Tutto questo clamore, questi video, queste foto e non c’è stato ancora nessun media che abbia detto agli Italiani l’unica cosa che interessa loro davvero: la sorella di Cucchi si vaccina o no?
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/n«Una cosa morta può seguire la corrente, solo una cosa viva può andarvi contro» (G. K. Chesterton)

«Guai a coloro che chiamano bene il male e male il bene, che cambiano le tenebre in luce e la luce in tenebre, che cambiano l’amaro in dolce e il dolce in amaro.» Isaia 5,20
Bergoglio é sui generis come mago nero, credo sia davvero innovativo nel campo del male.
A suo modo, poteva esserci solo in un’epoca come la nostra,
particolarmente prona a scambiare il male col bene, per la più grande mancanza di discernimento rispetto a tutte quelle precedenti che la contraddistingue.
Non assomiglia a nessuno dei grandi cattivi, né del passato storico né della letteratura e immaginazione degli scrittori, ha una nota di spregevolezza del tutto inedita.
Spesso ho pensato fosse l’ipocrisia, ma non ne sono ancora certo.
L’unica sicurezza è che é completamente nelle mani di Satana, dalla testa ai piedi, così come tutti coloro che lo sostengono dall’interno della Chiesa, dal momento che da solo non continuerebbe a reggersi.
La telefonata di solidarietà a chi si é fatto una famiglia con l’utero in affitto separando per sempre i bambini dalle loro madri é una prova – un segno del diavolo – inconfutabile, ma prima di esse ce n’erano state tantissime altre, questa per chi ha orecchie per intendere é solo una conferma.
Tutti gli altri se non hanno aperto gli occhi nemmeno ora non li apriranno mai più ormai.
/n«La verità è che la mancanza di religione è l’oppio dei popoli. Ovunque il popolo non creda in qualcosa al di là del mondo, adorerà il mondo. Ma, soprattutto, adorerà la cosa più forte del mondo.» (G. K. Chesterton)
Un grande genio, che ha capito perfettamente la società contemporanea, che – io dico sempre – ormai da liquida é divenuta squagliata.
«Il mercato ha fiutato nel nostro bisogno disperato di amore l’opportunità di enormi profitti.
E ci alletta con la promessa di poter avere tutto senza fatica: soddisfazione senza lavoro, guadagno senza sacrificio, risultati senza sforzo, conoscenza senza un processo di apprendimento.
I “legami umani” sono stati sostituiti dalle “connessioni”.
Mentre i legami richiedono impegno, “connettere” e “disconnettere” è un gioco da bambini.
Sui “social network” si possono avere centinaia di amici muovendo un dito. Farsi degli amici offline è più complicato.
Ciò che si guadagna in quantità si perde in qualità.
Ciò che si guadagna in facilità (scambiata per libertà) si perde in sicurezza. L’amore richiede tempo ed energia.
Ma oggi ascoltare chi amiamo, dedicare il nostro tempo ad aiutare l’altro nei momenti difficili, andare incontro ai suoi bisogni e desideri più che ai nostri, è diventato superfluo: comprare regali in un negozio è più che sufficiente a ricompensare la nostra mancanza di compassione, amicizia e attenzione.
In una società di consumatori la “novità” è stata elevata al più alto grado della gerarchia dei valori e considerata la chiave della felicità.
Tendiamo a non tollerare la routine, perché fin dall’infanzia siamo stati abituati a rincorrere oggetti “usa e getta”, da rimpiazzare velocemente.
Non conosciamo più la gioia delle cose durevoli, frutto dello sforzo e di un lavoro scrupoloso.
L’amore non è un oggetto preconfezionato e pronto per l’uso. Quando ciò che ci circonda diventa incerto, l’illusione di avere tante “seconde scelte”, che ci ricompensino dalla sofferenza della precarietà, è invitante.
Muoversi da un luogo all’altro (più promettente perché non ancora sperimentato) sembra più facile e allettante che impegnarsi in un lungo sforzo di riparazione delle imperfezioni della dimora attuale, per trasformarla in una vera e propria casa e non solo in un posto in cui vivere.
“L’amore esclusivo” non è quasi mai esente da dolori e problemi – ma la gioia è nello sforzo comune per superarli.
È affidato alle nostre cure, ha bisogno di un impegno costante, di essere ri-generato, ri-creato e resuscitato ogni giorno.»
(Zygmunt Bauman, “Le emozioni passano, i sentimenti vanno coltivati: sull’amore liquido”)
Un altro grande successo della modernità
L’uomo di oggi non ha più nemmeno una sua filosofia, ha solo alcune parole che gli piacciono più di altre
Stamattina sono felice perché ho trovato 10€ che avevo lasciato nella cover del cellulare, finalmente capisco come si sente l’Italia quando riceve soldi dall’Unione Europea.
In questi due mesi siamo stati sopraffatti da un oceano davvero infinito di cazzate di enorme estensione.
Ma chi è riuscito a dire la più grossa e a fare una gigantescamente unica figura di merda è stato Fiorello, quando ha detto che
bisognerebbe pregare al cesso, cagando su venti secoli di storia, cultura, fede, grandezza e bellezza, oltre che su se stesso, come sempre avviene quando si pronunciano enormità del genere.
Se fossi un esponente del culto più diffuso oggi in Italia e in Europa, il iohounamiareligiositanesimo, lo vorrei subito capo indiscusso a vita.
Una delle cose meno comprensibili delle donne è la smaccata tendenza a obbedire alle regole, sentendosi in colpa ogni volta che non lo fanno, fossero anche banali convenzioni sociali, quando io, se una cosa non la condivido e non la ritengo sensata, non ho alcun problema a violarla senza un nemmeno remoto senso di colpa.
Una delle cose che limita a tutt’oggi ancora molto le donne è la dipendenza dal giudizio altrui, cosa che in noi maschi si presenta esattamente rovesciata, in forma di indipendenza da tale giudizio.
È per questo che il potere conduce ormai da decenni una guerra ai maschi, dal primo di essi, il Padre, a tutti gli altri, e persino al maschile, che può essere presente – o anche no – a prescindere dal sesso. Di «character assassination» ha parlato, a riguardo, persino Claudio Risé.
Volendo far confluire tutte le persone verso una identità sessuale neutra – che in fondo non rappresenta più una identità, ma, all’esatto contrario – di quella identità rappresenta la perdita, il potere vuole ottenere un popolo di persone docili e confuse, come tali bravi consumatori e fedeli elettori.
Ecco perché oggi c’è più che mai bisogno sia del maschile in generale che di noi maschi in particolare perché è con le nostre gambe che può viaggiare il maschile, per quanto una donna possa svilupparlo non potrà mai essere come quello di un maschio. Io stesso ho sviluppato molto il femminile per il mio lavoro di counselor, ma resto sempre un maschio (almeno dall’ultima volta che ho controllato ?).
Il maschilismo, come la femminilità, non sono mai tossici, l’unica cosa tossica, demenziale e criminale è il femminismo.
Il maschilismo in cui credo io è quello degli uomini che cercano di sviluppare quanto più possibile la loro forza fisica e spirituale, per poi metterla a disposizione e a servizio degli esseri più belli e preziosi: le donne.
Oggi il maschilismo è quanto di più necessario.
Viva le differenze con cui siamo stati creati e di cui siamo grati al Padre: sii un vero uomo, sii una vera donna.