.

É come se si fosse passato da errori incolpevoli a veri e propri atti di vandalismo dolosi: sul nostro linguaggio poteva un tempo insomma capitare che qualcuno facesse cadere qualche goccia di caffè o di olio, mentre oggi molti vi tirano a bella posta pomodori marci sentendosi, nel farlo, di essere estremamente intelligenti, evoluti e, soprattutto, etici, quando in realtà nello stuprare una bellissima lingua usando
ridicole cacofonie come «assessora» non c’è davvero nulla di etico o di cui essere minimamente orgogliosi, anzi.

Se possibile, rivorrei gli ignoranti di una volta che almeno avevano il pregio di non considerarsi dotti, intelligenti, etici, evoluti: commettevano semplicemente degli errori, ma erano così molto più
autentici.

Evviva noi.

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pillole

Tendi troppo a giudicarti. Per smettere di fa …

Tendi troppo a giudicarti. Per smettere di farlo, o farlo meno, cerca di ricordarti anche tutte le cose buone che hai fatto e fai, tutto quello di buono che sei per le persone della tua vita, proprio tu, con i tuoi difetti, i tuoi limiti, la tua finitezza ??

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Tendi troppo a giudicarti e spesso sei troppo pesante con te stesso nel dialogo interno. Quando sbagli, al contrario, hai bisogno di ricordarti tutte le cose buone che hai fatto, tutte le cose buone che sei, per capire che non sei quell'errore, non sei solo le tue ombre, che peraltro puoi accettare come un qualcosa
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pillole

«Il tema della morte é oggi decisamente il g …

«Il tema della morte é oggi decisamente il grande assente nelle nostre vite, se si considera che un tempo ogni vita veniva vissuta pensando anche al momento della morte e in misura della stessa, come un momento essenziale, un’altra faccia della medesima.»

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counseling

7 punti per trovare il tuo talento.

Come ti ho già detto molte volte, il mio counseling non é mai fatto di

consigli, ma solo di domande. É come se io mi limitassi a darti delle
scatole, che poi sei tu a riempire.

Uno dei temi fondamentali della vita di tutti noi, uno dei problemi
che mi vengono portati più spesso a studio, é quello di riuscire a
trovare il proprio «vero talento», quello per cui ognuno di noi é
stato in qualche modo chiamato.

Sette domande per trovare la tua chiamata più autentica.

  1. Cosa ti è davvero sempre piaciuto fare da bambino? Cos’era che
    facevi nella quale sembravi avere un talento naturale?
  2. Cosa sei disposto a fare gratuitamente solo perché ti porta
    soddisfazione e realizzazione? Non deve essere un hobby o
    un’occupazione che ti sei dato per convenienza, conformismo, con lo
    scopo di evitare altre persone, come purtroppo a volte accade con
    alcune forme di volontariato: deve essere qualcosa che ti porta
    soddisfazione autentica, interrogati su questo senza giudizio, anche
    se si trattasse di un’attività illegale, illecita, immorale intanto
    devi ascoltare le tue emozioni a riguardo, cosa farne si valuterà in
    un secondo tempo.
  3. Che tipo di cose assorbono la tua attenzione e ti fanno perdere
    ogni senso del tempo? Quali sono le attività facendo le quali
    dimentichi te stesso, ti abbandoni al piacere di vivere e non ti
    accorgi che le ore passano?
  4. Preferisci lavorare con gli altri o da solo? Sembra banale, ma é un
    aspetto fondamentale per capire alcune il tipo di attività cui sei
    chiamato. Ti lascio un piccolo indizio: di solito, gli uomini
    preferiscono lavorare da soli, le donne in gruppi, dove però non ci
    siano solo altre donne, ma anche uomini.
  5. Preferisci l’ordine e la struttura, o preferisci la libertà e la
    possibilità di essere spontaneo? Ti piace lavorare in un contesto
    strutturato o sei più per gli ambienti da costruire che stimolano la
    creatività?
  6. Cosa faresti e dove saresti se qualcuno ti dicesse che
    finanzierebbe il tuo sogno? Costruiresti un’attività? Faresti un
    viaggio? Spendereati tutto per te stesso? Investiresti nel fare
    qualcosa di significativo per gli altri? Pensa per un attimo di avere
    il denaro per fare quello che preferisci: che cosa faresti? Sii
    autentico, anche qui.
  7. Se ti fosse chiesto di immaginare la vita ideale, come sarebbe?
    Quali sarebbero tutti i diversi aspetti e componenti? Immaginala più
    nel dettaglio possibile: cosa faresti dal mattino alla sera dal lunedì
    alla domenica?

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counseling

Satana: odia gli uomini, le donne, la bellezza.

Chi vuole uomini e donne diversi da come sono stati creati e sono in realtà odia gli uomini e le donne.

uomo alienatoCon il pretesto ipocrita e falsissimo di crearne una versione migliore – il celebre «uomo nuovo», pallino di ogni dittatore e di ogni totalitarismo, di qualsiasi colore, da Hitler a Mao – in realtà vuole solo distruggerlo e portarlo alla morte o alla non vita.

Alcuni si scandalizzano perché nel 2021 parlo di Satana, ma in realtà il vero scandalo sarebbe non parlarne, egli è una costante niente affatto trascurabile nella storia dell’uomo.

Chi è che non è, fa parte della morte, invidia l’uomo creato da Dio – colui che è, cioè la vita, contrapposta alla morte, a ciò che non è – e ha come unico scopo distruggere, rovinare e compromettere l’uomo stesso se non Satana?

Egli agisce tramite i figli delle tenebre, i suoi accoliti tra gli uomini, ma la sua mano é assolutamente chiara.

Vuoi essere figlio della luce, del Padre, di colui che è, o vuoi essere figlio delle tenebre, di Satana, colui che non è?

Per poterlo scegliere, devi prima di tutto affinare la tua capacità di comprensione della realtà, le menzogne di Satana sono disseminate, ben camuffate, dappertutto; spesso ti vengono dispensate persino dalle persone che ti vogliono bene e ti sono più vicine.

Una cosa che puoi ricordare é che Satana detesta ogni cosa che é bella, armoniosa, salubre, energetica, perché segno e attualità della mano divina. La bellezza è segno di Dio e viceversa.

Veglia e prega in ogni momento.

«molti spettatori hanno chiesto che il musical sulla storia d’amore tra Sandy e Danny non venga mai più mostrato in tv»

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counseling

Risvegliarsi: per qualcuno é una condanna.

Il blocco – sui social, whatsapp, ecc. – non è un banale momento di gestione dei contenuti, ma il gesto disperato della persona
addormentata, che avrebbe bisogno di essere svegliata, tuttavia lo rifiuta in modo scomposto.

L’intolleranza radicale alle diversità viene solo dall’attaccamento profondo al proprio stato di incoscienza e dal terrore di perderlo, come se fosse una risorsa e non una condizione, in fondo, di vera e propria «non-vita».

La maggior parte delle persone preferisce vivere da inconsapevole o non risvegliata, come gli umani che, in Matrix, vivevano solo in stato vegetativo per funzionare come batterie biologiche per le macchine.

Si mettono in bocca, e soprattutto in testa, qualsiasi cosa, ma va bene così, tutto purché possano continuare a non occuparsi di ciò che è vero, cosa di cui non ritengono di poter mai essere competenti.

É il servo che ha ricevuto i talenti e li ha sotterrati, é il gesto di colui che, per preservare la vita, rinuncia alla vita.

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pillole

«È un periodo difficile per tutti. Abbiamo bi …

/n«È un periodo difficile per tutti.
Abbiamo bisogno di fermarci ogni tanto.
Fermarsi significa ascoltarsi, entrare in connessione con la fragilità e le emozioni profonde.
Abbiamo bisogno di un po’ di pace per proteggere anche l’anima.»

(molecoledigiorni)

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counseling tarocchi

La vita è l’arte dell’incontro.

Carta singola per Annalisa

– sul tema: «come posso fare nuove amicizie e conoscere persone interessanti in un ambiente nuovo?»

– mazzo usato: tarocchi di Rider White

– esito: Giustizia

La carta della Giustizia è una carta di evoluzione e di cambiamento. E’ un tipo di evoluzione che passa tramite l’acquisizione di tante piccole consapevolezze, ogni giorno, e, da questo punto di vista, realizzare un’evoluzion più «solida» e duratura, perchè la vera crescita è proprio quella basata sulle nuove consapevolezze.

Il tema della carta è quello della misurazione, resa a livello iconografico dall’immagine della bilancia. Nella nostra lingua, c’è una particolare che più delle altre rende molto bene questo processo, questo atteggiamento, questa situazione nella quale ognuno di noi volta per volta si trova a vivere: si tratta del verbo «soppesare».

Chi usa una bilancia, pesa e soppesa, così chi riflette soppesa tutte le cose della propria vita, le mette in ordine, in fila. Questa potrebbe sembrare un’operazione neutra, perchè se una cosa è lunga un metro la misura sarà sempre di un metro, ma quello che cambia è la conspevolezza, cioè il fatto che prima tu non lo sapevi bene che era un metro, dopo sì. Questo cambia tutto.

C’è una frase molto bella che recita: «La vita è l’arte dell’incontro». Questo meraviglioso aforisma ci dice due cose: la prima è che gli incontri sono centrali per la nostra vita. La seconda è che gestire gli incontri che facciamo e le relazioni che intratteniamo è un’arte: richiede pazienza, applicazione, cura, impegno, dedizione, ma anche intuito, consapevolezza, discernimento…

Un abbraccio, con cuore.

Whatsappami al n. 059 761926 per prenotare la tua lettura presso lo studio di Vignola o a distanza.

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pillole

«Che si partecipi distrattamente senza stupor …

«Che si partecipi distrattamente
senza stupore e gratitudine
a eventi cosmici
come il cambio delle stagioni
è triste.

Che meraviglia.
Ogni giorno è nuovo di zecca.»

(Fausto Gianfranceschi – da “Aforismi del dissenso”)

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counseling

Leggere i social o leggere un libro: è uguale?

Disintossicarsi dai social: perché?

Ho deciso: mi disintossico un po’ dai social.

Continuerò a scrivere, perché ovviamente come hai già capito bene sono un grafomane, da sempre (e questo ha condizionato molto la mia vita), ma leggerò e interagiró molto meno.

Leggerò libri e fonti che mi interessano tramite i feed RSS, il modo migliore per seguire quello che preferisci, che consiglio sempre a tutti.

Mi ero accorto infatti che il tempo speso a consultare i social mi aveva «mangiato» quello dedicato alla lettura di testi più organici e approfonditi come sono i veri articoli e, soprattutto, i libri.

Leggere i social o un libro produce effetti opposti.

C’è una differenza fondamentale, anche a livello spirituale e meditativo, tra la lettura dei social e quella di un libro o un articolo cioè un testo «organico».

Mentre la lettura della «timeline» dei social comporta un costante refocusing attentivo, dal momento che si passa continuamente da un discorso all’altro, la lettura di un testo organico è, all’esatto opposto, un atto di focalizzazione dell’attenzione.

Leggere un libro, così come ascoltare un audiolibro o guardare un film senza interruzioni (cosa che oggigiorno sono rimasti in pochissimi a fare), sono vere e proprie forme di meditazione della vita quotidiana che pratico spesso e che inoltre raccomando a tutti i miei clienti del counseling che magari hanno meno occasioni per fare una meditazione formale – che, come tale, non è affatto detto sia migliore di quella informale.

Si tratta sempre di leggere e lettura, ma l’effetto sul nostro spirito è in un caso l’opposto dell’altro: la lettura dei social ci stanca e frustra, come tipicamente avviene quando lasciamo scavallare la nostra attenzione liberamente, lasciandola saltare come una scimmia da un oggetto all’altro in continuazione, mentre quella di un libro o un articolo ben strutturato, in cui ci si possa immergere, ci ricrea, ci nutre, ci rigenera e, infine, ci può persino insegnare qualcosa – ma questo è un effetto secondario ed eventuale rispetto ai benefici che si ottengono intanto con un’attenzione focalizzata, che è una cosa che porta benefici in sé.

Conclusioni

Per cui, sarò meno «attivo» e prono all’interazione sui social, semplicemente perché li utilizzerò quasi solo per scriverci, mentre leggerò poco, probabilmente solo i commenti ai miei stessi post. Un po’ come un vero giornalista che, quasi sempre, scrive sui giornali senza leggerli ?…

Per qualsiasi cosa, naturalmente, puoi scrivermi in privato, risponderò volentieri, o qui sul blog.