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Dipende omette di pagare prodotti: che succede?

DOMANDA – Sono una dipendente di nova coop ..mi capita spesso di fare la spesa nel supermercato dove lavoro .. Prendo sempre il “salva tempo”avendo due bimbi mi aiuta a nn fare code.. l’atro gg sono andata a fare la spesa e mi sono dimenticata di sparare 2 prodotti .. ovviamente mi hanno subito fermata ..ma il mio è stato un errore umano nn di certo per rubare . Ora la mia domanda è posso rischiare il mio posto di lavoro? Sono dipendente da oltre 15 anni e nn ho mai avuto nessun problema. La mia è stata una pura dimenticanza . Mi hanno sospesa per 15 gg … E già mi Sembra eccessivo

— RISPOSTA – La domanda, come spesso accade, non ha molto senso, quello che devi chiederti è invece come puoi gestire al meglio la situazione in cui ti trovi adesso.

In tale situazione, peraltro, ci sono due profili potenzialmente rilevanti: uno relativo al rapporto di lavoro e un altro relativo ad un eventuale processo penale che potrebbe nascere se l’amministrazione del supermercato decidesse di sporgere denuncia o non l’avesse, magari, già fatto.

So che per una dimenticanza è una cosa un po’ pesante, ma l’unico modo per gestire una situazione di questo genere è incaricare subito un bravo avvocato che si occupi del problema mettendo in fila le varie cose da fare.

Innanzitutto bisogna rispondere, nel termine molto breve previsto dalla legge, alla contestazione e alla sanzione disciplinare che ti hanno applicato, perché la tua strategia e linea difensiva deve essere valida, efficace e coerente sin da queste prime battute.

Poi va seguito il profilo relativo al lavoro e vanno svolti gli opportuni accertamenti anche per quanto riguarda possibili rilevanze penali.

Se vuoi approfondire ulteriormente la questione, o incaricarmi già di svolgere questo lavoro, chiama ora lo studio al numero 059 761926 e prenota il tuo primo appuntamento, concordando giorno ed ora con la mia assistente.

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Naturalmente, se vivi e lavori lontano dalla sede dello studio – che è qui, a Vignola, provincia di Modena, in Emilia – questo primo appuntamento potrà tranquillamente avvenire tramite uno dei sistemi di videoconferenza disponibili, o persino tramite telefono, se lo preferisci; ormai più della metà dei miei appuntamenti quotidiani sono videocall.

Guarda questo video per sapere meglio come funzionerebbe il lavoro con me.

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Ti lascio adesso alcuni consigli e indicazioni finali che, a prescindere dal problema di oggi, ti possono sempre essere utili.

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Tim business sempre più magico 🚀.

Ti aggiorno sulla mia situazione giga e telefonia, di cui al precedente post della scorsa settimana.

Ho telefonato tutti i giorni al servizio 191 per gli utenti business.

Ogni volta ho trovato un operatore che ha capito il problema, detto che ho ragione, promesso che, al massimo il giorno dopo, il servizio sarebbe stato ripristinato, con tante scuse da parte dell’azienda e così via.

Il servizio, tuttavia, non è mai stato ripristinato.

Al momento, non posso né telefonare, né connettermi alla rete, come se fossi un cliente moroso, quando invece i miei pagamenti sono tutti regolari. Oltre che per i servizi mobili, sono loro cliente, peraltro, sia per la fibra in studio che per la fibra a casa e dunque infilo loro in gola ogni mese un certo numero di euro.

Ho ovviamente fatto presente che la connessione non mi serve per vedere netflix, che tra parentesi detesto, ma per lavorare e cioè per fare appuntamenti tramite zoom, telefonia gsm e voip, come é del resto normale che sia se uno sottoscrive un contratto di tipo business e non per privati.

Non c’è stato niente da fare.

L’ultima operatrice con cui ho parlato, più indignata di me, mi ha giurato sui suoi figli che mi avrebbe richiamato il giorno dopo, cosa che però poi non è avvenuta tanto che sono preoccupato, adesso, sia per lei che per i suoi figli.

Qui non è Tim ad essere inaccettabile, il fatto è che un problema del genere sarebbe potuto capitare, e sono sicuro che capita, a tutti i clienti di qualsiasi operatore telefonico italiano.

Nel nostro paese, infatti, la liberalizzazione dei servizi telefonici ha comportato la compresenza di diversi player, nessuno dei quali tuttavia é ad oggi in grado di offrire un livello di servizio minimamente accettabile.

Sì certo, tu hai q-lophon e non hai mai avuto dei problemi, ma il punto é che é solo un caso. Se domani smetti di poter telefonare e di connetterti alla rete, potresti trovarti in una situazione identica alla mia in cui tutti dicono che hai ragione, anzi ragionissima, ma nessuno fa un razzo.

Tutte le telefonate col 191 sono registrate, naturalmente, compresa quella di attivazione del contratto poi totalmente inadempiuto da Tim.

A proposito, per registrare le chiamate, dopo che google – altra azienda priva da sempre di una visione con un minimo di validità – ha inibito la possibilità di farlo alle applicazioni di terze parti, bisogna sfruttare le app di telefonia del proprio produttore: col mio Note 10+ (sì, uso ancora un telefono di 4 anni fa e spero di continuare il più a lungo possibile) é stato sufficiente inserire una sola volta una SIM thailandese per sbloccare la relativa funzione. Altro modo per registrare le chiamate é quello di usare una
applicazione VoIP come zoiper.

Appena possibile metterò le chiamate registrate online così ognuno potrà divertirsi a sentire le risposte del servizio clienti.

Nel frattempo, lato pratico – siccome i miei assistiti fanno affidamento su di me – mi sono procurato una SIM di un altro operatore con 300 giga mensili e un router portatile.

Lato legale invece ho fatto un esposto all’agcom.

A questa autorità, infatti, possono ricorrere, grazie a Dio, non solo i celebri «consumatori», ma anche i professionisti come me e gli imprenditori, cioè le utenze business appunto.

Mi sembra molto giusto, non è che si possa consentire alle imprese di telecomunicazioni di vessare una determinata categoria di clienti solo perché di natura professionale. Del resto, noi utenti business di fronte a situazioni come la mia e ai mille altri disservizi siamo indifesi esattamente come un consumatore.

All’agcom ho potuto allegare tutta la documentazione del caso, tra cui anche i files mp3 delle telefonate registrate, previa conversione da m4a con hazel e ffmpeg.

Una cosa carina di questa procedura di esposto ad agcom é che, subito dopo averla instaurata, puoi chiedere anche un provvedimento cautelare, nei casi, come il mio, in cui il servizio é interrotto completamente.

Ovviamente, ho chiesto anche il provvedimento cautelare. Promettono una risposta entro 10 giorni, staremo a vedere.

Se non risolverò in sede agcom, farò una causa legale facendomela finanziare e assicurare dalla mia compagnia di tutela legale.

In ogni caso, verrò risarcito.

Nel frattempo, siccome da un lato conosco il paese in cui vivo e, dall’altro, ho delle responsabilità verso i miei clienti, che hanno bisogno di parlare con me, mi sono arrangiato per garantire comunque il servizio, cosa che come cennavo nel post della settimana scorsa é frutto di un mindset preciso orientato a fare comunque il lavoro, mindset che posso avere solo in quanto, nonostante tutto, il mio lavoro mi piace.

Se vuoi restare aggiornato sulla vicenda ti raccomando di iscriverti al blog degl avvocati dal volto umano, dove metterò tutto il materiale.

Rock n’ roll.

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Sinistra brum brum.

Le città a 30 km/h sono l’ennesimo frutto marcio della psicopedagogia e degli insegnamenti della sinistra, basati sulla individuazione dei mali del mondo nell’uomo, nella sua voglia di possedere una casa, i beni essenziali, una macchina e usare tutto ciò di cui dispone in modo normale.

Naturalmente, questa psicopedagogia demenziale e ipocrita non attecchirà mai, perché la società, per quanti idioti possa mai contenere al suo interno, possiede una sua stabilità e impermeabilità inerziali rispetto alle boiate che possono essere volta per volta partorite dalla classe che vorrebbe dirigerla.

Tutti, dunque, continueranno, salvo grazie a Dio alcune eccezioni, a viaggiare alla velocità più opportuna a seconda delle condizioni della strada, del meteo, del veicolo e di tutte le altre circostanze, velocità che in alcuni casi sarà sicuramente superiore ai 30 che si vorrebbero imposti, ma in molti altri sarà anche inferiore, essendo esperienza comune di tutti quella per cui, in determinate situazioni stradali, si debba procedere ancora più lentamente.

Gli unici effetti che produrrà sulla realtà questa demenziale tendenza delle città a 30 km all’ora saranno che i politici di sinistra potranno continuare a vantare una loro presupposta superiorità etica e morale, esattamente come i vegani, in realtà totalmente inesistente e che ci saranno molte persone che prenderanno più multe, perché «la legge é legge», come si diceva già ai tempi di Hitler.

Per certo, tra quelli che prenderanno una multa di 150€ perché andavano ai 42 sui viali a Bologna ci saranno anche degli stagisti o delle partite iva che, grazie alla totale assenza di politiche di tutela del lavoro da parte della sinistra che avrebbe invece dovuto proteggerli, ricavano mensilmente uno stipendio di 7/800€.

Ma gli amministratori e la polizia municipale da loro sguinzagliata non desisteranno e diranno che sono tutte persone che hanno commesso «infrazioni», che non hanno a cuore la sicurezza stradale e quindi dei pericoli pubblici, quando invece l’unica cosa di cui sono responsabili é appunto il desiderio di avere un’auto e usarla per lo più per accedere e recedere dal lavoro.

Non ci sarà pietà per loro, perché la pietà dei sindaci di sinistra é oggi riservata solo agli omosessuali che si sono fatti fabbricare un bambino all’estero e poi lo hanno costretto in una famiglia
omogenitoriale, facendogli perdere per sempre la figura del padre o della madre.

Per loro la legge si infrange spesso e volentieri, e a favore di telecamera e di social, mentre per il pensionato a 800€ al mese dopo quarant’anni di lavoro che andava ai 35 con la Panda mi dispiace ma non può che applicarsi.

Nel nome del bene superiore, che solo chi dirige la sinistra in Italia può conoscere, i soldi di quelle infrazioni verranno poi versati ai comuni in modo che possano pagare un contributo affitto all’ultimo clandestino sbarcato a Lampedusa, in modo che possa fare concorrenza sul mercato del lavoro a chi risiede stabilmente e regolarmente in Italia.

A fine anno, gli amministratori presenteranno delle statistiche in cui dimostreranno che il numero di incidenti é diminuito del 5,03%, in realtà dovute a fattori completamenti diversi, tra cui il fatto che molti saranno costretti a rinunciare all’automobile, ma non importa.

Chi vota sinistra avvelena anche te: digli di smettere.

Rock n’ roll.

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I giga non finiscono mai.

In questi giorni, sto avendo un problema tecnico amministrativo con tim, che non mi sta facendo accedere alla rete nonostante io abbia un contratto con giga illimitati.

Ho già chiamato il servizio clienti e parlato con due addetti che capiscono tutto e mi danno ragione su tutto – ho rinnovato l’offerta per i giga illimitati a giugno – ma il problema non si risolve.

Per questo, é importante per chi come me lavora anche in
villeggiatura, con la ormai nota formula “aperto per ferie”, avere sempre e comunque una soluzione di backup.

Nel mio caso, la soluzione tampone è quella di avere un cellulare dual SIM, con una seconda SIM Iliad con 30 giga a disposizione (che diventeranno 150 a inizio mese prossimo), che é appunto ciò che sto utilizzando in questo momento per collegarmi e fare quel paio di appuntamenti che faccio ogni giorno.

Naturalmente, se anche questo non dovesse essere sufficiente, ci sarebbe sempre la possibilità di utilizzare i giga di un familiare tramite hotspot e, se anche quest’altro sistema non fosse praticabile, di accedere al WiFi di un punto pubblico con un minimo di efficienza – non sono sufficienti, ad esempio, i collegamenti offerti dagli stabilimenti balneari che non offrono banda adeguata per riunioni zoom e cose del genere.

Per chi offre servizi professionali, non è consentito utilizzare scuse, bisogna sempre trovare delle soluzioni.

Peraltro, se sei orientato alle soluzioni, esse vengono fuori come da sole, mentre se ti concentri solo sui problemi tendi a vederle sempre meno.

Per essere orientato verso le soluzioni, la cosa assolutamente indispensabile é amare, almeno un minimo, il tuo lavoro.

Rock n’ roll.

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avvocato risponde

Videoterminalista: se valutazione del medico del lavoro non va bene?

DOMANDA – 2 anni fa, in quanto considerata videoterminalista, sono stata costretta a sottopormi alla relativa visita del lavoro. Il tecnico che però avrebbe dovuto effettuare l’esame, sentito che lavoro al VDT per meno di 20 ore a settimana su un orario di 36, ha detto che non sono tenuta ad effettuare l’esame. Così il medico del lavoro, dopo aver fatto domande, anche su sua ammissione, non pertinenti alla mansione e per le quali ad un certo punto mi sono rifiutata di rispondere mi ha dato un certificato praticamente bianco, con la periodicità errata: 2 anni anziché 5, pur senza prescrizioni ed under 50. Ora non l’ho impugnato per scarsa fiducia in chi dovrebbe esaminare il ricorso e perché sarei andata a contestare un numero e non un giudizio di idoneità. Ora, passati 2 anni temo di essere riconvocata mio malgrado. Potranno sanare l’errore o dovrò soccombere? Per ultimo, se e chi controlla i medici competenti?

— RISPOSTA – Ti consiglierei, nel caso tu fossi riconvocata, di tentare di spiegare l’accaduto, insieme alle tue ragioni, al medico con cui farai l’eventuale nuova visita.

Nel caso in cui non si riuscisse a trovare una soluzione, una volta terminata la visita il primo passo, a mio giudizio, è quello di rivolgerti ad un avvocato per contestare sia questo eventuale episodio, sia quello precedente, tramite una formale diffida inviata all’ente.

Una volta fatto questo, per il prosieguo si valuta in base a quello che accade, ma prima di pensare ad iniziative più «importanti» che a volte possono essere impegnative anche per te è bene passare per la fase preliminare della diffida e vedere se possibile svolgere un po’ di trattativa.

Se non dovessi essere convocata, puoi anche ipotizzare una diffida, che anche se tardiva è comunque meglio di niente, rispetto alla visita già effettuata in passato: è importante che le tue contestazioni rimangano per iscritto.

Se vuoi approfondire ulteriormente la questione, o incaricarmi già di svolgere la trattativa, chiama ora lo studio al numero 059 761926 e prenota il tuo primo appuntamento, concordando giorno ed ora con la mia assistente.

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Naturalmente, se vivi e lavori lontano dalla sede dello studio – che è qui, a Vignola, provincia di Modena, in Emilia – questo primo appuntamento potrà tranquillamente avvenire tramite uno dei sistemi di videoconferenza disponibili, o persino tramite telefono, se lo preferisci; ormai più della metà dei miei appuntamenti quotidiani sono videocall.

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Offese al datore in gruppo whatsapp: cosa si rischia?

> Ho detto al mio datore di lavoro che fa schifo; lo ho detto in una chat privata con 15 contatti ma ho parlato in terza persona e non ho fatto nomi, il motivo del mio sfogo e’ che paga gli stipendi il 20 del mese successivo, cosa rischio?

1. Se non hai fatto nomi, non rischi in teoria di essere processato per diffamazione, salvo che il destinatario non sia ugualmente identificabile con certezza. ll reato di diffamazione in Italia non è stato depenalizzato, a differenza dell’ingiuria, che oggi rappresenta soltanto un illecito civile. La diffamazione consiste nel ledere l’onore e la dignità di un’altra persona in senso oggettivo, ovvero screditandola agli occhi della società, con l’intenzione di manifestare disprezzo nei suoi confronti.

2. In ogni caso, è importante considerare che anche se non hai fatto nomi, il tuo datore di lavoro potrebbe intuire che sei stato tu a parlare male di lui e questo potrebbe causare una rottura del rapporto lavorativo.

3. Se il tuo datore di lavoro decide di licenziarti, puoi tentare di presenta un ricorso per assenza di presupposti relativi.

4. È importante che tu sappia che non puoi essere licenziato solo perché hai espresso un’opinione contraria al tuo datore di lavoro, anche se la volontà di manifestare disprezzo può essere rilevante.

5. Se il tuo datore di lavoro decide di prendere provvedimenti disciplinari nei tuoi confronti, ha il dovere di spiegare i motivi e di spiegare quale sarebbe stato il comportamento corretto da seguire.

6. Inoltre, se decidi di presentare un ricorso, è importante che tu abbia delle prove documentate per dimostrare la tua posizione.

7. In ogni caso, è importante che tu sappia che il ritardo nei pagamenti degli stipendi non è un comportamento legale e puoi sempre rivolgerti ad un avvocato, cosa che è sempre preferibile rispetto al fare dichiarazioni in un gruppo whatsapp.

Per vedere se il tuo datore di lavoro ti ha denunciato, puoi fare un’istanza del 335.

Se vuoi approfondire ulteriormente la questione, o incaricarmi di fare l’istanza, chiama ora lo studio al numero **059 761926** e prenota il tuo primo appuntamento, concordando giorno ed ora con la mia assistente; puoi anche acquistare direttamente da [qui](https://blog.solignani.it/assistenza-legale/consulenza/): in questo caso, sarà poi lei a chiamarti per concordare giorno ed ora della nostra prima riunione sul tuo caso; a questo link, puoi anche visualizzare il costo.

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Guarda questo (https://youtu.be/ksoPba2DM1A) per sapere meglio come funzionerebbe il lavoro con me.

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Minacce sul luogo di lavoro: cosa fare?

L’altro giorno durante il mio turno dei bimbi insieme al genitore hanno rubato alcuni dolci ,ed è stato fatto davanti ai miei occhi.
Al momento del pagamento questa merce messa nella tasca del giubbotto non mi è stata passata in cassa.
C’era con me anche il mio superiore, e abbiamo cercato di tenere d’occhio la situazione.
Dopo un po il padre mi paga la spesa (non la merce rubata ) saluta ,lascia i bambini in negozio e si dà il.cambio con la madre ,rifanno il giro del negozio ,tentano i bambini di prendere altra merce (non riuscendo probabilmente) e la madre viene in cassa a pagare 2 cose che aveva preso ,quando mi dice con aria strafottente questo lo.hanno già pagato indicando la merci che i bambini avevano in braccio ,le.chiedo di parlarle ,dicendo che una delle bambine innavvertitamente ha preso dei dolci,morale della favola ora la signora vuole denunciare me,e mi minaccia mentre lavoro ,può farlo ?

Ti consiglierei di far scrivere una diffida ad un avvocato a questa persona in cui le si intima di cessare questi comportamenti, sotto pena, in difetto di iniziative anche giudiziarie nei suoi confronti.

È importante, nel fare questo, che tu ti coordini con il tuo datore di lavoro.

Puoi provare a parlare tu con il tuo datore di lavoro oppure puoi chiedere all’avvocato cui rivolgerai di stabilire questo contatto e fare questo confronto sul punto.

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Transazione e spese legali: chi le paga?

mi trovo in questa situazione;
A maggio del 2022 con il mio legale siamo giunti ad un accordo con il mio ex datore di lavoro, in quanto a seguito di dimissione non mi ha corrisposto le spettanze relative lo stipendio, ferie, roll 14esime, rateo 13esima ecc.
Per un ammontare di quasi 9000 euro.
A seguito di decreto ingiuntivo e pignoramento ( dal quale non abbiamo ottenuto nulla, in quanto i conti in rosso) si è giunti ad un accordo nel quale il debitore si impegnava a risarcire in modo dilazionato compreso le spese del mio legale.
I pagamenti per i primi 3 mesi sono avvenuti e nemmeno in modo regalare, negli ultimi due mesi silenzio totale, non ho ricevuto nessun bonifico.
Ad oggi il legale mi chiede di dover saldare entro giorno 10 l’importo ( che avrei dovuto pagare io, dietro pagamento spettante da parte dell’ex datore di lavoro)
Come ci si comporta in questo casi?
Se non ho ricevuto le somme devo obbligatoriamente pagare il tutto entro quella data?

In una situazione come questa, mi sentirei di fare le seguenti osservazioni.

  1. Innanzitutto, comprendo perfettamente la situazione che stai affrontando.
  2. Il decreto ingiuntivo e il pignoramento hanno permesso di giungere ad un accordo per il risarcimento delle spettanze dovute.
  3. La parte debitrice ha onorato i 3 mesi di pagamento, ma da due mesi a questa parte nulla è stato più ricevuto.
  4. La data fissata dal tuo legale per il pagamento delle somme dovute deve essere rispettata.

  5. Tuttavia, considerando la situazione, è possibile provare a contattare l’ex datore di lavoro, cercando di ottenere una dilazione del pagamento.

  6. Se l’ex datore di lavoro non risponde o non è disposto ad accogliere la richiesta, potresti valutare l’eventualità di una causa civile, nella quale verranno riconosciuti i tuoi diritti.

  7. Nel frattempo, se non riesci a trovare un accordo con l’ex datore di lavoro, potresti richiedere un finanziamento al tuo istituto bancario per saldare il debito con il tuo legale.

  8. In alternativa, potresti valutare la possibilità di un finanziamento a breve termine tramite un istituto finanziario specializzato.

  9. In ogni caso, è importante che tu sia in regola con il pagamento delle spese del tuo legale.

  10. Ti consiglio quindi di contattare immediatamente il tuo legale per discutere insieme la situazione.

Se vuoi essere assistito da me nel negoziare col tuo legale, chiama lo studio al numero 059 761926 e prenota il tuo primo appuntamento, concordando giorno ed ora con la mia assistente.

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Naturalmente, se vivi e lavori lontano dalla sede dello studio – che è a Vignola, provincia di Modena, in Emilia, questo primo appuntamento potrà avvenire tramite uno dei sistemi di videoconferenza disponibili, o anche tramite telefono, se lo preferisci. Per inviarmi i documenti, potrai usare questa semplice guida.

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Mobbing: quanto tempo occorre perché ci sia?

Ho una domanda sul mobbing. Ho un lavoro precario presso una pubblica amministrazione, il contratto, durato 1 anno e mezzo e rinnovabile, scade a fine mese. Da poco è arrivato un nuovo capo, che da subito mi ha chiesto di scrivere una lettera “strana”, cosa che io ho rifiutato. Da quel momento, quando gli uffici sono pressoché vuoti viene ad inveire per questioni inutili relative al lavoro giornaliero, svolto come sempre da quando sono lì, ritenuto ineccepibile e che mai ha suscitato polemiche o discussioni di sorta. Su whatsapp incomincia ad aizzarmi contro i colleghi sostenendo che mando note di cui non conosce l’esistenza (e che invece ha scritto lui), e quando arrivo sento che mi buffona. Lo fa solamente con me perché a causa della precarietà sono ricattabile e probabilmente farà saltare il rinnovo del contratto. Il personaggio è arrivato da una quindicina di giorni e fa così da circa una settimana. Quanto tempo ci vuole per essere considerato mobbing?

Non ci sono criteri rigidi, tassativi e predeterminati, soprattutto valevoli per qualsiasi situazione.

La valutazione circa l’esistenza di un fenomeno di persecuzione sul lavoro, o mobbing, è un giudizio che spetta, in ultima analisi, all giudice davanti al quale porti il tuo caso, pur ovviamente dopo aver fatto una valutazione preliminare tramite il tuo avvocato, che è destinata ad essere solo di massima e può in seguito trovare conferma o meno.

Per contro, non è certo richiesta con rigore una unità minima di tempo, dal momento che potrebbe esserci mobbing anche dopo un periodo relativamente breve, a condizione che le condotte, ad esempio, siano per converso gravi e presentanti tutti i requisiti di quelle persecutorie.

Non so onestamente che cosa ti convenga fare in una situazione come quella che hai descritto e, soprattutto, quale sia il tuo interesse al rinnovo del contratto o meno.

Al momento, l’unica iniziativa legale ipotizzabile è quella di una diffida di contestazione di tutte queste condotte illegittime, per valutare poi in seguito se e come utilizzarla in una vertenza magari più ampia.

Va da sé che devi valutare con molta prudenza questa ipotesi, data la situazione.

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riflessioni

20 cose su come investire su di un bravo avvocato.

1) La tariffazione a tempo é uno dei modi di tariffare degli avvocati, di molti altri liberi professionisti e, in realtà, viene usato come base anche per la retribuzione dei lavoratori dipendenti, che é di solito oraria.

2) É l’unica forma di tariffazione ipotizzabile quando il lavoro che si deve svolgere é ancora indeterminabile per tipo e durata: in questi casi, il cliente «acquista» una o più ore del tempo e dell’attenzione dell’avvocato, almeno sino a che la situazione non sarà più chiara e sarà possibile tariffare il lavoro successivo a corpo, a forfait o flat.

3) Se un cliente viene per una situazione di crisi di coppia, non si sa ancora se ci sarà una separazione e nemmeno, nel caso vi sia, se la stessa sarà consensuale o giudiziale: si inizia a lavorare sulla situazione, con tariffazione ad ore, poi se si arriverà ad una consensuale si potrà applicare la tariffa a corpo per l’intera pratica.

4) É fondamentale che il cliente comprenda che con la tariffazione a tempo acquista il tempo e l’attenzione di un avvocato e che queste energie sono diversissime da professionista a professionista.

5) Per questo, é importante scegliere un professionista la cui attenzione sul tuo caso sia di valore: una persona che per modi di vedere le cose, preparazione, esperienza, professionalità, onestà e serietà pensi che possa realmente aiutare il tuo caso versandovi la sua attenzione e dedicandovi il suo tempo.

6) Noi avvocati non abbiamo idea di cosa ti consiglieremo di fare per il tuo caso sinché non ti abbiamo ascoltato e abbiamo riflettuto su quello che ci hai detto: é un lavoro che si fa insieme, man mano che procede l’approfondimento del tuo problema.

7) É solo dedicando tempo ed attenzione al tuo caso che ci verranno le idee necessarie, utili e opportune circa la strategia migliore per affrontare la tua situazione: come un meccanico capisce cosa non va solo quando inizia a smontare il motore della tua auto, anche noi avvocati non possiamo avere risposte preliminari, ma enucleare idee man mano che parli con noi e ci fai vedere i documenti del tuo caso.

8) Tutte le volte che si inizia un lavoro su di un problema legale si parte con la tariffazione oraria, perché molto raramente si può sapere prima che cosa c’è da fare, quindi il lavoro inizia sempre con l’avvocato e il cliente che si siedono insieme e iniziano a ragionare sulla situazione.

9) Questo è e resterà sempre un lavoro di alto artigianato e di profonda umanità e non potrà mai essere sostituito da alcun tipo di intelligenza artificiale. L’avvocato deve essere un umanista.

10) Si sceglie un avvocato non in base alla presunta specializzazione, che é il nulla, ma in base alla convinzione, o più spesso anche solo sensazione, che sia quella persona che potrebbe avere l’idea giusta per sbloccare, o trattare o lenire, la tua situazione e il tuo problema e che, inoltre, si comporterà con te in modo onesto e leale, evitando di farti adottare iniziative che potrebbero esserti più dannose che utili.

11) Le idee strategiche che ti servono per trattare la tua situazione l’avvocato non le prende, se non in minima parte, dai suoi studi di diritto: grazie a Dio, la maggior parte delle vertenze non si risolve applicando il diritto, ma in maniere molto più elastiche e creative.

12) L’avvocato «più bravo» non esiste. Semplicemente é un mito creato da alcuni clienti che volevano alternativamente essere rassicurati o pavoneggiarsi. Se mai esistesse, peraltro, sarebbe un avvocato che starebbe sul gozzo ai giudici, a quasi tutti, quindi assumerlo potrebbe essere di molto poco giovamento.

13) La verità è che l’avvocato viene scelto per risonanza, come tutte le altre persone con cui si entra in relazione nella vita: scegli quello che ti «sembra» bravo, preparato, onesto, leale, ma ti sembra così perché risuoni con lui.

14) L’avvocato deve darti la sensazione di essere quella persona che può darti il punto di vista che ti manca per guardare in modo più funzionale ed efficace alla tua situazione: un paio di occhiali nuovi con cui guardare il tuo mondo.

15) Questa cosa é fondamentale perché nel 90% dei casi il tuo problema legale sei tu stesso che te lo sei attirato o creato col tuo modo di essere, vivere e guardare alla realtà: dunque la prima cosa che ti serve é un cambio di prospettiva.

16) L’avvocato é dunque qualcosa di molto diverso da quel tecnico che oggi si vorrebbe che fosse: una specie di juke-box in cui infili una monetina e lui inizia a suonare la canzone che hai scelto.

17) Se vuoi iniziare a trattare il tuo problema, devi accettare di entrare in una relazione autentica con il tuo avvocato, per quanto la cosa possa all’inizio sembrarti strana, sgradevole o persino pericolosa, una relazione fatta di colloqui di persona, via videocall o telefono e mai di mail, whatsapp e altri surrogati del genere.

18) Avvocati e clienti sono entrambi insopportabili, ma la sfida é proprio quella di riuscire ad andare oltre questa insopportabilità per portare qualcosa di nuovo e autentico nei tuoi problemi e nella tua vita, vita che non è fatta solo di relazioni con persone con cui è facile stare in relazione…

19) Ecco dunque il vero costo di incaricare un avvocato: non solo devi pagare una tariffa oraria in denaro, ma devi anche investire il tuo tempo per lavorare con lui ed essere disposto a condividere sempre con lui fatti della tua vita a volte anche molto intimi e di cui altrimenti non parleresti volentieri.

20) Tutto ciò é tuttavia necessario per sbloccare le situazioni legali, spesso con enormi risvolti personali – pensa ad esempio ad una separazione, in cui ti trovi coinvolto: é un investimento che vale la pena di fare, piuttosto occorre porre molta cura nella scelta del professionista che farà questo percorso insieme a te.

(l’eventuale condivisione é sempre gradita…)