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Tim business sempre più magico 🚀.

Ti aggiorno sulla mia situazione giga e telefonia, di cui al precedente post della scorsa settimana.

Ho telefonato tutti i giorni al servizio 191 per gli utenti business.

Ogni volta ho trovato un operatore che ha capito il problema, detto che ho ragione, promesso che, al massimo il giorno dopo, il servizio sarebbe stato ripristinato, con tante scuse da parte dell’azienda e così via.

Il servizio, tuttavia, non è mai stato ripristinato.

Al momento, non posso né telefonare, né connettermi alla rete, come se fossi un cliente moroso, quando invece i miei pagamenti sono tutti regolari. Oltre che per i servizi mobili, sono loro cliente, peraltro, sia per la fibra in studio che per la fibra a casa e dunque infilo loro in gola ogni mese un certo numero di euro.

Ho ovviamente fatto presente che la connessione non mi serve per vedere netflix, che tra parentesi detesto, ma per lavorare e cioè per fare appuntamenti tramite zoom, telefonia gsm e voip, come é del resto normale che sia se uno sottoscrive un contratto di tipo business e non per privati.

Non c’è stato niente da fare.

L’ultima operatrice con cui ho parlato, più indignata di me, mi ha giurato sui suoi figli che mi avrebbe richiamato il giorno dopo, cosa che però poi non è avvenuta tanto che sono preoccupato, adesso, sia per lei che per i suoi figli.

Qui non è Tim ad essere inaccettabile, il fatto è che un problema del genere sarebbe potuto capitare, e sono sicuro che capita, a tutti i clienti di qualsiasi operatore telefonico italiano.

Nel nostro paese, infatti, la liberalizzazione dei servizi telefonici ha comportato la compresenza di diversi player, nessuno dei quali tuttavia é ad oggi in grado di offrire un livello di servizio minimamente accettabile.

Sì certo, tu hai q-lophon e non hai mai avuto dei problemi, ma il punto é che é solo un caso. Se domani smetti di poter telefonare e di connetterti alla rete, potresti trovarti in una situazione identica alla mia in cui tutti dicono che hai ragione, anzi ragionissima, ma nessuno fa un razzo.

Tutte le telefonate col 191 sono registrate, naturalmente, compresa quella di attivazione del contratto poi totalmente inadempiuto da Tim.

A proposito, per registrare le chiamate, dopo che google – altra azienda priva da sempre di una visione con un minimo di validità – ha inibito la possibilità di farlo alle applicazioni di terze parti, bisogna sfruttare le app di telefonia del proprio produttore: col mio Note 10+ (sì, uso ancora un telefono di 4 anni fa e spero di continuare il più a lungo possibile) é stato sufficiente inserire una sola volta una SIM thailandese per sbloccare la relativa funzione. Altro modo per registrare le chiamate é quello di usare una
applicazione VoIP come zoiper.

Appena possibile metterò le chiamate registrate online così ognuno potrà divertirsi a sentire le risposte del servizio clienti.

Nel frattempo, lato pratico – siccome i miei assistiti fanno affidamento su di me – mi sono procurato una SIM di un altro operatore con 300 giga mensili e un router portatile.

Lato legale invece ho fatto un esposto all’agcom.

A questa autorità, infatti, possono ricorrere, grazie a Dio, non solo i celebri «consumatori», ma anche i professionisti come me e gli imprenditori, cioè le utenze business appunto.

Mi sembra molto giusto, non è che si possa consentire alle imprese di telecomunicazioni di vessare una determinata categoria di clienti solo perché di natura professionale. Del resto, noi utenti business di fronte a situazioni come la mia e ai mille altri disservizi siamo indifesi esattamente come un consumatore.

All’agcom ho potuto allegare tutta la documentazione del caso, tra cui anche i files mp3 delle telefonate registrate, previa conversione da m4a con hazel e ffmpeg.

Una cosa carina di questa procedura di esposto ad agcom é che, subito dopo averla instaurata, puoi chiedere anche un provvedimento cautelare, nei casi, come il mio, in cui il servizio é interrotto completamente.

Ovviamente, ho chiesto anche il provvedimento cautelare. Promettono una risposta entro 10 giorni, staremo a vedere.

Se non risolverò in sede agcom, farò una causa legale facendomela finanziare e assicurare dalla mia compagnia di tutela legale.

In ogni caso, verrò risarcito.

Nel frattempo, siccome da un lato conosco il paese in cui vivo e, dall’altro, ho delle responsabilità verso i miei clienti, che hanno bisogno di parlare con me, mi sono arrangiato per garantire comunque il servizio, cosa che come cennavo nel post della settimana scorsa é frutto di un mindset preciso orientato a fare comunque il lavoro, mindset che posso avere solo in quanto, nonostante tutto, il mio lavoro mi piace.

Se vuoi restare aggiornato sulla vicenda ti raccomando di iscriverti al blog degl avvocati dal volto umano, dove metterò tutto il materiale.

Rock n’ roll.

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Contratto di acquisto mobili: se il fornitore pretende un aumento?

DOMANDA – Il 28 dicembre ho concordato in un negozio di mobili una composizione armadio al costo di 2.500€ o 2800€ a seconda del tipo di anta più un divano da 1525, è stato prodotto un ordine indicando il maggior costo e la fattura d’acconto subito saldata. Al momento ho specificato che versavo ora l’acconto per poter beneficiare del bonus mobili, ma che armadio e divano dovevano essere consegnati a fine ristrutturazione e non nei 40gg necessari a produrli. Sono andato ora in negozio per definire i particolari mancanti scegliere la versione più economica ed inserire una colonna a giorno nell’armadio e mi è stato detto che avrebbero applicato i nuovi listini con un aumento di prezzo consistente (circa 800€). E’ un comportamento lecito? Come posso difendermi e pagare il pattuito per quanto già previsto, oltre al dovuto per le nuove modifiche? Ordine e fattura non fanno cenno ad una possibile revisione prezzi né sono specificati termini per completamento dell’ordine.

— RISPOSTA – A mio giudizio non è un comportamento legittimo e puoi chiedere l’applicazione dei prezzi indicati nel contratto.

Per poter fare una variazione delle condizioni economiche dopo la firma di un atto, dovrebbe esserci una clausola nel contratto stesso che facoltizza a ciò.

Questa clausola, tuttavia, anche qualora vi fosse, è di ben dubbia validità.

Innanzitutto, tale pattuizione dovrebbe essere firmata in modo specifico, con richiamo sia del numero che del titolo della stessa, con la famosa doppia sottoscrizione.

Quand’anche, poi, ci fosse la doppia firma, la clausola probabilmente sarebbe vessatoria ai sensi del codice del consumo, in quanto contenuta in un contratto concluso da un consumatore.

La cosa migliore è far esaminare il contratto ad un avvocato e fargli inviare una diffida al fornitore con la richiesta di applicazione dei prezzi già concordati.

Se vuoi approfondire ulteriormente la questione, o incaricarmi già di fare questo lavoro e inviare, poi, la diffida, chiama ora lo studio al numero 059 761926 e prenota il tuo primo appuntamento, concordando giorno ed ora con la mia assistente; puoi anche acquistare direttamente da qui: in questo caso, sarà poi lei a chiamarti per concordare giorno ed ora della nostra prima riunione sul tuo caso; a questo link, puoi anche visualizzare il costo.

Naturalmente, se vivi e lavori lontano dalla sede dello studio – che è qui, a Vignola, provincia di Modena, in Emilia – questo primo appuntamento potrà tranquillamente avvenire tramite uno dei sistemi di videoconferenza disponibili, o anche tramite telefono, se lo preferisci. Ormai più della metà dei miei appuntamenti quotidiani sono videocall.

Guarda questo video per sapere meglio come funzionerebbe il lavoro con me.

Ti lascio alcuni consigli finali che, a prescindere dal problema di oggi, ti possono sempre essere utili.

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Recesso per corso online: si può escludere?

venderò un corso online che si articola in 9 sessioni a cadenza settimanale, 1:1 o di gruppo. Gli incontri si svolgeranno su piattaforma online e verrà rilasciato anche materiale cartaceo. Vorrei sapere se è possibile nel contratto inserire una clausola che escluda il diritto di recesso.
Sul sito del MISE https://urly.it/3rfmx leggo che ci sono eccezioni quali, ad es., sezione II punto 13:
– La fornitura di contenuto digitale mediante un supporto non materiale se l’esecuzione è iniziata con l’accordo espresso del consumatore e con la sua accettazione del fatto che in tal caso avrebbe perso il diritto di recesso.
Se ho ben inteso quindi potrei scrivere nel contratto: “Al Cliente non è? riconosciuto il diritto di recesso per l’attività? di cui al presente contratto.
L’esecuzione del presente contratto deve intendersi iniziata allo svolgersi della prima sessione online.”
E’ corretto?

Forse, trattandosi di una iniziativa commerciale, ti converrebbe investire un minimo sulla redazione e formulazione dell’intero contratto, scegliendo il taglio che preferisci in base alle dimensioni economiche dell’operazione, come spiego meglio in questo precedente post.

Detto questo, le eccezioni al diritto di recesso generalmente riconosciuto per tutti i contratti conclusi a distanza o comunque fuori dai locali commerciali presentano una ratio relativa solitamente al tipo di operazione conclusa, ad esempio l’esclusione del diritto di recesso per i prodotti audiovisivi è giustificata con l’intento di evitare che, tramite il meccanismo acquisto più recesso, si possano favorire a costo zero pratiche di pirateria.

Nel tuo caso, l’esclusione sembrerebbe corretta.

Tieni presente comunque che il diritto è un bersaglio mobile, o, se vuoi, una materia viva, dove viene concesso necessariamente largo spazio all’interpretazione, così che, per quanto tu possa curare la formulazione di un contratto, non c’è mai la sicurezza assoluta della tenuta di una determinata clausola.

Ciò, lungi dal far gettare la spugna, tutto al contrario consiglia appunto di curare meglio possibile il contenuto del contratto, anche se con questa consapevolezza.

Se vuoi approfondire maggiormente, chiama il numero 059 761926 e prenota la tua prima ora di appuntamento, oppure acquista direttamente da qui.

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Annullare un ordine a San Marino: che si può fare?

si può recedere da un contratto di acquisto mobili, effettuato a san marino?
siamo stati truffati, da un sito che avendo recensioni ottime( recensioni quasi tutte false e fatte da soggetti che recensiscono tutti le stesse cose) ci ha indotto in condizioni di pressione psicologica e fisica a firmare una commissione che ritenevamo per il rendering e il progetto non per la cucina!!!!????
il tutto è accaduto il giorno 29 ottobre

Se fai una ricerca tra i vecchi post del blog, ho parlato diverse volte dell’inopportunità di intrattenere relazioni con lo stato di San Marino, perché pur avendo la sensazione di lavorare «nei prati di casa» in realtà poi, in caso di problemi, può essere estremamente difficile tutelarsi.

In quello Stato, infatti, valgono regole molto diverse dalle nostre, a volte addirittura paradossali, come quelle per cui non si possono ad esempio depositare memorie processuali prima della scadenza del termine ma nei giorni «infausti».

Se credi, sarebbe da approfondire maggiormente quello che è successo, in particolare la menzionata «pressione fisica», per vedere se ci sono i presupposti per una denuncia, in Italia, per qualche illecito anche penale.

In generale, comunque, al momento, e al netto dell’approfondimento, che potrebbe dare spunti diversi, non la vedo molto bene, devo essere onesto, per cui ti suggerirei di valutare con attenzione l’investimento in assistenza legale rispetto ai valori versati nel contratto.

Se vuoi assistenza professionale, su questo o su un altro caso, chiama il numero dello studio e fatti dare il tuo primo appuntamento, oppure acquista direttamente da qui.

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Cameretta con problemi: che fare?

Ad ottobre abbiamo comprato da “arredissima” su catalogo, una cameretta per la bambina chiedendo espressamente non una qualità bassa. Ieri ci hanno portato la cameretta ma questa non soddisfa assolutamente le nostre aspettative. Il fondo del mobile si sposta con un dito, stessa cosa vale per i cassetti, il letto presenta spigoli vivi che per una bambina sono molto pericolosi. Una maniglia è rovinata e anche un cassetto. Alcune mensole non sono state montate perché le misure sono state prese male dal loro geometra (modificano un pezzo). La cameretta è costata ben 3400 euro, ne dobbiamo ancora dare 2200 con pagodil. Inutile dire che siamo assolutamente arrabbiati e delusi. Possiamo fare qualcosa per avere un rimborso o proprio restituire il tutto? Anche tramite avvocato

Questi tipi di fornitori non hanno linee di arredo con gradi di qualità diversa, ma temo proprio abbiano un unico catalogo con un certo livello fisso di qualità, che il consumatore può verificare prima dell’acquisto.

Certo se ci sono stati invece problemi di misurazione e accertamenti dei luoghi o anche di montaggio è un altro paio di maniche.

Photo by Pixabay on Pexels.com

«Pagodil» non so bene che cosa sia, ma se si tratta di una finanziaria allora c’è un secondo contratto, appunto con la finanziaria, e opporre delle eccezioni di inadempimento può diventare più complicato, anche se dovrebbe essere sempre possibile.

Il primo passo per trattare il problema comunque è inviare, rigorosamente tramite avvocato, una diffida in cui si descrivono tutti i problemi incontrati e si dichiara che se ne intende ottenere la risoluzione e, se possibile, che il pagamento del saldo viene sospeso nell’attesa della sistemazione degli stessi, in applicazione dell’eccezione di inadempimento prevista dal codice civile.

Se vuoi procedere con il nostro studio, puoi fare l’acquisto dalla pagina relativa. Clicca qui.

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Contatore non accessibile: che fare?

ho un contenzioso con Toscana Energia .
Il problema è che Toscana Energia (il distributore del gas) non ammmette la prescrizione dei consumi superiori ai due anni (come vuole la legge di bilancio) poichè afferma che il contatore, di sua proprietà, è inaccessibile, in quanto situato in una strada privata.
In comune mi hanno detto che la strada su cui è situato il contatore, è considerata vicinale ad uso privato, tale strada comunque è percorsa da tutti (anche il camioncino di alia per la raccolta differenziata della spazzatura), corrieri, cacciatori e tutti coloro che vogliono, senza nessun tipo di limitazione, addirittura la strada è segnata dal Cai per I gruppi di trekking e mountain bike. La strada non presenta cartelli di divieto, catene o quant’altro che ne impediscano l’accesso. Ora la mia domanda è questa: è vero quanto asserisce Toscana Energia che non può passare da questa strada perchè privata?

Se è davvero vicinale ad uso privato, la strada non è soggetta ad uso pubblico, ma appunto solo privato dei contitolari della strada a livello proprietario o di eventuali servitù o altri diritti reali minori.

Ovviamente, il fatto che altre persone o soggetti utilizzino la strada potrebbe non significare proprio nulla, dal momento che potrebbero essere usi illeciti, anche se tollerati.

Piuttosto, spesso non è così facile divisare la natura giuridica di una strada. Sarebbero possibili maggiori approfondimenti, ma non ne vedrei la convenienza, già sono piuttosto importanti nel momento in cui ci sono questioni legate alla proprietà fondiaria e immobiliare, mi sembrerebbero insostenibili se fatti per risolvere un contenzioso relativo ad una fornitura.

Sei in grado di assicurare, tramite il tuo titolo di utilizzo dell’immobile, l’accesso ai contatori alla società fornitrice? Se la casa è tua, o la conduci in locazione o ad altro titolo, con conseguenti diritti di utilizzo della strada, puoi chiamare formalmente, tramite una diffida, che ti consiglio di far sempre scrivere da un avvocato, a consultare i contatori, indicando un giorno ed ora o invitandoli a concordarne uno con te.

Se vuoi valutare le nostre condizioni per una lettera di diffida, puoi consultare questa pagina.

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Decreto ingiuntivo: come sapere se depositato?

Il mio avvocato mi dice di aver depositato un decreto ingiuntivo, dove mi dice che lo ha fatto orami 6 mesi fa, gli chiedo di darmi prova dell’avvenuto deposito, ma trova sempre scuse, mi aveva chiesto per farlo € 350,00. Poi non mi ha dato mai soddisfazione alle mie molteplici richieste , creando sempre scuse.
La mia domanda è: c’è un modo per sapere se ha realmente depositato questo decreto ingiuntivo?

Se è una vertenza di competenza del tribunale – dipende dal valore – allora si deve fare un accesso tramite il terminale per PCT, ma questa è una cosa che può fare solo l’avvocato, forse anche la parte interessata personalmente ma disponendo comunque di una chiavetta di firma digitale per potersi identificare.

Se questo fosse il caso, ti suggerirei di inviare una pec in cui chiedi informazioni a riguardo al tuo avvocato. Trattandosi di una «intimazione» scritta, direi che sia più difficile per lui essere evasivo al riguardo.

Se, invece, la causa fosse del giudice di pace, potresti andare a sentire personalmente in cancelleria. Puoi provare, anche, per la verità in tribunale, ma con il processo civile telematico non so se te lo dicono.

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Contratti luce e gas falsi: come tutelarsi?

Purtroppo sono stato truffato ovvero a mia insaputa mi è stato cambiato il gestore da Enel a non si sa chi. Il cambio effettivo é avvenuto il 12 dicembre 2018 e da allora non ho mai ricevuto ne un contratto e nemmeno le bollette. Il mio precedente gestore invocando la Privacy non mi dice qual’è la compagnia a cui sono subentrato. In questo casi che si fa? A chi ci si rivolge??

Il caso da Lei descritto ha sicuramente rilevanza penale perché la sottoscrizione di un contratto con firma falsa o all’insaputa dell’utente consumatore, configura il reato di truffa, perseguibile a querela della persona offesa.

Percorrere la strada penale, a mio avviso non porta al risultato che si desidera, ovvero ritornare al precedente gestore. Peraltro il relativo reato è stato recentemente depenalizzato dal legislatore.

Con la legge n. 129/2010 è stato istituito presso l’Acquirente Unico, quale organismo indipendente  e pubblico il Sistema Informativo Integrato (SII), ovvero è la banca dati che, a livello nazionale, gestisce raccoglie le forniture di energia elettrica e gas e tutti i dati identificativi dei clienti.

Qualora il cliente finale (consumatore o utente), ha necessità di conoscere il fornitore che fattura l’energia elettrica o il gas, deve inoltrare un apposita domanda allo Sportello del Consumatore Energia Ambiente presso l’Aquirente Unico (articolo 3.5 Deliberazione n. 398/2014/r/eel ARERA).

Una volta che siamo venuti a conoscenza del nostro attutale fornitore di luce e gas, dobbiamo inviargli una raccomandata ar per il disconoscimento del contratto che non è stato da noi sottoscritto.

A questo punto il nuovo gestore, attiverà i rimedi previsti dalla delibera 228/2017/r/com ARERA ed accollandosi tutte le spese, compresi i costi della fornitura di luce e gas che nel frattempo sono maturati, dovrà ripristinare il contratto con venditore precedente alle stesse condizioni contrattuali.

Non dovrà preoccuparsi se nel frattempo non le arriveranno bollette, fino a che non sarà ritornato al vecchio fornitore tutte le spese saranno a carico del nuovo gestore.

Se vuoi approfondire contattaci.

 

 

 

 

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Modelli di contratto: preventivi.

 

Una richiesta che ricevo periodicamente, ad intervalli più o meno regolari, è quella di un preventivo per la realizzazione di un modello contrattuale, o contratto standard, solitamente per un’azienda, associazione, ente pubblico o impresa individuale.

La buona notizia, in questi casi, è che il preventivo lo sceglie per lo più il cliente, in base al grado di approfondimento e di cura con cui vuole che venga redatto il suo modello di contratto.

Facendo un attimo un passo indietro, c’è da dire che è sicuramente molto consigliabile per tutte le attività che intrattengono rapporti con un pubblico di clienti e di fornitori farsi formulare da un avvocato un contratto tipo da utilizzare, ad esempio, per la vendita, per certi tipi di forniture o in occasione di determinati momenti del loro ciclo produttivo di beni o di servizi.

Questo tipo di assistenza legale, in fase contrattuale, è un eccellente sistema per prevenire i problemi legali.

Ribadita la forte opportunità che i rapporti aziendali siano regolati da contratti di qualità, il particolare livello qualitativo, e quindi l’investimento relativo (non solo di soldi, ma anche di tempo da impiegare insieme al legale per lavorare sulla realizzazione del modello), possono essere diversi.

Ci sono piccoli imprenditori che ad esempio, giustamente, investono 2/300 euro per la realizzazione del loro modello contrattuale e altre aziende, sempre ad esempio, che arrivano a spendere anche 10.000€ per un modello o anche un contratto per un’unica operazione.

Dipende anche dalla fase in un cui si trova l’impresa che vuole munirsi di strumenti contrattuali adeguati. Se l’impresa, ad esempio, ha aperto i battenti da poco, può investire al momento relativamente altrettanto poco per i suoi contratti, per poi approfondire e reinvestire maggiormente in seguito, dopo qualche anno, quando avrà superato il break even e avrà toccato con mano il successo dei beni e servizi che colloca presso il pubblico.

In conclusione, dunque, il preventivo qui lo sceglie il cliente.

Considerando ad esempio che noi – al momento in cui scrivo questo articolo – lavoriamo a 100€ oltre accessori di legge ad ora, moltiplicando tale valore per il numero di ore che il cliente desidera che siano destinate alla cura del modello o del contratto si ottiene l’importo finale del lavoro da commissionarci. Un paio d’ore, appunto, per i modelli più semplici o le imprese appena avviate, sino a 100 e più ore per le operazioni da approfondire maggiormente, con un vasto ventaglio di situazioni intermedie.

Ovviamente, il nostro compito è anche quello di aiutare il cliente a scegliere il grado di investimento che vuole realizzare nel proprio contratto, sulla base di indicazioni provenienti dalla nostra esperienza generale applicata in relazione al caso specifico. Ci sono casi, infatti, in cui è probabilmente sconsigliabile scendere sotto un certo livello o comunque è possibile farlo solo con la consapevolezza di una copertura abbastanza limitata.

Anche in questi casi, comunque alla fine sarà il cliente a scegliere.

Desideri un contratto standard per la tua azienda?

Se vuoi un preventivo su misura, puoi chiedercelo compilando il modulo apposito che si trova nel menu principale del blog, indicando le caratteristiche della tua azienda e descrivendo l’operazione che desideri venga regolamentata dal contratto da sviluppare. Oppure chiama lo studio al numero 059 761926 per prenotare direttamente la tua prima ora di colloquio sul caso.

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Viaggi e pacchetti turistici: come tutelarsi?

La stagione estiva è ormai alle porte e si intensificano, facendosi frenetiche (!!), tra i consumatori, le attività di ricerca, individuazione e prenotazione delle meritate vacanze.

Tutti noi in questo periodo dell’anno siamo alla ricerca della “vacanza ideale”, quella che servirà a cancellare tutti i pensieri e lo stress di un intero anno lavorativo. Quella che ci farà ritemprare nello spirito e nel corpo!

Forse…

E si, perché, purtroppo, molto spesso, le agognate ferie si trasformano in vere e proprie tragedie, al limite del surreale!

La location non è proprio quella che ci aspettavamo (in foto era decisamente, come dire…diversa!!), i servizi promessi e tutti inclusi nel prezzo in realtà non ci sono…o sono tutti a pagamento e costosissimi!

I transfer si trasformano in veri e propri viaggi della speranza (speriamo di arrivare a destinazione…prima o poi!!).

Queste ed altre amenità del genere…

Se ci dovessimo trovare di fronte a situazioni, come dire, critiche, possiamo in qualche modo tutelarci?

E se si, come??

La normativa in materia è stata recentemente riformata, udite udite…a tutela del consumatore!

Intanto va precisato che sono da intendersi pacchetti turistici le combinazioni “di almeno due tipi di servizi turistici di trasporto, alloggio, noleggio veicoli o altro servizio turistico ai fini dello stesso viaggio se combinati da un unico professionista, ovvero, anche se siano conclusi contratti separati con singoli fornitori di servizi turistici, siano acquistati presso un unico punto vendita, oppure offerti ad un prezzo forfettario, ovvero pubblicizzati sotto denominazione di ‘pacchetto’ o denominazione analoga oppure, infine, combinati entro 24 ore dalla conclusione di un primo contratto, anche con processi collegati di prenotazione online”.

Vengono, inoltre, aumentate le tutele dei viaggiatori in caso di RECESSO.

RESPONSABILITA’ PER “PACCHETTO DIFETTOSO”
Altra novità è rappresentata dall’intensificazione della responsabilità dell’organizzatore per l’inesatta esecuzione del pacchetto. Viene garantita al viaggiatore una riduzione del prezzo, oltre all’eventuale risarcimento del danno e alla possibilità di recedere dal contratto.

TRE ANNI PER CHIEDERE I DANNI
Altra novità rilevante riguarda i termini di prescrizione: 3 anni per il danno alla persona e 2 per gli altri danni.

Per prevenire problemi in vacanza o comunque per gestirli una volta malauguratamente insorti, é fondamentale avere, prima di partire, una polizza di tutela legale e, soprattutto, un contratto di protezione.