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trattare i problemi legali

Conversazione in tempo reale: é la strada.

Oltre un anno fa, dismettevo tutta la messaggistica – mail, whatsapp, sms, telegram – sul lavoro a favore del caro, vecchio telefono e delle videocall tramite zoom, skype o altro.

Lo comunicavo con questo post su questo stesso blog.

Una delle decisioni migliori che io abbia mai preso in venticinque anni di professione forense e di lavoro in generale.

Passando a modalità di comunicazione sincrona, o «in diretta», ho incrementato di molto l’efficienza e la funzionalità dei miei servizi e il grado di soddisfazione dei clienti.

Scritta così, sembra una frase managerial-burocratese, tuttavia riflette una realtà precisa.

É il caso di spiegarlo meglio e in termini elementari.

Se io parlo al telefono con un mio cliente, un collega avvocato o un altro interlocutore, riesco quasi sempre subito a capire la natura del problema o della situazione che c’è da trattare e a decidere, insieme sempre al mio interlocutore, in che modo intervenire, che cosa c’è da fare.

Di conseguenza, passo subito a fare quel che si è deciso di fare.

Se la stessa situazione viene trattata per messaggistica non si riesce innanzitutto bene a capire la situazione su cui intervenire quale sia, dopodiché non si riescono a mettere a fuoco i possibili modi di intervento.

In conclusione, la messaggistica non è quasi mai uno strumento funzionale per comunicare, perché la comunicazione umana deve avvenire in diretta, cioè tutti i protagonisti devono poter parlare nello stesso momento, confrontandosi tra loro.

Sostituire una conversazione con uno scambio, dilazionato nel tempo, di bigliettini, confidando che la comunicazione possa essere efficace ugualmente é davvero demenziale.

Su questi problemi strutturali della «comunicazione per messaggi» intervengono infatti poi ulteriori problematiche consistenti nel fatto che le persone non sono in grado di comunicare in modo efficace per iscritto, né di comprendere adeguatamente un testo scritto, oltre che nel fatto che il mondo dei messaggi é largamente inflazionato, per cui l’attenzione che si può dedicare a ogni singolo «bigliettino» é sempre meno.

Abbiamo confidato troppo nella messaggistica, adesso è il momento di tornare sulla terra, tornare alla conversazione in tempo reale, usando la messaggistica solo per limitati e ben circoscritti scopi, connessi sempre e comunque a una conversazione in real time, come ad esempio l’invio di un documento in allegato.

Quando hai bisogno di me, dunque, chiama il numero 059 761926.

Ci vediamo lungo la strada 👋

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riflessioni

10 cose su separazione, divorzio e affido tramite videoconferenza .

1) Separazione, divorzio, regolazione affido e modifica condizioni degli stessi si possono fare anche tramite videoconferenza, senza bisogno che i coniugi o i genitori siano presenti presso lo studio degli avvocati.

2) Per fare questo, si può usare qualsiasi programma di
videoconferenza che consenta la registrazione come zoom o skype o altri.

3) Il ricorso alla videoconferenza é possibile quando uno o entrambi i coniugi ad esempio risiedono all’estero, particolarmente in altri continenti, oppure quando, a causa di una disabilità o di un provvedimento legislativo o governativo (come accaduto col lockdown), non possono muoversi.

4) Nel corso della videoconferenza gli avvocati e le parti scrivono insieme l’accordo di separazione, divorzio o affido; più in
particolare, il testo viene scritto da un avvocato, visualizzandolo sul monitor in modo che ogni altro possa vedere quello che viene scritto ed eventualmente correggerlo.

5) Al termine della redazione dell’atto, lo stesso viene inviato via mail in formato PDF alle parti che dovranno stamparlo su carta e sottoscriverlo davanti alla telecamera.

6) Dopo la firma, le parti dovranno inviare il documento allo studio legale tramite corriere o altro mezzo che consenta la tracciabilità.

7) I documenti occorrenti per fare separazione, divorzio o affido in videoconferenza sono gli stessi più un documento di identità di ciascuna delle parti.

8) Se le parti sono italiane, il documento sarà tipicamente la carta d’identità; per i cittadini di altri Stati potrà essere il passaporto o quello che è previsto nel rispettivo ordinamento.

9) Una volta che gli avvocati ricevono il documento o i documenti li firmano, datano e provvedono agli incombenti successivi tra cui soprattutto il deposito in Procura e l’invio all’ufficio di stato civile.

10) Separazione, divorzio e affido tramite videoconferenza costano di più di quelli in presenza presso lo studio ma sono comunque
estremamente convenienti ugualmente consentendo di risparmiare i costi e i fastidi di volo aereo, soggiorno e così via.

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tecnologia

Sistemi di videoconferenza: qual è il migliore?

Premessa.

Come ti ho già detto tante volte, spesso, per via anche della pandemia, mi capita di «ricevere» clienti, sia per problemi legali che per il counseling personale, tramite metodi di videoconferenza. Oltre che ovviamente gli studenti del mio coaching per avvocati.

Ormai fare l’appuntamento «a video» anziché in presenza è diventata una delle modalità «correnti» o normali di lavorare.

Si riesce, peraltro, a lavorare molto bene. Io che faccio sempre le lettere, gli atti processuali e gli altri scritti che servono per la gestione della pratica insieme al cliente, con gli appuntamenti a video riesco a farlo partecipare come se fosse presente, anzi forse anche meglio. Gli apro una condivisione dello schermo, così vede in diretta quello che scrivo e può fare, come se fosse presente, le sue osservazioni, domande e così via.

La sessione, poi, può essere registrata, cosa che offre diversi vantaggi. Pensa alla possibilità di riascoltarla, rivederla (magari a velocità leggermente aumentata per fare prima), per poter comprendere meglio tutto quello che è stato detto. Oppure farla vedere a qualche altra persona, ad esempio.

videocall su amaca

I sistemi a riguardo sono diversi, ognuno con sue proprie caratteristiche, pregi e difetti.

Oggi te li presento anche per cercare di capire quale può essere il più adatto a seconda del lavoro che c’è da fare.

Una osservazione di tipo generale è che è preferibile fare sessioni di videoconferenza usando una macchina desktop e cioè non da periferiche mobili, quando possibile.

Sedendosi ad una scrivania si ha un maggior raccoglimento, si possono usare entrambe le mani per cercare ad esempio documenti o files, fare ricerche e così via, mentre se si è costretti a reggere un cellulare in mano la qualità della sessione è deteriore, inoltre si è limitati nei movimenti.

videocall mobile sul divano

I singoli sistemi.

Skype.

Quello più utilizzato, per la sua diffusione, è Skype. Questo sistema a me piace molto per la possibilità che offre di registrare la sessione di videochiamata, che è una cosa che può essere molto utile sia quando si parla di problemi legali, che di problemi personali.

Nel primo caso, la sessione può essere condivisa con altre persone, sia in corso di vertenza che magari nel caso in cui si cambi avvocato, nel qual caso può essere utile capire le valutazioni che erano state fatte precedentemente. Nel caso, invece, del counseling, è molto utile come «ripasso» di tutte le considerazioni svolte durante la seduta, è veramente uno strumento molto efficace per rendere la seduta ancora più interessante.

Per utilizzare Skype bisogna scaricare un software, che è disponibile per tutte le principali piattaforme, comprese quelle mobili, e bisogna registrare un account.

Un’altra cosa che mi piace di Skype è che consente agevolmente di condividere lo schermo intero o parti dello schermo, cioè finestre singole, cosa che io utilizzo molto spesso, dal momento che durante le sessioni quasi sempre scrivo della lettere, che poi sono quasi sempre ormai mail, oppure dei veri e propri atti giuridici; in questi casi, condivido la finestra della composizione di una nuova mail o di Word, in modo che il mio assistito veda insieme a me quello che sto scrivendo, proprio come faccio nelle riunioni «in presenza» dove uso un grande monitor che metto in mezzo tra me e il cliente in maniera che lui veda in diretta quello che scrivo – è il mio metodo collaborativo in tempo reale di redazione di lettere e atti della pratica legale, che ormai utilizzo da anni con soddisfazione sia mia che dei miei clienti.

Meet.

Meet è il servizio di videoconferenza offerto da google tramite browser, sicuramente funziona meglio con il suo Chrome, anche se personalmente lo utilizzo abbastanza bene anche con il mio browser preferito che è Mozilla Firefox.

Il grande vantaggio di Meet è che non serve né scaricare un software né creare un account per usarlo. Chi prende l’iniziativa crea la videoconferenza poi passa il link alle altre persone che devono entrarci ed è già fatta.

Personalmente, dunque, preferisco usare Skype per i vantaggi di cui sopra, ma se il mio cliente è poco avvezzo all’uso della tecnologia, apro una sessione con Meet e gli mando il link per whatsapp o email e si può cominciare comunque, mancano alcune funzioni ma intanto il lavoro viene fatto.

Per Android, e credo anche per iOS, esiste una app di Meet, ma non credo sia indispensabile. In generale, peraltro, sconsiglio di fare sessioni di lavoro tenendo in mano un cellulare.

Zoom.

Zoom è probabilmente il sistema più evoluto di tutti. Richiede, come Skype, l’installazione di un software e la creazione di un account. Offre davvero tante opzioni, col rischio anche di perdercisi.

Forse investire nell’apprendimento di un software e un servizio del genere può essere utile se veramente si lavora per la maggior parte del tempo in videoconferenza o con la trattazione di dati particolarmente sensibili, altrimenti credo che possano andar bene gli altri sistemi più semplici.

Personalmente, l’ho utilizzato perché era il sistema scelto da alcuni miei clienti e io credo che si debba essere in grado appunto di usare qualsiasi piattaforma.

Può essere configurato per salvare le registrazioni su Dropbox, come spiego meglio in questo altro post.

Microsoft Team.

Ho conosciuto questo sistema perché è quello che utilizzano i tribunali e gli uffici giudiziari italiani per le udienze da remoto, che personalmente preferisco di gran lunga rispetto a quelle a trattazione scritta.

Il vantaggio, dunque, di questo strumento per me risiede anche nel fatto che molti avvocati lo hanno dovuto imparare, per cui posso usarlo quando ad esempio devo fare una riunione con un altro legale, cosa che nella pratica forense capita abbastanza spesso, potendo quindi confidare su una «base tecnologica» e culturale comune.

Dal punto di vista del funzionamento, è piuttosto semplice. Esiste un client per i principali sistemi operativi, la sessione parte sempre da un link che viene fornito dall’organizzatore della riunione, che nel caso dei tribunale è il giudice stesso, che inserisce questo link all’interno del provvedimento che dispone la trattazione da remoto, mentre nel caso di una riunione privata può essere uno qualsiasi dei due.

Non mi risulta che con Team si possa registrare la sessione, che del resto nel caso delle udienze da remoto è rigorosamente vietata. Il funzionamento appunto è molto semplice e questo credo sia un pregio, specialmente in questa prima fase in cui molte persone si approcciano a questi sistemi che per loro sono inediti, ci sarà poi tempo in futuro magari per dedicarsi ad affinare, il momento attuale è più quello in cui bisogna rompere il ghiaccio.

Conclusioni.

Ovviamente, se vuoi un appuntamento con me, per problemi legali, counseling personale, coaching o altro, io sono a disposizione in tutte le forme. Innanzitutto in presenza, se vuoi venire presso lo studio sei sempre il benvenuto.

Se, invece, preferisci la videoconferenza, possiamo utilizzare il sistema che ti piace o a cui sei più abituato, naturalmente io ho volentieri imparato ad utilizzarli tutti e mi sono organizzato di conseguenza.

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news

Lo studio rimane aperto.

Il mio studio professionale rimane aperto, anche dopo l’ingresso in zona rossa, previsto per oggi, per Modena e provincia.

La mia assistente per mail ti manderà un documento, stampabile su carta o mostrabile direttamente dal cellulare o tablet, che serve da giustificazione dello spostamento.

Questo sistema, collaudato l’anno scorso, ha funzionato in ogni caso.

Se non te la senti di spostarti, l’appuntamento si può fare per Skype, anche se dobbiamo scrivere degli atti, l’ho fatto già centinaia di volte e si lavora benissimo.

Il lavoro continua, i termini vanno rispettati, non fare affidamento su proroghe, interventi, ristori; meglio un atteggiamento prudenziale e fare subito quel che c’è da fare.

Io continuo ad ascoltare e dare risposte e soluzioni a tutti quelli che si rivolgono a me per counseling legale o personale.

Sto benissimo e non mi ammalo, se mai dovesse accadere ci sarebbero come sempre i miei colleghi di studio a sostituirmi egregiamente.

Io non mi fermo.

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pillole

Domattina ho tre appuntamenti tutti via Skyp …

Domattina ho tre appuntamenti tutti via Skype. Così mi ri-abituo ?

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diritto

La tranquilla giornata di un avvocato.

Voglio raccontarti la mia giornata professionale di ieri, un po’ perché penso possa essere utile ai più giovani che stanno ancora, nonostante tutto valutando questa carriera lavorativa, un po’ per quelli che svolgono già la professione e possono esserne incuriositi (a loro consiglio di aprire e leggere bene ogni link inserito nel testo) e infine anche per quelli che ogni tanto si azzardano ancora a chiedermi quale sarebbe la mia specializzazione…

numeri

Il primo appuntamento del mattino è stato col legale rappresentante di una spa per definire un contratto annuale di assistenza. Sono contratti che facciamo da sempre come studio in cui includiamo a fronte di un pagamento appunto annuale, eventualmente frazionabile in rate mensili, un «pacchetto» di prestazioni di assistenza, ovviamente al netto delle spese e definendo quali tipi di lavori rientrano (tipicamente ad esempio rientrano le diffide per recupero crediti) e quali no.

Il secondo appuntamento cambia completamente scenario e riguarda la situazione di una strada, oggetto di proprietà privata, ma sulla quale insiste un diritto di servitù di passaggio a favore di altri. Come purtroppo non di rado accade in ipotesi di questo genere, si generano dei conflitti e dei dissidi relativamente all’uso e alla manutenzione del bene oggetto di servitù, in questo caso la strada. I «diritti reali» sono una delle materie per cui è prevista la mediazione obbligatoria, per cui, preso atto del fallimento delle trattative, di cui ho comunicato per deontologia l’interruzione al legale avversario, abbiamo valutato di promuovere la fase di mediazione civile davanti ad un organismo appunto di mediazione. La mia idea riguardo alla mediazione è sempre quella di cercare di sfruttare questa fase, che può essere particolarmente interessante in diverse ipotesi in cui magari le posizioni delle parti non sono particolarmente distanti tra loro. Di solito, la mia istanza di mediazione, proprio per questi motivi, nonostante non sia obbligatorio, è molto circostanziata ed articolata, venendo a costituire la base dell’atto introduttivo del giudizio che andrò a fare successivamente.

Col terzo appuntamento, di due ore, il quadro cambia completamente di nuovo. In questo incontro, scrivo, insieme al cliente, la comparsa di risposta in un procedimento in cui sono stati richieste, contro il mio cliente, degli ordini di protezione. Questi ordini, di cui ho parlato anche nel mio libro Come dirsi addio, sono stati mutuati dall’esperienza statunitense: hai mai visto un telefilm in cui un adulto divorziato dice una cosa come «non posso avvicinarmi ad un raggio di 250 metri da lui/lei»? Sono i restraining orders, servono per proteggere le vittime di violenze in famiglia prescrivendo appunto un divieto di avvicinamento all’altra persona. Sono un po’ un’americanata.

Ad ogni modo, come sai il mio metodo di scrittura degli atti è collaborativo col cliente, li scrivo con lui presente, o in studio o via Skype, come ho spiegato meglio in quest’altro post che ti invito a leggere. In questo modo, io scrivo mentre lui mi fornisce direttamente i chiarimenti, se ci sono decisioni da prendere, relativamente a strategie difensive da adottare o meno, si prendono immediatamente, si valutano insieme i documenti avversari e i propri. A mio giudizio, un metodo molto veloce e molto superiore a quello classico che usano tutti gli avvocati di redigere una prima bozza e mandarla al cliente per eventuali osservazioni.

Soprattutto, è un metodo che è molto compatibile e tagliato su di me, compresi i miei difetti: quando ho in mano un caso, preferisco fare tutto quello che c’è da fare prima di metterlo via. A volte ho messo via un fascicolo con l’intento di riprenderlo dopo pochi giorni, finendo invece per tornare a lavorarci dopo oltre un mese, per un motivo o per l’altro. Siccome mi conosco, cerco di prevenire le mie stesse possibili inefficienze, e di trovare strade per concludere le cose senza parcellizzare in lavoro in più fasi se non quando è strettamente necessario.

Naturalmente, una volta terminato l’atto l’ho passato alla mia assistente per il deposito telematico. In questo modo, ho completato questa parte di lavoro. Il prossimo momento in cui tornerò sul caso sarà il giorno dell’udienza, che, per la mia grande gioia, si svolgerà telematicamente, quindi il mio cliente verrà presso il mio studio e ci collegheremo insieme via Microsoft Team. Ovviamente, ho già segnato data e ora nell’agenda di studio, che è google calendar, in modo che non mi mettano altri appuntamenti.

Regolare e definire tutti gli aspetti possibili di un caso finché lo si ha in mano credo sia fondamentale per una efficiente cultura e pratica del lavoro.

Nota anche un altro principio organizzativo: io delego tutto quello che posso delegare. Non faccio i depositi telematici, li faccio fare alla mia assistente. Ovviamente, gli atti non li posso far scrivere ad altri, li devo scrivere io, così come io devo tenere i rapporti con la parte assistita. Ma tutto il resto viene delegato, così ho più tempo per poter fare bene le cose che posso fare solo io.

Conclusa in questo modo la mattina, ho ripreso il lavoro dopo la pausa pranzo alle quindici.

Il primo appuntamento del pomeriggio riguardava la regolazione di un affido. Quando le coppie di fatto, i conviventi, con figli si disgregano, bisogna a mio giudizio, specialmente se ci sono dei problemi nella gestione dei figli stessi o dei rapporti pendenti tra le parti, come spiego meglio nella scheda appunto sull’affido che ti invito a consultare. Naturalmente, il primo passo è sempre quello di inviare una lettera all’altro genitore con un invito a contattare lo studio, personalmente o tramite un suo legale di fiducia, per vedere eventuali possibilità di consensualizzazione della situazione, che potrebbero consentire di depositare un ricorso a firma di entrambi i genitori, che come tale garantisce risparmio di tempo, spese e soprattutto una maggior speranza di adempimento delle condizioni di affido una volta emesso il decreto del tribunale o comunque raggiunto l’accordo.

Ovviamente, insieme alla questione dell’affido, c’erano delle questioni patrimoniali di cui ho tentato ugualmente di impostare la gestione. Il metodo migliore, almeno all’inizio, è sempre quello della negoziazione, qualsiasi sia la situazione o il comportamento mantenuto da una o più parti bisogna sempre tentare di trattare, per mille motivi.

Nel secondo appuntamento del pomeriggio, quinto ed ultimo della giornata, ho fatto un divorzio per convenzione di negoziazione assistita (accordo in house) di un diplomatico straniero, in servizio presso la sua sede estera, quindi impossibilitato se non con grave difficoltà a tornare in Italia, tramite Skype, come spiego meglio in questo altro precedente post.

Dopo questa simpatica trafila sono andato a casa ad allenarmi…

E così è terminata la mia giornata.

Credo sia stato interessante raccontartela per farti capire che tipo di cose, in realtà abbastanza eterogenee, fa un avvocato al giorno d’oggi, come è cambiata la pratica, rispetto anche solo a qualche anno fa, e quali principi e regole organizzative e funzionali utilizzo nel mio lavoro.

Una regola di cui non ho parlato nel post, ma che è in qualche modo sottesa a tutto, è che la mia agenda è gestita completamente dalla mia assistente. Io non ci metto assolutamente mano. Fa parte di quelle cose delegabili, per cui l’affidamento alla mia assistente è in realtà un corollario della regola del delegare tutto il delegabile, che nel caso dell’agenda vale ancora di più perché riuscire a trovare e combinare momenti che vadano bene a tutti non è affatto facile. Poi ci sono gli spostamenti, la gente che disdice: non avrei tempo di tener dietro a queste cose

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counseling

Content marketing per raggiungere più prospetti.

Aumento appuntamenti on line.

La mia attività, anche se purtroppo non anche il reddito, con il lockdown è aumentata, nel senso che ho più appuntamenti di prima. Molto pochi di persona in studio, la maggior parte tramite #Skype.

Riflettendo su questa circostanza, credo la stessa sia da attribuire al fatto che, con la quarantena e l’obbligo e l’opportunità di non spostarti o farlo il meno possibile, molti potenziali clienti, non avendo più alcun vantaggio nel rivolgersi ad un legale o ad un counselor vicino a casa, si sono decisi di passare al più ampio mercato nazionale, finendo per trovare il mio blog e quello degli altri colleghi che da tempo mantengono una presenza in rete, in grado di intercettare in qualche modo le esigenze di chi ha bisogno di consulenza o assistenza.

È un tema di cui ho parlato diverse volte nel corso degli ultimi anni.

In quale mercato cercano i prospetti?

La scelta classica del consumatore tra cercare il proprio fornitore vicino a dove vive e lavora o cercarlo invece dappertutto, accettando un collegamento e una fruizione telematici, c’è sempre stata. Inizialmente diffidente, il consumatore ha visto che, per molte delle sue esigenze, poteva essere più conveniente abbandonare il fornitore vicino casa per usare, ad esempio, amazon, che a volte consegnava lo stesso bene a prezzo inferiore e addirittura più velocemente del negozio cittadino, che magari lo doveva ordinare non avendolo disponibile.

Per quanto riguarda il settore dei servizi professionali, c’era anche probabilmente da «rompere i ghiaccio» con la possibilità di «usare» un avvocato o counselor per telefono o per Skype: la quarantena evidentemente è servita per accelerare un processo che era comunque già in atto, dal momento che anche prima vendevo diverse consulenze a distanza tramite il blog, anche se non tante quante adesso.

Che ne sarà delle aziende sul territorio?

A riguardo di questi cambiamenti ci sono naturalmente tante riflessioni da fare, a partire da quella sul destino degli operatori locali che, per tante persone, che non vogliono e soprattutto non possono usare gli strumenti a distanza, rappresentano un patrimonio prezioso di riferimento, un po’ come le piccole botteghe alimentari di quartiere che un tempo erano disseminate quasi ovunque e che però negli ultimi decenni sono sparite per lasciare posto ai supermercati, che tra l’altro hanno attivato, persino loro, modalità di consegna on line.

Il venir meno di operatori sul territorio rappresenta sicuramente anche uno svantaggio per diversi profili, ma direi che sia un cambiamento determinato dalle nuove tecnologie, a partire dalla rete internet ma anche tutto quello che vi è stato costruito sopra, fino alla logistica ad esempio, che non sia reversibile o contro cui ci si possa opporre. Si tratta semplicemente di una nuova realtà fattuale, dove fioriranno gli imprenditori, le aziende e le persone che, come sempre, sapranno adattarvisi e cogliere le nuove opportunità.

La chiave è il content marketing.

Da anni predico ai miei colleghi, specialemente agli avvocati, ma vale davvero per tutti, di «scrivere», perché il «content marketing» è l’unica, probabilmente, forma di lead generation che ci è concessa anche dalla deontologia ed è oggigiorno, che c’è google, una forma particolarmente interessante, se utilizzata bene.

Oggi io sto cogliendo i frutti di un lavoro ventennale e certamente non si può allestire in poco tempo un blog che ad oggi ha oltre 6000 articoli e che esce appunto da oltre vent’anni con un post nuovo al giorno, ma se non hai un blog, qualsiasi sia la tua attività, è probabilmente ora che tu inizi a costruirtene uno, perché avere una presenza significativa in rete, anche se il tuo scopo è quello di trovare un posto di lavoro da dipendente, comincia ad essere molto importante per tutti.

Conclusioni.

Ti raccomando di iscriverti al blog per non perdere contenuti come questo, che non trovi da nessun’altra parte, per ricevere il post del giorno, tutti i giorni, dal lunedì al venerdì alle ore 7 del mattino: il tuo percorso di crescita personale e professionale.

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diritto

Atti processuali: scriverli via Skype col cliente.

Stamattina ho scritto un atto processuale via Skype, una comparsa di risposta in un procedimento ex art. 702 ter cod. proc. civ..

Nel mio iMac da 27, avevo aperto tre finestre: una con il word processor con la comparsa, una con il PDF del ricorso e la terza col cliente via Skype.

C’è da dire che questo è da sempre il mio metodo di redazione degli atti, li faccio insieme al cliente. Concordo con lui un appuntamento di un paio d’ore in cui discutere i problemi e le tematiche oggetto del procedimento e passare, subito dopo nella stessa sessione, a scrivere quel che c’è da dire.

Dopo aver sperimentato diversi metodi, ho visto che questo è quello che, almeno a mio giudizio, garantisce più produttività ed efficienza, almeno per quei procedimenti o quelle fasi processuali in cui il fatto ha preponderante importanza rispetto al diritto – per i ricorsi in cassazione, ad esempio, il discorso è ovviamente molto diverso, il cliente qui ha molto meno da dire.

La redazione degli atti insieme al cliente consente un alto grado di interazione tra professionista e assistito, innalza naturalmente il livello di fiducia e la connessione reciproca, consente di focalizzare bene i fatti di causa e di individuare e descrivere altrettanto efficacemente i mezzi di prova.

Ovviamente, il cliente va appositamente governato altrimenti almeno il 70% del tempo allocato finisce buttato al cesso, ma è una cosa che, nel suo stesso interesse, si può e si deve fare.

Anche se la mente dell’uomo medio tende a saltare oggigiorno come una scimmia da un oggetto all’altro in continuazione, dopo alcuni gentili richiami un certo grado di focalizzazione si riesce sempre ad ottenere e, in fondo, con mezzi di contatto meno diretto come il telefono o la mail i risultati sarebbero comunque peggiori – quante mail
estremamente chiare rimangono senza riscontro solo perché il cliente non le ha capite, lette con la dovuta attenzione, magari viste ma poi dimenticate e così via.

Insomma, la mia esperienza è da molti anni quella per cui redigere gli atti in un apposito appuntamento insieme al cliente garantisce risultati migliori sono tanti punti di vista.

In tempo di coronavirus, pertanto, ho cercato di mantenere lo stesso metodo, naturalmente tramite Skype e devo dire che funziona molto bene.

E tu che metodo utilizzi per la redazione degli atti?

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counseling

Counseling coi tarocchi: come farlo.

Gli arcani: counseling dell’inconscio.

Per fare counseling utilizzando la potenza del simbolo dei tarocchi, si possono usare queste modalità, elencate in ordine decrescente di preferenza ed opportunità, esattamente come avviene col counseling classico, basato per lo più sull’ascolto e senza utilizzo di strumenti che fanno riferimento al simbolo come gli arcani.

Tutte le volte in cui è possibile, anche con un investimento di tempo e logistica tutto sommato sostenibile, è meglio venire di persona.

Specialmente se non si è mai venuti prima almeno una volta.

Sessioni in videoconferenza.

Se proprio venire di persona è troppo disagevole, oppure almeno una volta si è già venuti, si può fare la sessione in videoconferenza tramite Skype, cosa di cui ho parlato in un altro post del blog.

Con Skype la sessione può anche essere registrata, se credi, cosa molto utile perché può essere davvero interessante per te riascoltare cosa hanno «detto le carte» anche per assorbire meglio il loro messaggio.

Sessioni via telefono.

Chi non usa Skype, poi, può utilizzare anche il vecchio, classico ed intramontabile telefono, che forse è, tra i mezzi a distanza, il più comodo.

Chiaramente col telefono si perde la possibilità di vedere, sia pure coi limiti di Skype, l’aspetto fisico dell’altra persona, una cosa che io guardo molto da sempre – e i testi di bioenergetica che sto leggendo ultimamente mi confermano che ho sempre fatto bene… Resta però la voce, che è un canale molto importante dove ci sono comunque quasi tutte le vibrazioni di una persona, per cui anche il telefono non va sottovalutato: in mancanza di altro è una modalità che si può utilizzare con risultati molto buoni.

Usa apparecchiatura di qualità.

Prima di venire al quarto e ultimo strumento utilizzabile, voglio precisare che sia per i collegamenti Skype che per quelli via telefono può essere utile usare hardware di buona qualità e in particolare indossare un paio di cuffie che lascino le mani libere di consultare altre cose – per lo più appunti nel tuo caso, le carte nel mio.

Personalmente, utilizzo un paio di cuffie Bose a riduzione del rumore che mi aiutano moltissimo a rimanere concentrato, tant’è vero che le uso anche in palestra, ad esempio, o quando ascolto gli audiolibri, perché mi isolano abbastanza dall’ambiente circostante, cosa che è molto utile per focalizzarsi davvero.

Via chat per le cose più veloci.

Il quarto modo utilizzabile è via chat, tipicamente whatsapp, ma anche telegram e così via. Questa modalità io però la utilizzo, e la utilizzerei, solo nei casi in cui, anziché una stesa completa, si tira una «carta secca» su una domanda altrettanto secca.

La situazione è quella in cui si è fatta una sessione di stese un po’ di tempo prima – di persona, via Skype o per telefono – e si vuole un breve e veloce aggiornamento su un tema che, in quella occasione, era già stato approfondito.

La staroccata collettiva.

Ogni tanto, nel mio gruppo facebook di riferimento «Terre dell’anima», faccio una staroccata collettiva gratuita per tutti i membri del gruppo.

Puoi vedere un esempio della staroccata in questo post.

Praticamente, funziona così: nello spazio temporale in cui è aperta, di solito un’ora o due, tu lasci un commento con la tua domanda sotto al post iniziale. Io, poi, ti tiro la carta e ti lascio la mia lettura. Si va avanti finché non viene dichiarata chiusa.

Ovviamente, anche la staroccata collettiva è per le domande più sintetiche, come la chat, mentre per approfondire rimane necessario un appuntamento ad hoc. Però rimane comunque molto divertente e c’è l’occasione di parlare davvero di tante cose, per cui partecipa la prossima volta che la facciamo!

Conclusioni

Il messaggio da portare a casa, in conclusione, è il seguente:

  • tutte le volte che puoi, specialmente se non sei mai venuto prima, cerca di venire di persona;
  • se non puoi o vuoi venire di persona, o se almeno una volta sei già venuto, si può fare per Skype o col sempre valido telefono;
  • solo per domande circoscritte, veloci e «al volo», per chi è già cliente, si può usare whatsapp;
  • iscriviti al gruppo facebook «Terre dell’anima» per non perdere la prossima staroccata.
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pillole

Io continuo a lavorare e a fornire counseling …

Io continuo a lavorare e a fornire counseling personale e legale a tutti quelli che ne hanno bisogno, o tramite skype per chi lo preferisce, o nello studio di via Caselline, osservando le precauzioni di legge.

Venire dal counselor o dall’avvocato è una motivazione idonea per lo spostamento, anche se consiglio ovviamente a tutti quelli che possono di usare Skype o altri sistemi di videochiamata.

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