Categorie
avvocato risponde

Ho perso la causa e temo sia colpa del mio avvocato: che faccio?

DOMANDA – nel 2017, ho perso una causa civile per vacanza rovinata con non indifferenti danni patrimoniali e morali. In prima istanza la domanda è stata dichiarata inammissibile dal giudice di pace adito, perché non contenuta entro il valore di competenza. Poi su insistenza dei legali che mi hanno assistito la causa è stata riassunta in tribunale, senza spiegarmi che in caso di soccombenza avrei dovuto rifondere tutte le altre parti. Nella fase di trattazione delle prove la testimonianza non è stata ben vista dal giudice il quale ebbe ha richiamare il test. In separata sede chiesi alla mia avvocatessa di transigere. Nonostante ciò, questa preferì continuare il giudizio e nel contempo subentro’ altro giudice il quale, avrebbe dovuto ascoltare la testimonianza delle controparti. A questo punto, questi rinunciavano alla esibizione delle loro prove x test in modo, credo, di evitare il confronto tra i test. Non credo, di essere stato assistito con diligenza e prudenza.

— RISPOSTA – Per sapere se ci sono i presupposti per una responsabilità professionale dell’avvocato che ti ha assistito, bisogna studiare il fascicolo per vedere se sono stati commessi veri e propri errori o se comunque non sono state valutate tutte le alternative nel miglior interesse del cliente.

Va valutata anche la fondatezza della pretesa da te azionata inizialmente, perché alcuni giudici tendono ad escludere il nesso causale tra il «danno» riportato dal cliente per la perdita della causa e la conseguente condanna alle spese legali e il pur presente errore da parte dell’avvocato che l’aveva patrocinato quando la causa, anche in assenza di quell’errore, si sarebbe, con molta probabilità, conclusa ugualmente in modo sfavorevole per mancanza di fondamento della pretesa di base – in questo caso, naturalmente, ci potrebbe essere una responsabilità del legale per non aver avvisato il cliente che la causa non era munita di adeguate basi legali, responsabilità più «sottile» e difficile da dimostrare per svariate ragioni.

La nota positiva è che oggigiorno per legge ogni avvocato deve avere una assicurazione professionale, che tra l’altro deve anche essere indicata, sia per legge che per codice deontologico, al momento in cui si formula il preventivo prima di partire con la causa.

Ad ogni modo, devi valutare se, dopo aver già preso questa «mazzata», vuoi investire in una ulteriore eventuale vertenza, che, già solo come studio e approfondimento per vedere se ci sono i presupposti per agire, richiede qualche ora di lavoro, con il rischio che questo investimento non porti ad un risultato concreto. Naturalmente, occorre la massima prudenza ed agire solo dopo aver verificato bene la situazione.

Se vuoi approfondire ulteriormente la questione, chiama ora lo studio al numero 059 761926 e prenota il tuo primo appuntamento, concordando giorno ed ora con la mia assistente.

Puoi anche acquistare online direttamente da qui: in questo caso, sarà poi lei a chiamarti per concordare giorno ed ora della nostra prima riunione sul tuo caso; a questo link, puoi anche visualizzare il costo.

Naturalmente, se vivi e lavori lontano dalla sede dello studio – che è qui, a Vignola, provincia di Modena, in Emilia – questo primo appuntamento potrà tranquillamente avvenire tramite uno dei sistemi di videoconferenza disponibili, o persino tramite telefono, se lo preferisci; ormai più della metà dei miei appuntamenti quotidiani sono videocall.

Guarda questo video per sapere meglio come funzionerebbe il lavoro con me.

—————

Ti lascio adesso alcuni consigli e indicazioni finali che, a prescindere dal problema di oggi, ti possono sempre essere utili.

• 📧 Iscriviti oggi stesso, in ogni caso, al blog in modo da ricevere, sempre gratuitamente, futuri contenuti come questo, utili per sapere come meglio gestirsi nelle situazioni legali della vita di tutti i giorni. Per iscriverti al blog, vai in fondo alla pagina e inserisci la tua mail nella casellina: ti arriverà una mail cui dovrai dare conferma per attivare l’iscrizione.

• 📺 Iscriviti subito al canale YouTube degli avvocati dal volto umano e al podcast dove trovi altri contenuti, sempre gratuiti e utili per capire come meglio gestire e soprattutto prevenire i problemi legali. Sia nel canale che nel podcast trovi già contenuti molto utili per chi ha un problema legale, che ti invito a guardare o ascoltare.

• 👋 Entra oggi stesso nelle community degli avvocati dal volto umano: su telegram e su facebook e facebook. In questi gruppi potrai chiedere aiuto a me e agli altri avvocati presenti sulle situazioni legali che ti dovessero anche in futuro interessare.

• 🙋‍♀️ Se vuoi, puoi mandare anche tu gratuitamente una tua domanda: compila questo modulo.

• 🎁 Valuta una assicurazione di tutela legale: la prossima volta che incontri un problema potresti gestirlo molto più agevolmente e a costo zero. Questo consiglio è fondamentale: non sottovalutarlo!

• 😍 Metti «like» adesso, se ti è piaciuto questo post, e lascia un commento se vuoi dire la tua, risponderò volentieri; condividi liberamente, in qualsiasi modo, questo post se pensi che possa piacere o interessare a qualcun altro.

• ⚖️ Per caso, sei un avvocato? Iscriviti subito alle potentissime risorse gratuite di «fare l’avvocato è bellissimo». Trovi tutto nella home page del blog, iscriviti a blog, canale youtube, podcast e segnati il numero da chiamare per quando vorrai iniziare a fare coaching con me.

Categorie
diritto

Responsabilità medica e condanna alle spese.

quali rischi può correre una persona che malauguratamente perde una causa per malasanità contro una asl? può essere a sua volta accusato di qualcosa dalla Asl e deve sostenere costi molto alti (periti, spese processuali, avvocati della controparte ecc)?

Chi perde una qualsiasi causa, non solo una causa per responsabilità medica può essere condannato alle spese di soccombenza e, nei casi estremi, per lite temeraria e, ulteriormente, al pagamento di una somma all’erario – queste due ultime voci sono cumulabili e non alternative tra loro. Il riferimento normativo è l’art. 96 del codice di procedura civile.

L’unico sistema, come vado ripetendo da anni e come sanno perfettamente gli iscritti al blog, per tutelarsi di fronte a questo rischio, è quello di avere una polizza di tutela legale – e no, non si può fare a causa iniziata, bisogna averla avuta da prima dell’insorgenza del problema, come tutte le assicurazioni.

Un modo specifico nelle pratiche di responsabilità medica, sulle quali ti invito a consultare la nostra scheda per ridurre molto questo rischio è quello di procedere non direttamente con la causa di merito, ma far precedere la stessa con un ricorso ex art. 696 bis per CTU preventiva dove è davvero difficile rimediare una condanna alle spese e dove si può vedere larga parte del merito del procedimento prima di partire con la causa vera e propria.

Questo è il sistema che uso ormai da anni per questo tipo di vertenze.

Per dire di più circa il da farsi nel tuo caso, bisognerebbe approfondire la situazione e il grado o lo stato in cui si trova attualmente.

Iscriviti al blog per ricevere il post del giorno, tutte le mattine alle sette, con consigli utili e osservazioni come queste.

Categorie
diritto

Avvocato chiede i soldi due volte: possibile?

Per una causa di lavoro, l’avvocato che mi assiste ha presentato un ricorso per decreto ingiuntivo facendosi pagare a priori una fattura che riporta come oggetto “procedimento monitorio” e come voce principale “spese, diritti e onorari assistenza professionale”, Nessuna voce che accenni ad acconto e/o anticipo per qualsivoglia causale.?
Il giudice del lavoro ha successivamente ingiunto la controparte a risarcirmi dei crediti vantati ai quali sommare anche le spese per i compensi legali, che sono in linea con quanto già pagato anticipatamente all’avvocato.?
Tuttavia l’avvocato adesso vanta per suo diritto anche questi compensi legali ingiunti dal giudice, oltre a quelli già riscossi in anticipo.
E’ giusto che paghi due volte per un ricorso per decreto ingiuntivo. e soprattutto come posso difendermi dalla sua insistenza?

Il tema non può essere lo «stalking», almeno a mio giudizio, ma vedere la quantificazione del compenso che ti richiede il legale, se corretta o meno.

Se non avete concordato una tariffa in deroga, cosa per la quale sarebbe stato necessario un contratto scritto (no, la fattura non è un contratto scritto), si applicano i parametri previsti dalla legge.

Te lo ripeto: si applicano comunque i parametri previsti dalla legge per la quantificazione. Non ha nessuna rilevanza quello che hai pagato prima e quello che ha liquidato il giudice in sede monitoriamo che rappresenta solo la parte che il giudice ritiene equo, di tutto quello che puoi aver speso tu, porre a carico del debitore.

Quindi, bisognerebbe, per sapere qual è, almeno approssimativamente l’importo dovuto al tuo legale, calcolarlo sulla base dei parametri, cosa per fare la quale è necessario esaminare in concreto il lavoro svolto dal tuo avvocato.

Questo è un altro lavoro che deve, necessariamente, essere fatto da un altro avvocato. Il mio studio ha un prodotto apposito per questo tipo di situazioni, che trovi descritto in questa scheda.

Come vedrai, anche per compiere questo controllo devi spendere dei soldi, perché è necessario un approfondimento di qualche ora – almeno di solito, magari nel tuo caso si farebbe anche un po’ prima, ma non di molto comunque.

Per cui, può benissimo darsi che non valga la pena spendere questi altri soldi per un controllo che, magari, conduce alla conclusione per cui il compenso richiesto dal tuo legale è semplicemente corretto.

Specialmente se non parliamo di grandi somme ti conviene piuttosto cercare un accordo magari con un piccolo sconto.

Iscriviti al blog per ricevere il post del giorno. Se vuoi approfondire, procedi con l’acquisto del prodotto all’interno del nostro store, assicurati di avere letto bene le indicazioni sopra riportate.

Categorie
diritto

Impugnazioni: attento alla seconda botta!

Hai perso una causa, o una fase processuale, e mediti di fare ricorso, proporre impugnazione, cioè ad esempio reclamo, appello, ricorso per cassazione, ricorso alla CEDU?

La prima cosa di cui devi prendere consapevolezza è che un ricorso è sempre solo un tentativo: non è affatto detto, anche se è statisticamente abbastanza probabile, che il risultato venga cambiato.

Può anche essere che tu spenda ulteriori soldi per fare ricorso e ti procuri un’ulteriore condanna alle spese rispetto a quella che, magari, hai già.

Più in generale, chi subisce una sfortuna nella vita, giusta e ingiusta, deve stare molto attento alla «seconda botta». A molti succede che, mentre si stanno ancora lamentando di ciò di cui sono rimasti vittima, arriva una seconda ondata, spesso peggiore della prima. Accade, ad esempio, per gli infarti, gli ictus, i terremoti e, comunque, anche per le cause.

Per questo, la cosa più importante, quando si riceve un provvedimento negativo o si subisce una sconfitta processuale, è fermarsi e respirare.

Recuperare la calma e, una volta recuperata e raffreddata la mente e l’animo, valutare con cura se ci sono adeguate basi legali per fare ricorso e con quali chances di successo.

Proprio in considerazione di ciò, abbiamo strutturato il nostro lavoro in materia in modo progressiva: prima ti mettiamo a disposizione una consulenza su impugnazione e solo dopo, quando avremo eventualmente verificato la bontà dell’iniziativa che potresti intraprendere, ti possiamo indicare il tipo di ricorso praticabile nel tuo caso.

Tutti questi servizi legali sono stati pacchettizzati, cioè tariffati in modo flat o forfettario. In questo modo, sai sempre esattamente cosa vai a spendere, perlomeno su base annuale.

Quindi chi è genericamente interessato a valutare di fare un ricorso, può innanzitutto acquistare un servizio di approfondimento volto a verificare l’esistenza di adeguate basi legali per farlo. Anche questo a costo e condizioni chiare.

Una volta fatto questo approfondimento, potrai valutare ulteriormente, sulla base della nostra consulenza, l’opportunità di impugnare. Ti diremo quali sono i punti di forza e i rischi, per contro, dell’iniziativa.

Se deciderai di impugnare, potrai acquistare un «pacchetto» tra i prodotti del nostro store legale tariffato in modo forfettario o flat, avendo così anche in questo caso una conoscenza chiara dei costi.

Siamo molto soddisfatti di come abbiamo organizzato questi servizi, tutti peraltro acquistabili on line nel nostro store legale.

Se devi valutare un ricorso, dai un’occhiata ai nostri prodotti, che riportiamo anche sotto per comodità di lettura. In ogni caso, ti raccomando, con l’occasione, di iscriverti alla newsletter del blog, o, se non ti piace la mail, al gruppo Telegram, in modo da non perderti importanti e utili aggiornamenti quotidiani.

Categorie
diritto

Il compenso del mio avvocato è quello stabilito dal giudice?

Ho vinto una causa di lavoro durata 4 anni per il mancato pagamento di 4 stipendi + liquidazione + ferie non godute. Nel frattempo la ditta ha chiuso ed è in liquidazione. Il mio avvocato mi sta richiedendo il pagamento dell’intero ammontare liquidato dal giudice.
Premetto che l’avvocato non mi ha mai fatto avere un preventivo delle spese e comunque non dovrei eventualmente pagare solo la sua parcella scorporandola dalla quota liquidata dal giudice?

Come abbiamo detto già dozzine di volte nel blog, la somma cui il giudice condanna al rimborso la controparte in sentenza non ha niente a che vedere con quella che il cliente è tenuto a pagare al suo avvocato, trattandosi di due aspetti autonomi ed indipendenti tra di loro.

La condanna alle spese contenuta in sentenza indica semplicemente quanto il giudice ritiene opportuno che il condannato rimborsi alla parte vittoriosa, in tutto o in parte, ma può benissimo non corrispondere, e di fatto non corrisponde quasi mai, a quello che è dovuto dal cliente al proprio avvocato per il lavoro svolto.

Questa somma si determina in base al contratto stipulato con l’avvocato all’inizio dell’incarico, per quegli avvocati, come noi, che fanno sempre contratti ad hoc per avere la maggior chiarezza possibile; in mancanza di contratto, sopperiscono i criteri di legge, che sono diversi a seconda di quanto è iniziata la causa, che tipo di attività è stata fatta al suo interno e altre circostanze del caso concreto, per cui, per avere un’idea della congruità della somma che ti richiede il tuo avvocato, dovresti per forza acquistare una consulenza da un altro avvocato che, studiando tutto il fascicolo, ti potrebbe dire quale sarebbe la somma giusta.

A mio modo di vedere, ti conviene senz’altro cercare un accordo con il tuo legale.

Categorie
diritto

Se la condanna alle spese è salata può valer la pena fare appello?

Mio marito e i suoi fratelli hanno perso una causa(rgxxx tribunale di Parma) su impugnazione di un testamento per firma apocrifa. Sono stati condannati a pagare spese processuali per oltre 50000€ ridotti poi a 40000 a seguito di presentazione ns istanza per un errore formale accolta a luglio 2014. Siccome la causa parte nel 2010 il giudice ha considerato la tabella esistente ad agosto del 2012. Scaglione 100000/50000.Sono state applicate maggiorazioni massime e il 20% per la pluralità’ degli attori. La causa ha richiesto due perizie e nessun testimone. Domanda: ritenente nella Vostra esperienza che tali spese siano adeguate per un processo simile o che vista la cifra avrei giusto motivo di appellarmi se ancora in tempo?

È impossibile rispondere ad una domanda del genere senza esaminare la sentenza e il fascicolo del processo, anche per capire quante erano effettivamente le parti dello stesso.

La condanna alle spese, poi, al di là dei parametri previsti dalla legge, risente spesso anche di valutazioni discrezionali da parte del giudice che gli consentono di giostrarsi nell’ambito dei minimi e dei massimi o comunque delle regole previste dalla legge, ed è questo il motivo principale per cui, anche per poter valutare la congruità del capo relativo alle spese, bisogna conoscere i contorni della vicenda e leggere l’intera sentenza e i principali documenti del fascicolo.

Quand’anche ci fossero i presupposti per ritenere scorretta una quantificazione del genere, bisognerebbe vedere quale potrebbe essere la convenienza di impugnare in appello sul solo capo delle spese, ci che rappresenta un passaggio ulteriore nemmeno tanto scontato, anche perché insieme alle spese forse si potrebbe valutare di riproporre anche la questione nel merito – ma qui bisognerebbe, ancora, esaminare il fascicolo di primo grado e soprattutto le prove raccolte.

Visti i valori in ballo, ti suggerirei di approfondire acquistando una consulenza da un avvocato.

Categorie
diritto

Se il sindacato non mantiene la promessa di tenermi indenne dalle spese legali che posso fare?

Ho avuto una brutta esperienza con una vertenza di lavoro intrapresa tramite sindacato e vorrei un parere obiettivo.
Ho intrapreso la causa su suggerimento della Fiom. Mi era stato detto che non avrei dovuto affrontare altri costi e che sarebbe stato tutto a carico del sindacato. TUTTO: sia le spese processuali sia le spese in caso di un’eventuale condanna. Con questi presupposti ho intrapreso la causa.
Ora ho perso la causa. Il giudice mi ha condannata e ora devo pagare la controparte. La cosa assurda, però, è che il sindacato si è rimangiato tutto: non solo non vuole pagare la mia condanna, ma mi dice anche che le spese legali del mio avvocato devo pagarle io! Io purtroppo non ho niente di scritto che dimostri quello che mi è stato detto, come posso fare a dimostrare la verità? Cosa mi consigliate?

È poco verosimile la promessa di un’organizzazione sindacale di farsi carico non solo delle spese di un professionista esterno, ma anche di quelle di soccombenza, che rappresentano un’incognita difficilmente quantificabile.

A fronte, infatti, di che cosa un sindacato dovrebbe assumersi un onere del genere? Considera che se facesse una cosa di questo tipo con tutti i lavoratori finirebbe in fallimento entro al massimo sei mesi.

L’unica soluzione che ti consente di avere una copertura di questo genere, proprio nelle controversie di lavoro dipendente, è ancora una volta la tutela giudiziaria, che ti dà una «forza» che nessun sindacato o anche professionista individuale ti potrà mai dare, visto che copre per contratto anche le spese di soccombenza.

Detto questo, non c’è molto che tu possa fare per far valere quello che ti avevano promesso e così il problema adesso ti è ricaduto in mano nella sua interezza. Infatti, gli accordi sulle spese legali andrebbero sempre fatti per iscritto, fatti a voce non hanno valore per legge e comunque sono poi molto difficilmente dimostrabili.

Intanto bisognerebbe vedere la sentenza e valutare le eventuali possibilità di impugnazione, che possono avere rilevanza anche in questo momento, dedicato a risolvere il problema del pagamento delle spese legali proprie e dell’avversario.

A parte questo, probabilmente, l’approccio migliore per risolvere concretamente il problema è ancora quello negoziale. Per fare questo, ti serve un bravo avvocato di cui tu possa avere fiducia e con il quale si possa instaurare un rapporto basato sulla massima chiarezza possibile.

Categorie
diritto

Se vinco la causa ma controparte non paga le spese legali devo farlo io?

Ho vinto una causa con una persona la quale è stata condannata dal tribunale non solo a pagarmi quanto dovuto ma anche a pagare le spese legali del mio avvocato. Il risultato è che la persona in questione risulta nullatenente e l’avvocato mi ha mandato il conto da saldare. Sono riuscita a pagare 2.000 euro (incassati senza darmi nessuna ricevuta) ed ora l’avvocato vuole il saldo. Io non posso assolutamente pagare il resto sia perchè non ho la disponibilità ma anche perchè mi è stato detto che la parte soccombente e cioè il mio debitore dovrebbe pagare visto che così è` stato deciso dal tribunale e quindi il mio avvocato dovrebbe rifarsi sulla parte soccombente e non su di me. Per favore potrebbe darmi un suo parere legale vivo all’estero e non so proprio a chi rivolgermi per aiuto e consiglio.

Purtroppo sei tu che devi pagare, sei stata tu a incaricare il tuo avvocato e il rapporto c’è con te, tra te e lui. Quello che controparte è stata condannata a rimborsarti non ha alcuna rilevanza nei rapporti interni con il tuo legale, che ti può benissimo chiedere peraltro anche di più di quell’importo che il giudice, in sentenza, ha messo a carico di controparte. Per maggiori dettagli su questi aspetti, puoi vedere questo nostro post precedente.

Naturalmente, puoi controllare che la parcella che ti ha mandato sia esatta, nei modi indicati sempre in questo nostro precedente post. E puoi ovviamente valutare la qualità del lavoro di assistenza che è stato svolto.

Queste situazioni, peraltro, andrebbero evitate valutando, prima di fare la causa e non dopo, la solvenza di controparte e, per quanto riguarda le spese legali, munendosi di una adeguata forma di tutela giudiziaria.

Allo stato, non ti resta, a mio giudizio, che negoziare con il tuo legale per vedere come sistemare la situazione nel modo più adeguato. Ovviamente la fattura te la devi far fare in occasione di ogni pagamento e dovrà anche essere regolarmente quietanzata (con la scritta «pagato» e simili).

Categorie
diritto

Ho perso una causa e mi trovo da pagare una barca di soldi.

Ho perso una causa, dove tra l’altro avevo anche ragione. Il giudice mi ha condannato a pagare anche le spese dell’avvocato di quell’altro, sono una enormità di soldi, non c’è niente da fare?

Confermo innanzitutto che le cause si possono benissimo perdere anche quando si ha ragione, esattamente così come una squadra molto più forte sulla carta può perdere un incontro o una partita.

Un contenzioso, infatti, rappresenta sempre un’incognita: può venire a mancare la disponibilità di un documento “probatorio” su cui si faceva affidamento, può esserci una deposizione di un teste più incerta di quel che si sperava, possono verificarsi problemi e ingorghi procedurali, decadenze o prescrizioni, interpretazioni particolari della legge e così si finisce per perdere, quando invece si sentiva di avere ragione e magari la si aveva davvero.

Quando si perde, se il giudice non stabilisce che ognuno si paga il suo avvocato (compensazione delle spese), ci si trova, con niente in mano o magari con dei soldi da pagare a controparte, a dover affrontare una bella “zuppa” quanto a pagamenti di spese legali. Oltre che compensare il proprio legale, si deve pagare anche il legale avversario. Si può anche fare appello, se la sentenza è di primo grado, ma intanto bisogna pagare. La media, in questi casi, per una causa di Tribunale è di 4-5000 euro di spese, per ogni legale, con non rari picchi superiori, con la conseguenza che una persona può ritrovarsi a pagare mediamente anche 10.000 euro in caso di sconfitta in una causa, per non avere concluso niente.

Per questi motivi, è a mio giudizio assolutamente indispensabile al giorno d’oggi, sia per i privati che per le imprese, disporre di una adeguata forma di tutela giudiziaria, grazie alla quale, in caso di sconfitta, le spese legali sono sopportate dalla compagnia di assicurazione e non dalla parte stessa.

In questo modo, qualsiasi contenzioso può essere affrontato molto più serenamente, evitando i paradossi come quelli del nostro lettore, che alla fine lasciano sempre il segno. Purtroppo, la tutela giudiziaria, come tutte le assicurazioni, va stipulata prima che insorga il problema, farlo dopo avere preso la batosta non servirebbe a niente. Nel caso del lettore, pertanto, se non c’è tutela l’unica è provare a negoziare la rinuncia ad una parte di spese verso magari la rinuncia alla proposizione dell’appello, sempre che vi siano buoni motivi per presentarlo.

A livello, invece, di gestione concreta del problema, l’unico approccio consigliabile è quello negoziale, sia col proprio legale che con la controparte: concordare pagamenti dilazionati, ad esempio, oppure anche, all’opposto, disponendo di liquidità ottenere uno sconto in cambio del pagamento tutto e subito.

Se vuoi, invece, valutare un’eventuale impugnazione, ti consigliamo di leggere questo altro post, dove approfondiamo il problema. Quanto ai costi di un ulteriore grado di giudizio, ogni avvocato può praticare le sue tariffe, per cui ti conviene sempre chiedere un preventivo. Noi per appello e ricorso in Cassazione abbiamo definito tariffe flat, o a forfait, che puoi trovare indicate nel nostro listino. Ricordati però che l’impugnazione di norma non sospende l’efficacia della sentenza di grado precedente: devi intanto pagare, poi le somme ti saranno restituite solo se eventualmente vincerai il secondo grado. Per evitare questo si può tentare un’istanza di sospensione, ma non c’è nessuna garanzia di accoglimento.